Gazzettino – Lancio di soldi falsi nella villa di Galan
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
21
ott
2014
LE ACCUSE – Copiate integralmente le bozze scritte dai tecnici di Mazzacurati
INCHIESTA MOSE Secondo gli inquirenti l’ex ministro avallava le decisioni e seguiva le raccomandazioni delle imprese
Matteoli «asservito al Consorzio»
La firma è quella dell’allora ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli. Ma il testo di quella lettera, inviata nel dicembre del 2008 al presidente della Corte dei Conti, era stato in realtà predisposto in precedenza dagli uffici del Consorzio Venezia Nuova per sostenere il Mose e “raccomandarsi” in merito al buon esito dell’indagine, all’epoca in via di conclusione da parte dei giudici contabili.
Ha dell’incredibile quanto emerge dalla relazione del Tribunale dei ministri con la quale è stata chiesta l’autorizzazione a procedere al Senato per Matteoli per il reato di corruzione: secondo i giudici è la prova dell’asservimento agli interessi del Cvn del politico di Alleanza nazionale, poi passato al Pdl e ora a Forza Italia.
L’allora ministro risulta aver copiato integralmente la bozza preparata da Luciano Neri e Maria Brotto, fedeli collaboratori del presidente Cvn, Giovanni Mazzacurati, salvo la formula “Egregio presidente” (nella bozza era Illustrissimo), e i saluti finali. La bozza del Cvn, recepita e firmata da Matteoli, fu inviata al presidente Tullio Lazzaro: il ministro si augura che la delibera conclusiva dell’indagine condotta dalla sezione Controllo della Corte dei conti «possa esprimere, oltre all’apprezzamento per l’azione sviluppata, con grande impegno dal Magistrato alle acque in un contesto straordinario e complesso, lo stimolo per i competenti Organi istituzionali a far sì che le risorse finanziarie ancora da acquisire vengano messe tempestivamente al servizio della sollecita realizzazione dell’opera».
Non è l’unica ingerenza sulla Corte dei conti da parte del Consorzio Venezia Nuova: nei computer del Cvn gli inquirenti hanno rinvenuto altri due files dal titolo “delibera finita pulita” e “delibera ing. Neri con correzioni”, il cui testo corrisponde ad alcuni passaggi della relazione conclusiva dei giudici contabili sul progetto Mose. L’ultima modifica eseguita dal Cvn su quei files è datata 12 dicembre 2008: due mesi dopo l’adunanza in cui la Corte dei conti discusse il caso e due mesi prima del deposito della delibera, avvenuto il 20 febbraio del 2009: «Evidente a questo punto l’azione di ingerenza del Consorzio Venezia Nuova sulla delibera della Corte», scrive il Tribunale dei ministri.
Il terzo esempio di «totale asservimento» ai voleri e agli interessi del Consorzio Venezia Nuova riguarda Patrizio Cuccioletta, allora presidente del Magistrato alle acque, l’organismo che avrebbe dovuto controllare il Cvn nella realizzazione del Mose. Nei computer del Cvn è stata trovata un’altra bozza, creata il 4 dicembre del 2008, redatta direttamente con l’intestazione del Mav e già firmata da Cuccioletta: è il testo di una missiva destinata a Matteoli, con la quale il ministro veniva sollecitato ad attivarsi in vista dell’immiente deposito della relazione della Corte dei conti. Il file word contente la bozza risulta creato da Alfredo Biagini, legale di riferimento del Consorzio Venezia Nuova.
Gianluca Amadori
PATTEGGIAMENTI – Per Chisso lo stesso gip che disse no a Orsoni
Sarà il giudice per l’udienza preliminare Massimo Vicinanza a doversi pronunciare sull’istanza di patteggiamento presentata dall’ex assessore regionale alle Infrastrutture, Renato Chisso. Il presidente dell’Ufficio Gip-Gup, Giuliana Galasso, gli ha trasmesso ieri il fascicolo con la pena concordata tra il suo legale, l’avvocato Antonio Forza, e i rappresentanti della pubblica accusa: il procuratore aggiunto Carlo Nordio e i pm Stefano Ancilotto, Paola Tonini e Stefano Buccini.
