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Gazzettino – Miranese. Quaresimin guida l’Unione.

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22

ott

2014

MIRANO – Ieri mattina insediata la Giunta nella nuova sede in villa Belvedere

È il primo presidente dell’alleanza tra i sei Comuni, vice Fragomeni

MIRANO – «L’Unione dei Comuni ci permetterà di avere un maggior peso politico e di puntare a importanti finanziamenti, sia in Regione sia a Bruxelles». Il sindaco di Mirano Maria Rosa Pavanello l’aveva annunciato, ora bisogna concretizzare quei buoni propositi. L’Unione del Miranese riceverà un finanziamento di 35 mila euro per l’avvio dell’ente, ma punta soprattutto ad un altro bando regionale (pubblicato il 2 ottobre, scadenza il 29 ottobre) che potrebbe portare in dote 100 mila euro per le spese d’investimento. Quei soldi saranno utilizzati per sistemare gli uffici (Villa Belvedere può ospitarne fino a 24) ma con un bando successivo si punterà invece a migliorare la sicurezza del Miranese: i sindaci intendono mettere in rete il sistema di videosorveglianza già presente nei vari Comuni, l’obiettivo è coordinare tutte le telecamere e metterle in collegamento con un’unica centrale operativa.

(g.pip.)

 

MIRANO – Ieri mattina insediata la Giunta nella nuova sede in villa Belvedere

Quaresimin guida l’Unione

È il primo presidente dell’alleanza tra i sei Comuni, vice Fragomeni

Il sindaco di Salzano Alessandro Quaresimin è il primo presidente dell’Unione dei Comuni del Miranese, il suo vice sarà il collega di Santa Maria di Sala Nicola Fragomeni. La presentazione ieri mattina in Villa Belvedere a Mirano. È infatti un’ala della storica villa miranese, ad ospitare gli uffici dell’Unione. La giunta è composta dai sindaci dei sei Comuni che hanno aderito (Mirano, Salzano, Spinea, Noale, Santa Maria di Sala e Martellago), il presidente dura in carica un anno e sarà a rotazione tra i sei comuni: il secondo incaricato sarà proprio Fragomeni, poi toccherà a Maria Rosa Pavanello (Mirano), Monica Barbiero (Martellago), Patrizia Andreotti (Noale) e infine Silvano Checchin (Spinea). Il segretario dell’Unione sarà quello del Comune legato al sindaco che sta svolgendo il ruolo di presidente. «Le difficoltà non mancheranno, ma sappiamo che questo è il giusto percorso – dichiara Quaresimin -. Ora partiamo accorpando i servizi di Polizia Locale e Protezione Civile, stiamo già lavorando anche sul Personale». La Polizia Locale avrà come sede centrale proprio Villa Belvedere, dove si sposteranno entro un anno e mezzo una cinquantina di agenti e impiegati amministrativi. «Il futuro va nelle direzioni delle unioni e delle fusioni – aggiunge Fragomeni – Questa è la più grande del Veneto perché raggruppa 135 mila persone, ci dà una grande responsabilità». Patrizia Andreotti tiene invece a sottolineare che «l’Unione non sarà un ente complesso. Stiamo lavorando per una struttura molto snella. L’obiettivo è diminuire i costi e migliorare i servizi, non certo creare un’altra sovrastruttura che porti ulteriore burocrazia». Stessa linea per Checchin e Barbiero: «Non ci sarà alcun colore politico, questo è solo un tavolo tecnico con spirito di collaborazione». Il primo consiglio dell’Unione è in programma sabato alle 9.30 in Villa Farsetti a Santa Maria di Sala. Ogni consiglio comunale ha eletto tre consiglieri rappresentanti all’interno dell’Unione, tutte le cariche saranno a titolo gratuito.

Gabriele Pipia

 

Gazzettino – “Veritas, indici uguali per tutti i Comuni”

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17

ott

2014

I consiglieri 5 Stelle presentano una mozione: «Quello di Venezia è metà»

