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Le reazioni al nuovo Accordo di programma per Porto Marghera, che vale 156 milioni di euro. Zoppas soddisfatto

C’è perfino chi esulta dopo la pubblicazione dei contenuti del nuovo piano per risanare e rilanciare Porto Marghera, ma alla soddisfazione si accompagna anche la preoccupazione che si tratti, ancora una volta, solo di un annuncio propagandistico che sarà presto smentito dai fatti. Il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, assicura che stavolta quel ce si dice si farà, tant’è che vuole arrivare alla firma del nuovo Accordo di Programma pr Porto Marghera prima di Natale e poi garantire l’esecuzione delle opere nell’arco di tre anni. Gran parte dei 156 milioni di euro che finanzieranno i 23 progetti inseriti nel nuovo Accordo, fa notare il ministero, sono già nelle loro casse, 102 milioni provenienti dalla sanzione europea già versata dalla multinazionale Alcoa a titolo di restituzione delle illecite agevolazioni energetiche avute dal governo italiano. Sembrano “sicuri” anche i restanti 44 milioni di euro, messi a disposizione da Comune di Venezia, Autorità Portuale, Regione Veneto e in piccola parte dal Provveditorato alla Opere Pubbliche e un soggetto privato come la San Marco Petroli spa. «Stavolta si fa sul serio» assicurano tecnici e dirigenti pubblici che hanno lavorato alle messa a punto il piano con 23 progetti, tutti finanziati.

Alfiero Farinea, ex assessore comunale allo Sviluppo, alla semplificazione amministrativa e allo Sportello per Marghera, spiega con soddisfazione che il nuovo Accordo di Programma sta per essere siglato: «È il compimento di un lungo lavoro che ha visto come parte attiva la Direzione sviluppo economico del Comune ed è un’occasione da non perdere, poiché la valorizzazione e lo sviluppo delle infrastrutture, anche in una prospettiva metropolitana, sono gli elementi chiave per la riconversione e riqualificazione industriale di Porto Marghera e per attrarre nuove attività, favorire nuova occupazione e il riassorbimento dei lavoratori colpiti dalla crisi delle aziende storicamente insediate a Porto Marghera. Gli interventi infrastrutturali previsti vanno però immediatamente affiancati da una forte spinta alla semplificazione dei procedimenti di autorizzazione sotto il profilo urbanistico-edilizio ed ambientale, con l’utilizzo di convenzioni ed accordi tra enti per snellire le procedure e abbreviare i loro tempi di durata utilizzando quanto già previsto dal decreto legge 69 del 2013. Gli imprenditori che intendono investire a Porto Marghera devono avere, assolutamente, tempi e procedure certe. Non vi sono ragioni di attesa, va immediatamente attuato un confronto tra Comune di Venezia e Autorità Portuale per individuare i contenuti del nuovo Piano Regolatore Portuale tenendo conto delle esigenze infrastrutturali dell’industria».

Esulta anche Confindustria Venezia, che confida di «aver collaborato fattivamente al gruppo di lavoro con il ministero, la Regione, il Comune e il Porto, dando alcune indicazioni, peraltro recepite, sulle priorità su cui intervenire per la riqualificazione industriale e lo sviluppo dell area di Porto Marghera». «Si tratta di criticità» spiega il presidente Matteo Zoppas «che erano state individuate e condivise anche dall’ osservatorio per Porto Marghera. Condividiamo, quindi, l’impostazione e il dettaglio degli investimenti di risanamento territoriale, messa in sicurezza idraulica e potenziamento della dotazione infrastrutturale e auspichiamo che gli stessi si realizzino nei tempi più brevi possibili, attraverso la firma dell’Accordo di Programma, cercando di non incappare nei rallentamenti progettuali ed amministrativi a cui purtroppo siamo abituati». «Viste le difficoltà che il territorio ha subìto a causa della crisi», conclude il presidente di Confindustria, «il nostro auspicio è che ci possa essere un coinvolgimento delle professionalità e delle competenze che le nostre imprese sono in grado di assicurare nei settori che rientrano nel programma di interventi».

