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Gazzettino – L’acqua ferma treni e auto

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2

feb

2014

MALTEMPO – Situazione critica nel Veneto Orientale per l’esondazione del Loncon e di vari canali

TRENI BLOCCATI – E’ in ginocchio il Veneto orientale. Il Loncon è tracimato ed ha inondato i binari ad Annone. Bloccate le tratte ferroviarie per Venezia e Treviso. A Portogruaro e San Donà ha regnato il caos tra gli utenti delle ferrovie, ma sulla viabilità ordinaria non è andata meglio. La casa di riposo a San Stino di Livenza isolata, a Portogruaro il centro città è sott’acqua, a Concordia si cerca di difendere il Municipio con i sacchi di sabbia, a San Michele le campagne sono un lago.

I SOCCORSI –  Una cinquantina gli interventi fatti ieri dai vigili del fuoco che nella maggior parte dei casi hanno risposto alle richieste di aiuto di persone che si sono ritrovate con garage e scantinati allagati. Tutte le richieste di aiuto sono arrivate dal Veneto Orientale. E malgrado ieri sera la pioggia abbia concesso una tregua, l’allarme non è rientrato. A preoccupare sono lo scirocco e l’acqua dei monti. Polemiche a Venezia per le errate previsioni sull’acqua alta, a Mestre per il Marzenego.

 

TRASPORTI, GIORNATA NERA – Binari allagati, tutti sui bus. Chiusa anche la Statale 14

POLEMICHE A MESTRE – Venezia, caos previsioni. La Riviera tira il fiato

NELL’HINTERLAND

ALLARME – Presidio dei volontari di giorno e di notte

I TIMORI  «Il centro città poteva allagarsi»  Ma c’è anche chi sdrammatizza

A MESTRE Commenti preoccupati: «Il peggio è passato, ma siamo stati tenuti all’oscuro di tutto»

CAVALLINO TREPORTI – Il mare si mangia la spiaggia e torna la polemica

Ancora una volta le mareggiate invernali mettono a dura prova la spiaggia di Cavallino Treporti, dove la località Ca’ di Valle è tra le più colpite dalla “spoliazione”. Il mare è arrivato a lambire pericolosamente il chiosco riportato nella foto che un lettore ci ha inviato.
«Posizionare un chiosco in quel tratto di spiaggia – attacca il lettore Nicola Dalla Mora – pur sapendo che fino ai primi anni Novanta lì, in quel luogo, non c’era spiaggia, è paragonabile alla costruzione di una casa nel letto di un fiume secco. In un breve periodo il mare si e’ ripreso tutto ed ora per mantenere efficiente l’esercizio dell’attività, la comunità deve caricarsi di nuove spese. Qualcuno – conclude – a suo tempo deve aver posto la sua firma che attestava l’idoneità di quel luogo. Ora sarebbe opportuno che costui pagasse».

 

Il Loncon tracima e i treni si fermano

Giornata nera per i trasporti nel Veneto Orientale, caos per i binari sott’acqua ad Annone

Allagamenti a Sant’Agnese di Portogruaro, chiusa la Statale 14 con lunghe code in centro

 

Il Sile minaccia Portegrandi. In allerta la Protezione civile.

Il livello del Sile cresce, il canale di scolo Fossetta non riesce più a scaricare e l’acqua invade la Provinciale a Portegrandi. I volontari della Protezione civile sono al lavoro da venerdì e con due pompe stanno ininterrottamente raccogliendo l’acqua dalla strada all’altezza dalla fermata dell’autobus di via Trieste per evitare che l’acqua raggiunga le abitazioni del centro.
«Il canale di scolo finisce da un lato in laguna e dall’altro nel Sile – spiegano i volontari – Il problema però è che in questi giorni il Sile è salito molto e il canale non riesce più a scaricare. In questo tratto poi ci sono delle fessurazioni a causa del manufatto dell’argine vecchio e l’acqua che invade la carreggiata è pericolosa per gli automobilisti».
La situazione non è critica ma il peggioramento di ieri ha costretto la protezione civile a lavorare tutto il giorno per evitare che l’acqua coprisse la strada e raggiungesse prima il bar e poi le case del centro.
Anche l’anno scorso a Portegrandi c’era stato lo stesso problema e il Comune aveva già incontrato l’Anas per chiedere di fare degli interventi sul ciglio e sul bordo stradale per evitare che l’acqua passi dalle fessure e invada la carreggiata.
«La situazione è sotto controllo a Portegrandi e anche nel resto del territorio comunale – spiega l’assessore Radames Favaro – La protezione civile sta lavorando da due giorni e ieri notte anche la polizia ha fatto servizio notturno per essere pronta a qualsiasi emergenza. I mezzi sono pronti e al centro civico è aperta la sala operativa dove il personale della protezione civile fa base e smista le telefonate per gestire le situazioni critiche». In centro a Quarto, come l’anno scorso, il Sile ha coperto la passerella dell’imbarcadero ma non ci sono emergenze.

 

Marzenego, resta solo la puzza  «Per noi è stato un incubo»

Il Marzenego in via Poerio non fa più paura. O meglio, fa meno impressione di due giorni fa quando si era ingrossato per la piena creando panico e agitazione non solo tra i commercianti ma anche molti residenti malgrado le rassicurazioni dell’assessore Alessandro Maggioni. Ieri il fiume che da qualche mese è tornato alla luce nel tratto di via Poerio si è notevolmente abbassato: quasi mezzo metro in meno rispetto a venerdì. Quello che non è cambiato, però, è il colore dell’acqua, più quasi da torrente montano dopo un temporale che da corso d’acqua di città. Se per i commercianti che hanno la loro attività il rientrato allarme è stato un sospiro di sollievo, per molti mestrini affacciarsi sulle nuove balaustre e dietro le reti in metallo che proteggono ancora i cantieri è stato naturale, come commentare quello che vedevano. Poche le opinioni favorevoli, sui nuovi lavori, molte le critiche.
Partiamo proprio da chi con il Marzenego in via Poerio ci convive. «Ho passato la giornata di venerdì fuori dal negozio con la mia collega controllando il livello dell’acqua ogni 10 minuti – racconta Vania Rumor che gestisce la tabaccheria edicola di via Poerio da due anni e mezzo – È stato come un incubo, soprattutto perché nessuno ci diceva nulla, nessuno ci ha detto se dovevamo preoccuparci, prendere dei sacchetti, usare gli stivali, alzare la merce per precauzione. Sono qui da due anni e mezzo, e dopo qualche mese hanno iniziato i lavori per la riapertura del fiume. Ancora non si vede luce e adesso dobbiamo preoccuparci anche della marea, senza contare tutto lo schifo che c’è là dentro: non è acqua è fogna, habitat naturale per topi e sporcizia di ogni genere».
Stesso copione per il vicino negozio Battiston Luci che vende lampade e accessori per l’illuminazione. «Fino a quando non ho visto che l’acqua iniziava a scendere ho temuto il peggio – racconta la figlia della titolare – Se iniziamo così dopo poco tempo che l’hanno riaperto cosa dobbiamo aspettarci quando l’intero tratto sarà finito?».
La signora Luciana stringe una borsa griffata con della merce acquistata in un negozio di piazza Ferretto. Cappello di lana in testa. Gira la testa e guarda l’acqua del fiume. «Ma cossa xe sta roba? – commenta in dialetto – passo ogni giorno di qua, non abito tanto distante. Posso dirle? A me non piace niente tutto sto lavoro che hanno fatto. E poi l’acqua fa paura. Così sporca ancora di più». Una coppia di ragazzi, fidanzati, si tengono per mano e si appoggiano alla balaustra per vedere meglio sotto. «Ho visto delle fotografie su internet – dice lui, Andrea – Oggi va meglio, si vede a occhio nudo, ma pensare che davanti a piazza Ferretto ci sia un fiume che rischia di tracimare da un momento all’altro mi sembra una cosa dell’altro mondo. Con quest’acqua qua poi, ma da dove arriva così sporca e marrone? Che imparino da Treviso». Altra coppia, questa più adulta. «Io avrei lasciato tutto com’era e avrei rifatto meglio via Poerio che così è una via morta. Non passo ogni giorno perdi qua, ma vedere il Marzenego così gonfio e pensare a quanti soldi hanno speso e devono ancora spendere per finire l’opera, mi viene da pensare se ce n’era davvero bisogno e se i mestrini lo volevano davvero». Infine, la voce fori dal coro, un anziano, il signor Renato. «Ma quale esondazione, ma quale paura. Io mi ricordo quando c’era il fiume aperto – dice – Non è mai successo niente. Aspettiamo a vedere tutto finito. A me piace così. A parte il colore dell’acqua».

