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MOGLIANO – Una discarica abusiva di amianto nei terreni della tangenziale nord. Non è passata inosservata nei giorni scorsi, nel cantiere dell’opera complementare al Passante la presenza di alcune tute bianche impegnate al lavoro. Gli addetti, diversamente dai normali operai che da mesi sono attivi tra il Terraglio e via Zermanesa, erano bardati dalla testa ai piedi per questioni di sicurezza, con cappuccio e mascherina. La loro presenza ha insospettito alcuni confinanti.

Si è diffusa così la notizia della presenza di una piccola discarica di pannelli di amianto proprio in quegli stessi terreni da poco espropriati dalla Provincia per consentire la realizzazione della nuova strada extraurbana. Cosa ci facevano i pannelli in eternit in mezzo a una vasta area completamente agricola? Chi li ha depositati? Da quanto? Per ora queste domande rimangono inevase.

Leonardo Muraro, presidente della Provincia di Treviso, ente a cui è stata delegata la realizzazione dell’opera, ci tiene a rassicurare: «L’area è già stata bonificata nel pieno rispetto delle norme di sicurezza, i pezzi di eternit sono stati ritrovati già alcuni mesi fa ed è stata attivata la commissione speciale che ha valutato le procedure necessarie. L’Arpav ha effettuato rilievi e ora è tutto a posto, i lavori dell’opera stanno continuando regolarmente».

Secondo Muraro si è trattato di pochi pannelli, ma stando ad altre testimonianze sarebbero quasi un’ottantina i sacchi prelevati e asportati dal terreno. Chiunque abbia transitato in zona nei giorni scorsi difficilmente ha potuto fare a meno di notare la particolare presenza delle tute bianche al lavoro: «Sono stati asportati dieci centimetri di terreno per un tratto di circa 50 metri», spiega il presidente della Provincia, «questo è stato fatto per garantire al massimo la sicurezza. La procedura di bonifica è costata centinaia di migliaia di euro, io la ritengo eccessiva». Muraro minimizza dunque l’impatto del materiale altamente cancerogeno ritrovato nelle campagne a sud di Mogliano.

Sui pericoli dell’amianto da tempo si sta mobilitando anche il Movimento 5 Stelle: «In gennaio», spiega la consigliera Cristina Manes, «abbiamo chiesto il censimento dei manufatti in amianto nel Comune di Mogliano, privati e pubblici. Nonostante le belle parole spese dall’assessore i fatti dimostrano che non c’è interesse a risolvere questo grave problema».

(m.m.)

 

Gazzettino – Calalzo. Torna il treno diretto per Venezia.

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1

mag

2015

Una nuova corsa che collegherà la montagna alla laguna solo nei giorni festivi. Pendolari delusi

NUOVO SERVIZIO – Potrà trasportare 120 persone e 32 bici

Torna il treno diretto Venezia-Vittorio-Calalzo, ma purtroppo per i pendolari che lo vorrebbero ogni giorno sarà limitato alle domeniche e ai giorni festivi di agosto.

Regione, Trenitalia e Dolomitibus, in collaborazione con la Provincia di Belluno, hanno annunciato nei giorni scorsi l’avvio del progetto turistico «Trenobus delle Dolomiti». Esso prevede che nei giorni festivi dal 26 luglio al 6 settembre si effettui un treno da Venezia Santa Lucia a Calalzo via Conegliano-Vittorio con 120 posti a sedere e possibilità di trasportare fino a 32 biciclette alla volta. Il treno partirà dalla stazione lagunare alle 7.50 e fermerà a Mestre, Mogliano, Treviso, Conegliano, Vittorio Veneto, Santa Croce del Lago, Stazione per l’Alpago, Ponte nelle Alpi e Longarone e arriverà a Calalzo alle 10.25. Qui ci sarà un mezzo della Dolomitibus per Cortina attrezzato per il trasporto delle due ruote. Da Calalzo il treno compirà il percorso inverso con partenza alle 17.15 negli stessi giorni e con fermate nelle stesse stazioni.