Vicinanza è il giudice che, lo scorso giugno, ha rigettato il patteggiamento all’allora sindaco Giorgio Orsoni ritenendo troppo bassa la pena concordata tra accusa e difesa: 4 mesi per il reato di finanziamento illecito ai partiti.
Oltre alla posizione di Chisso (per il quale l’accordo è stabilito in un anno, 6 mesi), il gup Vicinanza dovrà pronunciarsi anche sull’istanza di patteggiamento del segretario dell’ex assessore, Enzo Casarin (un anno e 8 mesi) e, probabilmente, su quella di Federico Sutto, l’ex segretario dell’allora presidente del Consorzio Venezia Nuova, Giovanni Mazzacurati, che sta ancora trattando con i pm.
L’udienza potrebbe essere fissata per fine mese, ma in realtà non vi è alcun termine e, se necessario, potrebbe anche slittare più avanti. A Chisso la Procura non ha sequestrato alcun bene, salvo 1500 euro sul conto corrente: uno dei nodi da sciogliere in vista del patteggiamento potrebbe essere quello relativo alla confisca.
LA PROTESTA – Mazzette di banconote gettate in cortile, la manifestazione documentata con foto e video
Lancio di soldi falsi nella villa di Galan
Blitz dei forconi nella dimora di Cinto Euganeo dove l’ex governatore è agli arresti domiciliari
Altro che buen ritiro: a Cinto Euganeo non c’è pace per Giancarlo Galan, che sta scontando a villa Rodella, agli arresti domiciliari, la pena patteggiata due settimane fa. Domenica pomeriggio l’ex governatore del Veneto ha ricevuto la “visita” dei forconi, che sono tornati di fronte alla magione euganea del Doge dopo la manifestazione del dicembre scorso. La prima volta avevano portato un cannone della prima guerra mondiale, con il quale avevano sparato salve di fiori sotto gli occhi di un’inviperita donna Sandra.
L’altro ieri, invece, una decina di attivisti del Movimento 9 Dicembre ha portato un cesto pieno di mazzette di soldi. Tutti euro finti, intendiamoci, con tanto di fac-simile stampigliato in grande. Un po’ di contante è finito nel giardino della villa in seguito ai lanci effettuati dai forconi, provenienti quasi tutti dal vicentino. Altre banconote da 50 euro sono state attaccate al filo di un paio di canne da pesca portate per l’occasione e i manifestanti hanno dato vita a una sorta di pesca miracolosa nel cortile di villa Rodella. Il gruppetto ha documentato la visita con foto e video che sono stati diffusi ieri mattina.
Nella bagarre sono state coinvolte anche parecchie auto di passaggio: la tenuta di Galan sorge su una strada di collegamento fra i Berici e l’area dei colli Euganei, e nei giorni di festa è sempre molto trafficata. Gli automobilisti sono stati fermati dai forconi, che hanno spiegato loro il motivo della protesta. Come già era accaduto in occasione del rientro dell’ex ministro da Opera, gran parte dei passanti ha inveito contro di lui e contro la “casta”. Prima di andarsene, gli organizzatori del presidio hanno preso di mira il merlo indiano che trascorre le sue giornate nella voliera di villa Rodella. Hanno tentato di insegnargli a dire la parola “ladro” – con un ovvio riferimento alle recenti vicende giudiziarie di Galan – e nel video diffuso ieri sostengono di aver sentito il pennuto ripetere distintamente l’epiteto.
Il pomeriggio si è chiuso con l’arrivo dei carabinieri della compagnia di Abano Terme, che hanno identificato i presenti. L’assemblea si è sciolta senza ulteriori problemi, salvo rivalse legali da parte della famiglia Galan.
IL COMMENTO – Blitz dei Forconi a Cinto: soldi falsi lanciati nella villa di Giancarlo Galan
Hanno fatto strabenissimo. Mentre il sig. Galan si “gode” i domiciliari in una dimora di lusso, e probabilmente con risparmi ben occultati tanto da rendergli un futuro prospero, noi siamo ridotti quasi alla povertà. I carabinieri li hanno identificati? Siamo arrivati all’assurdo.
Lettrice61