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Nuova Venezia – Danni per 5 milioni nel Portogruarese

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

14

nov

2014

Il sindaco: «La Regione deve però dichiarare lo stato d’emergenza»

La casa protetta delle “Farfalle” non riaprirà prima del 2015

PORTOGRUARO – Il giorno dopo la città fa la conta dei danni dopo l’incredibile nubifragio che ha allagato più della metà del territorio, provocando anche tracimazioni a Portovecchio e a Ronchi. Un primo bilancio approssimativo porta a cinque milioni, a cui aggiungere i duecentomila messi in conto dall’Asl 10 per la casa protetta delle “Farfalle”. Portogruaro sta pian piano tornando alla normalità. L’unico sottopasso allagato restava quello che collegava San Nicolò a Portovecchio, ma l’acqua è scesa fino a sparire completamente; così come nell’altra infrastruttura viaria, tra l’altro nuova, cioè il sottopassaggio collocato sotto alla variante alla tangenziale. Danni ingenti hanno riguardato dunque la “Casa delle farfalle”, il centro per disturbi alimentari di via Resistenza. Le nove pazienti non potranno rientrare in questa sede prima del 2015, e per tutto questo tempo dovranno essere curate in ospedale. Si tratta di degenti molto giovani che curano l’anoressia. Il responsabile del servizio tecnico dell’Asl 10, l’ingegner Peter Casagrande, ha svolto un sopralluogo nella comunità alloggio. I danni hanno riguardato tutti gli arredi al pianterreno, nove stanze da letto, la cucina e la sala ricreativa. Per non parlare poi delle infiltrazioni ai muri e sulla pavimentazione. Il responsabile del centro, Pierandrea Salvo, che il giorno dell’acquazzone aveva pesantemente attaccato il Comune e la Protezione civile per la mancata assistenza, ha lavorato per recuperare il prima possibile la strumentazione medica, i computer e gli indumenti finiti sotto acqua. Antonio Bertoncello, il primo cittadino, non replica alle accuse di Salvo. Si annunciano tempi lunghi, però, per i risarcimenti. «La Regione deve dichiarare lo stato d’emergenza», ricorda, «solo allora in teoria potremmo permettere alle persone di presentare le domande per gli indennizzi. Noi cercheremo di anticipare le modalità di intervento, per agevolare i cittadini danneggiati. Troveremo una formula». Impossibile allentare il Patto di Stabilità. I danneggiati dovranno continuare a pagare le tasse come se non fosse accaduto nulla, mentre fa pensare l’assenza di autorità politiche regionali. I danneggiati di Portogruaro si sentono dimenticati dalle istituzioni. Ieri la disperazione si leggeva ancora sul volto degli abitanti di via Botticelli, delle Palazzine e del rione di Beata Maria Vergine. Almeno un centinaio di persone hanno perduto l’auto. Si calcola che a Portogruaro oltre cinquemila persone, a vario titolo, siano state coinvolte nell’ondata di maltempo. Calcolando un migliaio di euro a testa di danni, si arriva facilmente a toccare quota cinque milioni. Le opere di bonifica, da sole, hanno subito rotture per 200 mila euro. Il livello dei fiumi si è abbassato, ma la guardia resta alta, perché è annunciata una nuova perturbazione di origine atlantica per questa sera. Inizialmente soffierà la bora, poi domani lo scirocco e domenica il libeccio. Il mare difficilmente riceverà le acque dei fiumi. Il Livenza si sta abbassando, ma aumenta il livello del Meduna, anche per l’apertura delle dighe di Ravedis e Redona. A San Michele emergenza rientrata a Villanova della Cartera e Malafesta. Si sono ritirate le acque della roggia Rojada, tracimata in più punti.

Rosario Padovano

 

Gli agricoltori della Cia battono i pugni: «Chiedano più fondi da Venezia»