Da tempo i comitati dei pendolari, dopo il cambio di treno obbligatorio a Conegliano introdotto dall’orario cadenzato, chiedono almeno una corsa diretta montagna-laguna nei giorni lavorativi. Per ora è arrivata solo quella festiva ed estiva.

«Nulla osta all’istituzione del treno diretto da Venezia a Calalzo nei festivi d’estate. È una novità che può incentivare la mobilità turistica, in particolare da sud verso nord. Potrebbe essere ripetuta anche in inverno, non tanto per il trasporto delle bici quanto per raggiungere le località sciistiche» commenta il vittoriese Diego Tiozzo, portavoce del comitato “Il treno dei desideri”, che aggiunge: «Confermiamo, insieme ai pendolari del bellunese, la richiesta di una corsa diretta dalla montagna alla pianura almeno nell’ora di punta del mattino».

Tiozzo non rinuncia a una chiosa velenosa: «L’arrivo della corsa diretta domenicale dimostra che forse l’orario cadenzato non è così intoccabile come in altre occasioni si cerca di sostenere».

Il “Treno dei desideri” si dice deluso per quanto (non) fatto da Comune e Mom per potenziare i collegamenti serali tra Conegliano e Vittorio: «Ci aspettavamo davvero di più. La sospensione dei collegamenti serali in questa parte della provincia e nel bellunese hanno leso pesantemente il diritto alla mobilità dei cittadini».

Luca Anzanello

 

Nuova Venezia – No Grandi navi, 12 gazebo in terraferma

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25

apr

2015

Verso il corteo del 9 maggio

Dodici gazebo a Mestre, nelle Municipalità, a Mogliano e Mira e volantinaggi davanti agli istituti superiori. Giornata di mobilitazione del centro sociale Rivolta in vista del corteo del 9 maggio dell’arcipelago di associazione e comitati del fronte “No Grandi navi”.

«Quello del 9 maggio sarà un grande corteo per dire no allo scavo del Contorta e alle grandi navi e ragionare sulla città, non solo dal punto di vista ambientale. Milioni di euro vanno in opere inutili come il Mose mentre la città vede penalizzati welfare e servizi con il commissariamento che sta producendo un costo sociale altissimo», spiega Michele Valentini.

 

Nuova Venezia – Si guasta un semaforo, 10 treni in ritardo

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14

apr

2015

In tilt la tratta Mestre-Treviso, avvocato vuole fare causa a Trenitalia: «Ho perso la coincidenza e nessun ha avvisato»

Un guasto al segnale di protezione della stazione di Mestre, una sorta di semaforo che regola l’ingresso e l’uscita dei treni in stazione, ha mandato in tilt la tratta Mestre-Treviso nel pomeriggio di ieri. Due i black out che si sono registrati, secondo quanto comunicato da Trenitalia, fra le 13.10 e le 13.55 e fra le 14.50 e le 16.10.

Un guasto che ha provocato ritardi a catena: dieci i treni regionali in viaggio sulla tratta fra Mestre e Treviso e viceversa che hanno fatto registrare ritardi. Quindici, ma anche trenta minuti. Tanto è bastato non solo a far arrabbiare per l’ennesima volta i pendolari, ma anche a far perdere le coincidenze.

Come è successo all’avvocato trevigiano Rossella Martin che nel pomeriggio di ieri era diretta a Roma per motivi di lavoro. E ora, arrabbiatissima, è decisa ad andare fino in fondo. «Voglio fare causa a Trenitalia, portandola davanti al giudice di pace. È una questione di principio», chiarisce l’avvocato che in poche ore ha già raccolto qualche adesione a questa sorta di “class action” tra i viaggiatori che come lei ieri hanno subìto l’ennesimo disservizio di Trenitalia. «Dovevo prendere il treno Italo da Mestre per Roma alle 16.07, per raggiungere Mestre da Treviso ho preso il regionale veloce delle 15.25.

Nessuno in stazione a Treviso ha avvisato che a Mestre si stavano già registrando ritardi e disagi», denuncia l’avvocato Martin. «Poi a Mogliano i primi problemi, con la segnalazione di un ritardo di 5 minuti, poi diventati 10 e cresciuti fino a 20. Siamo stati fermi in stazione a Mogliano, poi lungo la tratta nelle vicinanze di Mestre Ospedale».