 

IL MALTEMPO IN PROVINCIA

BOLLETTINO DI GUERRA – A San Michele le campagne ridotte a un grande lago

Concordia, sacchi in difesa del municipio

Una cinquantina gli interventi dei vigili del fuoco ieri a causa del maltempo, tutti concentranti nel Veneto orientale. Qui il Loncon è tracimato ed è finito sui binari ad Annone Veneto. Bloccate le tratte ferroviarie per Venezia e Treviso. A Portogruaro e San Donà ha regnato il caos tra gli utenti delle ferrovie, ma sulla viabilità ordinaria non è andata meglio. Bloccata anche la Statale 14, nel tratto di borgo San’Agnese a Portogruaro, con inevitabili disagi per gli automobilisti. Un’autentica giornata di passione quella di ieri per i trasporti nel Veneto orientale, con i corsi d’acqua che hanno causato problemi e danni. Prese d’assalto le autostazioni di Atvo che, nonostante l’emergenza, ha continuato a garantire il servizio, tra l’altro senza alcun ritardo. La decisione di Ferrovie di bloccare le tratte Portogruaro-Venezia e Portogruaro-Treviso è arrivata nel primo pomeriggio. «Troppo pericoloso proseguire in quelle condizioni» hanno fatto sapere. Del resto il Loncon non ha lasciato scampo. Nell’omonima località di Annone, il corso d’acqua ha invaso i binari della linea Trieste-Venezia e più a monte Portogruaro-Treviso. Così i treni sono stati soppressi a San Donà per chi proveniva da Venezia e in riva al Lemene per chi doveva raggiungere il capoluogo regionale. Contestualmente è accaduto lo stesso anche a Motta di Livenza. Ma nelle stazioni i viaggiatori erano imbufaliti per la carenza di informazioni, mentre la società dei trasporti ferroviari ha optato per delle corse sostitutive con autobus privati e in un caso della società friulana Saf. «Una emergenza che potrà rientrare solo in mattinata» fanno sapere dalle ferrovie. La riapertura delle due tratte, se le condizioni lo permetteranno, è prevista infatti per oggi alle 10. A Portogruaro la deviazione sulla viabilità ordinaria è lungo viale Venezia,con inevitabili code in centro. Per raggiungere Concordia l’unica alternativa è passare per via Veneto, mentre per Venezia si è obbligati a proseguire fino alla Tangenziale a Summaga. Non va meglio sulle strade comunali, con tutti i sottopassi inondati, mentre tra San Nicolò e Portovecchio rimangono chiuse diverse strade. Intanto l’emergenza rimane fino a domani. Se infatti nel tardo pomeriggio di ieri le nuvole hanno lasciato un po di speranza, con la marea in diminuzione, è il vento di Scirocco a far paura. Tra oggi e domani infatti sono previste le calde raffiche da sud che di fatto non permetteranno ai corsi d’acqua di defluire facilmente. Un vero blocco naturale per i corsi d’acqua del Veneto orientale. Ma il vento non lascerà scampo nemmeno al litorale. Negli ultimi giorni le mareggiate hanno messo a dura prova le località turistiche, con il mare che ha divorato la spiaggia e purtroppo non è ancora finita. I danni anche in questo caso sono incalcolabili e quando tutto tornerà alla normalità i conti si dovranno fare con i rifiuti «speciali» depositati su ciò che rimarrà della sabbia dorata.

Marco Corazza

 

A San Stino evacuate 5 famiglie

Crea allarme anche il Fosson. La Polizia locale ha allertato i cittadini con i magafoni

La casa di riposo a San Stino di Livenza isolata, a Portogruaro il centro città rimane inondato, a Concordia si cerca di difendere il Municipio, a San Michele le campagne sono un lago e ad Annone il Loncon non lascia scampo.
È un bollettino di guerra quello lasciato dal maltempo sul Portogruarese in 48 ore. La criticità è diffusa ma gli interventi di Protezione civile, Forze dell’ordine, Consorzio di Bonifica e Vigili del fuoco sono stati focalizzati per aiutare la popolazione. Come nel caso della Fondazione Zulianello, lungo il canale Fosson a San Stino, che di fatto da ieri mattina ha isolato gli anziani ospiti con l’omonima strada allagata. Per tutti fortunatamente non ci sono state problematiche, grazie all’intervento dei soccorritori. «A Portogruaro sono stati momenti di tensione verso mezzogiorno – racconta il sindaco Bertoncello – il Reghena è esondato in più punti e solo l’intervento della Protezione civile e dei tecnici del Consorzio ha evitato il peggio».
Sugli argini a ridosso del rione dei Frati sono stati sistemati i sacchi di contenimento lungo gli argini. Purtroppo non c’è stato niente da fare a sant’Agnese, finita sott’acqua già nella notte.
A Concordia si è reso necessario alzare le barriere per non lasciare il municipio in balia del Lemene. A San Michele dopo le problematiche per il canale Taglio di ieri, le campagne da nord a sud sono rimaste inondate come un lago, mentre il Tagliamento continua a crescere. «La bonifica di Sette Sorelle è un altro punto nero -spiega l’ingegner Grego del Consorzio di Bonifica – un guasto all’impianto elettrico ha mandato in tilt l’idrovora. Siamo riusciti a sopperire con il nostro “Andreotti”,come lo abbiamo simpaticamente soprannominato».
Già, perchè i tecnici hanno dato nuova vita ad un motore diesel del 1927, restaurato negli ultimi anni per una mostra, ma messo in efficienza a tempo di record per rimettesi al lavoro come se fosse il primo giorno, lasciando così spazio anche all’orgoglio prima di tornare a lavoro.

M.Cor.

