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Ugo Bergamo critica: «Un attacco politico a Venezia, che ci costringerà a ridurre linee e personale»

Renato Chisso replica: «Ca’ Farsetti non può più far cassa sui biglietti, agli altri enti “gli girano”»

Alla fine, i milioni che la Regione ha tagliato al bilancio di Actv – imponendoli, per legge. alla sola Navigazione – sono 4. Si era partiti con 7, poi scesi a 5 durante l’animato dibattito in Consiglio regionale e poi ulteriormente limati a 4 nella notte dell’approvazione del bilancio regionale, grazie al pressing dei consiglieri regionali veneziani e dello stesso assessore regionale Renato Chisso, pur ora al centro – con tutta la maggioranza Lega-Pdl che guida il Veneto – degli strali del Comune di Venezia (che per bocca del sindaco Orsoni e dell’assessore Bergamo annuncia un possibile ricorso alla Corte Costituzionale contro la nuova legge), di Actv e dei sindacati che gridano all’attacco pretestuoso e politico a Venezia.

«4 milioni in meno, dunque 41 milioni di fondi per la Navigazione nel 2013», fa il conto il presidente di Actv, Marcello Panettoni, «ma erano 45 nel 2012 e 52 nel 2011: in tre anni la Regione ha tagliato al fondo trasporti per tutto il Veneto 12 milioni e 11 li ha tolti a Venezia, per colpire gli “infedeli”. Non può reggere il servizio con questi tagli». E a questi si potrebbero aggiungere altri 3,5 milioni di euro per le linee di terraferma, se diventeranno operativi i costi standard ipotizzati sinora dalla commissione regionale e inferiori di 3 decimi di euro a chilometro rispetto a quanto speso da Actv: «Ma non considerano i 2,5 milioni di chilometri percorsi sul ponte della Libertà, puro costo di carburante e personale dal momento che nessuno vi sale o vi scende», insiste Panettoni, «né il servizio notturno che in qualsiasi altra città si può comprimere, ma non certo a Venezia con il pendolarismo di lavoratori e turisti tra le due parti del Comune. Basterebbe ci riconoscessero una delle due voci di questa specificità, all’altra riusciremmo a far fronte. Ma sinora il muro è stato totale».

«In tre anni il taglio complessivo agli stanziamenti regionali a tutta l’azienda è stato di 30 milioni di euro: ma quale società può far fronte ai suoi impegni con questi tagli? Così salta il piano industriale, sono molto preoccupato», insiste Giovanni Seno, presidente di Avm, holding pubblica della Mobilità della quale Actv fa parte, «il Comune, la politica, dovrà dirci cosa fare, ma noi non siamo in grado di andare oltre nei tagli, in corsa». Nel budget 2013 approvato ieri dall’assemblea dei soci – contrari i Comuni di Mira e Mirano per i significativi aumenti degli abbonamenti a fronte di soppressioni di linee – tenute ferme le spese per personale e trasporti, vengono previste riduzioni per 12 milioni sui 276 dell’anno scorso per la voce «altre spese».

Dunque? Se il 2011-2012 ha portato tagli di servizi in terraferma, il 2013 rischia di approdare pesantemente in laguna. Cosa accadrà non è ancora deciso. «È un attacco politico a Venezia che dura da anni e contro il quale valuteremo ricorsi alla Consulta, perché si sono fatti furbi e hanno imposto questi tagli per legge e dunque non possiamo più ricorrere al Tar, che nel passato ci ha dato ragione», commenta l’assessore alla Mobilità, Ugo Bergamo, «dovremo valutare le cose, ma è evidente che se non arriveranno i fondi ai quali abbiamo diritto si dovrà passare per riduzioni di linee e, dunque, di personale. I biglietti sono già al limite massimo, per rientrare dall’evasione il piano è triennale. Ora aspettiamo di sapere se la Regione ci darà almeno i fondi per il tram ai quali abbiamo diritto e che ha dato a Padova , ma non a Venezia. Dopo Pasqua presenteremo il piano di spending review che abbiamo imposto a tutte le aziende, ma poi bisognerà decidere dove tagliare e la responsabilità sarà solo della Regione». «Io non ce l’ho con nessuno, anzi, in questa partita ho lavorato per limitare i danni», replica l’assessore Chisso, «perché il clima tra i Comuni veneti nei confronti di Venezia è noto: tutti se la prendono con il fatto che dal trasporto pubblico il Comune di Venezia ricava un introito di 17 milioni con l’aggio sui biglietti. In un momento in cui tutti gli enti tirano la cinghia, vedere che c’è il furbo che passa davanti, gli fa girare gli “zebedei”. Morale, siamo riusciti a portare al 16% la quota per la navigazione, partendo da un testo del 15%, sul 17,5% del 2012: conto, durante l’anno di riuscire a limare ulteriormente il taglio. Ma dev’essere chiaro che il pubblico deve finanziare il servizio per i cittadini di Venezia e delle isole e il maggior servizio per pendolari, i turisti sono un’altra cosa».