Il presidente della Municipalità di Maghera, Flavio Dal Corso, è più cauto e dice che prima vuol vedere bene i contenuti di tutti i progetti finanziati. «Non vorremmo», osserva, «che con questo nuovo Accordo si finisca per disperdere parti importanti di quello siglato per il Vallone Moranzani nel 2008 e poi disatteso in tante sue parti, con grande delusione della cittadinanza che era stata coinvolta nel processo decisorio. Il risanamento e il rilancio di un’area complessa di duemila ettari come Porto Marghera richiede un’unica regia, che per ora non si vede, davvero solida, credibile, trasparente e a prova di corruzione, soprattutto nella fase delle gare d’appalto, a scanso di nuovi concessionari unici».

Gianni Favarato

 

L’amministratore del Parco

«Ora il Vega Waterfront non sarà più isolato»

Nell’Accordo di Programma per Porto Marghera di prossima firma, c’è più di un progetto che riguarda la cosiddetta marcroisola della prima zona industriale, quella più prossima all’asse di via Righi-Ponte della Libertà e che ospita il Parco tecnologico e scientifico Vega 1, il nuovo padiglione dell’Expo Venice in costruzione nell’area Vega 2 e le aree del Vega 3 e Vega 4 con la banchina del canale Brentella e il ponte ferroviario che arriva all’isola dei depositi di carburanti Petroven e la bio- raffineria.

In particolare ci sono quattro progetti, tutti messi a punto dagli uffici comunali: quello da 7.500.000 euro (definitivo) per la messa in sicurezza idraulica (per evitare le ricorrenti alluvioni) di via dei Petroli e via Righi; un secondo da 9 milioni per le vasche di prima pioggia e i collegamenti dei collettori con il depuratore di Fusina.

Il terzo progetto, da 15 milioni, prevede la sistemazione delle strade interne delle aree Vega (via Pacinotti, via Ferraris e via Delle Industrie), la costruzione di un tunnel e di una rotonda all’altezza del ponte che da via Torino porta su via Righi, mettendo così in sistema, anche dal punto di vista della mobilità, l’asse del Vega e dei Pili (collegato da una pista ciclabile sul ponte della Libertà) con via Torino (Campus universitario), Forte Marghera e San Giuliano.

Infine, un quarto progetto da un milione prevede il ripristino strutturale del ponte stradale e ferroviario, collegando così la Prima zona Industriale con via dell’Elettrotecnica e superando il canale Brentella dove è previsto uno sviluppo della banchina con nuovi collegamenti di vaporetti e traghetti di Actv che permetteranno di imbarcare turisti e visitatori direttamente dal Brentella, piuttosto che dall’intasata isola del Tronchetto.

«Si tratta di opere fondamentali per uno sviluppo in armonia con il nostro progetto del Vega Waterfront», commenta l’amministratore delegato del Parco Vega scarl, Tommaso Santini, «per le quali dobbiamo rendere atto agli uffici comunali di Venezia che negli ultimi mesi si sono spesi al massimo per accellerare la predisposizione dei progetti di fattibilità. E bene ha fatto il ministero a inserire i progetti per realizzare i sottoservizi, ottimizzare la viabilità interna e anche la rete di raccolta delle acque meteoriche e rendere accessibili direttamente tutte le aree del Vega sia con Venezia che con Mestre, attraveso il nuovo tunnel e la rotonda all’altezza del ponte costruito su via Torino pochi anni fa. A tutto questo si aggiungeranno collegamenti più efficienti con la fermata ferroviaria di Porto Marghera, le fermate degli autobus pubblici e magari, in futuro, anche del tram». «Se le opere verranno realizzate in tempi utili», conclude Santini «avremo finalmente messo al suo posto un importante tassello della nuova Porto Marghera».

(g.fav.)

 

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