Nuova Venezia – Tutti a difesa di Cardiochirurgia
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23
ott
2014
L’ospedale è all’ultimo posto in Italia per la cura dell’infarto acuto
MIRANO «I dati Agenas non permettono valutazioni qualitative sui reparti di Mirano». Il ciclone si abbatte sull’ospedale miranese, dopo la diffusione dei dati dell’agenzia sanitaria delle regioni, che mette l’ospedale miranese al primo posto in Italia per mortalità da infarto acuto. Insorgono medici e comitati, a difesa del polo vascolare miranese. «Non confondiamo le specializzazioni», dice il direttore di Cardiochirurgia Alessandro Giacomin, «Cardiochirurgia opera a cuore aperto, cardiologia interventistica fa angioplastiche. I dati di Agenas sono riferiti a quest’ultima per casi di infarto acuto. La Cardiochirurgia fa interventi di by pass aortocoronarico, tutt’altra cosa». Aldo Tonolo, del comitato Salvioli: «Sui dati di Agenas va specificato che per superare l’infarto sono fondamentali le prime ore. A Mirano arrivano pazienti anche da fuori territorio. Ci arrivano anche dopo 10-12 ore, è evidente che per loro il tasso di mortalità sia più alto, ma non per colpa di Cardiologia». Su Cardiochirurgia però la polemica non si smorza. «La colpa non è del reparto che lavora poco, ma di chi non lo mette in condizione di operare», continua Tonolo, «il Consiglio regionale ha già votato per bloccare l’azione contro Cardiochirurgia». «Grave che il direttore generale avvalli una lettura distorta di quei dati», attaccano per il Pd Bruno Pigozzo, Lucio Tiozzo e Gabriele Scaramuzza, «nella statistica rientrano tutti gli infarti, anche quelli in altri reparti, causa definitiva di morte di pazienti già compromessi». «La disinformazione la fanno politici e comitati», replica Gino Gumirato, dg dell’Asl 13, «questa azienda sta cambiando per rispettare quanto previsto dalle schede regionali. È trascorso quasi un anno dall’approvazione delle schede: chi oggi attacca la trasformazione in atto dimostra di non conoscerle ancora».
Filippo De Gaspari