Consorzi di bonifica nel mirino

MESTRE «I consorzi di bonifica devono pretendere più risorse dalla Regione, gli interventi sul territorio sono insufficienti». La Confederazione italiana degli agricoltori (Cia) di Venezia chiede un cambio di rotta ai vertici dei consorzi di bonifica, perché «battano i pugni sul tavolo» contro la Regione. «Bisogna dare atto al lavoro svolto dai tecnici dei consorzi di bonifica, presenti notte e giorno nelle zone più colpite. Lo stesso apprezzamento, però, non possiamo esprimerlo nei confronti degli amministratori dei consorzi», commenta Paolo Quaggio, presidente di Cia Venezia, «è da tempo che segnaliamo, anche nelle assemblee consortili, la soggezione nei confronti della Regione. Non sono stati ottenuti fondi sufficienti per la realizzazione di interventi straordinari, di cui il territorio ha urgente bisogno, né adeguati stanziamenti per i lavori di manutenzione. Ci si accontenta delle briciole, mentre occorrono investimenti». Ieri Quaggio ha fatto una ricognizione della situazione insieme ai referenti locali delle zone più colpite. «Ora ci sarà la consueta conta dei danni ed è assurdo, perché ci sono reali responsabilità», conclude il presidente di Cia Venezia, «a cosa serve avere dei consorzi di bonifica che non si battono per avere le risorse necessarie? La Cia ribadisce intanto la disponibilità dei suoi agricoltori a mettere a disposizione i propri campi, in occasione di precipitazioni di questo genere. Siamo disponibili a farli allagare, perché rappresentano gli unici polmoni permeabili del territorio. Per quanto riguarda la Riviera del Brenta, sosteniamo che l’idrovia possa diventare una grande bacino di laminazione: non bisogna pensare che tutta l’acqua verrà sversata in laguna, non sarà necessario».

Giovanni Monforte

 

riviera del brenta

Le scuole sono rimaste chiuse a Vigonovo

VIGONOVO. Il maltempo sferza la Riviera del Brenta e colpisce soprattutto l’area ovest e sud del comprensorio, in particolare i comuni di Vigonovo, Fossò, Campolongo Maggiore , Stra e Camponogara. Disagi minori a Mira e Dolo. Resta sotto controllo il livello dei canali Naviglio , Novissimo e soprattutto del Brenta, che per tutta la giornata di ieri hanno ricevuto la piena proveniente dal Padovano. A Vigonovo ieri il sindaco Damiano Zecchinato ha emesso una ordinanza di chiusura delle scuole elementari medie e materne. Nel paese il peggio era arrivato con la serata di mercoledì quando l’acqua ha invaso la centrale via Roma e poi le vie Padova , Pascoli e via Veneto. A creare problemi è stata soprattutto la tenuta della rete idrica di scolo. «L’acqua è arrivata in centro a 30 centimetri» raccontano esercenti e residenti, «e in tanti hanno avuto primi piani e scantinati allagati con danni per parecchie migliaia di euro. Fin dalla sera di mercoledì e per tutta la giornata di ieri sono entrate in azione le squadre della protezione civile comunale insieme ai vigili del fuoco della caserma di Mira. Le scuole a Vigonovo saranno riaperte già oggi visto poi che ieri la pioggia è stata meno insistente. Problemi si sono avuti anche a Sandon di Fossò dove è straripato il canale Cornio. A Stra la frazione più colpita è stata quella di San Pietro. A Camponogara invece allagamenti si sono avuti nella frazione di Campoverardo. Problemi infine anche a Liettoli di Campolongo Maggiore lungo le laterali di via Alto Adige.

(a.ab.)

 