SCORZE’ – Dopo la battaglia iniziata a maggio scorso dal sindaco di Santa Maria di Sala, Nicola Fragomeni, assieme al sindaco di Mira, Alvise Maniero con cui si lamentava la disparità di trattamento operata da Veritas tra i vari Comuni in merito alla diversa applicazione degli adeguamenti indici Istat e con cui si chiedeva che questi fossero uguali per tutti, ora a farsi sentire sono i Movimenti Cinque Stelle locali che presentano una mozione nei vari consigli comunali con cui chiedono che l’applicazione dei vari tassi sia omologata e rispetti le normative. È quanto riportato dal consigliere Antonio Petenà (Scorzè): «La legge – d.p.r 158/1999 – stabilisce che l’importo totale dei costi del servizio dell’anno precedente vada sì aggiornato ma applicando il tasso di inflazione programmata che risulta essere già fissato per più annualità dal Ministero delle Finanze. Non c’è quindi ragione, né legittimazione ad usare altri tassi o indici. Inoltre – prosegue Petenà – l’indice deve essere ridotto di un coefficiente di recupero tenendo conto dei miglioramenti della raccolta differenziata e in tutti questi anni Veritas non l’ha mai fatto». Mozione presentata e già discussa anche a Spinea dove il Movimento ha rilevato che «l’applicazione di un indice più che doppio rispetto a quello applicato al socio di maggioranza (Venezia, ndr) ripartisce in maniera iniqua i costi a danno dei soci minoritari che adottano pure comportamenti più virtuosi dei loro omologhi veneziani». Questione che interessa quasi tutti i comuni di Miranese e Riviera, e per i quali ora anche Santa Maria di Sala, Mirano e Martellago si stanno preparando. «Presenterò la mozione questa settimana – dichiara la consigliera Rossella Carolo (S. Maria di Sala) – chiedendone l’urgenza».

Serenella Bettin

 

Gazzettino – Vento implacabile, paura in provincia

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15

ott

2014

Venezia, camini pericolanti e marmi che si staccano

TROMBA D’ARIA – Lesionate le strutture del porto dei Saloni: 100mila euro di danni. Distrutto un ex magazzino. Cavanella d’Adige, chiusa scuola

Lavoro per i vigili del fuoco anche a Venezia, dopo il maltempo di lunedì sera. Gli uffici dell’agenzia dell’entrate, a San Polo, si sono ritrovati con un camino pericolante. I vigili lo hanno messo in sicurezza, ma serviranno dei lavori di manutenzione seri. Problemi di manutenzione anche per il sottoportico che precede il ponte di Calatrava, alla Stazione. Qui a staccarsi parzialmente sono stati dei rivestimenti in marmo. Nei pressi di campo San Bortolo, invece, i vigili del fuoco hanno messo in sicurezza un lucernaio in bilico, mentre in calle della Madonetta, a San Polo, hanno staccato dell’intonaco pericolante.

 

MALTEMPO – Palazzina dell’isola Saloni: servono 100mila euro. Miranese, s’aggrava il bilancio

Devastata dal vento, Chioggia conta i danni

Sfiorano i centomila euro i danni alla palazzina dell’Isola Saloni di Chioggia devastata dalla tromba d’aria che lunedì ha colpito la città. Le raffiche di vento hanno reso inagibile il complesso, causando il rinvio della manifestazione “Ottobre blu”. Da un vecchio magazzino dell’area portuale si sono staccati alcuni elementi di eternit che dovranno ora essere smaltiti. Il maltempo ha causato altri danni nel Miranese, con decine di garage e un’ala del liceo Majorana allagati.

 

