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Dura replica del sindacato Cobas ai progetti di licenziamenti

«L’azienda vuol peggiorare le condizioni dei dipendenti»

MARCON «Basta con i ricatti di Carrefour». A prendere posizione, sulla scorta dei tagli e degli esuberi di personale annunciati dall’ipermercato di via Mattei, è l’Adl Cobas Treviso per bocca di Sergio Zulian.

«Pochi giorni fa», si legge in una nota, «Carrefour ha annunciato di voler procedere con il licenziamento di 52 lavoratori dell’ipermercato. In questi anni Carrefour ha sempre alzato in modo provocatorio il numero degli esuberi, nonostante il personale dell’ipermercato sia già stato ampiamente ridotto con procedure di mobilità incentivata. Questo ha consentito di gestire la massima flessibilità della manodopera per cui si lasciavano i lavoratori in cassa integrazione o in contratto di solidarietà e contemporaneamente si coprivano le domeniche assumendo lavoratori interinali».

«Ricordiamo che Carrefour è il secondo gruppo mondiale della grande distribuzione e che nel 2014 ha avuto globalmente degli utili operativi in crescita del 6,7. L’unica strategia aziendale in questi ultimi anni è stata quella di comprimere il costo del lavoro e i diritti dei lavoratori, pretendendo di far lavorare di domenica anche chi ne era esentato di diritto (part-time, lavoratori con figli di meno di tre anni, chi accudisce familiari disabili). È stato consentito alle aziende di assumere lavoratori precari per fare le domeniche e adesso vorrebbero demansionare i lavoratori, oppure costringerli a lavorare di domenica con retribuzione ordinaria o togliere tutti i premi previsti dal Contratto integrativo aziendale».

Prosegue Cobas: «E nel frattempo che cosa ha fatto l’azienda? Non ha predisposto un piano di sviluppo che preveda l’abbattimento dei costi dei prodotti, o la riduzione dei costi di gestione (auto e telefoni aziendali), né considerato la possibilità di trasferire capo settore, capi reparto e capi servizi ai Carrefour non in crisi (possibilità presente nei contratti), o ancora ottenere una maggiore autonomia rispetto alla struttura centrale, in modo da ridurre gli sprechi. Senza contare che questo eccesso di stratificazione organizzativa fa parte di un modello ormai superato le cui conseguenze sulla spesa del personale ricadono però sempre sui livelli più bassi».

Conclude il sindacato di base: «L’unica cosa che non è possibile accettare è la minaccia di licenziamenti. Il personale è già ridotto all’osso ed è evidente che l’obiettivo di Carrefour è peggiorare ancora di più le condizioni di vita ed economiche dei lavoratori».

Marta Artico

 

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