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Nuova Venezia – “Regione obbligata a chiedere i danni”

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

15

gen

2015

Proposta di legge di Fi per impedire che corrotti e concussori se la cavino con poco

VENEZIA – Cento milioni all’anno per almeno dieci anni. Un miliardo di euro è la voragine che si lascia dietro il Consorzio Venezia Nuova nella gestione dell’ingegner Giovanni Mazzacurati. Tanto serviva per tenere in piedi la grande giostra delle tangenti ai burosauri di Stato, ai politici, ai tecnici, ai militari per addomesticare ogni tipo di controllo, accertamento o collaudo, per pagare consulenze inutili, fare beneficenze ingiustificate ma graditissime (c’era mezzo mondo nell’indirizzario), per praticare rialzi assurdi di prezzo in modo da creare il nero con le triangolazioni, per tenere in piedi il baraccone delle retrocessioni alle aziende e consentire che a sborsare il conquibus fosse alla fine sempre e solo lo Stato. Cioè il contribuente.

Questi sono i danni veri del Mose, il «fabbisogno sistemico» come lo chiamava Piergiorgio Baita. La stima dei 100 milioni all’anno è sua e la procura l’ha trovata verosimile. Poi ci sono i danni patiti dagli enti. I danni subìti dalle imprese private ingiustamente escluse. I danni ambientali per il ritardo delle opere. I danni di immagine, non meno reali, che valgono per l’intera collettività veneta: chi ripaga dell’onore sbeffeggiato?

«Noi ci costituiremo sempre come parte civile nei processi, per verificare fino in fondo le responsabilità», aveva promesso Luca Zaia il 10 giugno scorso in consiglio regionale. Molti altri avevano fatto anticipazioni analoghe. A che punto siamo oggi?

Consiglio regionale. L’occasione di fare il punto viene dalla presentazione fatta ieri di una proposta di legge («Norme a tutela della personalità giuridica e del patrimonio della Regione Veneto») per obbligare la giunta regionale a costituirsi parte civile nei processi per corruzione a carico dei propri amministratori o dipendenti. Finora la decisione era discrezionale. In futuro, se la legge verrà approvata, la giunta dovrà rendere conto all’aula. Firmatari con piglio molto diverso Moreno Teso (determinatissimo: occorre discontinuità rispetto al passato), Leo Padrin (nessun collegamento con situazioni attuali, varrà solo per il futuro), Renzo Marangon (associato).

Giunta regionale. La delibera che autorizza Ezio Zanon capo dell’avvocatura regionale a costituirsi nei provvedimenti che riguardano tutti gli arrestati della vicenda Mose, non solo quelli del 4 giugno, inclusi i due parlamentari che allora erano coperti da immunità Giancarlo Galan e Lia Sartori, è stata firmata il 17 giugno 2014. Se lo scopo del terzetto del Pdl era spingere Zaia, difficile farlo con uno partito mesi prima. Nell’elenco sono inclusi i politici Sartori, Orsoni, Marchese, i dipendenti regionali Fasiol e Artico, l’ex segretario alla sanità Ruscitti, tutti gli imprenditori dai Boscolo a Mazzi, a Tomarelli, Morbiolo, Astaldi, e poi i dipendenti del Consorzio tra cui Neri e la Brotto, gli ex capi del magistrato alle acque Neri, Cuccioletta, Piva, i commercialisti Venuti e Giordano, il generale Spaziante e il finanziere vicentino Meneguzzo, e naturalmente Mazzacurati, Baita, la Minutillo e Buson.

L’accettazione dei patteggiamenti ha impedito la costituzione di parte offesa e bisognerà avviare una causa civile. Grosso problema, dati i tempi della giustizia italiana, ma inevitabile. L’elenco comprendeva anche l’ex sottosegretario Milanese, che non ha patteggiato ed è a processo a Milano. La costituzione di parte civile era possibile ma non fondata e non è stata accettata.

Consorzio Venezia Nuova. Contro Milanese si è costituito invece il Consorzio Venezia Nuova, costituzione accolta l’8 gennaio assieme a quella del ministero dell’economia. Lo scorso ottobre il Consorzio, ancora presieduto da Mauro Fabris aveva incaricato i suoi legali di acquisire le sentenze dei patteggiamenti con l’intenzione di avviare una causa civile. Il Consorzio contro se stesso. Bisognerà vedere cosa decideranno i commissari.

Porto di Venezia. Contro il Consorzio si sono attivati nella primavera scorsa l’Autorità Portuale presieduta da Paolo Costa e Venice Terminal Passeggeri, presieduta da Sandro Trevisanato, chiedendo i danni per aver dovuto «interrompere l’attività a causa dei lavori del Mose». Una richiesta milionaria, calcolata al centesimo e spedita in copia anche al ministro Lupi. Si ignora che fine abbia fatto, ma si tratterebbe di una partita di giro: lo Stato contro se stesso. Kramer contro Kramer. Class Action. È proposta da Adiconsum, con una raccolta di firme (finora sono 300) che verranno depositate appena verrà conclusa la fase istruttoria dei processi.

Renzo Mazzaro

 

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