Chioggia, i costi della tempesta

I vigili del fuoco dalle cinque e mezza di lunedì pomeriggio fino a ieri sera non si sono mai fermati. Più di un centinaio di interventi per riparare ai danni del maltempo che violento si è riversato in tutta la provincia. Quaranta gli interventi fatti lunedì fino a sera inoltrata, a cui si aggiungono i trentacinque della notte ed infine gli altri trentacinque di ieri. La maggior parte della notte è stata impegnata per soccorrere Chioggia spazzata da una tromba d’aria. Un vortice che ha rimosso le tegole di numerosi edifici tra cui l’asilo di Cavanella d’Adige che ora è chiuso, ma che ha creato anche dissesti statici ad un muro di dieci metri dell’ex magazzino Macomar e al campanile di Sant’Andrea con pezzi di pietra che si sono staccati e sono caduti su Corso del Popolo. Tanto che ora il campanile è transennato. Inoltre in via Dandolo, sempre a Chioggia, si è aperta una voragine che i pompieri hanno “coperto” durante la notte per evitare che qualcuno potesse cadere dentro e rimanere ferito.
«È un miracolo se nessuno si è fatto male» dice l’amministratore delegato di Aspo Oscar Nalesso commentando la tromba d’aria che si è scatenata sul porto di Isola Saloni e sulla palazzina che avrebbe dovuto ospitare gli eventi della kermesse “Ottobre Blu”. «Registriamo – continua Nalesso – danni per decine di migliaia di euro, saremo di poco sotto ai 100 mila. Molti magazzini sono allagati, su alcuni di questi il tetto è volato via per la forza del vento. Ma i danni maggiori si sono registrati nella palazzina che avrebbe ospitato le mostre. Qui i vetri sono stati letteralmente sradicati dalle porte. Chi era all’interno ha raccontato di aver sentito addirittura il pavimento vibrare. Una situazione davvero incredibile». I danni sono stati registrati tutti nel raggio di 200 – 300 metri. «In parole povere – continua Nalesso – siamo stati proprio investiti in pieno dalla tromba d’aria. Tanto per far capire la portata di questo evento atmosferico l’Espero, che è una nave imponente della Marina Militare, si è inclinata tantissimo e due antenne, una radar e una per le telecomunicazioni, si sono piegate sotto la forza del vento». Problemi si sono registrati un po’ in tutto il territorio di Chioggia. Alla scuole elementare Marchetti di Chioggia ieri mattina si è dovuto fare un intervento urgente per una guaina che si era staccata a causa del vento. Grossi problemi invece nella scuola dell’infanzia di Cavanella d’Adige dove il maltempo ha causato grossi danni al tetto. Ieri mattina la scuola è rimasta chiusa e ieri pomeriggio il sindaco ha dovuto firmare un’ordinanza urgente per prorogare la chiusura fino a venerdì.
La tromba d’aria ha letteralmente fatto esplodere la parete est dell’ex magazzino portuale «Mocomar». Cinque grandi pannelli di cemento-amianto Eternit, distaccatisi dagli ancoraggi, sono precipitati al suolo sbriciolandosi in un numero incalcolabile di pezzi che dovranno essere rimossi nel pieno rispetto della legge. L’area dovrà essere accuratamente bonificata perché il materiale è classificato fra quelli maggiormente cancerogeni, per inalazione. Il magazzino, realizzato da concessionari privati, si trova nell’area demaniale, a pochi metri dalla palazzina passeggeri. Filiale della ditta Rolci è probabilmente il soggetto che ha riportato i danni più elevati. L’azienda ha avuto il container uso ufficio che è diventato totalmente inutilizzabile con tutte le attrezzature (stampanti collegate ad internet – computer portatili). Si calcola che il solo danno materiale non sia inferiore ai 30/40.000 euro.

 

CHIOGGIA – Drammatico salvataggio per una barca a vela

CHIOGGIA – È un salvataggio da encomio quello che è avvenuto lunedì sera a qualche miglio di distanza da punta della Maestra. Nel pieno della tempesta di lunedì sera l’equipaggio della motovedetta Sar CP 826 ha percorso in due ore 25 miglia con onde alte tre metri per soccorrere un’imbarcazione a vela in grosse difficoltà dopo essere stata attivata dalla sala operativa che aveva ricevuto la richiesta di soccorso. L’equipaggio a bordo, un uomo di 48 anni e una coppia di mezza età di Ravenna, tornava dalla Barcolana di Trieste. Con molte difficoltà – i radar dei pescherecci hanno rilevato raffiche a 200 chilometri orari – l’equipaggio è riuscito a trasbordare, una alla volta, le tre persone che sono state riportate a Chioggia dove le aspettava un’autoambulanza in piazzetta Vigo, mentre la barca a vela è stata lasciata all’ancora e recuperata il giorno dopo. Per i tre, solo tanta paura e una lieve ustione alla mano di uno degli uomini procurata nell’utilizzare i fuochi da segnalazione. «Uno dei salvataggi più difficili che abbiamo compiuto negli ultimi anni», ha commentato l’addetto stampa della Capitaneria di Porto.
Intanto le critiche condizioni atmosferiche hanno indotto ad annullare la manifestazione “Ottobre Blu”, che è stata rinviata a dicembre. Impossibile per l’Aspo ripristinare le condizioni per poter dare il via alla kermesse e permettere il regolare svolgimento delle mostre, dei convegni e delle regate sportive in calendario fino a fine settimana. Per questo, assieme alla Marina Militare, è stato deciso di rinviare tutto di un paio di mesi. Attraccata al porto di Isola Saloni rimarrà comunque la maestosa nave Espero. Si potrà visitarla tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18, senza prenotazione, fino a domenica.

(a.com.-m.bio.)

 

I DATI ARPAV – A Mira, Santa Maria di Sala e Favaro le precipitazioni più intense

