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Costa attacca l’esperto D’Alpaos

IL DOCUMENTO – L’amministrazione mette insieme una serie di studi di esperti

IL CHIARIMENTO «Non ci esprimiamo sullo scavo ma sono solo rilievi tecnici»

IL GIUDIZIO «Sono solo osservazioni tecniche Le studieremo»

GLI ALTRI PROGETTI – De Piccoli e D’Agostino sono in fase più arretrata

Il professor Luigi D’Alpaos, docente di idraulica all’Università di Padova

Il suo parere tecnico sullo scavo del Contorta ha provocato la reazione di Costa

Portuali furibondi: «Il Comune non si è dimostrato neutrale»

Contorta, Zappalorto sulla scia di Orsoni

Il Comune manda a Roma pareri critici sul progetto e chiede di essere invitato alla commissione Via

«Vista la delicatezza e la complessità del tema trattato e l’estremo interesse che riveste per questa amministrazione comunale, si ritiene opportuna la presenza del Comune di Venezia, con proprio rappresentante, ai lavori della Commissione nazionale Via».
Sono le ultime righe del documento inviato al Ministero dell’Ambiente ad essere le più importanti, almeno da un punto di vista “politico”. Dopo l’iniziale forfeit in Comitatone (il commissario Vittorio Zappalorto si era appena insediato) durante il quale il Comune non si espresse sulle alternative al passaggio delle grandi navi a San Marco, questa volta Ca’ Farsetti intende far sentire la propria voce a Roma. Pur senza esprimere un parere di merito neppure questa volta, l’amministrazione trova molti punti critici a carico del progetto presentato dall’Autorità portuale, portandosi così sulla scia di quanto era già stato fatto da Giorgio Orsoni quando era sindaco.
Il documento che Zappalorto ha approvato ieri, con i poteri del Consiglio comunale, è piuttosto corposo, circa 150 pagine, che include tre distinti studi: il primo è quello del gruppo di lavoro istituito dal Comune, composto da tecnici dipendenti dell’amministrazione; il secondo è quello che il Comune ha affidato al Corila, il Consorzio per il coordinamento delle ricerche inerenti al sistema lagunare di Venezia, che comprende l’Università Ca’ Foscari di Venezia, lo Iuav, l’Università di Padova, il Cnr e l’Istituto nazionale di Oceanografia e Geofisica sperimentale. Il terzo studio è quello pervenuto a Ca’ Farsetti da tre docenti dell’Università di Padova (i professori Luigi D’Alpaos, Andrea Defina e Stefano Lanzoni) che, in autonomia, hanno inviato il loro lavoro al Comune dopo averlo inviato anche a Roma. In ragione dell’autorevolezza accademica degli autori, lo stesso è stato inserito tra i documenti allegati alla delibera.
«Non si tratta di un parere sull’escavazione o meno del canale Contorta – ha precisato il commissario all’inizio della breve seduta – quanto piuttosto di una serie di rilievi tecnici puntuali che abbiamo messo a disposizione della Commissione. Spero comunque che ne arrivino molti altri oltre ai nostri, in modo da dare al Ministero la possibilità di individuare la soluzione migliore per evitare il passaggio delle grandi navi nel Bacino di San Marco».
E in effetti di osservazioni da parte del publico ne sono arrivate parecchie, circa 300, da privati cittadini, associazioni e studiosi.
Quello del Comune non sarà un parere formale, ma il risultato è una bocciatura del progetto e degli studi che lo accompagnano, che di volta in volta sono stati definiti approssimativi o mancanti in molti punti fondamentali. Insomma, il Comune non boccia il canale in sè, ma il modo “frettoloso” con cui è stato mandato avanti per l’approvazione.
Intanto al ministero dell’Ambiente risulta instradato solo il progetto del canale Contorta per il quale è scaduto il termine di presentazione delle osservazioni pubbliche. Il progetto De Piccoli – Duferco, quello del terminal in bocca di porto del Lido, è ancora bloccato perché i tecnici del Ministero attendono l’indagine d’impatto ambientale che non era stata allegata. Il progetto D’Agostino su Porto Marghera, infine, alla commissione Via non risulta ancora pervenuto.
«È stato depositato mercoledì – spiega D’Agostino – probabilmente deve ancora essere ancora inserito nel sistema».
In definitiva, si procede con la Via accelerata solo il Contorta e al momento non è possibile alcuna una valutazione congiunta. Almeno fino a quando gli incartamenti Venis Cruise 2.0 (De Piccoli) e Marghera (D’Agostino) non saranno completati.

