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ZAPPALORTO «Una tassa per chi arriva con il treno e con la nave»

ZACCARIOTTO «Vanno creati servizi diversificati per i residenti e per i turisti»

IL CONFRONTO DEL FAI – Nel corso del convegno sui flussi dei visitatori ribadita la volontà di arginare il “mordi e fuggi”

Il commissario progetta come

«Turisti pendolari? Pagate»

Se si vuole salvare Venezia dal grosso afflusso di visitatori previsto per l’Expo e dal turismo mordi e fuggi bisogna mettere al più presto un ticket di ingresso. C’è completa identità di vedute tra il sottosegretario del Ministero dei Beni e delle attività culturali, Ilaria Borletti Buitoni, e il commissario prefettizio Vittorio Zappalorto: la città non è in grado di bloccare seriamente i flussi turistici, l’unico freno può essere quello di una tassa di ingresso per i turisti giornalieri che non risiedano in Veneto. Un modo anche per portare un po’ di soldi alle magre tasche del Comune. Ieri all’Ateneo Veneto alla tavola rotonda su “Flussi turistici a Venezia. Confronto senza scontri”, organizzato dal Fai, Borletti Buitoni ha lanciato il suo appello: «Non c’è più tempo da perdere – ha affermato – bisogna trovare una soluzione perché l’enorme flusso di turisti per l’Expo non porti al collasso una Venezia già ora in forte sofferenza. All’esposizione universale di Milano sono previsti 21 milioni di visitatori e di questi una buona parte verrà a visitare la città, mettendola in ginocchio. Non si può stare immobili ad attendere l’Expo, va trovata una soluzione». Il sottosegretario ha ribadito l’idea di un ticket di ingresso, spiegando però che la sua è solo una delle possibili proposte perchè il problema resta quello dell’applicabilità. Tra le ipotesi fatte quella di contattare i tour operator e modularla, limitandola in alcune aree e togliendola in bassa stagione.
Se Borletti Buitoni sta ancora ipotizzando la tassazione, il commissario Zappalorto sta invece già lavorando attivamente per presentare la sua proposta al Governo. «Vorremmo istituire una tassazione rivolta al turista escursionista – ha spiegato a margine del convegno il commissario – che consenta di recuperare in parte le risorse perse della Legge Speciale e del Casinò. Ci sono lavori in città che non si possono rimandare e bisogna trovare i fondi. Stiamo lavorando su un articolato da presentare al Governo che preveda una tassazione sul turista che arriva in nave e in treno e consuma la città senza risiederci. È difficile limitare i flussi in tempi brevi, l’unica cosa è sfruttarli economicamente». Saranno esenti da tassazione, spiega ancora Zappalorto, i lavoratori e gli studenti pendolari, nonché i residenti in Veneto. «Il ticket sarà modulato – conclude il commissario – più basso per gli italiani, più alto per gli europei e gli extraeuropei». Per la presidente della Provincia, Francesca Zaccariotto, non servono tassazioni ma servizi per i turisti. «Il veneziano si sente soffocato dal turismo che lo penalizza in primo luogo nei trasporti – ha spiegato -. È necessario fornire servizi diversificati per residenti e turisti, dando un’accoglienza che tuttora manca».
Due gli studi presentati al convegno. Laura Fregolent ha illustrato quello dello Iuav che ha contato, servendosi del wifi dei cellulari, i passaggi del 28 agosto scorso da Piazzale Roma e Ferrovia: 90 mila, di cui 45mila in entrata e altrettanti in uscita. Mara Manente di Ca’ Foscari ha invece presentato la ricerca Ciset: su 6 milioni e 400mila presenze del 2013 nel centro storico, il 70 per cento era costituito da turisti escursionisti e solo il 30 per cento da turisti residenti. Per entrambe le ricercatrici la soluzione al problema dei flussi è quella di intervenire nella struttura economica della città. Fabrizio Panozzo di Ca’ Foscari ha invece denunciato il surplus di studi sul turismo. «Troppi soldi sprecati in ricerche – ha detto -. È ora di trovare una soluzione, magari aumentando la qualità dell’offerta e diffondendo sapere attorno alla città».

 

Costa: «Un ticket per entrare a San Marco»

Boccia la proposta dell’imbarcadero al Vega e si dice favorevole al numero programmato: «Massimo 15 milioni»