Vento implacabile, paura in provincia

Una perturbazione improvvisa e dagli effetti potenzialmente disastrosi. I dati rilevati dall’Arpav attraverso la rete di stazioni meteorologiche sparse per il territorio rende l’idea di quanto avvenuto lunedì pomeriggio in provincia di Venezia. Il rapido passaggio dell’ondata di maltempo che dall’area padana si è spostata rapidamente verso Nordest, causando una tromba d’aria a Chioggia, ha colpito in modo particolare il Miranese e la zona a Nord di Mestre. Con conseguenze che hanno riguardato anche la rete elettrica: oltre 200 tecnici dell’Enel sono stati impegnati fino a ieri sera per riparare i danni a 40 reti a media tensione.
I valori più consistenti si sono registrati a Mogliano, con 56 millimetri di pioggia caduti in poco più di un’ora con raffiche divento che hanno raggiunto i 18,7 metri al secondo, pari a 67 chilometri orari. In questa situazione le raffiche sono in grado di spezzare i rami degli alberi e rendono impossibile camminare controvento. Anche in centro storico a Venezia il vento è soffiato implacabile, con punte di 15,1 metri al secondo accompagnate da 12,8 millimetri di pioggia. Di poco inferiore la velocità del vento a Bibione, dove però non è quasi piovuto.
Le precipitazioni più intense in provincia si sono registrate a Mira, con 49,4 millimetri di pioggia, e a Santa Maria di Sala con 30,5 millimetri rilevati dal sito meteosantangelo.it. Inferiori i dati del maltempo a Favaro Veneto, con 22,9 millimetri di acqua piovana e raffiche che hanno raggiunto 11,4 metri al secondo, pari a 41 chilometri orari. Valori ben lontani, per fortuna, dai 254 millimetri di pioggia (un terzo della media delle precipitazioni annuali a Mestre) caduti nell’arco di sei ore il 26 settembre 2007, quando l’intera città finì sott’acqua con conseguenze drammatiche.

(a.fra.)

 

IL BILANCIO IN PROVINCIA

Fulmine sul campanile a S. Giorgio

Aule allagate al Majorana di Mirano

Decine di garage sotto acqua, ispezione alle condotte di Campocroce

Polemica a Martellago per la mancata pulizia di molti tombini

Un fulmine ha centra il campanile di San Giorgio al Tagliamento, nel Comune di San Michele. Nel botto l’abside è rimasta gravemente danneggiata con il pericolo di crollo. Se n’è accorto lo stesso parroco, don Vincenzo, che ha allertato i soccorsi. Sono intervenuti gli agenti della Polizia locale con i Vigili del fuoco di Portogruaro e i colleghi di Mestre. Raggiungere il campanile non è stato facile, i soccorritori si sono avvalsi dell’autoscala. Per gran parte della giornata i Vigili del fuoco hanno lavorato per mettere in sicurezza il campanile.
Pesanti disagi a Mirano, dove decine di persone ieri hanno dovuto faticare non poco per asciugare garage e scantinati allagati. È successo soprattutto nell’area degli impianti sportivi e in via Porara, ma anche in diversi quartieri della frazione di Campocroce. Disagi anche al liceo Majorana di via Matteotti, dove la pioggia di lunedì sera ha danneggiato alcuni pannelli del soffitto in almeno tre aule. I problemi di infiltrazioni si sono verificati al “modulo 7″, al piano terra, e hanno costretto alcune classi a spostarsi nei laboratori oppure in altre aule. Alcuni residenti si sono poi lamentati sulla pagina Facebook del Comune («In via Pigafetta siamo andati sotto di 30 centimetri in un quarto d’ora»), pronta la risposta del sindaco Pavanello: «La forte pioggia ha strappato le foglie dagli alberi intasando i tombini, l’unica area che ha avuto delle difficoltà effettive a smaltire l’acqua è stata quella di via Matteotti. Nei prossimi giorni è prevista un’ispezione alle condotte di scarico e alle idrovore di Campocroce. Il nubifragio di lunedì ha causato parecchi disagi anche a Martellago, riproponendo vecchie problematiche idrauliche, sollevandone di nuove e innescando qualche coda polemica. In primis, per la mancata pulizia dei tombini che ha reso ancor più difficile il deflusso della pioggia. Risultato, molte strade sono andate a mollo come via Zigaraga e Cavino, che si sono anche dovute chiudere al traffico, via Roviego, Manzoni e Frassinelli, a Maerne, Speri, Papa Luciani e la zona artigianale di Olmo, ma anche strade del capoluogo compresa la zona Fornace. E l’acqua, oltre che in alcune attività, è penetrata in una decina tra garage, taverne e scantinati di case, specie in via Roviego e Manzoni.

(Hanno collaborato Marco Corazza, Nicola De Rossi e Gabriele Pipia)

 

Noale. Ieri mattina l’ennesimo incidente al passaggio a livello di via Tempesta

Otto regionali in ritardo, quattro navette cancellate, sei corse limitate a Mestre

