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Scandalo Mose: l’ingegnere convocato oggi in Tribunale ma non ci sarà, condizioni di salute precarie

Avrebbe dovuto tornare oggi dalla California, dove si è rifugiato poco dopo essere stato scarcerato, ma Giovanni Mazzacurati, l’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova e grande corruttore, non ci sarà. Davanti al giudice veneziano Alberto Scaramuzza ci sarà il suo difensore, l’avvocato Giovanni Battista Muscari Tomaioli, con una consulenza medico legale, la quale sostiene che l’ingegnere non ricorda più nulla. Inoltre, non può affrontare il viaggio aereo dagli Usa in Italia. Non dovrà, dunque, subire alcun terzo grado, al quale indubbiamente lo avrebbero sottoposto, come è loro diritto, gli avvocati difensori in particolare dell’ex sindaco Giorgio Orsoni e dell’ex europarlamentare di Forza Italia Lia Sartori.

Mazzacurati ha raccontato di aver consegnato 400-450 mila euro per la campagna elettorale del primo e 250 mila alla seconda. Diritto degli indagati interrogare il loro accusatore, ma in questo caso non si farà e probabilmente nel fascicolo finiranno i verbali d’interrogatorio resi dall’ex presidente durante le indagini preliminari.

Per ora, almeno per coloro che hanno presentato ricorso in Cassazione, non è scattata la confisca dei beni disposti dal giudice.

Sono ben nove tra coloro che hanno patteggiato la pena nell’ambito dell’indagine sulla corruzione per il Mose coloro che hanno compiuto questa scelta. I difensori non l’avrebbero fatto perché contestano la pena, che del resto hanno sottoscritto con un accordo con i pubblici ministeri Stefano Ancilotto, Paola Tonini e Stefano Buccini, ma per allontanare nel tempo il più possibile il momento in cui scatterà la confisca di ville, conti bancari e altri beni.

Solo quando la pena sarà definitiva, infatti, lo Stato potrà appropriarsi definitivamente dei loro beni e, nel frattempo, potrebbero riuscire a vendere e magari a tenersi qualcosa.

(g.c.)

 

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