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La produzione di etilene e propilene è quasi a regime e le fiaccole non serviranno più

MARGHERA – Le torce o fiaccole di Fusina hanno finito, quasi del tutto, di sputare fiamme e di impensierire chi le ha viste bruciare – dal centro storico o dalla terraferma – per ore ed ore, di giorno quanto di notte. Al Petrolchimico, infatti, sono state ultimate al 90% le procedure di riavvio degli impianti del cracking di Versalis (Eni) che – malgrado fosse stato deciso di chiuderli definitivamente – torneranno, seppure temporaneamente, a trasformare la virginafta in etilene e propilene.

Il processo di produzione dell’etilene è ormai a regime e per il propilene ci siamo vicini; ciò significa che non dovrebbe più necessario accendere le torce per bruciare le sostanze prodotte che ancora non hanno raggiunto la qualità ottimale.

Stando al contratto stipulato tra Versalis Spa (gruppo Eni) e la multinazionale Shell gli impianti di Porto Marghera produrranno cinque volte di più (da 78/80 mila tonnellate annue a più di 400 mila) di quanto facevano prima della fermata dell’anno scorso. Etilene e propilene prodotti a Porto Marghera non finiranno, però, direttamente alla Shell – che si rifornirà, invece, nell’impianto di cracking, sempre di Versalis-Eni, esistente a Brindisi – bensì continueranno ad alimentare la pipe-line collegata ai petrolchimici di Ferrara (95 chilometri di condotta), Mantova (125 chilometri) e Ravenna (169 chilometri) che li utilizzano, insieme ad altri intermedi chimici, per la produzione di polistiroli di vario tipo destinati principalmente ai settori automobilistico, elettrodomestico e dell’imballaggio.

Le torce – come spiegato nella prevista comunicazione inviata ancora lunedì scorso dalla direzione locale di Versalis alla Protezione civile e ai vigili del fuoco di Mestre – sono state accese per garantire la combustione, con il metano, di etilene e propilene ancora non a regime. Il tutto, con l’utilizzo della tecnolologia smokeless che permette di scaricare in atmosfera soltanto anidride carbonica e vapore acqueo.

«È giusto far sapere a tutti», spiega Cristian Tito, segretario dei chimici della Uil, «l’enorme professionalità messa in campo da tutti i lavoratori di Versalis che, di fronte alla sfida di mettere in marcia l’impianto in condizioni ambientali non facili per tali operazioni e in tempi decisamente stretti, hanno svolto e stanno svolgendo un lavoro eccelso nel pieno e più completo rispetto delle più severe norme vigenti in materia di sicurezza ed ambiente».

I complimenti ai lavoratori e ai dirigenti dell’impianto del cracking li hanno fatti direttamente anche l’amministratore delegato di Versalis, Daniele Ferrari e il direttore delle Risorse Umane, Fabrizio Bellini che venerdì scorso sono arrivati a Porto Marghera per verificare la situazione e rassicurare i sindacati dei lavoratori sul fatto che l’imprevisto e temporaneo riavvio del cracking «non metterà in disussione» gli investimenti per le nuove e previste produzione di chimica verde con la patner americana Elevance Renewable Sciences Company.

Gianni Favarato

 

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