Un “viaggio della speranza” che si è concluso, per l’avvocato e per i passeggeri scesi a Mestre, verso le 16.15. Il risultato? Coincidenza persa per Roma e biglietto da ripagare. Inutile tentare di parlare con il servizio clienti di Trenitalia, mentre la società che gestisce Italo si è chiamata fuori, non essendo imputabile a lei il ritardo e quindi la perdita del treno.

«Vicino a me avevo altre cinque persone che non hanno preso la coincidenza, ho parlato anche con alcune persone dirette a Salerno che si sono dovute fermare in albergo a Mestre poiché, a causa del ritardo, a Roma non avrebbero più trovato la coincidenza», prosegue. Di qui la decisione di fare causa a Trenitalia davanti al giudice di pace.

I disagi lungo la tratta Mestre-Treviso sono proseguiti fino alle 16.10. Spiegano da Trenitalia che il guasto al segnale di protezione della stazione equivale per il macchinista al segnale rosso. Si devono quindi adottare i protocolli di sicurezza manuali. In un primo tempo era stata istituita la circolazione su un unico binario, dopodiché si è optato per la movimentazione manuale. Con tutti i disagi e i malumori del caso.

Rubina Bon

 

I lavori per realizzare due ascensori finiranno a ottobre, disagi per i disabili: pronto un esposto

La Stazione è un cantiere a cielo aperto

Un tragitto ad ostacoli, lungo e scomodo per chi può camminare, figuriamoci per chi è costretto in sedia a rotelle. Gino Baoduzzi, responsabile dello sportello handicap di Rifondazione Comunista, rientra fra le persone che si spostano su una carrozzina ed è lui a denunciare, annunciando un esposto in Procura, il grande disagio che si vive da diversi mesi alla stazione di Mestre. Qui i cantieri sono ovunque e il principale problema è che gli ascensori fra il 2° e 3° binario e fra l’8° e il 9° non sono ancora entrati in funzione. Risultato? Chi, come Baoduzzi, non può scendere le scale del tunnel che porta ai binari, deve compiere un tour impegnativo superando alcune aree di cantiere, perché a lato della stazione si sta lavorando nella zona delle ex soste veloci. In più, pure all’interno della stazione regna il caos, dato che i nuovi negozi sono ancora al grezzo e l’apertura sembra lontana.

«La stazione di Mestre è da mesi un cantiere a cielo aperto», attacca Baoduzzi, «e i disagi non riguardano solo i disabili, ma anche i normodotati. In ogni caso una persona in sedia a rotelle deve fare centinaia di metri per raggiungere il binario 2. Per arrivare all’8 è necessario attraversare sempre i binari e poi dirigersi dall’altra parte della stazione, in direzione Venezia, rischiando di perdere la coincidenza o il treno stesso. Questa situazione si protrae da diversi mesi: cosa sta succedendo? A questo punto intendo presentare un esposto in Procura».

Per quanto riguarda i lavori sui binari, la responsabilità è di Rfi che, scusandosi per i disagi arrecati, spiega in una nota: «I lavori per la realizzazione degli ascensori di Mestre sono iniziati a marzo 2014. A giugno di quest’anno è previsto che entri in funzione quello a servizio del marciapiede fra il 2° e 3° binario, con il contestuale adeguamento dell’altezza del marciapiede a 55 cm per agevolare la salita dei viaggiatori sui treni. A ottobre 2015 è previsto il completamento dell’ascensore che servirà il marciapiede fra l’8° e il 9° binario e anche qui l’adeguamento dell’altezza del marciapiede».

Rfi specifica poi che «gli interventi sono eseguiti con l’impianto in esercizio. Si è preferito garantire la massima funzionalità della stazione, senza creare soggezioni alla clientela con riduzioni dell’offerta commerciale, anche a costo di un maggior impegno di tempo e risorse. Molte attività comunque avvengono durante le fasce orarie notturne e non sono rilevabili dai viaggiatori».

