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Gazzettino – Venezia. Calatrava, il ponte che si sbriciola

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

26

mar

2015

Crepe, gradini rotti, pezzi mancanti, ruggine: il monumento al contemporaneo è ridotto sempre peggio

Rivoli di ruggine, angoli sbeccati, piccole crepe, incrostazioni varie, gli immancabili gradini rotti. E poi tanta, tanta sporcizia. Eccolo il ponte della Costituzione che, a poco più di sei anni dall’apertura, è diventato un monumento alla sciatteria. Forse ora lo scandalo dell’ovovia che ancora non funziona sarà risolto, con i due ascensori di supporto. L’altro giorno il Comune ha incaricato la ditta di studiare questa soluzione, sperando sia quella buona. Ma, ovetto o non ovetto, l’immagine complessiva che offre l’arco pensato da Santiago Calatrava resta tra la più deprimenti. Basta una passeggiata un po’ meno di fretta del solito per rendersene conto. E l’obiettivo del fotografo, in questo senso, è impietoso.

L’arrivo, lato Santa Lucia, è segnato dalla lunga crepa, “figlia” dei lavori di Grandi Stazioni. Pare che manchi un giunto elastico a collegare la pavimentazione del sottoportico dell’ex sede compartimentale con quella ai piedi del ponte. Quel che si vede è una fessura che corre, con il pavimento che si alza. Un tratto, quello più rialzato e pericoloso, è transennato. In un altro tratto non ci sono addirittura i masegni, ma un po’ di malta sistemata alla belle e meglio. Un buon inizio.

Il piatto forte, però, è il ponte, malridotto un po’ dappertutto. A cominciare dalle basi in marmo. Qui cola la sporcizia, la ruggine e, soprattutto da questo lato del ponte, fioriscono incrostazioni bianco grigiastre. Affinando lo sguardo, ecco qualche angolo sbeccato. Qualche crepa che corre.

Ma è salendo il ponte che ci trova di fronte a uno dei suoi punti deboli più evidenti. Quei gradini in vetro, elemento caratterizzante dell’opera, tanto belli quando fragili. Al momento ce ne sono sei di rotti. Cinque sono stati sostituiti con le lastre in metallo. Un quinto è fasciato di scotch giallo in attesa del rattoppo. Uno dei difetti più costosi del ponte, visto che queste lastre in vetro, una diversa dall’altra, realizzare artigianalmente, costano ciascuna qualche migliaio di euro.

Ultima tappa della mini passeggiata la fermata dell’ovovia, lato Piazzale Roma. Qui a mancare è un’intera parete della cabina d’ingresso, sostituita da un pannello di compensato. Fuori lampeggia la lucetta rossa del “fuori servizio”, dentro si accumula la sporcizia e cresce ruggine.

 

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