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IL COSTO «Servono 250 milioni di euro. Poco più che per il Contorta»

LE OSSERVAZIONI AL CONTORTA «Valutazione negativa sullo scavo del Porto “giustificata” con l’assenza di alternative»

Sono numerose le osservazioni presentate da Ambiente Venezia insieme a molte altre associazioni sul progetto dello scavo del Contorta, i cui termini scadono oggi. Innanzitutto si dice che manca il riferimento all’inserimento di Venezia e della sua laguna tra i siti Unesco patrimonio dell’umanità avvenuto nel 1987 e degli obblighi che ne derivano. E manca anche ’articolo del Pat che “estromette” le grandi navi dal contesto della città storica e dall’ambiente lagunare, non si cita la legge speciale per Venezia che impone “sperimentalità, reversibilità e gradualità” nelle trasformazioni; sono stati esclusi i progetti che prevedono un terminal alla bocca di porto del Lido. Ma ci sono anche affermazioni più pesanti, come “lo Studio Morfologico è sbagliato in quanto dal progetto presentato la cunetta di navigazione è larga 100 metri e non come si legge 80 metri di una prima configurazione o 120 metri di una seconda. I risultati ottenuti dai modelli impiegati, avendo inserito dimensioni sbagliate, sono di conseguenza errati”.
Ma c’è di peggio: si cita una valutazione di incidenza ambientale negativa, che sarebbe superabile solo per la mancanza di alternative. E poi la composizione dei fanghi, e l’ordinanza della Capitaneria di Porto che per tutelare la sicurezza impone delle dimensioni da rispettare per i canali e per le navi e il rischio di incidenti.
Sull’argomento prende posizione anche il parlamentare veneziano Marco Da Villa che ha presentato una mozione alla Camera sottoscritta da tutto il suo gruppo parlamentare. «Lo scellerato progetto sul canale Sant’Angelo Contorta mette a repentaglio decine di ettari di zone protette dalla direttiva europea ‘Habitat’. “In assenza di un Piano Regolatore Portuale non è possibile procedere all’adeguamento di un canale lagunare che non è affatto destinato alla navigazione ed è pure al di fuori dell’autorità del Porto».

(r.v.)

 

Il promotore Roberto D’Agostino pensa al porto in zona industriale per trasformare la Marittima attuale in un quartiere per gli yacht

Crociere a Marghera. Il progetto al ministero

MESTRE – MARGHERA – L’area industriale con lo scalo merci del Molo A

Sul tavolo del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture lunedì arriverà anche il terzo progetto per la crocieristica veneziana. È il progetto che vuole il nuovo porto a Marghera in prima zona industriale e la trasformazione della Marittima in un grande hub per i mega yacht e in un nuovo quartiere cittadino da 1500 appartamenti, dei quali 800 in social housing. In cinque anni si può fare tutto ma già in sei mesi si potrebbero spostare due navi a Marghera, il 40% del traffico che oggi passa per il bacino di San Marco e il canale della Giudecca
Promotore dell’iniziativa è l’architetto ed ex assessore comunale Roberto D’Agostino che si aggiunge così all’ex ministro Cesare De Piccoli, il quale sponsorizza il progetto del nuovo porto crociere alle bocche di porto del Lido, e al presidente dell’Autorità portuale veneziana, Paolo Costa, che sostiene il nuovo canale Contorta-Sant’Angelo.
«Dei tre progetti il mio è l’unico che non prevede l’esborso di soldi pubblici – spiega D’Agostino -. Si può realizzare con un project financing, una società di scopo per l’intera operazione, Marghera e Marittima».
Quanti soldi servono?
«250 milioni di euro, poco più di quanto serve per il Contorta (circa 200 milioni), solo che invece di scavare si costruiscono edifici, tanti, in un’area che è già urbanizzata e abbandonata, quindi non si consuma suolo. Se poi chiedessimo i 200 milioni che lo Stato dovrebbe pagare per il Contorta, allora l’operazione sarebbe più che in equilibrio».
Dove li trovate gli investitori?
«Dove, ovunque, e quando, domani mattina perché è un’operazione dall’esito e dai conti certi: investimenti diretti per 250 milioni, derivati per 600 milioni, e ritorno economico di 1 miliardo e 200 milioni di euro».
Tanti dicono che così si mettono a rischio 5 mila posti di lavoro.
«Tutt’altro. Oggi alla Marittima i 2 milioni di passeggeri scendono e vanno a vedere San Marco. Domani scenderanno a Marghera dove potranno trovare molti più servizi, che a Venezia non si possono dare perché non c’è spazio. Quindi si creeranno centinaia di posti in più. Inoltre alla Marittima serviranno altri lavoratori per il porto degli yacht».
La Capitaneria di porto, però, sostiene che a Marghera le navi da crociera non si possono trasferire perché creano troppi disagi al traffico commerciale.
«È un falso problema. La commistione tra navi da crociera e commerciali è la stessa che esiste per il canale Contorta, è solo una questione di organizzazione dei traffici. Oltretutto, se dovesse servire, si potrebbero far entrare e uscire navi anche di notte: hanno costruito un sentiero luminoso proprio per questo scopo ed è inutilizzato perché di notte le navi non viaggiano. Infine abbiamo progettato anche un eventuale bypass di 2 chilometri intorno all’isola delle Tresse».

Elisio Trevisan

 

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