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Affollato dibattito ai Calegheri del Gruppo di studio Pd

«Venezia-laguna-porto». Una petizione per chiedere tutela

VENEZIA «Nell’interesse della città il progetto di scavare il Contorta va ritirato, puntando su progetti compatibili e non distruttivi. E il governo deve emanare un nuovo decreto di tutela paesaggistica che vieti il passaggio delle grandi navi in attesa di soluzioni alternative».

È la conclusione, inviata al premier Matteo Renzi, del convegno dibattito «La verità sul Contorta», organizzato ieri mattina alla Scholeta dei Calegheri a San Tomà. Soddisfatta Andreina Zitelli, docente Iuav e coordinatrice del gruppo: «Avvieremo una petizione per chiedere al governo di abbandonare un progetto che può produrre soltanto danni».

All’indomani della relazione della commissione Via – 27 pagine di critiche molto dure che in sostanza bocciano il progetto presentato dal Porto – il gruppo di lavoro Vlp (Venezia laguna porto) del Partito democratico ha convocato a San Tomà esperti e cittadini per discutere il da farsi. Sala strapiena e nove relatori, in un dibattito coordinato da Tiziana Gregolin e organizzato da Enzo Castelli.

«Un enorme canale di 5 chilometri, largo 160 e profondo 10 in mezzo alla laguna», attacca il professor Gianni Fabbri, «che aumenterà l’erosione nella laguna, dove negli ultimi decenni si sono persi 6 mila ettari di barene e milioni di metri cubi di sedimenti. Quel progetto va archiviato».

Francesco Pedrini, imprenditore ed esperto di portualità, parla di «poteri forti che portano avanti il Contorta per mantenere lo status quo, e dunque le grandi navi a San Marco».

Serena Ragno e Marco Zanetti ricordano come sia necessaria la partecipazione dei cittadini su scelte che possono compromettere il futuro della laguna. L’economista Giuseppe Tattara contesta l’affermazione che «senza il Contorta si rischia di perdere 5 mila posti di lavoro».

«Il nuovo canale sarà di difficile realizzazione e aumenta i costi anche per le compagnie», ha detto, «esistono progetti alternativi che possono portare nuova occupazione».

Alberto Bernstein, ingegnere uscito dal Consorzio Venezia Nuova, ricorda i rischi e le criticità per il traffico e la laguna, Giuseppe Cherubini quello per le attività di pesca, Antonio Rusconi l’aspetto idraulico.

Un coro di «no» che alla fine si traduce nella richiesta al governo Renzi di «emanare un nuovo decreto di tutela per la laguna e la città».

Il gruppo di studio aveva invitato ieri al dibattito anche i tre candidati alle primarie del Pd. Jacopo Molina era in sala, Nicola Pellicani non è venuto. Felice Casson, a Roma per l’elezione del presidente della Repubblica, ha affidato ai relatori un suo messaggio.

«L’arroganza e la presunzione di certi rappresentanti dei poteri forti», ha scritto, «non devono intimorire né fermare la nostra battaglia per una Venezia e una laguna sostenibili e a misura d’uomo, coscienti che sia possibile coniugare la tutela del lavoro con la salvaguardia della città».

Le 27 pagine ministeriali, hanno concluso Casson e Molina, rendono evidenti le lacune del progetto Contorta».

Alberto Vitucci

 

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