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Nuovo contratto sul 4,66 per cento dell’azienda: azioni a 390 euro invece di 510 con il pagamento differito fino al 2019. Così la controllata di Mantovani va al 13%

VENEZIA – Il calendario datava 2 ottobre 2012: fu allora che Serenissima Spa e Serravalle firmarono il preliminare di compravendita per la cessione del 4,66% dell’A4 Holding. Dopo oltre due anni, quell’accordo è stato risolto consensualmente il 15 luglio scorso e sono state scritte nuove condizioni per il trasferimento delle azioni. Serenissima già possiede l’8,3% della Brescia-Padova e con il nuovo pacchetto salirà al 13%. Con ben diverso peso in Consiglio. Il nuovo contratto prevede però un pagamento differito fino al 2019 con l’acquisizione a step. Le azioni in carico oggi a Serravalle sono 86.571.

Nella semestrale della società milanese si legge che «l’importo complessivo è rimasto pari a circa euro 44 milioni con un pagamento differito negli anni 2014-2019. Considerando il numero delle azioni possedute, il valore ad azione prospettato è di 510».

Ma secondo la particolare modalità di acquisto dilazionato nel tempo, in virtù dell’azzeramento degli interessi che sarebbero stati al 5%, il vantaggio finanziario ottenuto da questo risparmio, ricalcolato al valore, porterà al 2019 le azioni al prezzo di 390 anziché 510.

A garanzia dell’affare, dopo le opposizioni dei soci nell’ex Venezia-Padova in particolari modo di Autovie che ha il 16,9% del capitale, è stata firmata dai soci di maggioranza Mantovani (famiglia Chiarotto) e famiglia Gavio una manleva, ovvero una lettera in cui è scritto l’impegno dei due azionisti a pagare la massima penale in caso di problemi fino al 2019.

Il passaggio nell’azionariato potrebbe pesare nel riassetto azionario della Brescia-Padova, più oggi che allora. Giacché, come ventilato da tempo, Intesa è pronta a cedere la mano e, in uno scenario prossimo, si potrebbe concretizzare la vendita del suo 51% alla spagnola Abertis.

La mente corre al dicembre 2012, quanto l’allora ad della Mantovani, Piergiorgio Baita, poi finito nello scandalo Mose, disegnava il progetto dell’unico polo autostradale ritagliandosi il ruolo di regista dell’operazione. Si parlò molto lo scorso anno su una possibilità che la Mantovani potesse dismettere le proprie partecipazioni autostradali. Ma così non è stato, anzi. L’intenzione sembra quella, oggi, di mettere a reddito gli investimenti. Quel piano di Baita, poi divenuto un vero e proprio business plan, è tramontato, anche perché l’asse Baita-Bruno Binasco (per Gavio) non c’è più, ma lo scenario è oggi più in movimento di allora.

Nel frattempo Serenissima dopo mesi ha approvato l’ultimo bilancio in perdita per 1,5 milioni. In pancia ha due operazioni di project financing, che valgono insieme oltre 2,5 miliardi: Nogara-Mare e GRA di Padova. Fra l’altro il braccio di ferro con Autovie sarebbe legato alla volontà della concessionaria triestina di uscire dalla compagine azionaria.

Eleonora Vallin

 

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