La rete secondaria del Lusore ha tracimato a Campocroce nella zona del cimitero

Disagi anche in centro a Mirano dove la viabilità ha subito forti rallentamenti

Caltana finisce sott’acqua strade e scantinati allagati

CALTANA – A Santa Maria di Sala l’emergenza ha ormai la triste declinazione dell’abitudine. Non poteva mancare la frazione di Caltana nel computo dei paesi finiti sott’acqua dopo l’ultima ondata di maltempo, anche se questa volta i danni sembrano più limitati rispetto a soli due mesi fa, grazie al fatto che già durante la notte le precipitazioni sono diventate intermittenti, la piena dei canali ha potuto defluire a valle e il mare ha iniziato a ricevere. Allagamenti estesi dunque, ma di breve durata, che tuttavia non hanno mancato di far registrare nuovi disagi. Strade e scantinati sono finiti ancora una volta allagati: l’ultima volta era successo solo a settembre. Sott’acqua il centro, dal quartiere residenziale di via Einaudi alla provinciale via Caltana, davanti al Palazzo del Mobile. Via Pioga, via Einaudi, via Pellico, via De Gasperi sono finite ancora sotto con dieci centimetri di acqua. Area interamente allagata, come due mesi fa, ma questa volta salvata dal fatto che il rio Cavin Caselle, a differenza di settembre, non ha tracimato, rimanendo, seppur al limite, entro gli argini. «I canali di scolo hanno funzionato», spiega l’assessore salese all’Unità di crisi, Enrico Merlo, «ci ha aiutato anche il fatto che verso le tre di notte l’acqua ha improvvisamente iniziato a scendere e poi le condizioni meteo sono migliorate». Ieri mattina rimanevano però alcune strade chiuse, limitate o transitabili con prudenza. Anche i fossi in via Zinalbo e Braguolo verso Campocroce sono arrivati al limite, con locali tracimazioni. Sempre dal Salese, sempre come a settembre, sono finite sott’acqua anche alcune aree di Sant’Angelo, in particolare via Masi e via Marzari. A Stigliano e Veternigo livelli di piena sostenuti, ma sempre sotto controllo per il Muson e il rio Veternigo. Anche a Campocroce di Mirano soliti problemi legati alla tracimazione della rete secondaria collegata al Lusore, ieri di nuovo minaccioso. Ne hanno risentito la zona del cimitero del paese, con la chiusura parziale di via Chiesa e via Braguolo. Locali allagamenti, ma dovuti alla rete urbana di scolo, si sono verificati anche a Mirano centro, creando più che altro problemi alla viabilità. Adesso la preoccupazione è tutta per la nuova ennesima ondata di maltempo prevista nel fine settimana. Sabato tornerà a piovere e tutto dipenderà da quanto la tregua sarà servita ai canali di scolo del graticolato romano per svuotarsi e scendere di livello. Mobilitati uomini e mezzi del consorzio Acque Risorgive, la protezione civile regionale resta in allerta.

Filippo De Gaspari

 

CONCORDIA SAGITTARIA

Quaranta squadre di volontari al lavoro fino all’alba

CONCORDIA – All’indomani dell’eccezionale fenomeno atmosferico che ha coinvolto l’intero Comune di Concordia e non solo, la situazione sembra essere tornata alla normalità anche se l’allerta meteo per il fine settimana farà tenere le orecchie rizzate a più di qualcuno, soprattutto a chi, negli ultimi giorni, ha lavorato ininterrottamente per bloccare i flussi d’acqua che hanno allagato la città. Sono state circa 180 le richieste d’aiuto fatte alla protezione civile del Portogruarese nella giornata di mercoledì: 40 squadre di volontari hanno lavorato sino alle 7 di ieri mattina per prosciugare le numerose zone allagate del centro. Tra questi anche i vigili del fuoco locali e di Verona giunti con alcune colonne mobile adibite al trasporto di idrovore ancora più potenti che hanno notevolmente aiutato lo spostamento delle acque verso i canali di scolo. Ora si attende l’ammontare dei danni. «Gli impianti, nelle loro conformazioni, hanno funzionato a dovere» spiega Luca Villotta, responsabile dei volontari della protezione civile, mandamento di Portogruaro, «ma l’enorme quantità d’acqua scaricata sul territorio non era prevedibile nonostante le previsioni ci avessero allertato già alcune ore prima. Per circa due ore e mezza l’acqua ha continuato a scendere ininterrottamente rendendo la situazione ingestibile e difficile soprattutto per territori come questi. Sicuramente», è l’appello di Villotta, «un’attenzione maggiore da parte di tutti nella pulizia dei tombini, nel controllo o posizionamento delle pompe soprattutto nei garage interrati, potrebbe evitare disagi e danni come quelli che abbiamo subito in questi gironi. Aspettare che siano sempre gli altri a occuparsene, magari in situazioni estreme, risulta alla fine dannoso per tutti».

Gemma Canzoneri

 

Venezia. Alla Renier Michiel un tubo otturato fa saltare due giorni di lezioni. Il preside: «Questione vecchia, zero interventi»

