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Dopo i commissari, nominato l’organo consultivo di 5 membri

C’è Romeo Chiarotto nel Comitato imprese di Venezia Nuova

Dopo i commissari, il Comitato consultivo delle imprese. Il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro ha firmato il decreto di nomina del nuovo organismo che dovrà “assistere” il nuovo governo straordinario del Consorzio Venezia Nuova dopo lo scandalo Mose e lo scioglimento degli organi societari deciso dal presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone.

I componenti del Comitato sono cinque, quattro in rappresentanza degli azionisti maggiori (che detengono almeno il 10 per cento delle quote consortili), uno per le imprese minori e locali. Si tratta di Salvatore Sampero (Mazzi costruzioni), Romeo Chiarotto, titolare della Mantovani, primo azionista del Consorzio, per il raggruppamento di imprese Venezia Lavori Covela-Mantovani; Luigi Chiappini (Consorzio San Marco), Americo Giovarruscio (ItalVenezia-Condotte) e Laura Lippi, ingegnere nominata dagli azionisti minori.

Il Comitato potrà segnalare ai due commissari che da un mese governano il Consorzio, Luigi Magistro e Francesco Ossola, le esigenze delle imprese e problematiche che dovessero sorgere nel corso dell’attività.

Il decreto del presidente Cantone, poi ripreso dal prefetto che ha decisio le nomine, del resto è molto chiaro: il commissariamento previsto dalla legge anticorruzione non deve mettere in discussione l’opera. Ma garantire al contrario che questa venga portata a compimento al riparo dai rischi di corruzione. Dunque ad avere il benservito, il mese scorso, è stato soltanto il presidente Mauro Fabris, subentrato a Giovanni Mazzacurati arrestato con l’accusa di corruzione.

L’opera di rinnovamento e di risparmi portata avanti da Fabris non è stata ritenuta sufficiente, e Cantone ha deciso di procedere con il commissariamento. Hermes Redi, direttore nominato dal Cda al posto di Mazzacurati – che ricopriva entrambi gli incarichi di presidente e responsabile tecnico – è invece rimasto al suo posto.

Adesso l’attività del Mose può proseguire.Tra le proteste dei comitati, che hanno chiesto qualche mese fa alla nuova dirigenza di verificare con attenzione tutti i passaggi autorizzativi della grande opera che sono risultati poi viziati dalla corruzione. Un sistema diffuso che è stato in buona parte scoperto dalla Finanza e dalla Procura veneziana, portando nel giugno scorso all’arresto di 36 persone, tra cui l’ex presidente della Regione Giancarlo Galan e l’ex assessore Renato Chisso, funzionari dello Stato e tecnici.

Una grande opera da cinque miliardi con fondi garantiti dallo Stato e un sistema, quello della concessione unica, che ha portato negli anni in laguna un fiume di denaro. Finito poi in buona parte nelle tasche di corrotti e corruttori.

Adesso con la nomina dei commissari – e del comitato a garanzia delle imprese – il governo intende voltare pagina. E portare a compimento il Mose al più presto – anche se la data promessa del 2017 non sarà rispettata – al riparo dalla grande onda della corruzione e del malaffare.

 

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