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Ieri a San Leonardo la presentazione al pubblico: ormeggi in canale Brentelle e Industriale Nord. In Marittima 800 case

Il terzo progetto scende in campo. Ieri pomeriggio in sala San Leonardo presentazione al pubblico dell’ipotesi «Nuovo terminal croceristico a Marghera», alternativa al passaggio delle grandi navi a San Marco. Progetto firmato dallo studio di Roberto D’Agostino e già inviato a Roma per la Valutazione di Impatto ambientale. Si aggiunge agli altri due già depositati, cioè lo scavo del canale Contorta Sant’Angelo – voluto dal Porto – e il Venice Cruise 2.0, il nuovo terminal a Punta Sabbioni in bocca di Lido.

Per la prima volta l’ipotesi Marghera, sostenuta dalla passata amministrazione comunale e dall’ex sindaco Giorgio Orsoni, è stata resa pubblica. La soluzione è quella di far arrivare le grandi navi a Marghera, ormeggiarle nelle banchine – in parte già pronte – del Canale Industriale Nord e del canale Brentelle. L’attuale Stazione Marittima sarebbe dedicata alle piccole navi e agli yacht di lusso, ricavando anche negli spazi rimasti 800 abitazioni in social housing.

«Si aggiunge ricchezza e si creano case e nuovi posti di lavoro», dice entusiasta D’Agostino, per quasi vent’anni assessore all’Urbanistica e ai Progetti speciali. Grandi navi a Marghera, dunque. Anche se l’Autorità portuale non è favorevole. «Ne parleremo quando sarà in funzione l’offshore», dice il presidente Paolo Costa, «adesso non è possibile mettere insieme passeggeri e merci pericolose».

Un problema che ci sarebbe anche per lo scavo del Contorta, dal momento che le navi passeggeri dovrebbero comunque percorrere il primo tratto del canale dei Petroli utilizzato oggi dai mercantili e dalle petroliere. Ma è un tratto più breve.

Perplessità anche dai comitati “No Grandi Navi e Ambiente Venezia”. «Così le navi resterebbero dentro la laguna, con il loro carico inquinante e il danno portato ai fondali», dicono.

I comitati preferiscono l’ipotesi De Piccoli. Banchine a Punta Sabbioni, davanti all’isola artificiale del Mose che possono ospitare fino a cinque grandi navi. Passeggeri trasportati con catamarani dalla Marittima, merci di notte con i barconi. Anche qui l’opposizione del Porto è radicale. «Aumenterebbero i costi, non saremmo più un home port e rischiamo di andare fuori mercato», dice Costa. Che sta rispondendo alle 362 osservazioni inviate al ministero per l’Ambiente. «Ma solo venti sono degne di risposta», dice, «le altre sono sulla procedura o fatte con il copia incolla». Ma i comitati promettono battaglia e manifestazioni clamorose. «Uno scavo in mezzo alla laguna ripeterebbe l’errore del canale dei Petroli», dicono.

Partita aperta. E intanto dal primo gennaio entra in vigore il decreto del governo Renzi che vieta l’accesso alla laguna di navi superiori alle 96 mila tonnellate. Un «sacrificio» che le compagnie sopportano, dicono gli operatori. Sperando in decisioni rapide per le alternative.

Alberto Vitucci

 

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