 

SAN DONA’ – Ieri mattina Piavon, Piveran e Brian sembravano sul punto di esondare, poi il miglioramento    

A SAN DONA’ – Situazione sotto controllo, ma rimane alto lo stato d’allerta. Sceso il livello Piave (riaperto il parcheggio del Parco Golenale), di circa 2,50 metri, le preoccupazioni hanno riguardato i canali. La situazione in mattinata era apparsa critica, apparendo imminente l’esondazione del sistema Piveran – Piavòn – Brian. «Il grandissimo lavoro di consolidamento degli argini da parte della Protezione Civile e del Consorzio di Bonifica, con l’attivazione delle idrovore – ha spiegato il sindaco Andrea Cereser – ha permesso di governare la situazione molto bene e ricondurre i disagi entro limiti accettabili». Allagamenti sono stati registrati in alcuni parchi, in particolare il Parco delle Rose, e lungo via Sant’Osvaldo. Per un paio di garage in via degli Esposti è stato necessario l’intervento della Protezione Civile con pompe e sacchi di sabbia. Nel pomeriggio si è resa necessaria la posa di sacchi di sabbia e il consolidamento di argini soprattuto a Mussetta di Sopra, a Isiata, Cittanova e Fossà. Limitate esondazioni verso la campagna sono avvenute a Isiata, da parte del Canale Ramo, e a Fossà, da parte del Piavòn. (F.Cib)
A SAN STINO – Cinque famiglie evacuate in località Sette Sorelle per lo straripamento del canale Loncon, allarme allagamento per una trentina di famiglie di Corbolone e San Stino per l’esondazione del canale Fosson. L’acqua ha circondato la casa di riposo senza, al momento, creare problemi particolari. A causa dell’acqua in strada, via Fosson è chiusa al traffico per 500 metri proprio all’altezza della casa di riposo. La Polizia locale ha dato l’allarme ai cittadini con il megafono. Ininterrotto il lavoro dei volontari della Protezione civile sanstinese. In due giorni hanno preparato e distribuito tre mila sacchetti di sabbia e hanno effettuato una costante attività di monitoraggio dei corsi d’acqua e delle situazioni più a rischio.

(G. Pra.)

 

A FAVARO  – Dese a rischio a Ponte Alto

La pioggia continua di questi giorni sta creando parecchi problemi anche nel territorio di Favaro.
Situazioni critiche vengono segnalate in Via Piovega e Via Triestina a Tessera e in Via Orlanda a Campalto, dove i fossi sono ormai stracolmi e i terreni agricoli sono diventati degli enormi specchi d’acqua e in località Ponte Alto, tra Cà Noghera e Dese, dove il livello del fiume Dese, nei pressi del confine amministrativo con il Comune di Marcon, fa davvero paura perché è a solo una decina di centimetri dal punto di tracimazione.
La criticità maggiore si è, però, registrata in Via Cà Colombara, a Favaro Veneto, dove la strada che collega il capoluogo a Dese, subito dopo il civico 29, è finita per gran parte sott’acqua.
Sul posto ieri mattina è intervenuta la Protezione civile comunale che per mezzo di alcune pompe idrauliche, mentre la polizia locale teneva a bada il traffico, è riuscita ad incanalare l’acqua verso un’area di maggior deflusso.
Peraltro Via Colombara è una zona a forte rischio allagamenti, tant’è che con le alluvioni del 2007 e 2008 molte abitazioni di questa strada sono state invase dall’acqua.
Sia Fabrizio Zabeo, presidente del comitato allagati di Favaro, che il vicepresidente della Municipalità Angelo Lerede, intervenuti ieri in tutte le situazioni problematiche, non hanno fatto altro che richiamare la necessità di fare continua opera di manutenzione ai fossi, essendo questo genere di operazione fondamentale per prevenire possibili allagamenti.

Mauro De Lazzari

 

I lavori sulla rete degli ultimi quattro anni hanno prodotto risultati

Riviera e Miranese, rientra l’allarme

Il Brenta-Cunetta resta monitorato costantemente dai tecnici

In Riviera del Brenta e nel Miranese la situazione era, almeno fino a ieri sera, sotto controllo. Lo stato di allerta rimane anche se ieri nei Comuni del territorio non si sono registrati particolari problemi o criticità.
Situazione buona soprattutto nel territorio della Riviera del Brenta posto a sud del canale Naviglio. E questo non solo perché la zona è stata risparmiata dalle piogge intense cadute in altri territori. C’è infatti anche chi riconosce il merito di tale risultato alla realizzazione di numerose opere di compensazione idraulica che dal 2009 hanno interessato i territori dei comuni di Stra, Vigonovo, Fossò, Camponogara, Campagna Lupia, Campolongo Maggiore e parte di Dolo.
Succede raramente, ma questa volta l’elogio arriva dagli stessi amministratori pubblici ed è rivolto all’indirizzo del Consorzio di bonifica Bacchiglione, uno dei rari enti pubblici gestito economicamente dai propri consorziati tramite il pagamento di contributi obbligatori corrisposti da tutti i proprietari di fabbricati e terreni.
«La ricalibratura e la rinaturalizzazione dell’importante scolo Brentoncino, con la creazione di golene di espansione per 860 metri e di un’area umida di 17.000 metri quadrati, ha consentito di mettere in sicurezza gran parte del territorio posto a nord del fiume Brenta-Cunetta – dice il vicesindaco e assessore all’urbanistica di Campagna Lupia, Andrea Tramonte. La realizzazione del nuovo by pass idraulico a Vasi di Bojon sarà un ulteriore passo avanti per fare defluire rapidamente l’acqua in laguna. Nuovi lavori di miglioria idraulica sono in corso anche nel territorio a sud del Brenta-Cunetta».
Passata momentaneamente la paura per il rischio idraulico determinato dall’acqua caduta dal cielo, l’attenzione si sposta ora verso i grandi corsi d’acqua, primo fra tutti il Brenta-Cunetta, il cui livello da ieri mattina è costantemente in crescita per l’acqua proveniente dalla montagna.
Situazione sotto controllo anche nel Miranese dopo i timori dell’altro ieri. La pioggia non più battente come nei giorni scorsi ha consentito ai canali del territorio di respirare.
È rientrata dunque l’emergenza esondazioni a Mirano, Martellago, Noale e nella zona del salese. Il livello dei fiumi, specie Dese e Marzenego, che era salito in modo preoccupante per le continue piogge, tracimando anche in alcuni punti, già nella serata di venerdì ha iniziato a calare e ieri si è potuto tirare un sospiro di sollievo.
I volontari della protezione civile di Martellago, che con gli uomini del Consorzio Acque Risorgive continuano comunque a monitorare costantemente i canali, ieri notte hanno dovuto effettuare un solo intervento, la chiusura temporanea di via Cavino, al confine tra Maerne e Salzano, dove il sottopasso lungo la linea ferroviaria si era allagato: il problema è stato risolto rapidamente e la strada in mattinata era già riaperta.

Vittorino Compagno – Nicola De Rossi

 

Gazzettino – Allagamenti

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1

feb

2014

IDROVORE – Mobilitato il personale del Consorzio di bonifica per le esondazioni di fiumi e canali irrigui nel Veneto orientale, dove in meno di 24 ore sono caduti 150 millimetri di pioggia

IL CONSORZIO «La situazione è critica, in 24 ore sono caduti 150 mm di pioggia»

San Donà. Il Piave sorvegliato speciale

SAN DONÀ DI PIAVE – Situazione ancora sotto controllo ieri in tutto il territorio. In via Lungo Piave Superiore sono state messe le transenne per chiudere il parcheggio del Parco golenale, per una possibile piena. Gonfi i canali soprattutto Grassaga e Silos. Risolto un problema di allagamento nell’area antistante la materna “Italo Calvino” di Cittanova. Sotto osservazione due parchi il Delle Rose e San Luca. In allerta la Protezione civile. A Noventa chiuso il ponte di barche. Proclamato lo stato di allerta con monitoraggio serale e durante la notte per il Circogno e per il Grassaga. Per il Piave stato di attenzione, ma la situazione non appariva preoccupante.

