Domenica SI vota!
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14
apr
2016
Domenica SI vota!
L’appello di Opzione Zero
Domenica 17 aprile si vota in TUTTA ITALIA dalle 7.00 alle 23.00 per il referendum sulle trivelle. Perché il referendum sia valido bisogna raggiungere il quorum del 50%+1 degli aventi diritto.
Una sfida difficile ma non impossibile, per questo ti chiediamo di andare a votare presto al mattino: le prime proiezioni sul quorum vengono infatti rese pubbliche alle 12.00 e, storicamente, questo dato condiziona l’affluenza complessiva: una percentuale elevata può fare da traino per il resto dei votanti!
Ti chiediamo inoltre in queste ore di fare il massimo per diffondere questo messaggio e per convincere amici, parenti, colleghi ad andare a votare: usa la mail, facebook, twitter, sms e whatsapp…usa tutta la fantasia e l’energia di cui disponi!
L’obiettivo è a portata di mano, possiamo farcela!!!
Ecco perché votare Si al referendum di domenica 17 aprile
1 Cambiamenti climatici, non c’è più tempo: il consumo smisurato di combustibili fossili (carbone, gas, petrolio) sta provocando il surriscaldamento degli oceani e dell’atmosfera. Gli scienziati di tutto il mondo concordano sul fatto che se non invertiamo subito la rotta nel giro di qualche decennio il problema sarà la sopravvivenza sul Pianeta di tantissime specie vegetali e animali, compreso la nostra. Dobbiamo lasciare i combustibili fossili sotto terra ora, non domani!
2 Un passo alla volta stiamo già vincendo: la lotta di tanti comitati e associazioni contro le trivelle ha già costretto il Governo ad accogliere parte delle richieste imponendo il divieto di nuove perforazioni entro le 12 miglia dalla costa. Se passa il SI nel giro di 5-10 anni saranno definitivamente dismesse anche le piattaforme oggi esistenti. Rimane il problema delle perforazioni a terra e oltre le 12 miglia marine, ma stiamo già raccogliendo le firme per un altro referendum che metterà ko tutte le trivelle.
3 Le ricerche di petrolio e gas mettono a rischio i nostri mari e non danno alcun beneficio durevole al Paese. Tutte le riserve di petrolio presenti nel mare italiano basterebbero a coprire solo 7 settimane di fabbisogno energetico, e quelle di gas appena 6 mesi.
4 L’estrazione e la lavorazione di idrocarburi è un’attività altamente inquinante, con un impatto rilevante sull’ambiente e sull’ecosistema marino. Anche le fasi di ricerca che utilizzano la tecnica dell’airgun (esplosioni di aria compressa), hanno effetti devastanti per l’habitat e la fauna marina.
5 In un sistema chiuso come il mar Mediterraneo un eventuale incidente sarebbe disastroso e l’intervento umano pressoché inutile. Lo conferma l’incidente del 2010 avvenuto nel Golfo del Messico alla piattaforma Deepwater Horizon che ha provocato il più grave inquinamento da petrolio mai registrato nelle acque degli Stati Uniti.
6 Trivellare il nostro mare è un affare per i soli petrolieri, che in Italia trovano le condizioni economiche tra le più vantaggiose al mondo. Il “petrolio” degli italiani è ben altro: bellezza, turismo, pesca, produzioni alimentari di qualità, biodiversità, innovazione industriale ed energie alternative.
7 Dopo aver sconfitto il nucleare con il referendum del 2011, oggi l’Italia produce più del 40% della sua energia da fonti rinnovabili, con 60mila addetti tra diretti e indiretti, e una ricaduta economica di 6 miliardi di euro. Diamo un altro segnale forte in questa direzione, l’unica possibile!