«Basta con questa frottola del Comune che fa cassa ai danni dei trasporti: è da diffamazione, il Tar ci ha già dato ragione», replica Bergamo, «è un’imposta di servizio aggiuntiva che serve al Comune per far fronte ai costi del turismo, mai è stata di Actv».

Il clima si fa pesante e dopo Pasqua le prime ipotesi di tagli o aumenti dei biglietti, che potrebbero portare quelli con Cartavenezia a 1,50 euro, con aumenti di 3 euro sugli abbonamenti: Bergamo dice che è l’ultima strada, ma l’alternativa sono tagli di corse e personale.

Roberta De Rossi

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Gazzettino – Venezia, “Tagli, accanimento contro Actv”

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21

mar

2013

IL SINDACO «L’assessore Chisso costantemente contrario al trasporto pubblico a Venezia»

TRASPORTI Proposta di ridurre i fondi del settore della navigazione che perderebbe 14 milioni in due anni

L’ira di Orsoni e Panettoni contro la stangata della Regione

TAGLI – Il settore navigazione rischia di perdere 7 milioni di trasferimenti pubblici, l’ira di Panettoni e Orsoni contro la Regione

Solo nel settore della navigazione, destinata ad assorbire il 15 per cento delle risorse disponibili per il trasporto pubblico locale, il taglio annunciato per il 2013 potrebbe essere di sette milioni. A cui si aggiungerebbero le sforbiciate per il settore automobilistico, urbano ed extraurbano, per altri 4 milioni. Totale -11. Questo l’emendamento della giunta regionale, ieri sera, durante la discussione in consiglio del riparto del Fondo per il trasporto pubblico finita in uno scontro frontale che proseguirà oggi a palazzo Ferro Fini. Tutto ciò in base “alla definizione dei nuovi criteri di riparto derivanti dalle diverse attività in corso di revisione del livello dei servizi minimi e dei parametri standard”.
Una proposta che ha scatenato la violenta reazione del presidente di Actv Marcello Panettoni, che snocciola i numeri degli ultimi due anni: «Il fondo complessivo del trasporto locale è passato dai 268 milioni del 2011 ai 256 del 2013, con una riduzione di circa 12 milioni. La ripartizione per la navigazione è passata dal 19.5 del totale (52 milioni nel 2011) al 15 per cento del 2013 (38 milioni) con una riduzione di 14 milioni. Insomma i tagli sono stati più che concentrati su un unico settore, senza alcuna motivazione. Questa non è fondatezza amministrativa, ma volontà pervicacemente arbitraria contro un’unica azienda».
L’anno scorso Actv aveva presentato ricorso al Tar contro i minori trasferimenti della Regione e la sentenza di qualche settimana fa, come del resto era accaduto l’anno precedente, aveva dato ragione all’azienda lagunare.
La decisione spetta ora al Consiglio di Stato, nel frattempo il Tar ha rilevato “l’eccesso di potere, la contraddittorietà, la violazione delle leggi sugli obblighi di servizio, il difetto di istruttoria e la carenza di motivazione sulle scelte adottate da parte della Regione” e anche la legittimità dell’applicazione del sovrapprezzo da parte del Comune di Venezia sul biglietto dei turisti da destinare alla manutenzione della città, condannando la Regione a reintegrare i trasferimenti.
«Aspettiamo la decisione del Consiglio di Stato – conclude Panettoni – ma è evidente che si è accantonata la specificità di Venezia, la peculiarità di un sistema di trasporto che non ha pari in alcuna città al mondo: il ponte della Libertà è un percorso obbligato, la città si svuota e si riempie quotidianamente, siamo costretti a mantenere un servizio notturno per garantire la mobilità: non c’è alternativa al mezzo pubblico».
Anche il sindaco Giorgio Orsoni ha lanciato il proprio affondo. «Si è penalizzata la navigazione come unico settore, secondo un trend che continua da anni. Per superare il pronunciamento dei giudici del Tar si vota una nuova legge regionale. Non si capisce l’atteggiamento dell’assessore ai trasporti Renato Chisso, costantemente contrario al trasporto pubblico a Venezia senza motivo. Mi appello al Governatore Luca Zaia, come persona super partes, l’unico che può far cambiare idea su questa ripartizione».