Per quanto riguarda invece i cantieri all’interno della stazione e nella parte esterna, sono gestiti da Grandi Stazioni. Qui il nodo principale resta quello dei negozi (una boutique, una libreria, un giornalaio, una tabaccheria) che dovrebbero essere ormai aperti da tempo.

«Lo scorso 1 aprile abbiamo “festeggiato” il terzo anno qui fuori», spiega Massimo Gazzetta, titolare dell’edicola che prima si trovava dentro la stazione ma che appunto tre anni fa è stata spostata fuori, davanti al primo binario, in attesa di ricavare il negozio interno. «Speriamo di non dover festeggiare anche il quadriennio».

Gianluca Codognato

 

SCORZÈ – Il Tribunale amministrativo dà ragione al comitato di Gardigiano. Assenti analisi ambientali

SCORZÈ – Il Tar del Veneto dà ragione al comitato di Gardigiano di Scorzè contro la centrale a biogas che avrebbe dovuto sorgere in via Frattin e annulla i provvedimenti della Regione Veneto, della Provincia di Venezia, dell’Ulss 13, dell’Arpa Veneto e di ogni altro ente che aveva dato via libera alla costruzione.

La sentenza mette in evidenza che il progetto viene meno alle normative europee e, basandosi su una sentenza del Tar delle Marche, invalida tutti i procedimenti. Soprattutto non sarebbe stato effettuato lo “screening” ambientale ovvero le analisi che determinano coefficienti ed eventuali indici di inquinamento provocati dall’impianto sul territorio circostante e di cui temeva particolarmente la popolazione.

L’impianto sarebbe stato in grado di generare una potenza termica nominale di 1.507 megawatt, una potenza elettrica utile pari a 0,599 megawatt elettrici e una potenza termica utile di 0,769 megawatt. Il complesso nel progetto iniziale avrebbe dovuto ottenere, come indicato dagli stessi committenti, un risparmio di 4.500 tonnellate di Co2 equivalenti a 700 tonnellate di petrolio. Un progetto all’avanguardia per impianti di biogas ottenuto da biomassa e deiezioni animali che aveva avuto il parere favorevole dagli enti regionali e dal comune confinante di Mogliano Veneto, ma aveva trovato i dubbi dei cittadini di Gardigiano e dello stesso comune di Scorzè che erano ricorsi alla giustizia amministrativa.

Oltre 30 famiglie hanno avuto così ragione sull’azienda agricola costruttrice intimorite dalla quantità di mezzi pesanti che avrebbero invaso il territorio per trasportare le biomasse e per le esalazioni che sarebbero state emanate durante la lavorazione.

Già nel 2013 il sindaco aveva criticato l’autorizzazione regionale affermando che impianti simili dovrebbero essere costruiti su grandi estensioni agricole e non nell’ambito dell’area Metropolitana del Veneto centrale densamente abitata.

Renzo Favaretto

 

Dal vertice degli amministratori locali è scaturita una lettera aperta con richiesta di incontro urgente

MOGLIANO – I sindaci uniti per il rilancio del servizio ferroviario chiedono un incontro con il presidente della giunta regionale Luca Zaia. Si è svolto in municipio a Mogliano un vertice per discutere della linea Venezia-Treviso. La situazione, per i pendolari e gli altri utenti del servizio, tra cui molti turisti, nella nota ufficiale viene definita senza mezzi termini «drammatica». Lo è dall’entrata in vigore, ormai più di un anno fa, dei nuovi orari cadenzati.

Ma tra le cause dei forti disagi sul fronte della mobilità per i residenti di Mogliano e dei comuni limitrofi, c’è anche la mancata attivazione della cosiddetta metropolitana di Superfice.

Tra i più agguerriti ci sono gli utenti della fermata di Preganziol che soffre, oltre alle limitazioni d’orario del coprifuoco notturno, anche un problema ulteriore: 32 convogli al giorno sfrecciano davanti alla stazione senza nemmeno fermarsi. Il servizio offerto da Trenitalia è dunque un tema di area vasta.

