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Comunicato stampa congiunto 18 luglio 2020

Inceneritore: tavolo tecnico risolto in una farsa

Come previsto il tavolo tra Regione e Ministero ambiente è stato inutile.

Commissione VIA nazionale nemmeno convocata.

La sospensione della linea fanghi non è sufficiente, anzi è un trucco per aggirare il VIA nazionale.

Il progetto è comunque sbagliato e pericoloso, deve essere ritirato.

I comitati lanciano la campagna “Andrà tutto in fumo” e si preparano per una grande manifestazione in autunno.

 

Il commento dei comitati sull’esito del confronto tra Regione e Ministero dell’Ambiente non si fa attendere: “Alla fine come temevamo il tanto declamato tavolo tra Bottacin e Costa si è risolto in una farsa. Di fatto, sia per la Giunta Zaia, sia per il Ministro Costa questa è stata solo una mossa per dimostrare apertura nei confronti delle preoccupazioni e delle istanze dei cittadini, senza però affrontare la sostanza del problema. Quella di dichiarare il nulla osta alle prime due linee di incenerimento rinviando l’autorizzazione della terza, è una decisione tutta politica che non mette per nulla in discussione il progetto di Veritas; semplicemente consente alla società di dilazionare nel tempo la sua realizzazione evitando la valutazione della Commissione VIA nazionale. Prova ne sia che a quanto ci risulta la stessa commissione non è nemmeno stata convocata per visionare la documentazione tecnica. Il Ministro Sergio Costa, che a parole si è più volte schierato contro l’incenerimento dei rifiuti, nel caso di Fusina ha scelto di non intervenire quando invece avrebbe potuto spostare l’iter autorizzativo a livello nazionale e condizionarne l’esito; di questo chiederemo conto. Chi sperava di avere qualche aiuto da Roma deve ricredersi, per fermare l’ecomostro comitati e cittadini dovranno far conto ancora una volta solo sulle proprie forze. Le elezioni sono vicine, faremo emergere in modo chiaro le responsabilità politiche di tutti i partiti favorevoli all’ecomostro e anche di quelli che non hanno fatto abbastanza per fermarlo”.

Ora si attende l’approvazione formale e definitiva da parte della Conferenza dei servizi regionale che probabilmente arriverà entro la fine del mese, ma i comitati e le associazioni ambientaliste non sono per nulla demoralizzati: “Si tratta di una battaglia lunga e difficile, anche perché sono evidenti i forti interessi economici e politici che stanno dietro a questa operazione. Avevamo già messo in conto che prima o dopo l’autorizzazione sarebbe arrivata. L’azione messa in campo dal fronte ambientalista ha già ritardato e non poco i programmi di Veritas, ora si tratta di alzare il livello della mobilitazione, non ci fermeremo fino a quando il progetto non sarà definitivamente ritirato”. Secondo i comitati infatti le linee L1 e L2 vanno a costituire comunque un grande inceneritore, sovradimensionato rispetto alle esigenze del territorio, che andrà a bruciare tra gli altri rifiuti perfettamente riciclabili, che emetterà elevatissime quantità di fumi nocivi, producendo scorie e ceneri da inviare a discariche speciali, nonché centinaia di migliaia di metri cubi di acqua contaminata. La scelta dell’incenerimento è sbagliata, contraria alla direzione di marcia indicata dalla Comunità Europea in tema di economia circolare e di politiche di contrasto ai cambiamenti climatici. La chiusura completa del ciclo dei rifiuti in Veneto è a portata di mano; nel bacino veneziano, pure fanalino di coda a livello regionale, i dati forniti dalla stessa Veritas parlano di una raccolta differenziata ormai vicina al 75% e di una significativa riduzione delle quantità di rifiuti prodotti a seguito della crisi provocata dal virus. In una situazione in cui rimane ancora moltissimo da fare, costruire un nuovo inceneritore significa  tornare al passato e minare l’implementazione del recupero di materia per i prossimi 20 anni.

In attesa di presentare il ricorso al TAR il fronte ambientalista si prepara per una grande manifestazione in autunno e lancia fin da subito la campagna “Andrà tutto in fumo”: “Invitiamo tutti i cittadini del territorio metropolitano ad esporre dai balconi delle lenzuola con la scritta Andrà tutto in fumo – no Inceneritore Fusina. Per chi sceglie di non autoprodurli sarà possibile prenotarne uno scrivendo a info@opzionezero.org. E’ un modo per rimarcare che il territorio è stanco di scelte calate dall’alto e rifiuta impianti e opere che mettono a repentaglio la salute dei cittadini e l’ambiente”. Prosegue inoltre la petizione on-line su change.org (clicca qui) e tramite i moduli cartacei che ha già raggiunta e superato le 10.000 adesioni.

 

Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Laboratorio Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO , Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Associazione nascere meglio Mestre

 

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