 

Gazzettino – Tagli regionali, Actv vince al Tar

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

5

mar

2013

TRASPORTI PUBBLICI –  Il Tar boccia i tagli della Regione Veneto

VENEZIA – Tagli dei finanziamenti dalla Regione, nuovo round per le aziende di trasporto pubblico venete, in primis Actv. Il Tar del Veneto ha emesso ieri la sentenza che riconosce la fondatezza del ricorso presentato contro i tagli regionali. La sentenza, immediatamente esecutiva, riconosce ad Actv la restituzione da parte della Regione Veneto dei fondi non erogati per l’anno 2012. La sentenza bissa di fatto quella dello scorso luglio relativa ai finanziamenti del 2011, in cui il Tar evidenziava l’eccesso di potere, la contraddittorietà, la violazione delle leggi sugli obblighi di servizio, il difetto di istruttoria e la carenza di motivazione sulle scelte adottate da parte della Regione. Su quel fronte si attende però il pronunciamento del Consiglio di Stato.
Per il momento regna la soddisfazione dei ricorrenti. «Giustizia è stata fatta – ha dichiarato il Presidente di Actv Marcello Panettoni – Mi ritengo particolarmente soddisfatto del risultato appena raggiunto. Difficile stabilire già oggi l’entità del rimborso, ricordo solo che rispetto a quanto erogato nel 2010, Actv ha subito un taglio di fondi complessivo negli ultimi 2 anni di circa 21 milioni di euro. Desidero ringraziare personalmente per questo successo tutti gli uffici che hanno seguito la pratica e in particolare l’Avvocato Massimo Malena che condotto tutto l’iter fino al successo di oggi».

 

TRASPORTI La sentenza “restituisce” all’azienda parte dei fondi non erogati dalla Regione

Il ricorso denunciava come illegittimo il provvedimento di Palazzo Balbi sul servizio locale

TAR – L’Actv ha visto riconosciuti i propri diritti contro il taglio del servizio pubblico locale che era stato deciso dalla giunta regionale

Il presidente Panettoni era quasi certo di vincerlo quel ricorso. E i giudici del Tar gli hanno dato ragione. È stata emessa ieri la sentenza che dà ragione ad Actv, e alle altre aziende venete, contro gli immotivati tagli regionali al trasporto pubblico locale attuati lo scorso anno. La sentenza, immediatamente esecutiva, riconosce ad Actv la restituzione da parte della Regione Veneto dei fondi non erogati per l’anno 2012.
«Giustizia è stata fatta, mi ritengo soddisfatto del risultato appena raggiunto – ha dichiarato il Presidente Actv – Difficile stabilire già oggi l’entità del rimborso, ricordo solo che rispetto a quanto erogato nel 2010, Actv ha subito un taglio di fondi complessivo negli ultimi 2 anni di circa 21 milioni di euro. Desidero ringraziare personalmente per questo successo tutti gli uffici che hanno seguito la pratica e in particolare l’avvocato Massimo Malena che ha condotto tutto l’iter fino al successo di oggi».
Il ricorso si basava soprattutto sul fatto che l’atto della Regione fosse illegittimo perché non assunto dalla Conferenza interistituzionale di Regione, Province e Comuni. A maggio scorso, di fronte al prospettato taglio dei trasferimenti del 15% (sugli 85 milioni di euro stanziati nel 2011) la dirigenza Actv aveva indicato come probabili e necessari ulteriori tagli dei servizi e aumenti delle tariffe. Di più, si era spinta a prospettare duecento possibili esuberi strutturali. Con questa sentenza, in attesa anche del pronunciamento del Consiglio di Stato in merito ai fondi 2011, l’azienda di trasporto pubblico può tirare un sospiro di sollievo.
«Siamo l’unica azienda del Veneto – disse Panettoni nella sua udienza in commissione comunale prima del ricorso – ad essere intervenuta sia sulla tariffazione (aumento dei biglietti e degli abbonamenti) che sul servizio, con un taglio di 5 milioni di chilometri di percorrenza l’anno. Tagliare ancora ci metterebbe in difficoltà enormi, anche perché è stato annunciato a maggio, con i servizi già predisposti». Circa i fondi del 2011, l’azienda di trasporto pubblico resta, invece, in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato. A beneficiare della sentenza saranno tutte le aziende di trasporto pubblico del Veneto che fanno parte di Confeservizi.