All’incontro di venerdì erano presenti il sindaco di Mogliano, Carola Arena, quello di Preganziol, Paolo Galeano, il delegato del sindaco di Treviso, Nicolò Rocco, l’assessore ai lavori pubblici di Casier, Miriam Poloni e i rappresentati dei comitati che si battono per rendere più efficiente il sistema ferroviario locale.

Ne è scaturito un appello congiunto al presidente della Regione Luca Zaia, per chiedere un incontro urgente.

«Dopo anni di promesse» si scrive nella lettera aperta al governatore «dei diversi assessori alla Mobilità che si sono succeduti nel corso di tutti questi anni, siamo convinti che debba essere il presidente ad assumersi un impegno preciso e forte per il futuro della tratta ferroviaria Venezia – Treviso. Per troppo tempo» ammoniscono agguerriti sia gli amministratori sia i cittadini coinvolti «abbiamo sentito parlare di miglioramenti, riqualificazione della tratta, aggiunta di treni e rilancio del progetto di Metropolitana di superficie ma nulla è stato fatto. Anzi, con il cosiddetto “orario cadenzato”, le problematiche, soprattutto per ciò che riguarda alcune fasce orarie, sono certamente peggiorate».

Sfruttando anche l’imminente campagna delle regionali dalla bassa trevigiana sono pronti a dare battaglia: «Noi ci auguriamo che il Presidente Zaia» si chiude la lettera aperta «risponda in tempi assolutamente brevi a questa nostra richiesta: pretendiamo risposte concrete e tangibili e non le solite promesse». Se tutto ciò non dovesse accadere non si escludono forme di protesta molto eclatanti.

Matteo Marcon

 

MARTELLAGO – Passata quasi all’unanimità, mercoledì, in consiglio, con la sola astensione del M5S, la convenzione che poi sarà siglata con Comune di Scorzè, Anas, Cav e Veneto Strade per sbloccare la complanarina, l’ultimo tassello della viabilità del casello. La nuova arteria, già prevista ma inserita nei piani in seconda battuta e rimasta ferma a lungo, garantirà un collegamento diretto tra la Moglianese e il casello, specie per il traffico pesante, e sgraverà via Ca’ Nove, dove peraltro vige il divieto ai camion: correrà rasente il Passante, tra Cappella di Scorzè e Martellago. L’accordo prevede che l’opera sia finanziata con fondi Cav, 5 milioni 795mila euro, ma affida la parte economica e realizzativa, compresa la gara per assegnare i lavori, a Veneto Strade. Una soluzione per accorciare i tempi e il ritardo con cui la bretella, che richiederà comunque un anno e mezzo-due, sarà pronta rispetto alla restante nuova viabilità, che sarà aperta col casello a fine febbraio.

«Il nostro territorio ha subìto il Passante ma l’Amministrazione precedente ha fatto di tutto per portare a casa quanto più possibile, in modo che almeno avessimo un ritorno» – ha rilevato il sindaco Barbiero, ricordando che negli accordi rientra anche la sistemazione di via Ca’ Nove. «Finalmente chiudiamo un cerchio ’pesante’ per il nostro territorio. Con la complanarina e le altre nuove arterie si farà in modo, per lo meno, che i camion dall’autostrada non passino per le strade e per il centro di Martellago» – ha aggiunto Moreno Bernardi (Un Comune per tutti). «Se dovessimo esprimerci su Passante e casello, che hanno prodotto uno scempio, diremmo un fermo ’no’. Con questa bretella, almeno, si salva Ca’ Nove, sperando però che ci si fermi qui» – ha concluso Andrea Marchiori (5 Stelle).

Nicola De Rossi

 

Forniamo alcune precisazioni per meglio comprendere la questione delle fermate dei treni a Preganziol, oggetto di un articolo del 18 gennaio. L’adozione dell’orario cadenzato prevede, sulle direttrici principali, e quindi anche sulla linea Venezia – Udine, l’alternanza di servizi veloci, che effettuano solo le fermate principali, e servizi regionali, che effettuano invece tutte le fermate. La frequenza con cui servire le singole stazioni, è stabilita dal committente del servizio, la Regione Veneto. Nel caso di Preganziol la decisione è stata di far fermare solo i servizi regionali, dando la fermata dei treni veloci a Mogliano dove si è sempre registrato un flusso di viaggiatori tre volte superiori rispetto a Preganziol.

