Gazzettino – Tronchetto, minacce a Bettin
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
29
nov
2014
Una pagina del Gazzettino con una bara e un’altra con i necrologi nella posta dell’ex assessore
Una prima pagina del Gazzettino con il simbolo della bara, e una pagina di necrologi. È la “sorpresa” che si è trovato Gianfranco Bettin nella cassetta delle lettere di casa. Minacce legate alle battaglie del Gazzettino e di Bettin contro la malavita organizzata a Venezia. L’ex assessore, all’indomani del colpo di spugna sul processo del Tronchetto, ha infatti scritto un articolo in cui dava conto della legittimità della sentenza, mentre criticava la filosofia della stessa, tutta basata sul principio che non esiste alcuna organizzazione malavitosa a Venezia. Tra coloro che sono stati prosciolti in quanto innocenti ad occhio e croce si nasconde colui che ha minacciato Bettin e il Gazzettino.
L’ALLARME – Allegata anche la sezione dei necrologi. Sul giornale aveva criticato le assoluzioni
Tronchetto, minacce a Bettin
L’ax assessore ha trovato nella cassetta della posta di casa una pagina del Gazzettino con disegnata una bara
Una prima pagina del Gazzettino con il simbolo della bara, E, in aggiunta, una pagina di necrologi. E’ la “sorpresa” che si è trovato Gianfranco Bettin nella cassetta delle lettere di casa.
Immediatamente si è diffusa la voce che avesse subito un attentato e cioè che dentro la cassetta ci fosse ben più di un chiaro messaggio minatorio – per quanto pericoloso. E invece si tratta di minacce legate alle battaglie del Gazzettino e di Bettin contro la malavita organizzata a Venezia. Bettin, all’indomani del colpo di spugna sul processo del Tronchetto, ha scritto sul giornale un articolo in cui dava conto della legititmità della sentenza, mentre criticava la filosofia della stessa, tutta basata sul principio che non esiste alcuna organizzazione malavitosa a Venezia.
Tra coloro che sono stati prosciolti in quanto innocenti ad occhio e croce si nasconde colui che ha minacciato Bettin e il Gazzettino. «Ho le ovvie preoccupazioni di ogni persona normale in una situazione del genere, tanto più che si inserisce in una lunga serie di cose più o meno simili e più o meno gravi subite in questi anni – spiega Bettin – Per restare solo al 2014, e per citare solo ciò che è diventato di pubblico dominio, da gennaio a oggi ho finora ricevuto un proiettile (intercettato dalla Polizia nella posta), mi sono state rivolte scritte minacciose e insultanti sui muri della città contro la campagna anti spaccio e anti degrado condotta dall’assessorato che dirigevo, altre scritte e atti vandalici a Venezia e nelle isole contro l’istituzione del Parco della Laguna nord da me promossa (e infine realizzata), più altre minacce, per lo più dirette o a domicilio, relative a episodi e presenze malavitose in alcune zone della città. Ripeto, ho i timori di chiunque in un contesto del genere».
Bettin fa poi un’altra considerazione: «Trovo, però, molto più preoccupante l’assenza di una vera riflessione pubblica sui fenomeni che, comunque, anche tali vicende chiamano in causa. In particolare, dopo la recente sentenza sul Tronchetto, al di là del rispetto che si deve a ogni sentenza, colpisce il silenzio sul contesto delle vicende prese in esame, sull’importantissima indagine svolta dalla Procura e dal Ros dei Carabinieri, che ha comunque scoperchiato una realtà fatta di intimidazioni, aggressioni, affari illeciti, inquietanti fenomeni e intrecci criminali (che riguardano anche un contesto più vasto, come ha confermato lo studio di Confcommercio – GFK Eurisko presentata per la Giornata della Legalità), sulla quale non deve scendere il silenzio.»