(f.cib.)

 

VENETO ORIENTALE – Sono tracimati Reghena, Livenza e molti canali irrigui. Appello della Protezione civile: chi può si unisca per dare aiuto

Veneto orientale sott’acqua, nella notte tra giovedì i ieri la situazione è precipitata con i canali che erano al limite da troppo tempo. Nel Portogruarese non c’è stato corso d’acqua che non sia tracimato. Già a mezzogiorno il Reghena era esondato a Portogruaro, mentre il Lemene e il Versiola hanno inondato parte del centro storico. Mentre i Comuni cercano di informare la popolazione, anche attraverso Internet, lanciano l’appello affinchè la popolazione si unisca alla Protezione civile per preparare i sacchi. A Fossalta e San Michele il Taglio s’è riversato sui campi, così come il Cavrato, mentre il Tagliamento è sorvegliato speciale. Paura per il Livenza, che a monte è esondato già ieri mattina. «Non muovetevi da casa se non è strettamente necessario» hanno ribadito dal Consorzio di bonifica. Un invito che la stessa amministrazione comunale di Portogruaro aveva presentato nei giorni scorsi.
Del resto la situazione non è mai stata così critica come ora. «La criticità è diffusa – spiega l’ingegner Sergio Grego del Consorzio di bonifica del Veneto orientale – ha iniziato a piovere incessantemente già nella serata di giovedì. Sono caduti oltre 150 millimetri di pioggia in meno di 24 ore. C’è stato di peggio nel recente passato, ma il vento di scirocco, le maree e le piogge a monte hanno contribuito a innescare una vera bomba d’acqua che ci siamo quindi messi a gestire». Già da ieri notte il personale della bonifica era in allerta su tutto il territorio. La criticità è iniziata verso le 11.30, con l’alta marea. «La situazione è in peggioramento – spiega ancora Grego – è tracimato il San Giacomo, nell’omonimo rione di Portogruaro. Poi abbiamo registrato infiltrazioni dal Reghena, Malgher, Lemene, quando dalla pedemontana pordenonese hanno iniziato a scolmare». Nell’area delle “Sette Sorelle”, tra le campagne di San Stino e Concordia, il Malgher ha provocato diversi danni. Così anche il Taglio tra Teglio e Morsano, ma anche tra San Michele, Portogruaro e Fossalta.
«La situazione, dopo una tregua nel pomeriggio è tornata a precipitare in serata – spiega Grego – dalle 19 i canali sono tornati ad alzarsi». Soccorse anche tre persone anziane a Portogruaro. «Si tratta di anziani che vivono soli e che avevano l’acqua in casa – spiega Luca Villotta, coordinatore mandamentale della Protezione civile – abbiamo posizionato dei sacchi per bloccare l’evento, ma la situazione è mutata continuamente». Numerosi gli interventi per soccorrere persone in difficoltà.
Da ieri mattina sono stati attivati oltre un centinaio di volontari della Protezione civile. «Tutte le sezioni del territorio sono al lavoro da giovedì notte – spiega ancora Villotta – ma con il passare delle ore sono arrivati altri rinforzi». Chiuso anche viale Venezia nel tratto della Statale 14. In corrispondenza della confluenza di Reghena e Lemene l’acqua è fuoriuscita inondando borgo Sant’Agnese. Molte altre strade comunali sono state chiuse in tutta la zona, compresi i sottopassi e il “Ponte della Bruna” a San Michele per l’esondazione del canale scolmatore del Tagliamento. Difficoltà anche a Concordia, dove il Lemene ha lambito il municipio e a Sindacale, con la popolazione allo stremo da ore per posizionare i sacchi. Intanto la Polfer ha continuato a monitorare i ponti ferroviari, con i fiumi che sono finiti al limite di sicurezza.

 

CAVARZERE – Piove in classe, chiusa una scuola d’infanzia

CAVARZERE – Il sindaco ordina la chiusura della scuola dell’infanzia di Ca’ Matte per inflitrazioni d’acqua, restano a casa una trentina di bambini. La pioggia di questi giorni ha messo a dura prova l’istituto scolastico della frazione cavarzerana. Un edificio vecchio che, da tempo, aspetta i finanziamenti per il restauro. Il tetto versa in un cattivo stato di conservazione e con le condizioni meteorologiche di questi giorni ha messo in luce tutta la sua precarietà. L’acqua, scesa lungo i muri interni, ha danneggiato l’impianto elettrico e per evitare che i bambini siano a rischio, il sindaco Henri Tommasi ha firmato l’ordinanza di chiusura finché il problema non sarà risolto. «Già lunedì ci incontreremo con il dirigente scolastico Filippo Sturaro per cercare una soluzione provvisoria», ha affermato Tommasi. Si sta pensando di distribuire i bambini nelle altre scuole materne con un servizio navetta. Da tempo sono stati chiesti dei finanziamenti per il recupero dell’edificio, soldi che non sono mai arrivati. «Dopo questo incidente cercheremo di accelerare lo stanziamento dei fondi Cipe», chiude il sindaco.

Filippo Greggio

 

«Non muovetevi da casa»

LITORALE IN GINOCCHIO – Nuova mareggiata sull’arenile. Gravi danni a Jesolo e Caorle

JESOLO – Pioggia e vento di scirocco: una nuova mareggiata si è abbattuta sulla spiaggia di Jesolo. Ancora una vola la zona più colpita è quella della pineta, dove la furia del mare ha “mangiato” nuove fette di spiaggia, portandosi via anche la sabbia delle dune alzate a protezione. Critica la situazione anche all’altezza di piazza Mazzini dove le onde sono arrivate fino all’accesso a mare. È andata meglio nella zona del faro grazie alle barriere di sabbia che sono riuscite a contenere le onde. Prima di quantificare i danni sarà necessario che la situazione meteo si stabilizzi, anche se preoccupano le previsioni delle prossime ore. Senza dimenticare che nel conto finale andranno aggiunte le spese per la pulizia della spiaggia nuovamente invasa da tonnellate di rifiuti trascinati in mare dal Piave e dal Sile.

(g.bab. – r.cop.)

 

Tracima il Dese nel Miranese

Emergenza a Noale, Scorzè e Martellago, sotto assedio la storica Rocca dei Tempesta

MARTELLAGO – Giornata di massima allerta a Martellago, con un canale che è anche lievemente tracimato, ieri, a causa delle continue piogge. I fiumi, in particolare il Dese e il Marzenego, si sono alzati fin quasi al limite e di prima mattina in via Ca’ Nove, uno dei punti a maggior rischio idraulico del territorio, la Piovega, affluente del Dese, ha iniziato anche a tracimare minacciando le case vicine. I volontari della Protezione civile e gli operai comunali sono dovuti intervenire subito alzando gli argini con sacchi di sabbia per evitare l’esondazione.
A Noale l’allerta è rimasta fino a tarda serata a Noale. Verso le otto, il Marzenego è tracimato all’altezza della Rocca dei Tempesta andando a formare grandi pozzanghere sulla strada regionale 515, a due passi dall’incrocio delle «quattro strade», dove si uniscono le piazze del centro storico. La polizia municipale ha subito segnalato il problema istituendo il limite a trenta chilometri orari. La piena è stata smaltita anche attraverso lo scolmatore del consorzio che devia parte delle acque sul rio Roviego. Predisposte in anticipo transenne per chiudere le strade nelle aree più a rischio come via Ongari, via Bregolini, via Ronchi, via Ramo Ronchi, via Crosariol, via Colombara, via Brugnole.