NOALE – Un po’ di par condicio anche nelle sbarre. Negli ultimi mesi erano sempre state abbattute quelle di via Mestrina a Noale risparmiando via Tempesta, sulla regionale Noalese. Nessun problema, perché la “mancanza” è stata coperta ieri mattina. Un automobilista, infatti, ha danneggiato il passaggio a livello sulla linea Venezia-Bassano, mandando in tilt non solo il traffico ferroviario ma dando problemi anche alla circolazione stradale. Perché tutto questo quando poteva accadere? Risposta scontata: nelle ore di punta. Così come sono scontate le scene, con pendolari arrabbiati, treni cancellati o in ritardo. Otto regionali sono arrivati in forte ritardo, anche 50 minuti, sei hanno dovuto ridurre il percorso, quattro le navette cancellate. È la sesta volta che accade nell’ultimo mese su questa linea. Sul posto i tecnici di Rfi e la Polstrada. Dopo i problemi di lunedì scorso, con il guasto all’impianto a Maerne, 48 ore dopo si replica. Il fatto. Poco dopo le 6, ignoti hanno danneggiato le sbarre di via Tempesta, in uno dei punti più trafficati dai veicoli non solo di Noale ma del comprensorio. I problemi si sono avuti fino alle 8 ma sono andati a cascata fino alle 12, perché dei convogli sono arrivati tardi a destinazione e non potuti ripartire puntuali. Conseguenze. Otto regionali sono giunti alla stazione d’arrivo diverso tempo dopo. Si tratta delle corse numero 5702, da Venezia a Bassano, che ha pure il record di giornata con 51 minuti, 5706, 5707, 5713, 5717, 5722 5724 e 5725. Le ferrovie sono state costrette a rivedere pure i tracciati; così il Bassano-Venezia delle 6.25 è stato fermato a Mestre e stessa sorta per quello delle 7.25. Sono partiti da Mestre anziché Santa Lucia i convogli delle 7.56 e 8.56 entrambi per Bassano. Il treno delle 6.26 da Venezia a Castelfranco è stato fermato a Noale, quello delle 8.04 non è mai partito dalla città trevigiana ma da quella dei Tempesta. Saltate anche le navette Mestre-Noale delle 7.22 e delle 8.22 e quelle viceversa delle 8.09 e delle 9.09. Rfi. L’azienda fa un appello a tutti, ricordando il Codice della strada: «Il passaggio a livello», scrive l’azienda in una nota,«deve essere attraversato solo quando le barriere sono completamente alzate. Quando le sbarre iniziano a chiudersi è assolutamente necessario fermarsi. Quando sono abbassate è vietato, oltre che pericoloso, tentare di sollevarle, scavalcarle o passare al di sotto. Per la propria sicurezza e per quella degli altri è quindi necessario rispettare la segnaletica e i semafori stradali che proteggono gli attraversamenti ferroviari».

Alessandro Ragazzo

 

Gazzettino – Treni, ancora caos. Insorge anche Spinea

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8

ott

2014

TRASPORTI – Soppresse altre due corse nelle ore di punta: il comitato dei pendolari sollecita l’incontro con Zaia

SPINEA – Treni, soppresse altre due corse. La rabbia dei pendolari

«Ormai l’eccezione è diventata la regola. Non è possibile uscire ogni mattina di casa con il patema dei treni, senza sapere come arriveremo a lavoro e soprattutto a che ora». Continuano a far discutere i disagi subìti dai pendolari sulla linea ferroviaria Bassano-Venezia, quella che tocca le fermate di Noale, Salzano, Maerne e Spinea prima di arrivare a Mestre. Dopo il lunedì da incubo con una dozzina di treni in ritardo e ben sei corse soppresse, anche il martedì è iniziato nel peggiore dei modi: cancellate la corsa Noale-Mestre delle 8.09 e la corsa Mestre-Noale delle 7.22. Non due corse qualunque, ma le «navette» che permettono ai pendolari di Salzano e Spinea di prendere le coincidenze con i Regionali Veloci che non fermano alle loro stazioni. «La situazione peggiora di giorno in giorno – fa sapere il comitato Pendolari Spinea -. Attendiamo da tempo un incontro con il governatore Zaia e abbiamo già fatto pervenire le nostre richieste a Regione e Ferrovie, chiediamo che il sindaco Checchin e tutto il consiglio comunale ci appoggino pienamente». Intanto, come prevedibile, la questione dei disagi dei pendolari sfocia anche nel calderone politico. Fino alla scorsa primavera nel mirino di chi protestava c’era soprattutto l’assessore regionale ai Trasporti Renato Chisso, dopo l’arresto nell’ambito dello scandalo-Mose ora tutte le accuse si riversano direttamente sul governatore Luca Zaia. Ieri una bordata è arrivata da Bruno Pigozzo, consigliere regionale del Pd ed ex sindaco proprio a Salzano: «Zaia non pensa affatto all’utenza, i trasporti sono da mesi senza un assessore e questo dimostra un totale disinteresse verso i pendolari – scrive in una nota Pigozzo, che ricopre anche la carica di vicepresidente della commissione regionale Trasporti -. Emilia e Lombardia negli ultimi anni hanno investito, il Veneto non ha messo un euro. Zaia ha sempre fatto una scelta precisa, identica a quella del predecessore Galan: investire risorse per costruire le strade, ma tenere i trasporti pubblici a pane e acqua».

