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Gazzettino – Mose, nominati i due commissari

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2

dic

2014

VENEZIA – Il prefetto di Roma ha scelto la coppia che subentra nella gestione del Consorzio Venezia Nuova

Un “mago” dell’ingegneria civile e il direttore dei Monopoli per andare oltre gli scandali

La decisione è arrivata dopo dieci giorni d’attesa. Scelti i due commissari per il Consorzio Venezia Nuova. Il Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, ha reso noti i nomi dei due plenipotenziari che a giorni, superati tutti i passaggi burocratici, si faranno carico dei destini del Consorzio e del completamento del sistema Mose. I prescelti dalla Prefettura di Roma, che aveva la titolarità della nomina in virtù che l’atto concessorio dello Stato al Consorzio Venezia Nuova venne firmato a Roma nei primi anni Ottanta, sono il torinese Francesco Ossola, docente di ingegneristica civile, e Luigi Magistro, napoletano, attuale direttore dell’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato.

Così a sei mesi esatti dalla bufera giudiziaria legata al “sistema Mose”, ecco due personalità chiamate a gestire l’ente veneziano dopo la fase di emergenza guidata dall’attuale presidente Mauro Fabris, ma che ha segnato una forte discontinuità con il passato.

Francesco Ossola è uno dei “maghi” dell’ingegneria civile nazionale, tra gli altri uno dei protagonisti delle grandi opere nel capoluogo piemontese, dalle strutture delle Olimpiadi nel 2006 fino alla realizzazione dello straordinario impianto dello Juventus Arena. Magistro, attuale direttore dell’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, ha un passato nelle Fiamme Gialle e ha svolto la propria carriere nel mondo dell’Amministrazione finanziaria dello Stato transitando per l’Agenzia dell’Entrate e pure per Equitalia. A loro poi sarà affiancato un organo consultivo, al quale con ogni probabilità, parteciperà l’attuale staff del Consorzio con il direttore Hermes Redi, mentre Fabris dovrà farsi da parte.

In ogni modo i compiti dei due nuovi arrivi appaiono già ben distinti sulla carta. Infatti altrettanto chiari possono essere i ruoli che i due neocommissari andranno a svolgere una volta giunti a Venezia. Da una parte Ossola che avrà il compito di seguire la parte tecnica e maggiormente legata al settore ingegneristico del Mose; dall’altro Magistro che, con ogni probabalità, anche in forza del proprio bagaglio di ex finanziere, avrà il ruolo di gestione della macchina amministrativa del Consorzio, ovvero una “portaerei” composta da oltre sessanta imprese, con la gestione di almeno una quarantina di cantieri aperti e ben 300 dipendenti. A lui, probabilmente, anche il compito di negoziare e rinegoziare gli atti in seno al Consorzio come le pendenze di questi mesi: dal rapporto con la Banca europea di investimenti che ha concesso 700 milioni di euro fino al contenzioso fiscale rilevato dai “colleghi” della Guardia di Finanza che si aggira sui 30 milioni di euro. Le venti paginette che il Prefetto di Roma ha redatto per annunciare i due nuovi commissari, stabiliscono proprio questi compiti, ma soprattutto offrono la sponda perchè si possa raggiungere l’obiettivo finale ovvero il completamento del sistema delle dighe mobile entro e non oltre il 2017 come più volte auspicato dalla gestione Fabris e gettare le basi per la fase bis, altrettanto delicata, come quella della gestione della cabina di regia del sistema Mose contro le acque alte.

Paolo Navarro Dina

 

L’INTERVISTA – Fabris: «Per sedici mesi mi sono sentito il presidente dell’emergenza. Ora è chiusa»

Le paginette della Prefettura di Roma le ha tenute sul tavolo. Se l’è lette con calma dopo aver collaborato alla loro stesura, almeno per le parti più tecniche sul Mose. Mauro Fabris, presidente del Consorzio Venezia Nuova, rimarrà in carica fino all’arrivo in laguna dei due nuovi commissari scelti dal Governo.

Presidente, dopo sedici mesi di lavoro con la volontà di dimostrare tutta la discontinuità possibile, ora dovrà passare il testimone.
«Era un provvedimento atteso e al quale, in piena sintonia abbiamo lavorato prima con Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, e poi con il prefetto Pecoraro. Per mesi mi sono sentito il “presidente dell’emergenza”, ora direi proprio che abbiamo chiuso questa fase per aprirne un’altra».

Lei resterà al suo posto?
«Aspetto una comunicazione ufficiale. Ci sarà un passaggio di consegne perchè questo sta nelle cose. Quello che mi preme sottolineare è l’azione di disponibilità che sempre abbiamo voluto mettere in campo, soprattutto nei mesi più difficili e sotto l’occhio critico dell’opinione pubblica, perchè avevamo un unico obiettivo: completare il Mose».

Solo pochi giorni fa sono state alzate tutte le paratoie, e i cassoni sono stati posizionati sott’acqua.
«Sono stati passi avanti importanti. I due commissari nominati proseguiranno su questa strada e quanto prima mi auguro si arrivi al collaudo definitivo dell’opera».

P.N.D.

 

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