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Il filosofo polemizza nuovamente sul via libera «contro la volontà del Comune»

Ma l’ex premier replica seccamente: «Mai arrivati progetti alternativi»

VENEZIA «Prodi, Berlusconi: sul Mose tutti hanno avuto le mie carte, i documenti, i progetti alternativi, i dubbi. Niente. I burocrati dello Stato, la Corte dei Conti: io denunciavo e loro mi ascoltavano appena. Preferivano guardarsi i filmini promozionali di Mazzacurati».

Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia, attacca gli ex presidenti del Consiglio e il Magistrato ale Acque.

«Le decisioni sul Mose», dice, «sono state prese ai livelli più alti dello Stato».

Polemica che non è nuova. L’ex sindaco ha sempre denunciato la contrarietà della città alla grande opera.

«Il Comune di Venezia aveva presentato a Roma», ricorda, «molti progetti alternativi, meno impattanti e meno costosi del Mose. Non sono mai stati presi in considerazione».

Prodi ha risposto ieri con una nota.

«Singolare», scrive, «che invece di prendersela con chi si è lasciato corrompere e ha speculato sui lavori del Mose ci si ostini a prendersela con chi ha consentito che un’opera fondamentale per la salvezza di Venezia andasse avanti».

L’ex premier ricorda che il progetto del Consorzio Venezia Nuova «fu esaminato in numerosissime riunioni del Comitatone e infine approvato da una larghissima maggioranza. Non pervennero mai progetti alternativi a questo».

Proprio quest’ultima affermazione viene definita come «non veritiera» da Cacciari e dai suoi collaboratori dell’epoca.

«Ricordo benissimo», dice Armando Danella, allora dirigente dell’Ufficio Legge Speciale del Comune, «che andammo a Roma con il sindaco a presentare i progetti alternativi al Mose. Nel novembre del 2006, quando si doveva decidere in via definitiva, fummo ricevuti dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta, poi dal ministro dei Lavori pubblici Di Pietro e anche dallo stesso Prodi. Il 22 novembre il Comitato presieduto da Prodi approvò i lavori del Mose con il parere contrario del Comune di Venezia. Allora il sindaco Cacciari pronunciò un discorso in cui chiedeva ai posteri l’ardua sentenza».

Insomma Venezia il Mose non lo voleva, ma il governo tirò dritto. Una denuncia alla Procura e alla Corte dei Conti su queste vicende è stata presentata qualche anno fa dai comitati «No Mose».

Alberto Vitucci

 

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