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Nuova Venezia – Centoduemila firme contro le grandi navi

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

7

nov

2014

Raccolte 102 mila firme contro le grandi navi, appello al governo

petizione on line promossa dal regista muccino

Centoduemila firme raccolte grazie a una petizione on line contro le grandi navi sono state consegnate ieri dal regista Gabriele Muccino al sottosegretario ai Beni culturali Borletti Buitoni. E intanto il commissario Vittorio Zappalorto è pronto a proporre al governo una tassa di sbarco a carico dei crocieristi.

Gabriele Muccino ha consegnato ieri al sottosegretario Borletti Buitoni il risultato della mobilitazione su Internet

Flussi turistici e grandi navi, la mobilitazione continua, proprio nei giorni in cui sono state tra l’altro presentate molte osservazione negative al progetto dello scavo del canale Contorta Sant’Angelo, proposto dall’Autorità Portuale e ora inviato anche alla Valutazione d’impatto ambientale. Un no alle grandi navi a Venezia è arrivato ieri dal famoso regista Gabriele Muccino che ha consegnato ieri a Roma oltre 102 mila forme raccolte alla sua petizione sul tema, che ha consegnato al sottosegretario per i Beni Culturali, Ilaria Borletti Buitoni.

La consegna avvenuta in via del Collegio Romano è solo l’ultimo passo- in ordine cronologico – della petizione lanciata dal regista italiano su Change.org, la più grande piattaforma globale di attivismo online. Petizione che ha raccolto il sostegno di decine di migliaia di italiani, ma anche di tantissimi utenti internazionali, a testimonianza dell’attenzione mondiale sulla necessaria salvaguardia di un patrimonio dell’umanità unico come quello della Laguna veneziana. Un’attenzione confermata dal sottosegretario Borletti Buitoni, che ha ribadito la propria volontà a sollecitare un serio e ampio dibattito sul “turismo sostenibile e consapevole a Venezia”.

Da parte sua, il regista Muccino, che nei prossimi giorni continuerà a consegnare le firme raccolte ad altri membri del governo, ha dichiarato: «Continuerò a portare avanti la nostra battaglia per salvare Venezia dallo scempio a cui è sottoposta. C’è una cacofonia incredibile tra una fragile città in miniatura come Venezia e questi bisonti dei mari che la sovrastano. È come ci fosse una tangenziale sopra il Colosseo. Sono certo che esistano soluzioni alternative e a minor impatto per l’ecosistema lagunare. Ma il progetto del canale Contorta/Sant’Angelo non mi pare affatto uno di questi. Abbiamo tutti il dovere di promuovere un turismo rispettoso e di qualità. Salvare Venezia dalle grandi navi è prima di tutto un atto di amore: l’Italia deve dimostrare di volersi bene per davvero. Lo dobbiamo fare per i nostri figli e per il futuro del Paese, il mondo ci guarda e ha paura per Venezia».

«Le istituzioni della città devono fare uno sforzo e decidere quale sarà il futuro di Venezia» ha commentato il sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni «È indispensabile programmare i flussi turistici e gli ingressi in Laguna con la massima attenzione, tenendo conto di quanto la città sia antica e fragile. Esistono diverse alternative, ma è tempo di scegliere. Personalmente ritengo dovremmo optare per quella che metta insieme il minor impatto ambientale possibile e le migliori prospettive di ricaduta sull’economia locale. Le soluzioni sono sul tavolo, ora serve la volontà politica di prendere una decisione. Spero che il ministro dell’Ambiente, come deciso nell’ultimo Comitatone, voglia prendere in esame nella Valutazione d’impatto ambientale non solo il progetto dello scavo del canale Contorta-Sant’Angelo, ma anche altri progetti che esistono e sono stati presentati».

Ma Borletti Buitoni è tornata in particolare sul tema, che gli è caro, del controllo dei flussi turistici a Venezia. «Sarebbe molto grave se prima dell’inizio dell’Expo» ha dichiarato ieri «non si arrivasse a una qualche decisione operativa sul controllo dei flussi turistici a Venezia, per ridurne l’impatto. Il mio Ministero è pronto a fare la sua parte, ma bisogna che l’iniziativa parta dal Comune di Venezia, prendendo un’iniziativa coraggiosa, anche a costo di dividere la città».

Enrico Tantucci

 

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