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I ministri Delrio (Infrastrutture), Ambiente (Galletti) e Cultura (Franceschini) concordi nel rimettere ogni decisione nelle mani della nuova amministrazione

«Sull’alternativa alle grandi navi in laguna deciderà il prossimo sindaco. Rispettando l’ordine del giorno del Senato, che prevede di mettere a confronto le varie soluzioni progettuali». È questa la conclusione a cui sono giunti ieri pomeriggio i ministri delle Infrastrutture Graziano Delrio, dell’Ambiente Gian Luca Galletti e dei Beni culturali Enrico Franceschini.

Nessuna «forzatura» del governo, dunque. Come auspicavano i sostenitori della soluzione Contorta (Autorità portuale in testa) e come invece temevano i comitati, che hanno inviato proprio ieri ai ministri un corposo dossier sulla vicenda. Con le elezioni alle porte e il nuovo sindaco in arrivo, la politica ha deciso che per prendere una decisione sul futuro della città si attenda la nuova nomina, dopo quasi un anno di commissario.

Proprio il commissario aveva partecipato nell’agosto scorso a un Comitatone – allora il ministro era Maurizio Lupi – astenendosi sulla decisione di mandare avanti il progetto Contorta, già allora sostenuto dal Porto.

Nel frattempo il Contorta è andato all’esame della Via, la commissione di Impatto ambientale, restituito al mittente con la richiesta di corpose osservazioni. E adesso l’Ispra, l’Istituto superiore per la Protezione e la ricerca ambientale, ha demolito anche le risposte inviate dal Porto alle richieste di integrazione della commissione nazionale Via. 250 pagine, 134 richieste che secondo l’Ispra «non hanno ricevuto risposte dal proponente».

Non basta, perché secondo i tecnici del ministero «le misure di compensazione proposte non annullano gli impatti. Anzi, ne comporta di ulteriori che vanno valutati».

Scenario sempre più difficile, quello per il nuovo canale Contorta. Che anche i candidati sindaci, nessuno escluso, hanno bocciato, pur avendo soluzioni alternative diverse.

Si fanno strada anche le altre alternative, già all’esame della commissione Via pur se non inserite nella «Legge Obiettivo» come ricorda il presidente del Porto Paolo Costa. Le nuove banchine a Marghera, il nuovo terminal alla bocca di porto di Lido, come proposto da De Piccoli-Duferco. Questa è l’ipotesi che sembra in vantaggio rispetto alle altre, sostenuta anche dai comitati «No Grandi Navi». Ma è proprio l’unico progetto che la Clia, la compagnia internazionale delle crociere, dice «non essere compatibile». Scartato a suo tempo anche dall’Autorità portuale, ma non ancora dal ministero. La tensione aumenta, e il mondo delle crociere preme per una soluzione. «Se no le compagnie sceglieranno altri porti», dice Costa. Soluzione adesso rinviata ai primi di giugno. A oltre tre anni dal tragico naufragio della Costa Concordia. Che aveva riaperto la polemica sul «rischio» del passaggio delle navi a pochi metri da San Marco, con un divieto mai applicato alla laguna.

Alberto Vitucci

 

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