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La posizione Uil sulla vertenza alla società autostradale Cav. Clima teso tra lettere anonime e dispetti

La controparte dovrebbe essere l’azienda ma nella società autostradale Cav – i cui dipendenti arrivano in gran parte dalla Venezia-Padova che fu il regno di Lino Brentan – i sindacati sembrano più impegnati a farsi la guerra alimentando la disaffezione di buona parte dei lavoratori.

Da un lato ci sono Ugl, Cisl e Cisal e dall’altro ci sono la Uil e la Cgil. Le posizioni sull’integrativo sono molto diverse, anche perché le sigle rappresentano settori diversi: mentre l’Ugl è più forte tra gli esattori, Cgil e Uil lo sono tra gli impiegati.

Dopo il servizio pubblicato martedì sulla Nuova in cui si dava conto della battaglia legale tra Cav e ministero sul numero minimo di esattori da tenere ai caselli e del confronto tra i sindacati, è apparsa nelle bacheche una lettera anonima – dai toni tutt’altro che concilianti – che se la prende non solo con l’Ugl ma con tutti gli esattori accusandoli di «rimanere incollati otto ore per turno davanti al televisore».

L’accordo integrativo è finito nel congelatore proprio perché non si riesce a raggiungere un accordo sul ruolo degli esattori, destinati ad essere marginali rispetto al potenziamento delle porte automatiche. Il punto di vista dell’Ugl è che «bisogna prendere coscienza del fatto che il mondo del lavoro autostradale è cambiato e che le esigenze delle aziende di oggi sono diverse dalle esigenze delle aziende di ieri», spiega Loredana Borghi della segreteria regionale Uil Trasporti secondo la quale non si può non capire che il mondo è cambiato, e la tecnologia ha rivoluzionato anche l’organizzazione delle autostrade. «La vera tutela della figura dell’esattore non sta nella difesa ad oltranza del mero servizio di presidio ai caselli», spiega la Borghi, «ma nel fatto che questo personale debba essere qualificato e arricchito anche con altre mansioni, ed eventualmente qualificato e ricollocato in azienda, solo così non si mette a rischio il posto di lavoro di nessuno».

L’esito della trattativa dipenderà molto anche dall’esito del ricorso al Tar del Lazio contro il dispositivo interpretativo del 2 luglio sui cosiddetti caselli a diamante del Dirigente del Ministero dei Trasporti secondo il quale sarebbe obbligatoria la presenza di un esattore per casello mentre oggi Cav, alle uscite di Spinea e Preganziol (dove si entra da una parte si esce dall’altra) nei turni notturni utilizza una persona per due caselli. Un principio che però la società autostradale vorrebbe estendere anche di giorno, in concomitanza con l’apertura del nuovo casello di Martellago e Scorzè, che dovrebbe essere pronto in primavera. Per ribadire il fatto che un solo esattore per Spinea, uno per Martellago e uno per Scorzè siano sufficienti c’è anche il fatto – secondo l’azienda – il fatto che il numero delle auto che esce a questi svincoli è, rispetto alla barriera di Villabona, del tutto marginale.

(f.fur.)

 

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