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DANNO D’IMMAGINE E TASSE EVASE

Magistratura contabile ed Erario potrebbero rivalersi sull’ex governatore

Galan, anche Fisco e Corte dei Conti ora battono cassa

AI DOMICILIARI – Il patteggiamento apre la strada ad altri provvedimenti

Al maxi patteggiamento del 16 ottobre, con una ventina di persone coinvolte, l’ex presidente del veneto Giancarlo Galan non sarà presente. Lo ha ricordato ieri pomeriggio uno dei suoi difensori, l’avvocato Antonio Franchini, che nei giorni scorsi ha fissato con la Procura un accordo sui due anni e 10 mesi. E che ora attende il pronunciamento del gip Giuliana Galasso. Ma la decisione, anche nel contesto generale e visto il precedente dell’ex sindaco Giorgio Orsoni, non è affatto scontata.
Per l’ex ministro è in arrivo anche l’addio definitiva dal Parlamento alla luce di quello prevede la “legge Severino” per questi casi. Dall’incarico a Montecitorio Galan non si era dimesso, visto che in tutti questi mesi si era sempre detto estraneo alle accuse dei magistrati sull’inchiesta del Mose. In ogni caso l’eventuale affidamento ai servizi sociali, ipotizzato in queste ore dai difensori dell’ex presidente della Regione, appare molto lontano. Prima dovrebbe esserci il patteggiamento e poi la pena dovrebbe essere confermata dalla Cassazione. Solo a questo punto potrebbe essere presa in esame l’eventuale richiesta di servizi sociali. Ma, come è facile intuire, non si tratta di una prospettiva immediata.
Nel frattempo anche la posizione dell’ex assessore regionale Renato Chisso, si avvicina ad una svolta. Nei prossimi giorni è attesa la decisione finale del giudice Roberta Marchiori, chiamata a pronunciarsi sul lavoro svolto da una commissione di esperti. Non ci dovrebbero essere particolari sorprese visto che i periti nominati dal gip hanno già sostenuto che il carcere di Pisa è perfettamente attrezzato per affrontare eventuali emergenze cardiache e quindi Chisso può restare dietro le sbarre per altri mesi.
Intanto ieri mattina il difensore di Chisso, l’avvocato Antonio Forza, è tornato a ribadire che proseguirà sulla strada dell’incompatibilità del suo assistito, da tempo sofferente di problemi cardiaci, con il carcere. «Ci sono diversi casi – ha spiegato Forza uscendo dal Tribunale lagunare – che confermano questa nostra valutazione».
Per la Procura, che a questo punto propende per il giudizio immediato, restano circa due mesi per chiudere il caso. E l’eventuale processo si terrebbe con l’ex assessore ancora detenuto.
Ma in questa fase, dal punto di vista teorico, non è ancora esclusa la strada di un eventuale patteggiamento, se non altro per il fatto che tutti gli altri imputati che hanno optato per questa scelta alla fine sono rapidamente usciti dal carcere. Non va dimenticato, però, che giovedì, davanti ai magistrati che si sono recati a Pisa per interrogarlo, Renato Chisso si è avvalso della facoltà di non rispondere e questo potrebbe avere un suo peso.

Giampaolo Bonzio

 

L’INCHIESTA – L’ex assessore deve decidere: rito immediato o patteggiamento. Ma i tempi stringono