 

NEL WEEKEND – In Riviera del Brenta si teme ancora il peggio

In Riviera del Brenta si teme il peggio in attesa di ulteriori piogge annunciate nei prossimi due giorni. Proprio oggi a Campolongo Maggiore è in programma una manifestazione dell’associazione “Brenta sicuro” che si batte per la sicurezza degli argini. Le acque piovane stanno alimentando fossati e soprattutto gli scoli consorziali. Nella serata di ieri erano sotto osservazione diversi collettori a rischio esondazione, specialmente a Camponogara. Per il momento si segnala qualche allagamento qua e là, a Vigonovo e Fossò, sulle strade e sulle zone con le solite problematiche di natura altimetrica. I problemi maggiori potrebbero arrivare nei prossimi dai corsi d’acqua di media portata, tipo il Serraglio a Dolo, canali che raccolgono l’acqua piovana e vengono alimentati dai fossati della rete idraulica minore.
A Mira la Protezione civile di Mira è in stato d’allerta per il livello dei canali nel territorio comunale. Ieri mattina a Oriago in via Ghebba è intervenuta per sostituire una pompa di sollevamento sul Cesenego, che si era temporaneamente bloccata. Una misura precauzionale nel caso la situazione del livello del canale fosse aumentata nell’arco della giornata ma la rete idrografica è riuscita a drenare l’acqua.

(Hanno collaborato Vittorino Compagno, Nicola De Rossi, Luisa Giantin, Gabriele Pipia, Gabriele Vattolo)

 

SAN DONÀ «Perché il Comune di San Donà non ha aderito al censimento sul consumo del suolo?». A chiederlo, in un’interrogazione, è il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Guido Salvestroni. Il censimento rientra in una campagna promossa dal Forum nazionale «Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori», che raccoglie numerose associazioni di tutta Italia. La segreteria del Forum, già nel febbraio del 2012, ha inviato a tutti i Comuni italiani la richiesta di compilare la scheda del censimento. Da allora, però, solo pochi Comuni hanno risposto. Nel Veneziano risulta che solo San Michele al Tagliamento abbia risposto in modo completo, mentre Jesolo, Caorle e Stra hanno compilato il questionario con qualche carenza. «Il Comune di San Donà non ci risulta abbia risposto», spiega Salvestroni, «chiediamo i motivi per cui la richiesta di censimento non sia stata evasa. Chiediamo anche se i dati siano a disposizione dell’amministrazione e se sia possibile altrimenti recuperarli». Tra i dati sul consumo di suolo richiesti dal censimento, figura anche il numero degli appartamenti sfitti. Si parla di circa duemila alloggi vuoti in città, ma è una stima.

(g.mon.)

link articolo

 

MALTEMPO NEL VENETO ORIENTALE

Alberi caduti e stalle crollate, abitazioni e centinaia di auto danneggiate

Distrutti anche serre, orti e vigneti. Il sindaco Gasparotto: «Un disastro»

PORTOGRUARO – Alberi caduti, case crollate e danneggiate, strade trasformate in piste di ghiaccio, raccolti gravemente danneggiati. È stata una serata allucinante quella che si è vissuta martedì tra le 22.30 e le 2 in gran parte del Portogruarese a causa di vento, pioggia ma soprattutto di una fortissima e devastante grandinata. Diversi i comuni colpiti. I danni maggiori si sono registrati nei territori di Annone Veneto, Portogruaro e Gruaro. Ora è caccia ai finanziamenti da recuperare attraverso la Regione che quasi certamente inoltrerà al governo una richiesta di calamità naturale. Per quanto riguarda le abitazioni, almeno 50 sono state quelle danneggiate dalla furia del vento a Gruaro. Ma a Loncon ci sono stati alcuni crolli di stalle e fienili in aperta campagna. Solo per una fortunata coincidenza non si sono registrati feriti e non ci sono stati incidenti stradali. Le automobili danneggiate dalla grandine, quelle parcheggiate e quelle che erano invece in marcia, sono state almeno trecento. Molte carrozzerie della zona sono già al lavoro. I danni maggiori le vetture li hanno subiti sulla carrozzeria. Alcune però hanno rimediato danneggiamenti ai fanali posteriori e anteriori, e soprattutto hanno subito la rottura dei finestrini o dei lunotti. In pochi casi anche del parabrezza. La scia di grandine ha attraversato prima la zona di Annone Veneto e Pramaggiore, poi quella di Portogruaro e infine si è abbattuta a Fossalta di Portogruaro e San Michele al Tagliamento. Risparmiata la costa. A Bibione e Caorle il maltempo si è limitato ad attività elettrica in cielo, senza piovaschi. La perturbazione ha solo l’ambito il centro di Annone. A Giai e a Loncon ha fatto cadere molti alberi, almeno una decina di cui uno sulla provinciale che collega Annone a San Stino; e ha distrutto moltissimi orti. I giardini delle abitazioni di Loncon sono stati enormemente danneggiati. Un appassionato di fiori si è visto il roseto completamente spogliato. Squarciato il tetto della cantina Giuseppe Piva. A Pracurte sono stati compromessi alcuni vigneti. Secondo gli agricoltori colpiti non si potrà produrre il rinomato passito. Nelle campagne di Loncon poi il vento ha abbattuto alcuni tetti, provocando crolli di travi. La tempesta ha poi toccato Blessaglia, in misura minore, e soprattutto Belfiore. É questa la località più colpita nel territorio di Pramaggiore. E anche qui si lamentano danni agli orticoli. I giardini delle ville, in stile veneziano, sono andati distrutti. Non è rimasto nulla. A Portogruaro il fenomeno è stato molto intenso a Pradipozzo, Summaga e Lison. Anche qui molte coltivazioni, tra cui pregiati frutteti, sono stati colpiti. Nella zona industriale di Summaga è volata qualche copertura. Ma questo è poco in confronto a quanto avvenuto nella parte alta del territorio di Portogruaro, e soprattutto nel gruarese, tra Malcanton, La Sega e Giai. Il ciclone qui ha preso vigore. È crollato un albero in via Gramsci, che ha costretti i vigili del fuoco a intervenire nei pressi dell’abitazione della famiglia Montagner. Il paesaggio qui si è trasformato. Le strade erano diventate completamente bianche. Cumuli di chicchi hanno invaso le vie di comunicazione più importanti come via De Gasperi, via Mazzini, via Gramsci sempre tra Malcanton e La Sega; e poi via Roma e via Lemene in pieno centro a Gruaro. Nel pomeriggio di ieri il sindaco Giacomo Gasparotto ha compiuto un sopralluogo. »È un disastro» ha confidato. A La Sega il fortissimo vento ha distrutto le serre nuove dell’azienda agricola Bortolussi. I danni ammontano a 25 mila euro. L’impresa è in ginocchio. A Gruaro invece sono stati distrutti appezzamenti di pregiato radicchio. E mentre la Protezione civile di Gruaro, in piena notte, dava man forte ai vigili del fuoco di Portogruaro e San Vito al Tagliamento, fuori dalle abitazioni la gente, in pigiama, ha cominciato a spazzare le foglie e soprattutto la grandine. Le strade sulla viabilità minore sono rimaste sporche invece fino a ieri sera. Infine Fossalta e San Michele. Ad Alvisopoli, Malafesta, Pozzi, San Mauro, Villanova della Cartera molte case hanno avuto le tapparelle danneggiate e le automobili hanno subito uguale sorte di quelle di altri paesi.