«Sono contrario oggi come lo ero ieri. Non per questioni di principio o di “proprietà”, ma perchè non voglio aprire nuove porte di accesso a Venezia. Costruire un altro imbarcadero al Vega non può ottenere alcun risultato diverso dall’incrementare il flusso di turisti. Più aumentiamo l’offerta e più cresce la domanda, è ovvio. E invece io dico che è arrivato il momento di decidersi a mettere uno stop al numero di accessi turistici. Il limite massimo che può sopportare la città senza andare al collasso e all’implosione è di 15 milioni. Adesso siamo a 24, se non ci sbrighiamo, andiamo a fondo. Occhio che, quando dico di porre un limite, vuol dire che, se perdo un terzo del turismo, devo sapere che un terzo delle attività economiche di questa città va in crisi. Per questo dico che bisogna partire subito perchè ci vorranno almeno 10 anni per andare a regime».
Così Paolo Costa attuale presidente del Porto e, da sindaco di Venezia, inventore della Ztl per i bus turistici, ovvero dell’unico modo per far soldi e per dare un minimo di regole a chi arriva a Venezia. Il presidente di Avm, Giovanni Seno, spera che Costa dica sì ad una fermata Actv al Vega, il che consentirebbe di imbarcare i visitatori del padiglione dell’Expo lì senza farli passare per il ponte della Libertà e quindi per piazzale Roma.
«Mi va bene l’idea di Seno solo se c’è un progetto sui flussi turistici a Venezia. Non c’è nulla da inventare, è già stato studiato e ristudiato tutto, ma bisogna avere il coraggio politico di farlo. Noi a suo tempo avevamo pensato una Ztl anche per le auto e ci siamo fermati perchè dieci anni fa era troppo complicato. Ma oggi io posso sapere, ad esempio, quanti telefonini di finlandesi ci sono nei paraggi di Venezia. E allora se esiste questa possibilità esiste anche la possibilità di organizzare il turismo. Dando un tetto alle presenze».
E un ticket?
«Il ticket è per far soldi, la prenotazione è per evitare che la città collassi. Già adesso è un problema passare per Rialto se si deve andare in Tribunale, se aumentano ancora i turisti, non ci viviamo più in centro storico. Ecco perchè dico che ci vuole un progetto città, calibrato su Venezia. Che non è Firenze, per capirci. A Firenze si va per andare agli Uffizi, qui si viene per guardare a bocca aperta la città. Li facciamo pagare per guardare? Può essere. Ragioniamo. Ma subito. Altrimenti continueremo ad affrontare il tema del turismo in modo sbagliato e cioè aprendo nuovi punti di accesso. Che i 24 milioni mi arrivino dal Tronchetto o dai Pili non mi cambia nulla, sono sempre 24 milioni di turisti che vorranno andare in piazza San Marco. Non ci stanno. Non ci stiamo. Però dico anche che per certi parti di città forse si dovrebbe pensare ad un ticket. Vuoi entrare in piazza San Marco? Paghi perchè l’intera zona è considerata come un solo museo. Ma questo viene dopo il blocco e dopo la prenotazione obbligatoria. I mezzi tecnologici ci sono, ma bisogna decidere. Consapevoli che, se diminuiamo il numero dei turisti, dobbiamo preoccuparci di una parte della città che andrà in crisi. Ma, lo ripeto, la pressione massima che possiamo sopportare è di 15 milioni l’anno.

Maurizio Dianese

 

IL PROGETTO – Turisti pendolari

Venezia prepara il ticket

IL CASO Convegno del Fai sui flussi. Zaccariotto contraria: meglio fare servizi diversificati per residenti

«Venezia, ticket ai turisti pendolari»

Zappalorto: «Già pronto un progetto da presentare al Governo, tassa per chi arriva in treno o nave»

«Blocchiamo il flusso dei visitatori dell’Expo o Venezia andrà al collasso». È un vero e proprio appello quello che ha fatto ieri il sottosegretario del Ministero dei Beni e delle attività culturali, Ilaria Borletti Buitoni, all’Ateneo Veneto, a Venezia, alla tavola rotonda su “Flussi turistici a Venezia. Confronto senza scontri”. «Non c’è tempo da perdere – ha spiegato il sottosegretario – : bisogna trovare una soluzione perché l’enorme flusso di turisti per l’Expo non porti al collasso una Venezia già ora in forte sofferenza. All’esposizione universale di Milano sono previsti 21 milioni di visitatori e di questi una buona parte verrà a visitare la città, mettendola in ginocchio. Non si può stare immobili ad attendere l’Expo, il problema deve essere affrontato al più presto e va trovata una soluzione». Borletti Buitoni ha ribadito la sua proposta di ticket di ingresso a Venezia, modulato per quanto riguarda le aree e la stagionalità. Una tassa che il commissario prefettizio Vittorio Zappalorto sta già concretamente studiando: «Stiamo lavorando su un articolato da presentare al Governo – ha spiegato Zappalorto a margine del convegno – che preveda una tassazione sul turista che arriva in nave e in treno e consuma la città senza risiederci. Il ticket sarà modulato: del tutto esenti i residenti del Veneto, a costo più basso per gli italiani, più alto per gli europei e gli extraeuropei». Per la presidente della Provincia, Francesca Zaccariotto, non servono invece tassazioni ma servizi per i turisti. «Il veneziano si sente soffocato dal turismo che lo penalizza in primo luogo nei trasporti – ha spiegato -. È necessario fornire servizi diversificati per residenti e turisti, dando un’accoglienza che tuttora manca». Due gli studi presentati al convegno. Laura Fregolent ha illustrato quello dello Iuav che ha contato, servendosi del wifi dei cellulari, i passaggi del 28 agosto scorso da Piazzale Roma e Ferrovia: 90 mila, di cui 45mila in entrata e altrettanti in uscita. Mara Manente di Ca’ Foscari ha invece presentato la ricerca Ciset: su 6 milioni e 400mila presenze del 2013 nel centro storico, il 70 per cento era costituito da turisti escursionisti e solo il 30 per cento da turisti residenti. Per entrambe le ricercatrici la soluzione al problema dei flussi è quella di intervenire nella struttura economica della città. Fabrizio Panozzo di Ca’ Foscari ha infine denunciato il surplus di studi sul turismo. «Troppi soldi sprecati in ricerche – ha detto -. È ora di trovare una soluzione, magari aumentando la qualità dell’offerta e diffondendo sapere attorno alla città».

Daniela Ghio

 

 

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