La difficile alternativa di Chisso

Con la giustizia ordinaria Giancarlo Galan è sceso a patti. Ora però l’ex governatore del Veneto è nel mirino della giustizia erariale: la Procura regionale della Corte dei Conti è pronta a chiedere all’ex Doge e agli altri amministratori un risarcimento molto particolare per i danni causati alla cosa pubblica. Il filone erariale era già emerso fin dalle prime battute dell’operazione che ha portato all’arresto di Galan: ora la cosa si fa più complicata. La Procura sta predisponendo un procedimento per chiedere alla “cricca” i danni d’immagine provocati alla pubblica amministrazione. Nel procedimento, oltre all’ex ministro, dovrebbe essere coinvolto anche Renato Chisso.
Il procuratore regionale della Corte dei Conti Carmine Scarano aveva già attivato la parte erariale del procedimento mesi fa, chiedendo alla guardia di finanza di fare luce sul meccanismo di «sovrafatturazione» per lavori mai fatti da parte delle ditte coinvolte nel gorgo veneziano di giugno. Il Consorzio Venezia Nuova pagava, poi la torta andava divisa con gli amministratori e i politici. A questo danno erariale si era ipotizzato – fin dal giorno degli arresti e ammissioni – di aggiungere l’enorme danno d’immagine causato alla cosa pubblica. Ma il corollario si sarebbe potuto applicare solo dopo le condanne definitive. Il patteggiamento di Galan darà il via alla richiesta della Corte dei Conti. E non è tutto: secondo alcune fonti l’ex presidente della Regione dovrà pagare anche un milione di tasse calcolate sui due milioni e 600 mila euro che dovrà rendere.

 

MOSE / 1 – I SOLITI DUE PESI E DUE MISURE

Certo che osservando la “classifica” riportata sul giornale sulle percentuali che dovranno pagare i “signori del Mose”, c’è di che rimanere allibiti. Se viene scoperta una piccola evasione fatta da normali cittadini, o piccoli imprenditori, arriva subito Equitalia, con percentuali ben diverse. Siamo ai soliti due pesi e due misure. Sono un pensionato da poco più di mille euro, e sono “demoralizzato”, vorrei usare un’altra parola che darebbe più l’idea del mio stato d’animo, ma cambierebbe poco. L’ing. Baita viaggia in Porsche, l’onorevole Galan si riposa nella sua villa con piscina. Sto ansiosamente aspettando la destinazione di Chisso, intanto la signora Minutillo fa un po’ di shopping. Mi scuso per lo sfogo, mi fermo qui perché sento che mi sta venendo un attacco di bile.

Fiorenzo Vazzoler

 

MOSE / 2 – I TEMPI DEI MAGISTRATI

Cerco di mettermi in sintonia con il lettore della lettera “Ma questa non è giustizia” condividendone i contenuti. Tempo fa ho elogiato i procuratori di Venezia con un “avanti tutta senza guardare in faccia a nessuno”: in tempi rapidi per un’indagine così complessa si sono ottenuti i risultati che stiamo vedendo. Questo è un bel segnale come percezione di giustizia “bipartisan”, stessa percezione non ho avuto con i procuratori di Milano: un politico scalpitava per apparire davanti ai giudici e dire la sua verità ma questo gli è stato negato perché il reato è andato in prescrizione, mi riferisco a Penati. La domanda che voglio fare da profano è: i procuratori possono “allungare i tempi” di certi procedimenti o per “qualcuno” è semplicemente un colpo di fortuna?

Giuseppe Ave – Torre Di Mosto (Ve)

 

MOSE / 3 – GALAN, NON BASTA QUELLA PENA

Giancarlo Galan è uscito dal carcere grazie al patteggiamento concordato con i giudici: lo consente la legge a tutti coloro che delinquono, ma alla fine per i politici ci sono tanti vantaggi. Semplicemente pagando una percentuale variabile sulla somma causa del reato e con un grande sconto della pena i politici mantengono i loro beni in Italia e all’estero. Personalmente non sono d’accordo perché il danno causato non solo allo Stato ma anche ai cittadini è ben più grave in quanto i costi tra tangenti, mazzette, corruzione eccetera ricadono in termini di tasse e quant’altro sulla collettività. Pertanto essi dovrebbero restituire quanto meno tutta la cifra “rubata” con gli interessi, oltre che essere respinti a vita da ogni incarico pubblico.

Antonia De Tomas – Pordenone

 

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