Gabriele Pipia

 

Scorzè. Il Pd sollecita la Giunta e lancia la campagna “Un albero per Cappella, più salute per tutti»

«Un albero per Cappella, più salute per tutti». È l’iniziativa richiesta dal Pd di Scorzè alla giunta comunale dato che non è stata ancora iniziata l’opera di mitigazione ambientale promessa da Veneto Strade per l’apertura del casello autostradale. Dieci ettari di bosco che dovrebbe sorgere a ridosso dell’area espropriata vicino al Casello e al passante autostradale, come ha detto il sindaco nell’ultimo consiglio comunale, e dove ha annunciato l’incontro avvenuto ieri, lunedì 6 ottobre, con il commissario straordinario di Veneto Agricoltura e l’assessore veneto all’Agricoltura e ai Parchi e alle Aree protette per definire le piante che formeranno il bosco di Cappella. Già dal 2009 il sindaco Giovanni Battista Mestriner affermava di voler chiedere una mitigazione ambientale fino a 300 metri di distanza. In un documento Giannina Manente e Gigliola Scattolin consiglieri del Pd ora invitano la giunta a opporsi all’apertura del casello fintanto che non saranno completate le opere di mitigazione previste dal progetto. ” Questa amministrazione, che quando vuole sa battere i pugni sul tavolo, su queste questioni sembra usare il guanto di velluto – scrivono i due consiglieri -Non solo si dichiarano sconfitti per quanto riguarda il tema del pedaggio agevolato, che utenti di tanti comuni interessati dal passaggio del passante hanno già ottenuto, ma ci dicono che il casello aprirà anche senza opere di mitigazione.” Da qui la richiesta del Pd. «A questo punto, non ci resta che chiedere all’Amministrazione di lanciare urgentemente l’iniziativa ‘Un albero per Cappella, più salute per tuttì, dove non sono arrivati loro arriveranno i cittadini, e, comunque chiediamo ancora con forza che non si parli di apertura senza opere di mitigazione adeguate».

 

Nuova Venezia – Una mattina di caos con i treni

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7

ott

2014

Ventuno i convogli interessati sulla tratta Venezia-Bassano, di cui 15 in ritardo. Soppressi sei regionali

Infuriati i pendolari che ogni giorno sono alle prese con pesanti disservizi, la protesta su Facebook

Guasto alla stazione di Maerne

MAERNE – Ancora ritardi sulla tratta ferroviaria Venezia-Bassano e ancora proteste dei pendolari, perché i disagi si sono verificati proprio nelle ore di punta. Ieri il guasto ha riguardato l’impianto di sicurezza alla stazione di Maerne, creando dei problemi ai segnali. I tecnici di Rfi sono intervenuti alle 7.25 e alle 7.45 la questione era risolta. Ma, con effetto domino, il traffico su rotaia ha iniziato a rallentare ma ci sono state anche soppressioni totali e parziali per tutta la mattina. Per chi doveva andare in ufficio o a scuola, si è trovato a fare i conti con arrivi a destinazione che hanno raggiunto anche i 30 minuti dopo il previsto. Secondo Trenitalia, sono stati 21 i regionali interessati: sei soppressioni, di cui quattro navette da Mestre a Noale e viceversa, una cancellazione parziale, 14 arrivati in ritardo. Insomma, un’altra mattinata difficile dopo quella di appena sette giorni prima, con i pendolari di Spinea, Maerne, Salzano e Noale che si dicono esasperati. Problemi. Poco dopo le 7 è arrivata la segnalazione del guasto e i regionali hanno iniziato ad accusare rallentamenti, andati avanti per tutta la mattina. Un convoglio è arrivato a Venezia con 34 minuti di ritardo (il 5721 da Bassano delle 10.25), altri sei hanno ne hanno accumulati oltre i 20, gli altri sette sono sotto il quarto d’ora. Cancellazioni. Sono state sei. Ci sono stati disagi per chi aveva scelto di salire sulle navette che collegano Mestre a Noale. A farne le spese sono stati i passeggeri che dovevano salire nella città dei Tempesta alle 8.09 e alle 9.09 (ovvero i regionali 5773 e 5775) e quelli in partenza a Mestre alle 8.22 e 9.22 (convogli numero 5772 e 5774). Tolti pure il 5723 delle 11.04 da Castelfranco a Venezia e quello viceversa, il 5728, delle 12.40. Il treno 5725 in partenza a Bassano alle 11.25 si è fermato nella città trevigiana anziché proseguire per Santa Lucia. Pendolari. Intanto su Facebook i viaggiatori si dicono arrabbiati per quanto sta succedendo. Raccontano di ricevere lamentele ogni giorno più numerose di chi prende il regionale numero 5707, in partenza da Castelfranco alle 7.04 con arrivo a Venezia un’ora dopo, considerato sempre più gremito tanto da temere per la sicurezza. Precedenti. Per avere una mattina difficile per chi si sposta su rotaia, non occorre andare tanto indietro nel tempo; giusto lunedì dell’altra settimana, prima un guasto al passaggio a livello di via Mestrina alle 6 e un incidente vicino alle sbarre di via Tempesta alle 9.30, sempre a Noale, aveva mandato in tilt la circolazione. Anche a fine settembre erano stati 21 i convogli interessati, di cui 15 avevano subito ritardi fino a 30 minuti e cancellate 4 navette da Mestre-Noale, e viceversa.

