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DOLO – Domani saranno consegnate al presidente del Consiglio regionale del Veneto Clodovaldo Ruffato le circa 5000 firme raccolte dal gruppo di coordinamento costituito da vari comitati a difesa dell’ospedale di Dolo. Lo ha annunciato il coordinatore del movimento Emilio Zen ricordando che il consiglio regionale esaminerà anche la mozione presentata da 4 consiglieri regionali per la sospensione dell’atto aziendale. Sull’argomento Walter Mescalchin ha aggiunto: «Forzeremo perché la mozione venga discussa prima che il Crite, che doveva riunirsi lunedì ed è stato rinviato a giovedì 18, esamini il progetto presentato dal direttore generale dell’Asl 13 Gino Gumirato, in quanto nel caso venisse approvato ciò determinerebbe la fine dell’ospedale dolese».

Emilio Zen spiega l’obiettivo: «Vogliamo che l’Atto aziendale venga bloccato e le schede ospedaliere siano riviste». L’atto aziendale, infatti, prevede che l’ospedale di Dolo diventi ad orientamento prevalentemente medico-informatico-riabilitativo e con 25 posti di chirurgia generale in regime di week-surgery diurno, mentre l’ospedale di Mirano diventerebbe ad orientamento prevalentemente chirurgico con presenza di Cardiologia generale.

«L’assurdo è – ha aggiunto Mescalchin del comitato Marcato – che si prevede un’ingiustificata costruzione a Dolo di un “monoblocchino” in prefabbricato per Chirurgia, pronto soccorso e Diagnostica per un costo di 24 milioni. Ma se dovesse passare il progetto prima si svuoterebbero i reparti che passerebbero a Mirano e, quindi, col tempo sarebbero eseguiti i lavori. Di fatto l’ospedale di Dolo non avrebbe più chance di esistere».

Lino Perini

 

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