Nuova Venezia – Il no di Settis alle grandi opere
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
11
dic
2014
L’INCONTRO con gli studenti
A Mestre per discutere di paesaggio e territorio: lo storico dell’arte e archeologo Salvatore Settis, già direttore della Normale di Pisa e del Getty Research Institute di Los Angeles, è stato accolto ieri nell’aula magna del liceo Giordano Bruno per una lezione che ha preso spunto dal suo ultimo libro, “Se Venezia muore”, una disamina sui problemi delle città storiche partendo dall’analisi della situazione lagunare.
In due ore, il professore ha risposto ai quesiti degli insegnanti, alle timide domande dei ragazzi e persino a qualche polemica nata non appena si è toccato lo spinoso argomento Mose.
Settis, infatti, ha ribadito che preservare l’ambiente è un dovere nei confronti di chi abiterà l’Italia in futuro e non ha potuto evitare di tirare quindi in ballo anche le grandi opere veneziane, dalla Orte-Mestre alla torre di Pierre Cardin, passando per il ponte di Calatrava e, appunto, per il sistema di dighe mobili.
L’ex direttore della Normale, che considera i grattacieli residuati di un tempo passato, ha riservato parole dure per tutti questi progetti: tanto per «l’autostrada più inutile del mondo» quanto per il «ponte che poteva essere costruito pure in Nuova Zelanda, visto che con Venezia non c’entra nulla»; la critica più feroce è stata però proprio quella al Mose, «costato tre volte la cifra stimata e a cui si sono aggiunti due miliardi di tangenti e bustarelle».
«Attraverso un sistema tipicamente italiano», ha spiegato Settis, «ci si è inventati un metodo inefficace per risolvere un problema reale, finendo per mangiarci sopra».
Per trovare risposta alle difficoltà del Paese, secondo Settis, basterebbe guardarsi in tasca: con 154 miliardi di tasse non pagate ogni anno la Penisola è terza al mondo per evasione fiscale (prima di noi solo Turchia e Messico), «con quei soldi nelle casse dello Stato, la crisi non ci impedirebbe di salvare il nostro suolo».
(gi.co.)