Alessandro Ragazzo

 

Gazzettino – Treni, un altro lunedi’ nero

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7

ott

2014

Guasto tecnico alla stazione di Maerne: convogli soppressi e gravi ritardi

A Salzano i pendolari più penalizzati: «Ogni volta restiamo a piedi»

All’annuncio del primo ritardo hanno sbuffato, quando hanno letto il tabellone sono andati su tutte le furie, alla fine molti hanno preso la macchina per andare fino alla stazione di Marghera. Un’altra mattinata da incubo per i pendolari del Miranese che si servono della linea ferroviaria Bassano-Venezia, ancora una volta studenti e lavoratori sono rimasti a piedi a causa di un guasto tecnico. «Non è possibile cominciare ogni settimana in questo modo – sbotta una donna di Salzano -. Per arrivare in tempo al lavoro a Venezia abbiamo dovuto andare fino a Marghera per prendere il treno. Tra andata e ritorno sono oltre 20 chilometri, chi ci risarcisce?». Ieri la rabbia era davvero alle stelle, perché il traffico ferroviario si è paralizzato all’ora di punta esattamente come era già successo lunedì scorso. Una settimana fa a provocare ritardi e cancellazioni era stato un incidente al passaggio a livello noalese di via Tempesta e un concomitante guasto al passaggio a livello di via Mestrina, stavolta c’è stato un problema tecnico all’impianto di sicurezza della stazione di Maerne. La strumentazione dei segnali è andata in tilt e i tecnici di Rfi sono intervenuti alle 7.35: il guasto è stato riparato in una ventina di minuti ma intanto una dozzina di treni ha subito ritardi fino a 35 minuti e ben sei convogli sono stati cancellati: quattro sulla tratta Mestre-Noale e due sulla tratta Venezia-Castelfranco, sia in un senso che nell’altro. «I pochi treni che sono passati erano naturalmente sovraffollati, ecco perché molti sono dovuti andare a Marghera» fa sapere una referente del comitato Pendolari Salzano, che assieme a quello di Spinea aspetta una convocazione dal Governatore Zaia. «Le stazioni sono obsolete e i guasti tecnici capitano quasi ogni settimana – riflettono i pendolari -. Se il servizio non può essere ammodernato, chiediamo che almeno tutti i treni regionali fermino alle stazioni di Salzano e Spinea. Non esiste che chi paga l’abbonamento venga lasciato a piedi». La richiesta più a lungo termine, invece, è la realizzazione del doppio binario tra Maerne e Noale, in modo da rendere più fluida la circolazione.

 

“Un albero per Cappella, più salute per tutti”. Parte la campagna per avviare l’opera di mitigazione ambientale al nuovo casello: «Prima le piante, poi le auto»