Infiltrazioni, scolari a casa fino a lunedì

VENEZIA – Per un tubo otturato, la elementare “Renier Michiel” dell’Istituto Comprensivo “Dante Alighieri” resta chiusa due giorni, ieri e oggi. Niente lezioni per 250 bambini. Il guasto era stato ripetutamente segnalato al Comune da oltre un mese, senza che venissero presi provvedimenti. L’ufficio Scuola e Lavori Pubblici di Ca’ Farsetti si è giustificato dicendo che, a causa dell’approvazione in ritardo del bilancio, il personale è costretto a lavorare utilizzando gli avanzi del budget previsto per il 2013, mentre in passato in questo periodo avevano già gli appalti per la manutenzione assegnati alle ditte di riferimento. Il dirigente scolastico Salvatore Amato ha spiegato che se l’intervento non verrà eseguito oggi, chiederà la disponibilità per lunedì pomeriggio di una delle sedi del “Dante Alighieri” per non far saltare un altro giorno di scuola ai bambini, ma il Comune ha assicurato che questa volta i lavori verranno svolti e che la scuola sarà riaperta lunedì. Il problema riguarda un tubo pluviale passante all’interno dell’edificio. Intasato da foglie e da un piccione morto, il tubo scaricava acqua all’interno, provocando infiltrazioni. Tutti lo sapevano perché, in un recente sopralluogo, era stato effettuato un foro sulla parete, accertando la provenienza del danno. «Ci trasciniamo questo problema da un mese e mezzo», ha detto Amato, «e i tecnici del Comune erano già venuti tre volte, senza mai ripulire il tubo. L’ultima volta è stata proprio mercoledì mattina. Anche in questo caso però hanno guardato e sono andati via». Per questo durante una riunione tra personale scolastico e genitori avvenuta mercoledì pomeriggio, quando la perdita di acqua continuava, le maestre hanno chiamato i vigili del fuoco. Quando i pompieri hanno visto che l’infiltrazione interessava l’impianto elettrico, hanno sigillato l’edificio e mandato la comunicazione di intervenire al più presto. «Può essere che abbiano fatto delle segnalazioni», ha tagliato corto l’ufficio Scuole e Lavori Pubblici, «ma abbiamo 170 scuole e 70 in centro storico. Riceviamo decine di segnalazioni, ma fino a quando non è stato approvato il bilancio non abbiamo potuto intervenire. Adesso avremo 800 mila euro per interventi murari e 400 mila per opere impiantistiche. Entro dicembre l’appalto per la manutenzione verrà assegnato e potremmo provvedere a tutto». Intanto per il dirigente scolastico ieri è stata una dura giornata, molti genitori si sono lamentati, dando la colpa alla scuola: «Noi siamo ospiti qui», ha detto Amato, «più che segnalare non ho potuto fare altro. Ieri mattina la ditta chiamata dal Comune non aveva operai disponibili, oggi spero che risolvano il problema e che controllino anche i controsoffitti che sono bagnati». Intanto problemi anche in terraferma: 15 centimetri d’acqua in via dei Petroli a Marghera, disagi per le autobotti dirette a raffinerie e depositi. All’origine degli allagamenti che ormai si registrano spesso, ci sarebbero problemi di scarichi emersi dopo i lavori di bonifica.

Vera Mantengoli

 

Giornata di passione sulla Venezia-Milano, ritardo record di oltre sette ore per l’Euronight da Parigi

Allagamenti e frane: i treni vanno in tilt

MESTRE – Giornata da incubo ieri nei collegamenti ferroviari tra il Veneto e la Lombardia a causa della violenta ondata di maltempo che si è abbattuta nell’hinterland milanese, allagando la stazione di Melzo Scalo. Tutti i treni Frecciabianca che collegano Venezia da e per Milano e Torino hanno accumulato ritardi di circa un’ora, con punte anche di 100 minuti. Ma il record in negativo è spettato ai passeggeri che si trovavano a bordo dell’Euronight Parigi-Venezia, giunto in laguna con oltre sette ore di ritardo. Oltre ai problemi per l’allagamento a Melzo, a causare il ritardo record del convoglio da Parigi ha inciso la chiusura della linea del valico di confine di Domodossola per i movimenti franosi che hanno interessato i binari nella zona di Stresa. Di conseguenza l’Euronight è stato deviato attraverso il valico di frontiera di Modane, in val di Susa, con l’inevitabile allungamento di percorrenza. Sulla Venezia-Milano, i guai per i passeggeri sono iniziati già nella serata di mercoledì quando l’esondazione di un corso d’acqua in piena ha causato l’allagamento degli impianti di rete che regolano la circolazione dei treni nella stazione di Melzo Scalo. I disagi sono stati subito molto pesanti. Basti pensare che l’ultimo Frecciabianca serale da Torino e Milano è arrivato a Venezia Santa Lucia intorno alle 3.30 anziché alle 23.40. E ieri i problemi sono perdurati per tutta la giornata, mentre i tecnici erano impegnati nel tentativo di riparare gli ingenti danni. «I tecnici di Rete Ferroviaria Italiana sono prontamente intervenuti per ripristinare l’infrastruttura», fa sapere Trenitalia in una nota, «Data l’entità dei danni riportati, i lavori proseguiranno per tutta la settimana. I treni in transito registrano ritardi con un punte fino al massimo di un’ora».

Giovanni Monforte

 

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