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FERROVIE – La Venezia-Portogruaro al 5. posto della classifica nazionale delle peggiori linee

Aumentati i treni mattutini, ma tagliati quelli serali e notturni e dei giorni festivi

LINEA DA TERZO MONDO – Molte critiche sul collegamento con Treviso

Bocciato anche il collegamento con Treviso tanto che molti studenti preferiscono utilizzare l’automobile.

Per l’orario cadenzato una bocciatura senza appello. Legambiente ha presentato ieri, in municipio, il Rapporto Pendolaria 2014 e il dossier sul sistema ferroviario regionale veneto ad un anno dall’introduzione dell’orario cadenzato, che ha portato ad inserire al 5. posto della classifica nazionale delle peggiori linee italiane la Venezia-Portogruaro. Una tratta che è diventata simbolo non solo di tutti i problemi che affiggono il trasporto ferroviario regionale ma anche della mancanza di dialogo tra Veneto e Friuli Venezia Giulia nella programmazione del servizio.

Ne è un esempio il treno che arriva da Venezia a Portoguaro alle 14.23. La coincidenza per Casarsa non c’è perché il convoglio è partito alle 14.22 e quello dopo è alle 14.54. «Il rapporto di Legambiente – spiega Nicola Nucera, del Comitato pendolari – conferma che più si investe sul trasporto ferroviario più aumenta l’utenza. Nel 2014, il Veneto ha invece destinato a questo servizio solo lo 0,13 per cento del bilancio. Praticamente nulla. Con l’orario cadenzato sono stati risolti alcuni piccoli problemi ma ne sono stati creati altri più gravi: è stata aumentata l’offerta di treni nella fascia oraria tra le 7 e le 9 ma sono stati tagliati i treni serali e notturni e dei giorni festivi».

Alcuni numeri. Sulla Venezia-Portogruaro circolano 56 treni nei giorni lavorativi, 28 al sabato e solo 16 nei festivi. Con il nuovo orario cadenzato, il primo treno che giunge a Venezia il sabato arriva alle 6.50 e nei festivi alle 7.20. Ciò significa che le 200 persone che per lavoro usufruivano dei quattro treni che partivano prima, ora usano l’auto. Da terzo mondo anche la situazione della Portogruaro-Treviso, che nei giorni festivi presenta solo 4 corse ferroviarie a direzione e che è stata abbandonata da gran parte degli studenti che, per evitare lunghe attese prima e dopo la scuola, hanno preferito l’autobus.

Altra questione, i collegamenti tra pianura e montagna, ridotti nei sabati e festivi e, la sera, anticipati di parecchie ore rispetto ai giorni lavorativi.

In più, manca ancora l’integrazione tra il treno e la bici, limitando di fatto lo sviluppo del cicloturismo.

«L’orario cadenzato – commenta Maurizio Billotto di Legambiente Veneto Orientale – è stata un’operazione politica che non ha migliorato il servizio. Si è scelto di potenziare dove ci sono i grandi numeri, tagliando i servizi a tutti quei pendolari che si muovevano in fasce meno frequentate e che oggi sono costretti ad utilizzare l’auto. La qualità di un servizio ferroviario, tanto più su un’area metropolitana come lo diventerà la Provincia di Venezia, non va misurata sui grandi numeri ma va garantita a tutti, 7 giorni su 7».

Teresa Infanti

 

DISAGI – Pendolari bloccati in stazione a San Donà per un guasto

Altri ritardi e cancellazioni

Al lavoro con un’ora di ritardo. È quanto accaduto ieri a Silvia Lasfanti, dipendente dell’Università Ca’ Foscari e capogruppo di «Città Insieme» in Consiglio a San Donà. Il treno da Trieste delle 6.41 è stato fermato a San Donà, per tutti i pendolari diretti a Venezia il primo treno disponibile è partito alle 8. Difficoltà si sono verificate anche in direzione opposta, il treno delle 7,41 da Venezia è stato cancellato, quello delle 8,11 per Portogruaro viaggiava con oltre 50 minuti di ritardo, costringendo parecchi pendolari a utilizzare il bus per raggiungere il Veneto Orientale. In totale due treni soppressi in direzione San Donà-Venezia, uno Venezia-San Donà e ritardi fino a 68 minuti sulle altre corse.

«A San Donà il marciapiede sembrava un formicaio e il treno era pienissimo – continua Lasfanti – Al solito, poche informazioni da Trenitalia. Tutti erano arrabbiati e incollati al telefono per informare colleghi, superiori, datori di lavoro». «È indispensabile che tutti facciano un reclamo sul sito di Trenitalia – continua Lasfanti – Solo così l’azienda e la Regione Veneto avranno percezione chiara del problema. Purtroppo la Regione continua a dimostrarsi sorda alle richieste di Comuni e Comitati dei Pendolari. Spero che qualcuno si unisca a loro, bisogna unire le forze». Trenitalia spiega che ritardi e cancellazioni si sono verificati a causa di un guasto al sistema di controllo definito «marcia-treno», verificatosi dalle 6,15 alle 7,18, con disagi che si sono ripercossi in entrambe le direzioni.

 

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