Inoltre, l’eventuale fermata per i treni veloci comporterebbe, oltre che il rallentamento dei treni veloci che perdono la propria specificità penalizzando i viaggiatori provenienti da distanze maggiori, anche variazioni di orario con pesanti ripercussioni sui nodi di Treviso, Conegliano e Udine. In particolare, i Regionali Veloci per Conegliano sono impostati per garantire l’allacciamento con Belluno, con un tempo di interscambio adeguato che la fermata di Preganziol abbatterebbe. È sulla base di queste considerazioni, di natura anche tecnica, che il Committente ha operato le sue scelte. Oggi però ha avviato dei tavoli di confronto per valutare la possibilità di eventuali altre soluzioni e le loro ricadute.

Infine, le riduzioni di servizi a Preganziol il sabato, nei festivi e nel periodo estivo riflettono, come per tutto il Veneto, la filosofia del modello cadenzato, che in quei periodi prevede una diminuzione dei treni rispetto all’offerta feriale. Anche in relazione a questa scelta operata ci sono dei tavoli in corso. La decisione spetta, come sempre, alla Regione.

Ufficio Stampa Trenitalia – Veneto

 

«Per 20 metri di guard-rail dobbiamo fare 6 chilometri»

MOGLIANO – Gli abitanti di Zerman sono sul piede di guerra per la situazione che si è determinata dopo la realizzazione del Passante. L’anno scorso nella frazione di Mogliano sono state raccolte 400 firme per chiedere il collegamento tra via Preganziol, Sp. 107, con il rondò del casello di Preganziol del Passante.

“Che fine ha fatto la petizione depositata il 20 gennaio 2014?”, chiedono al Comune e agli organi interessati a cominciare dalla Cav cui fanno capo le opere complementari al Passante.

Il sindaco Carla Arena e l’assessore Giovanni Scognamiglio avranno la prossima settimana un incontro con i cittadini per fare il punto. Gli zermanesi stanno pagando a caro prezzo la chiusura al traffico, ai non residenti, della provinciale 107. Ora per andare a Preganziol gli automobilisti sono costretti a fare un giro di 6 chilometri, comprese quattro rotatorie. Il nuovo assetto sta causando l’agonia delle attività commerciali.

Il Comune di Preganziol ha vietato il passaggio ai non residenti lungo via Pesare. “Sarebbe sufficiente – osserva la gente di Zerman – eliminare appena 20 metri di guard-rail per collegare la provinciale al rondò del Passante”.

(N.D.)

 

PREGANZIOL – Non conosce pause la battaglia dei pendolari di “Treno, fermati”. La conferma al termine dell’assemblea pubblica dell’altra sera in sala Granziol.

Irene Mori e Cristina Vianello, promotrici della raccolta di 940 firme e del sit-in della scorsa settimana in stazione, hanno confermato che proseguiranno le iniziative per ottenere le stesse fermate dei treni della stazione di Mogliano.

Richieste ribadite nella lettera che il comitato ha inviato al presidente della Regione Luca Zaia, all’assessore alla mobilità Elena Donazzan e ai consiglieri della Seconda Commissione regionale che si occupa anche di trasporti.

I pendolari ricordano che prima dell’entrata in vigore dell’orario cadenzato a Preganziol fermavano 230 treni in più nell’arco di una settimana.

«Le stazioni di Preganziol e San Trovaso -sostengono i pendolari- servono un bacino d’utenza molto ampio che va dalla zona di Treviso sud fino a Casier, Casale, Quinto e Zero Branco».

Chiedono perciò il ripristino del treno che parte da Venezia a mezzanotte, utile a chi lavora nel settore alberghiero. Attualmente l’ultimo treno da Venezia è alle 21.15.

(nd)

 

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