Rosario Padovano

 

Una bomba d’acqua “coda” della bufera che ha flagellato l’Europa 

PORTOGRUARO. San Giuda, la tempesta che ha flagellato il Nord Europa, ha colpito l’Italia, anche “se di striscio”. Treviso e il Veneto orientale ne hanno fatto le spese più di tutti, finendo per impattare contro una vera e propria bomba d’acqua, martedì notte. Non serve scomodare la maledizione di Halloween per spiegare un fenomeno sicuramente fuori stagione, ma non del tutto anomalo. Abituati a piogge autunnali, normali per il periodo, ci siamo ritrovati a contare danni da temporale estivo, come si fa solitamente a luglio e agosto. La “coda” di San Giuda che ha colpito trasversalmente le province venete ha cominciato a muoversi nella tarda serata di martedì dall’area gardesana, attraversando con direzione Nord-Est tutta la regione: ha scaricato pioggia e grandine sul vicentino, lambendo Padova e colpendo l’Alta Padovana, quindi sfiorando il Miranese e impattando sulla Marca e il Veneto orientale. Pioggia, venti forti, grandine: come in estate. Perché quasi estiva è la situazione che il fronte atlantico ha trovato a Nordest, da diversi giorni sotto l’influenza di un anticiclone sub tropicale. Clima mite e umidità nei bassi strati sono il terreno ideale per lo sviluppo di temporali: basti pensare che la mattina del 29 ottobre il Meteo Stretti di Eraclea ha misurato una temperatura in loco di 20,1 gradi. Decisamente fuori stagione. Per il ponte di Ognissanti la situazione dovrebbe tornare normale, ma solo per la prima parte del weekend. Oggi pressione in aumento, calo dell’umidità e discesa delle temperature notturne verso valori più nella media.

(Filippo De Gaspari)

 

La gente: «Sembrava un bombardamento»

Residenti allibiti: caduti 40 centimetri di ghiaccio in 5 minuti. Gli anziani: «Mai visto nulla del genere»

PORTOGRUARO – Sono racconti allucinanti quelli descritti dai testimoni della grandinata che si è abbattuta martedì sera sul Veneto orientale. «Sembrava un bombardamento», «Sembrava un treno in corsa», queste le frasi pronunciate. Eppure in mezzo al disastro c’è un motivo, seppur piccolo, di soddisfazione. Tutte le case, circa 50, che hanno subito danneggiamenti a La Sega verranno risarcite. Infatti i proprietari hanno stipulato in queste settimane assicurazioni sul maltempo che garantiscono, al pagamento della polizza, un risarcimento. Oggi, nei comuni colpiti come ad Annone Veneto ad esempio, si possono già presentare dei memoriali inserendo la lista dei danni. A Gruaro due consiglieri comunali sono in ginocchio. Gli imprenditori agricoli Matteo Bortolussi e Ivan Moro hanno subito danni per migliaia e migliaia di euro. «Il vento mi ha portato via oltre 2000 metri quadrati di serre», ha spiegato Bortolussi, «le avevo acquistate pochi mesi fa. I danni ammontano a più di 20mila euro. Ivan Moro deve dire addio al suo pregiato radicchio. Danneggiato così come l’imprenditore Tonino Frigo. La grandinata gli ha distrutto i peri. «A La Sega», ha raccontato il sindaco di Gruaro, Giacomo Gasparotto, « si sono accumulati 40 centimetri di grandine in pochi minuti. Gli anziani del paese sostengono che non hanno mai visto nulla del genere nella loro vita. Sono allibito». Gasparotto ha inoltrato una comunicazione alla Regione Veneto, ma contrariamente ad altri sindaci non chiederà che la Regione stessa avanzi al Governo la proposta dello stato di calamità. «I cittadini danneggiati sono tutti assicurati» conclude. Gravi danni ai capannoni di Malcanton e a un allevamento avicolo. I tetti di alcuni sono stati sradicati. Sempre a La Sega sono stati danneggiati alcuni camini. Allucinante anche il racconto di Marco Piscicelli, che abita invece a Portogruaro Nord, vicino ai centri commerciali. «Mi hanno fatto un preventivo di 3mila euro per i danni subiti alla carrozzeria della mia macchina», afferma «Erano le 23.20 di martedì. Ho sentito un tuono fortissimo. Poi è cominciata la grandinata».

(r.p.)

Agricoltura in ginocchio. Danni per un milione.

Frutteti compromessi, migliaia di ettari di coltivazioni di soia e radicchio distrutti

Quindici aziende si sono rivolte a Cia e Coldiretti. Cantine vinicole scoperchiate

SAN STINO – Frutteti compromessi, le coltivazioni di soia rovinate, cantine vinicole con i tetti scoperchiati. Il maltempo ancora una volta fa pagare il prezzo più salato all’agricoltura. Secondo una prima stima, la grandinata di martedì sera ha causato danni alle imprese agricole del portogruarese superiori al milione di euro. Per avere una quantificazione esatta, però, bisognerà attendere i prossimi giorni, quando saranno terminati i vari sopralluoghi alle strutture danneggiate e le verifiche sulle condizioni delle coltivazioni. Una quindicina le aziende agricole che si sono rivolte agli uffici di zona della Coldiretti, per segnalare danni. Già ieri gli addetti della Coldiretti hanno eseguito i primi sopralluoghi. La violenta grandinata ha investito, in particolare, la zona di San Stino e Gruaro. La furia del maltempo si è abbattuta su una fascia di terreno piuttosto stretta, larga non più di 2 chilometri, ma molto lunga, comprendendo tutto il territorio che si estende tra San Stino e Gruaro. Un’area vocata a coltivazioni di pregio, per complessivi circa 5 mila ettari di terreno agricolo interessati dalla furia del maltempo. Dai primi sopralluoghi, sembra che i danni peggiori li abbiano patiti i frutteti, alcuni dei quali rischiano di essere compromessi anche per il futuro in quanto è stata intaccata pure la parte legnosa della pianta. Vari problemi hanno lamentato anche le aziende specializzate nella produzione vinicola. La furia del vento ha provocato la caduta di numerosi alberi, alcuni dei quali sono precipitati sui vitigni. In alcune aziende, inoltre, sono stati segnalati danni alle cantine, con coperture parzialmente scoperchiate, tegole e coppi dei tetti e delle grondaie divelti. Accanto ai frutteti, però, è la soia l’altra coltivazione che ha patito i danni maggiori. Già prima della grandinata di martedì sera, la raccolta della soia giunta a maturazione stava procedendo infatti a rilento, a causa dell’umidità e dei livelli di piovosità dell’ultimo periodo. Con la grandinata, adesso il raccolto di interi campi di soia rischia di essere spacciato. Dal maltempo non sono rimaste immuni nemmeno le coltivazioni orticole. A Gruaro la grandine ha rovinato il raccolto del radicchio dell’azienda agricola gestita da Ivan Moro, che si trova in località Boldara. E sempre nel territorio di Gruaro si sono verificati alcuni danni di entità importante a una serra. Anche gli uffici di Portogruaro della Confederazione italiana degli agricoltori (Cia) hanno provveduto ieri a fare una ricognizione di quanto accaduto, contattando i vari imprenditori associati nelle zone colpite dal maltempo. Le segnalazioni raccolte sono state di minore entità, ma anche in questo caso si parla di danni registrati in particolare nella zona di Gruaro. La grandine ha colpito duramente pure nelle campagne attorno alla frazione portogruarese di Summaga, dove alcuni agricoltori hanno raccontato di chicchi di grandine grossi quasi come una noce. La grandine ha colpito anche il territorio di San Michele al Tagliamento, in particolare nella zona a nord della Statale 14 e verso la ferrovia. Quanto accaduto martedì sera è solo l’ultima tegola che si è abbattuta in questi ultimi mesi sull’agricoltura del portogruarese, che più volte ha dovuto fare i conti con la furia del maltempo.

