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URBANISTICA – La crisi dell’edilizia al centro del convegno del Collegio geometri provinciale

«Non si può continuare a costruire ma bisogna iniziare un recupero del patrimonio edilizio esistente invenduto o inutilizzato e per questo occorre adeguare le norme». A chiedere un ammodernamento del sistema normativo, soprattutto riguardo proprietà e confini, è il presidente del Collegio dei geometri e geometri laureati della provincia, Massimiliano De Martin, che nel corso del convegno “Il futuro della professione di geometra tra bisogni e verità” ospitato al Laguna Palace per celebrare gli 85 anni dell’ente ha cercato di focalizzare l’attenzione su uno dei più grossi problemi che – oltre la crisi – sta mettendo in ginocchio il comparto edilizio. «Faccio un esempio, quello del Palais Lumière, un intervento epocale per il nostro territorio e la nostra economia che è sprofondato tra invidie di archistar e cavilli burocratici». Guardando a quello che c’è, a dare i numeri del “blocco” del mattone è Amerigo Restucci, rettore dello Iuav di Venezia. «Dagli anni ’70 al 2012 sono stati edificati 151mila ettari di territorio e, tanto per dare un numero, dal 2010 al 2013 sono stati dismessi 1758 capannoni, con una crescita rispetto al triennio precedente del 15,2% in più. Questa è tutta edilizia da riconvertire, e per questo il sistema politico, normativo, deve agevolare questo processo».
A cominciare dalla detassazione sulle proprietà. «Il settore immobiliare resta tartassato – ha detto Giuliano Marchi, presidente Confedilizia Venezia – dalla vecchia Ici a oggi sulla proprietà immobiliare se si ricavavano 9 miliardi di euro adesso sono 25, mentre i proprietari sono calati dall’80 al 67%. E si capisce perchè; per lo Stato un cittadino che ha una casa è ricco e può pagare pesanti tasse, ma non ci si rende conto che spesso è proprietario sì, ma di un mutuo che è già un costo pesantissimo. Per questo definisco sciagurate certe imposizioni fiscali». Presenti al convegno oltre numerosi professionisti, anche gli studenti delle scuole Righi di Chioggia, Scarpa di San Donà, 8 marzo di Mirano, Da Vinci di Portogruaro e Parini, Pacinotti e Massari di Mestre.

Andrea Ciccarelli

 

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