 

MIRA-MIRANO – Convogli soppressi nelle ore di punta, ritardi e disagi sulla Padova-Venezia

UTENTI IN RIVOLTA CONTRO TRENITALIA         «Il servizio non vale l’abbonamento»        

Corre su Facebook la protesta dei pendolari di Riviera e Miranese, vessati da ritardi e soppressioni di treni. E ora arriva in Regione.

Treni soppressi ormai quotidianamente, disagi e ritardi. Gli utenti della linea Venezia-Padova sono sul piede di guerra e l’ennesimo «ci scusiamo per il disagio», trasmesso dalla voce robotica degli altoparlanti di Trenitalia, li ha portati all’esasperazione. Non ne possono più i pendolari di Miranese e Riviera, che quotidianamente hanno a che fare con ritardi e cancellazioni dei convogli sulla linea. Con l’estate Trenitalia ha tagliato ulteriormente il servizio. A farne le spese gli utenti del treno delle 8 e di quello delle 18, in pieno orario di punta, che ormai vengono quasi sistematicamente soppressi. Centinaia gli studenti e i lavoratori che frequentano la stazione di Mira-Mirano, situata nella frazione di Marano in territorio di Mira. Da anni hanno a che fare con molteplici disagi, ma ora alzano la voce. Perché nel periodo estivo, quando chiudono scuole e università, la puntualità dei treni peggiora ulteriormente. In qualsiasi momento della giornata, anche e soprattutto negli orari di punta. E invece di migliorare il servizio, Trenitalia sopprime del tutto due corse essenziali.         «Il servizio offerto non vale i 36 euro mensili che spendiamo. Andassimo al mare ci potremmo passar sopra, ma con il lavoro e lo studio come la mettiamo?» si chiede Matteo, studente di Ca’ Foscari. E non è l’unico problema: «I treni spesso sono sporchi e manca l’aria condizionata – sottolinea Laura, impiegata in una ditta di Padova -. Quando mi sono lamentata col personale mi è stato risposto che se non mi comodava avrei potuto prendere il bus».      Una situazione che non danneggia solo i pendolari. Perfino alcuni titolari di bed and breakfast di Mira e Mirano si sono dovuti sorbire le proteste dei clienti stranieri, abituati a ben altra efficienza. La questione ora è stata impugnata dal consigliere regionale Pettenò (Federazione della Sinistra), che ieri ha scritto un’interrogazione alla Giunta regionale: «Il servizio peggiora progressivamente, da Mira-Mirano passano molti treni sporchi, senza aria condizionata e in pesante ritardo – sostiene Pettenò – È divenuta una scandalosa normalità. La Giunta solleciti Trenitalia a tutelare i pendolari migliorando il servizio».         Il tam-tam ora corre vorticoso anche su Facebook, dove ogni giorno in moltissimi sfogano la propria rabbia contro questi disservizi. Quotidianamente pubblicano le proprie proteste grazie al telefonino, direttamente dal binario, aspettando l’ennesimo treno in ritardo.

 

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