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TRIESTE – Il governo croato ha deciso di affidare in concessione dieci aree del mare Adriatico per l’esplorazione di possibili campi per l’estrazione di gas e petrolio. Il consorzio tra l’americana Marathon Oil e l’austriaca Omv si è aggiudicato sette delle dieci aree concesse. Due licenze sono andate al consorzio tra la società pubblica croata Ina e l’ungherese Mol, una al consorzio tra l’Eni e l’inglese Medoilgas.

Il governo guidato da Zoran Milanovic stima un investimento da 2,5 miliardi di dollari per le esplorazioni nei prossimi cinque anni. La gara aveva una base d’asta da 14 milioni di dollari per tutta l’area, e il governo ha reso noto che grazie alle offerte approvate incasserà subito circa 100 milioni di dollari. Come accennato, l’Eni si è aggiudicata una concessione per cercare petrolio nella parte meridionale del mare Adriatico. Entro il 2 aprile saranno sottoscritti gli accordi di esplorazione con i candidati vincitori.

Dura reazione di Luca Zaia, governatore del Veneto, da sempre contrario alle estrazioni. «L’Adriatico è un catino d’acqua. Impensabile che eventuali disastri ambientali causati dalla Croazia non ricadano sulel coste venete, la cui prima industria è il turismo. È scandaloso che il governo italiano non si faccia valere».

 

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