Giovanni Monforte

 

PORTOGRUARO – Grande pioppo a rischio crollo I pompieri costretti a tagliarlo 

PORTOGRUARO – Anche il grande pioppo di piazza Castello, a Portogruaro, è rimasto vittima del violento fortunale di martedì sera. Da tempo la grande pianta veniva monitorata dai tecnici comunali e dai botanici, in quanto colpita da malattie e funghi alla radice. La furia del veneto dell’altra sera, purtroppo, ha dato il colpo di grazia al grande pioppo. Ieri mattina un nuovo sopralluogo dei tecnici ha evidenziato infatti che la pianta presentava dei problemi di stabilità piuttosto importanti, tali da far temere un possibile crollo a terra in caso di nuovi fenomeni temporaleschi. Così si è deciso di intervenire d’urgenza e il grande pioppo è stato tagliato per ragioni di sicurezza. A parte questo, nel complesso il maltempo non ha causato gravi danni o situazioni di pericolo nel territorio di Portogruaro. Ieri mattina gli operai del Comune, insieme a quelli di Asvo, si sono messi in azione per ripulire le strade principali e le zone più frequentate del capoluogo, ma soprattutto di Summaga, Pradipozzo e Lison, le più colpite.

(g.mon.)

 

Nuova Venezia – Fossalta chiede lo stato di calamita’

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1

ott

2013

Il sindaco ha convocato per stasera una giunta nella quale si farà la stima dei danni provocati dalla bomba d’acqua

FOSSALTA – Verrà chiesto lo stato di calamità naturale per i danni provocati dalla forte ondata di maltempo che si è abbattuta sul Veneto Orientale e in particolare su Fossalta di Portogruaro la mattinata di domenica.

Lo ha annunciato il sindaco di Fossalta di Portogruaro, Paolo Anastasia, che ieri ha fatto le ore piccole lavorando fino all’alba, casa per casa, per assistere gli abitanti colpiti. Per questa sera, con inizio alle 18, ha convocato una giunta straordinaria in cui si affronterà il delicato tema dei danni provocati dal maltempo e soprattutto si farà il punto della situazione su cosa e quanto chiedere al Governo centrale, ammesso poi che a Roma ci sia il tempo di discutere anche di queste problematiche, vista l’attuale crisi politica.

Si calcola che nella sola Fossalta, secondo i dati Arpav, siano caduti nell’intera giornata di domenica 170 millimetri di pioggia. Nella vicina Lugugnana ne sono caduti “soltanto” 50.

Sono cifre che fino a qualche anno fa, anzi forse fino a qualche mese fa, erano riferibili ai paesi dell’area subtropicale. Verranno coinvolte, per reperire i risarcimenti, anche gli altri enti sovracomunali, ovvero la Provincia e la Regione. Non è esclusa nemmeno una sinergia stretta con gli altri Comuni colpiti, anche se in misura largamente inferiore, dall’ondata di maltempo; ovvero Portogruaro, Concordia e San Michele, con cui Fossalta collabora da tempo viste anche le comuni idee politiche (sono tutti comuni retti dal centrosinistra).

«Più siamo e meglio è», ha sostenuto Paolo Anastasia, «le maggiori criticità legate all’emergenza si sono protratte fino al primo pomeriggio. Abbiamo visitato, casa per casa, le famiglie colpite. Sono state circa una quarantina quelle che si sono ritrovate con l’acqua in casa. Poi è ripreso a piovere».

I sottopassaggi di via San Marco e via Olimpia, completamente allagati, sono stati liberati, con fatica dalla morsa dell’acqua. Il gruppo sommozzatori dei vigili del fuoco, nella zona dello stadio, è riuscito a recuperare, con il soccorso stradale Battiston, la Mercedes Classe B, rimasta bloccata dalla furia dell’acqua attorno alle 10 di domenica. Da quella vettura un padre, residente nella zona, è riuscito ad aprire la portiera dal lato guida in tempo, liberando dall’abitacolo la moglie e il bambino di quattro anni. È stata una brutta avventura che per loro si è risolta bene, mentre la vettura è da buttare. Nella giunta di oggi Anastasia affronterà anche il tema delicato dell’assetto idrogeologico del territorio.

«Al di là del quantitativo mastodontico di pioggia caduta in pochissimi minuti», chiosa il sindaco, «sono emersi dei punti critici. Sono almeno tre: via Bettoni, la strada che collega di Alvisopoli e Fratta; e la strada che collega le altre due frazioni di Villanova e Stiago. E poi via Manzoni, la strada dove sorgono la stazione carabinieri e il palasport dedicato Denis Innocentin».

Rosario Padovano

 

«I canali non vengono mai puliti»

San Michele. Zulianello della Cia accusa d’inefficienza il consorzio di bonifica

SAN MICHELE «È un problema che si ripresenta da anni, perché non viene fatta l’adeguata manutenzione dei canali». A farsi portavoce del malcontento degli agricoltori per i continui allagamenti è Stefano Zulianello, componente della giunta provinciale della Confederazione italiana agricoltori (Cia) e titolare di un’impresa florovivaistica in via Molinovo a San Michele. La sua stessa azienda è stata sommersa dall’acqua con danni ingenti alle piccole piantine.

«Domenica mattina sono caduti circa 140 millimetri di pioggia in un’ora e mezzo e siamo andati sott’acqua», racconta Zulianello, «la mancata manutenzione dei canali impedisce all’acqua di defluire correttamente e così gli altri 100 millimetri caduti domenica sera hanno completato l’opera».

Anche altre aziende agricole nella zona di San Michele a nord della Triestina hanno subito allagamenti. E se l’acqua non dovesse ritirarsi in fretta, il rischio è che la soia ancora nei campi possa marcire. In quell’area a far da tappo al deflusso dell’acqua contribuisce anche la presenza della ferrovia. Ma il problema è, soprattutto, di mancata pulizia dei canali. Problemi si ripetono ormai da anni, almeno dal 2007.

«È da anni che si parla di questa problematica e nessuno fa nulla, aggiunge Zulianello, «non viene fatta la necessaria manutenzione dei canali».