 

I PROFESSORI «Documenti inadeguati, non ferma il degrado morfologico della laguna»

La relazione di Luigi D’Alpaos, Andrea Delfina e Stefano Lanzoni, docenti di Idraulica a Padova, non lascia spazio a equivoci, bocciando senza appello i documenti scientifici che accompagnano il progetto del Contorta. «I documenti di carattere dinamico e morfodinamico – si legge nelle conclusioni – sono da considerare del tutto inadeguati e non consentono di esprimere valutazioni positive sull’ammissibilità dell’intervento. Tanto meno sulla sua auspicabilità e sulla pretesa di catalogarlo addirittura come un primo passo verso una mitigazione dell’attuale degrado morfologico in cui versa la laguna».
Le critiche partono dalla definizione dei marginamenti del canale, definiti velme ma previsti a una quota che non rappresenta né velme né barene con “una instabilità che le porta ad essere rapidamente distrutte e a scomparire”. Il modello morfologico adottato è considerato inadeguato sotto molti aspetti, tanto che in più passaggi si dice che in questo caso “è la laguna che deve, suo malgrado, adattarsi al modello e non il contrario, come dovrebbe essere”. Persino le dimensioni e la composizione dei sedimenti considerate nel modello non corrisponderebbero a quelli riscontrati nella realtà e ricavabili dall’Atlante della laguna.

 

CA’ FARSETTI «Non ci sono attestazioni allegate per l’inserimento in Legge Obiettivo»

Il documento del Comune è più improntato sulle questioni procedurali, ma non è avaro neanch’esso di critiche e questioni in sospeso. Il gruppo di dirigenti e funzionari, coordinato dal direttore dell’Ambiente, Andrea Costantini, ricorda le tappe fondamentali dell’opposizione di Ca’ Farsetti al progetto, con opposizioni, ricordi e diffide e riporta anche tutti i relativi atti. Le valutazioni partono dall’inserimento in Legge obiettivo del progetto: “Non sono allegati documenti a suffragio dell’affermazione”. Un’altra questione rilevante riguarda il fatto che la documentazione “non è stata presentata presso il Comune di Mira, anche se il territorio di questo è interessato dal progetto”. E poi, il progetto sarebbe in contrasto con gli strumenti di pianificazione della laguna da un punto di vista ambientale, faunistico-venatorio, della molluschicoltura, e con il Piano morfologico della laguna. Poi, viene citata la lunga problematica dello spostamento di tutta una serie di sottoservizi per il costo di svariati milioni e con tempi non certi. Dal punto di vista del modello “non sono state previste simulazioni per il passaggio di più navi consecutive, o per una durata maggiore di 48 ore”. Sulla natura dei sedimenti, non risultano i punti in cui sono stati effettuati i campionamenti del fondale. Vengono poi messe in dibbio le affermazioni in base alle quali i fanghi derivanti dallo scavo sarebbero tutti pulitissimi: «La ricerca è non condivisibile in quanto non suffragata da dati scientifici».

 

IL CORILA «I modelli matematici usati non sono adeguati né validati»

Sono 14 le osservazioni del Corila, tutte di carattere tecnico, scientifico e metodologico, che puntano a demolire l’impianto degli studi utilizzati dall’Autorità portuale a sostegno della fattibilità del suo progetto. Impossibile elencarle tutte, ma cerchiamo di ricostruire il quadro di riferimento. Sul piano dell’equilibrio idraulico “i modelli non sono calibrati né validati, e utilizzano termini qualitativi non quantitativi”. Poi: “la griglia di calcolo non è adeguata e non descrive adeguatamente tutta la laguna”, la batimetria è datata 2002 e gli aggiornamenti non sono stati descritti”.
La composizione dei sedimenti: “il modello basato sulla composizione dei sedimenti a diametro uniforme non corrisponde alla reale composizione dei fondali lagunari”. Manca poi un “approfondimento adeguato degli aspetti legati al ricambio idraulico”, il “modello non è calibrato né validato per valutare impatto delle maree sui marginamenti del canale”. L’ambiente: “da considerare il degrado ecologico di tutta l’area di laguna tra il canale, Marghera e il ponte, caratterizzata da un basso ricambio d’acqua e rischio di anossia”. Ambiente: “ipotizzabile un impatto dello scavo sugli scambi tra le acque lagunari e di falda in termini di flussi sotterranei orizzontali e verticali”. Non è inoltre “sviluppata adeguatamente l’analisi della torbidità delle acque sia in fase di scavo che con l’erosione ad opera delle navi. I solidi in sospensione hanno impatto negativo sui microorganismi”.

 

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