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COMMISSIONE PARLAMENTARE

Ci sono seri pericoli ambientali legati al traffico illecito di rifiuti nel Veneto. A cominciare dai fondi delle pavimentazioni per le grandi strade nei quali spesso viene portata terra in cui si trovano materiali nocivi, fino al traffico illecito di rifiuti industriali verso Paesi stranieri, passando per i casi abnormi dell’impianto della Coimpo di Rovigo dove sono morti quattro operai.

La Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti ieri a Padova ha terminato la sua seconda missione, mettendo a fuoco problematiche legate alle province di Rovigo, Treviso e Padova dopo quelle di Verona e Vicenza.

È stato il presidente della Commissione, onorevole Alessandro Bratti a tracciare le linee conclusive dei lavori. «Molto è secretato dalle indagini ma sull’impianto Coimpo di Adria possiamo già dire che il personale non era adeguato alla conoscenza delle procedure». Meno nota quella di una ditta fallita a Padova che ha lasciato 42mila tonnellate di conglocem, cemento speciale, in un capannone, per cui servono 12 milioni di euro per la bonifica mentre la Regione ne ha stanziati 500mila. Per il resto presenti metalli pesanti a Este nella ex Montedison e idrocarburi nell’area dell’ex piazzale Boschetti.

Dice Laura Puppato (Pd): «Abbiamo ricevuto un allarme dettagliato della Guardia di Finanza e dal Corpo Forestale dello Stato – segnala – sulla produzione di sottofondi stradali derivati da rifiuti speciali».

Il caso principe è quello dei rifiuti tossici trovati sotto la Valdastico Sud, 53 chilometri fra Vicenza e Rovigo, indagati dalla Procura antimafia di Venezia. «Ci hanno segnalato oltre alla Valdastico la pista dell’aeroporto di Tessera, la transpolesana di Cerea, alcuni svincoli di Padova. E c’è forte preoccupazione per la pedemontana».

(mg)

 

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