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Ambiente Venezia: «È in contrasto con il Pat, l’articolo 35 prevede la definitiva estromissione delle navi incompatibili»

«Mancanza di studi approfonditi. E di riferimenti alle leggi in vigore, a cominciare dai vincoli imposti dal sito Unesco. Contrasto con il Pat, il Piano di assetto del territorio del Comune che all’articolo 35 bis delle Norme tecniche prescrive la definitiva estromissione delle navi incompatibili con la città storica e col contesto lagunare». «Gli studi idrodinamici sono errati e le alternative non sono state studiate». Un fuoco di fila quello contenuto nel pacchetto di osservazioni al progetto Contorta-Sant’Angelo inviato ieri dall’associazione Ambiente Venezia e dal Comitato No Grandi Navi al ministero per l’Ambiente. Dodici osservazioni firmate dal portavoce Luciano Mazzolin e da Armando Danella, per vent’anni dirigente dell’Ufficio Legge Speciale del Comune, che chiedono in sostanza al governo di ritirare il progetto del nuovo scavo. Nel documento si elencano carenze e insufficienze del Sia (Studio di Impatto ambientale) redatto dall’Autorità portuale. E si ricordano «errori» contenuti nei documenti, in particolare per il mancato rispetto delle norme di legge e dei Piani urbanistici. Osservazioni inviate allo scadere del termine (il 17 ottobre). Che però Comune e Regione hanno ottenuto di prorogare. Da Roma è arrivato l’ok, perché si tratterebbe di un termine «ordinatorio» e non «perentorio». Per mettere a punto le osservazioni, il Comune ha insomma qualche giorno di tempo in più. E in queste ore i tecnici dell’assessorato all’Ambiente, la direzione generale e i consulenti del Corila stanno mettendo a punto il loro parere. Che tratterà soltanto gli aspetti ambientali del progetto e non quelli economici e trasportistici. Si chiedono chiarimenti sulle modalità utilizzate per gli studi, ma anche sul percorso burocratico seguito. Secondo il Porto si tratta infatti di un’opera strategica, di priorità nazionale, per questo inserita nelle procedure rapide della Legge obiettivo. Secondo gli oppositori del nuovo scavo la procedura è invece «illegittima», non essendo il progetto Contorta inserito nell’elenco di opere finanziate dal Cipe e non avendo l’Autorità portuale titolarità a presentarlo. Una risposta dovrebbe arrivare nelle prossime ore dal ministero delle Infrastrutture, più volte chiamato in causa in Parlamento da numerose mozioni, interrogazioni e interpellanze. Ultima in ordine di tempo quella del senatore Pd Felice Casson, che ha chiesto chiarimenti sulla «legittimità» degli atti e sul finanziamento di 140 milioni di euro che dovrebbe arrivare dal Cipe. Il sottosegretario Morando ha preso nota e promesso un interessamento. Altra mozione quella depositata alla Camera dal Movimento Cinquestelle (primo firmatario Marco Da Villa). Contesta la scelta di scavare un canale che potrebbe rivelarsi dannoso per l’equilibrio dell’ecosistitema lagunare. Altra mozione quella presentata da 40 deputati del Pd (primo firmatario l’ex ministro della Cultura Massimo Bray) che chiede al governo il rispetto dell’ordine del giorno del Senato e l’esame comparato e trasparente di tutte le alternative disponibili. Al Senato è stata presentata anche una mozione di segno contrario, che porta la firma di parlamentari di Ncd e Forza Italia, favorevole allo scavo del Contorta. Scontro che si riaccende, anche alla luce delle tante osservazioni critiche pervenute al ministero. Intanto dal primo gennaio 2015, come ha ribadito il ministro Franceschini, le grandi navi sopra le 96 mila tonnellate non potranno più passare per il canale della Giudecca.

Alberto Vitucci

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