SCORZÈ – Domani sarà un giorno importante per le opere di mitigazione del casello del Passante per il Comune di Scorzè. Infatti i rappresentanti della giunta comunale vedranno il commissario straordinario di Veneto Agricoltura Giuseppe Nezzo e l’assessore veneto all’Agricoltura e ai Parchi e alle Aree protette Franco Manzato per discutere dei 10 ettari di bosco e capire quali piante mettere. La questione è emersa anche nel Consiglio comunale di lunedì scorso e ha portato a delle polemiche, con il Pd che ha chiesto alla giunta di battere i pugni sul tavolo perché la fascia boschiva sia la più ampia possibile. Ora lancia l’idea di indire il progetto «Un albero per Cappella, più salute per tutti». Nell’ultima seduta del parlamentino, Mestriner aveva spiegato cosa succederà attorno alle due stazioni per entrare e uscire dall’autostrada, che sta sorgendo a cavallo del fiume Dese tra Martellago e Cappella. Il Comune ha avuto la possibilità di fare un’area verde da 10 ettari, espropriata con la procedura del casello, che dovrà fungere da mitigazione. Come ha ricordato l’assessore alla Viabilità Claudio Codato, Scorzè sta insistendo con Anas perché i terreni siano a disposizione il prima possibile, proprio per iniziare a posare degli arbusti in tempi rapidi. E fra poche ore, Scorzè aspetta novità e sapere qualcosa in più sui tempi. Pd. Il consigliere del primo partito di minoranza, Gigliola Scattolin, chiede alla giunta di farsi rispettare, magari puntando a non aprire il casello (inizio 2015 ndr) prima che non sia stati eseguiti gli interventi per ridurre l’impatto ambientale. «La maggioranza» dice Scattolin «quando vuole sa battere i pugni sul tavolo e qui sembra che voglia usare il guanto di velluto. Nel 2009 Mestriner affermava di voler chiedere una mitigazione fino a 300 metri. A questo punto, non ci resta che chiedere alla giunta di lanciare subito l’iniziativa “Un albero per Cappella, più salute per tutti”: dove non è arrivato il Comune, arriveranno i cittadini. E, comunque, chiediamo ancora con forza che non si parli di apertura senza opere di mitigazione adeguate. C’è da garantire la salute di chi abita in quella zona». Ma su quest’ultima ipotesi, nei giorni scorsi Codato ha ammesso che sarà difficile da attuare. Se il cantiere sta andando avanti senza soste e la sua chiusura avverrà nell’arco di due mesi, l’apertura al traffico del casello, invece, è prevista per fine inverno, inizio primavera, dell’anno prossimo. Per raggiungerlo, ci saranno le tangenziali che partiranno dalla Castellana (zona Kelemata a Martellago e via Boschi tra Martellago e Scorzè).

Alessandro Ragazzo

 

Muro contro muro in consiglio comunale tra la maggioranza e il Pd

Il sindaco Mestriner: è già una vittoria aver ottenuto il bosco di dieci ettari

SCORZÈ – Battaglia in Consiglio comunale sui possibili sconti sui pedaggi da dare ai pendolari di Scorzè, o almeno quelli di Peseggia e Cappella, che useranno il casello del Passante a partire dalla primavera 2015 quando aprirà al traffico. E scoppia la polemica, perché la maggioranza spiega di aver fatto sì richiesta ma ormai i giochi erano fatti e sottolinea come tra gli interventi richiesti sarà fatto il bosco da 10 ettari. Dunque niente riduzioni nel prezzo di transito. Tutto è nato da un’interrogazione presentata dal Pd, dove si chiedeva se il Comune avesse fatto qualcosa, o avesse in mente di farlo, sulla scorta di quanto successo altrove, vedi a Mirano, Spinea, Dolo, Pianiga e Mira, dove si è riusciti a strappare delle agevolazioni per chi ogni giorno percorre l’autostrada per motivi di lavoro. «Avremo disagi e inquinamento», avverte il capogruppo Giannina Manente, «e almeno gli automobilisti di Peseggia e Cappella abbiano degli sconti». L’assessore alla Viabilità Claudio Codato spegne le illusioni: «Già nel 2009 con il primo mandato di Giovanni Battista Mestriner avevamo iniziato delle trattative sia per garantire un risparmio per chi transiterà dal casello sia sugli espropri. Abbiamo trovato un compromesso e siamo riusciti a portare a casa la complanare dalla Moglianese al casello e le aree verdi». Il 6 ottobre si terrà una riunione con Regione e Veneto Agricoltura per discutere del tipo di piante da mettere attorno al casello. «Stiamo chiedendo ad Anas», aggiunge Codato, «che ci mettano a disposizione i terreni». Insoddisfatta della risposta, Manente ha rilanciato. «Ci sono cittadini trattati in un modo e chi in un altro», mentre Codato ha replicato come il commissariamento del 2008-2009 abbia inciso. «Cinque anni fa», commenta, «le trattative erano già fatte e quell’assenza di sindaco e Consiglio comunale ha inciso. Spero che delle porte si aprano e in questo momento non me la sento di promettere delle agevolazioni per i nostri automobilisti». Ma a mettere altro pepe è stata Gigliola Scattolin del Pd: «Si deve aprire il casello dopo aver fatto le opere di mitigazione. Dove si vuole, i pugni sul tavolo si battono. A Spinea, ad esempio, non passano i camion. È una questione di rispetto per chi abita in quella zona». Mestriner ha difeso la scelta dei 10 ettari di bosco: «Siamo gli unici in Veneto ad averlo in una situazione del genere e non è stato facile ottenerlo. Sono stati espropriati e saranno funzionali da un punto di vista idraulico e ambientale. Nessuno di noi ha deciso che si facesse il Passante e si realizzasse il casello a Cappella. Tutto è in legge obiettivo».

Alessandro Ragazzo

 

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