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Nuova Venezia – “Mose, trasparenza sui collaudatori”

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

12

nov

2014

L’APPELLO – Chiesto un intervento dell’autorità anticorruzione

Bettin e Caccia scrivono a Cantone: «Prosegua nell’opera di pulizia appena cominciata»

Hanno incassato, nel corso degli anni, milioni di euro dal Consorzio Venezia Nuova, spesso occupando ruoli cruciali nelle amministratori centrali dello Stato. Sono i collaudatori del Mose, su cui già in passato erano stati sollevati dubbi su possibili conflitti d’interesse. Ora a chiedere la massima trasparenza su nomi e compensi di questi professionisti, direttamente al presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, sono Gianfranco Bettin e Giuseppe Caccia. L’ex assessore e l’ex consigliere comunali ieri hanno scritto al magistrato che ha disposto il commissariamento del Consorzio Venezia Nuova chiedendogli di «proseguire, in virtù dei poteri che le sono attribuiti, nell’opera di pulizia appena cominciata». Il nodo è sempre quello del rapporto tra il sistema Mose, con il malaffare scoperchiato dalle inchieste, e l’affidabilità dell’opera.

Nella lettera Caccia ricorda di aver già tentato, nel 2012, di avere informazioni sulle commissioni di collaudo del Mose. Ma l’allora sindaco Giorgio Orsoni, interpellato a riguardo, non ottenne a sua volta risposte dal Magistrato alle acque. Bettin e Caccia ricordano come dai precedenti rilievi della Corte dei conti, nonché dal bilancio del Consorzio Venezia Nuova, fosse emerso che, solo tra il 2004 e il 2008, i collaudatori avessero incassato ben 23.868.640 euro.

«E molti di questi incarichi avrebbero riguardato figure con ruoli cruciali nei ministeri dell’Economia e delle Infrastrutture, oltre che presso l’Anas – annotano i due politici della lista in Comune – La delicatezza del tema è immediatamente evidente: non solo per una macroscopica questione relativa ai molteplici conflitti d’interesse nell’indistricabile intreccio tra chi avrebbe dovuto essere controllato e chi avrebbe dovuto controllare, ma anche e soprattutto per i dubbi enormi che riguardano l’affidabilità tecnologica, la funzionalità e la sicurezza di un’opera di tale importanza, il cui percorso autorizzativo, a quanto risulta dalle indagini finora condotte dalla magistratura, risulta essere segnato e condizionato dal sistematico ricorso alla corruzione».

Ed ecco la richiesta di «pubblicazione integrale degli elenchi dei membri delle commissioni di collaudo, corredati da tutti i dati relativi ai curricula e ai compensi percepiti da ciascuno di essi» come «necessario e non più rinviabile atto di trasparenza, preliminare ad effettuare una reale “due diligence” tecnico-scientifica indipendente sui cantieri delle dighe mobili alle bocche di porto, tale da verificare affidabilità e sicurezza, funzionalità e congruità economico-finanziaria delle opere fin qui realizzate e in corso di realizzazione».

 

IL TEST – Marea bloccata in 35 minuti

Si alzano le prime 21 paratoie  «Tutte allineate e stabili»

Tutte su, per la prima volta. Test di sollevamento, ieri, per l’intera schiera di paratoie alla bocca di porto di Lido nord, lato Cavallino-Treporti, l’unica finora ad essere stata completata. Alle 7 del mattino sono stati accessi gli impianti. Alle 8.35 sono cominciate le manovre di sollevamento. E alle 9.10 tutte le 21 paratoie avevano già raggiunto la posizione di lavoro a 35° lungo i 420 metri del canale di bocca. «Perfettamente allineate, completamente stabili al moto ondoso»: precisa, nella sua nota, il Consorzio Venezia Nuova. Per l’occasione, c’erano il presidente del Cvn, Mauro Fabris, il direttore Hermes Redi, nonché l’ispettore del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche, Fabio Riva.

«Siamo orgogliosi del lavoro al quale siamo stati chiamati 16 mesi fa dalle imprese in un momento di straordinaria emergenza – ha detto Fabris -. In poco più di un anno abbiamo finito l’alloggiamento di tutti i cassoni alle tre bocche di porto. Ora abbiamo l’onore di aver portato alla fase finale la costruzione delle dighe mobili per la salvaguardia di Venezia grazie al lavoro sul campo di progettisti, tecnici, maestranze e dipendenti del Consorzio Venezia Nuova. Importante è anche il via libera ai finanziamenti per il Mose da parte del Cipe mentre il prefetto di Roma si accinge ad affidare al commissario, chiesto dall’Autorità anticorruzione, il completamento dell’opera: unico obiettivo al quale tutti miriamo». Redi si è detto «molto soddisfatto del lavoro fin qui svolto. Abbiamo constatato la precisione della realizzazione dello sbarramento mobile assieme all’irrilevanza del passaggio d’acqua tra le paratoie. L’operazione di arresto del flusso di marea si è conclusa nell’intervallo temporale dei 35 minuti previsti».

Il test è servito a verificare, oltre ai tempi di sollevamento e abbassamento delle paratoie, anche la progressione dell’attecchimento dei microorganismi. Sedimentazione «facilmente rimovibile» – sottolinea il Cvn – e che comunque «non compromette in alcun modo il corretto funzionamento delle paratoie».

 

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