Per risolvere drasticamente il problema servirebbe un intervento complessivo di potenziamento della rete di scolo.

«Possiamo capire che non ci siano i soldi per questo, ma chiediamo che il Consorzio di bonifica faccia almeno la manutenzione dei canali» conclude Zulianello.

Quanto al resto del territorio, dalla Coldiretti fanno sapere che dalle zone di aperta campagna non sono state segnalate situazioni di difficoltà evidenti. Qualche problema nelle zone più a ridosso delle aree cementificate.

Giovanni Monforte

 

Nuova Venezia – Bomba d’acqua sul Portogruarese.

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30

set

2013

Auto sommersa nel sottopasso, papà salva figlio e moglie

Calcolati circa 200 millimetri di pioggia nei due rovesci

FOSSALTA DI PORTOGRUARO – “Nefertari” si è abbattuta sul Veneto orientale procurando gravi danni. Una famiglia si è salvata in tempo, mentre percorreva il sottopasso di via Olimpia. Il padre ha afferrato la moglie e il figlioletto di 4 anni, li ha tirati fuori dalla loro Mercedes Classe B, mentre veniva sommersa.

Disagi si sono registrati anche a Portogruaro, San Michele e Concordia, anche se in misura inferiore. Si è calcolato che in poco meno di un’ora a Fossalta siano caduti tra le 9 e le 10 di ieri mattina addirittura 200 millimetri di pioggia. Oltre 50 le chiamate ricevute da carabinieri e vigili del fuoco. Sul posto anche Protezione civile, Genio civile e i reperibili del Consorzio di bonifica Veneto orientale. Svariate le chiamate arrivate al centralino dei carabinieri della compagnia di Portogruaro. La stazione di Villanova di Fossalta è finita sotto acqua. Il sindaco di Fossalta, Paolo Anastasia, ieri per tutto il giorno ha seguito l’evolversi della situazione dal magazzino della Protezione civile alla periferia della cittadina. Il maltempo si è concentrata quasi esclusivamente in un raggio di pochi chilometri quadrati. Due i principali eventi atmosferici. Il primo si è abbattuto alle 9. Ma è con il secondo, un’ora dopo, che Fossalta ha dovuto fare i conti con un vero e proprio nubifragio. Le rogge Taglio, Rojuzza e Lugugnana si sono alzati rapidissimamente, ma non hanno creato problemi. Drammatiche le conseguenze a livello viabilistico e non solo. Si sono allagate in centro a Fossalta le vie Pascoli, Caboto, Roma, Venezia, Montello con le sue laterali via Croce e via Gioberti; gravissima la situazione in via Olimpia, nella zona degli impianti sportivi, e in via San Marco. Non sono due vie a caso, sono le strade caratterizzate dai sottopassi ferroviari. L’unico percorribile, grazie al quale Fossalta non è rimasta isolata del tutto, era quello di via 4 Novembre. I residenti di via Caboto erano imprigionati nei loro condomini, oltre 40 le abitazioni allagate. Scenario impietoso anche nelle frazioni. A Villanova di Fossalta gli operai hanno lottato contro il tempo per salvare i macchinari alla Zignago Vetro. Allagata l’area della stazione dei carabinieri in via Manzoni. Ad Alvisopoli un agricoltore ha misurato con il pluviometro la pioggia caduta: 200 millimetri. Salva, per poco, Villa Mocenigo. Allagata la strada che collega Alvisopoli a Fratta, via Bettoni. In ginocchio Sacilato. Sul posto si sono alternati i vigili del fuoco di Portogruaro, Mestre e le squadre di Protezione civile di Gruaro, Fossalta, Teglio, San Stino, Pramaggiore e Portogruaro. I volontari erano ad Annone per la festa del santo patrono e hanno dovuto abbandonare in fretta la cerimonia. Il sindaco di Fossalta, Paolo Anastasia: «Si è abbattuta una bomba d’acqua che non ha risparmiato le frazioni e il centro».

Rosario Padovano

 

SAN DONA’

Paura al Villaggio S. Luca «Non usciamo da casa»

SAN DONÀ – Pioggia a dirotto per tutta la giornata, ma fortunatamente non si sono ripresentati gli allagamenti di poche settimane fa. Nelle zone più a rischio di San Donà, Villaggio San Luca, via Dalla Francesca e periferia est, i residenti sono rimasti chiusi in casa ad aspettare che la pioggia si attenuasse. In via Dalla Francesca, in particolare, avevano ancora in mente l’ultimo allagamento di abitazioni, garage, seminterrati, interi orti. «Non possiamo vivere sempre con l’angoscia», spiegano, «anche perché in ottobre ci sono piogge e allagamenti fino a novembre. Ogni volta che piove non possiamo neppure lasciare le nostre case per la paura che si allaghino. Dopo l’ultimo episodio, poche settimane fa, non mangiamo neppure più la verdura negli orti, visto che è stata coperta da acqua di fogna. Il Comune ha annunciato un piano delle acque. Noi non riusciamo a comprendere quale sia il vero problema. I pozzetti sono puliti, dunque sarà una questione di tubature vetuste o idrovore che non funzionano a dovere. Non siamo tecnici, ma vorremmo avere il diritto di vivere serenamente e non essere terrorizzati dalla prima pioggia di fine estate e vivere male autunno e inverno». I disagi sono stati complessivamente contenuti, anche nello Jesolano. La pioggia ha ormai chiuso ufficialmente la stagione estiva che infatti terminava ieri con la fine del servizio di salvataggio e la chiusura degli ultimi ombrelloni. Il mare non è stato particolarmente mosso e tutto si è risolto per il meglio. A giorni la Federconsorzi procederà con le dune di sabbia per la protezione del litorale dalle mareggiate. Quest’anno sarà accumulata sabbia lungo tutto il litorale di Jesolo per circa 15 chilometri. Le onde hanno riportato sulla spiaggia davanti a piazza Casa Bianca la carcassa di un delfino morto da alcuni giorni. Un ritrovamento che ha destato stupore tra chi passeggiava sulla spiaggia e non è abituato a vedere questi ritrovamenti. È il secondo caso da questa estate. Sul posto è arrivata comunque la capitaneria di porto per il recupero.

Giovanni Cagnassi

 

Allagamenti a Fossalta e Concordia

Gravi disagi al cantiere della tangenziale che va sott’acqua. Una giornata di duro lavoro per il Consorzio di Bonifica

PORTOGRUARO – La coda dell’ondata di maltempo che si è abbattuta sul Veneto orientale procurando gravi danni e disagi ha riguardato anche i comuni limitrofi di Fossalta, dove comunque si sono concentrate il grosso delle precipitazioni. Toccate dalla perturbazione sono state anche Portogruaro, Concordia Sagittaria e la parte a nord di San Michele, quella più vicina appunto alla zona a nord-est del territorio fossaltese. Anche negli altri tre comuni sono giunte le segnalazioni di rito a Protezione civile e vigili del fuoco. A Portogruaro qualche disagio si è patito pure in centro storico, ma i maggiori interventi si sono registrati in periferia, proprio verso Fossalta, e quindi nella zona a nord di viale Trieste e sulle strade laterali, dove l’urbanizzazione negli ultimi trent’anni è stata molto massiccia. Si è allagato, sul confine tra Portogruaro e Fossalta, l’intero cantiere della tangenziale che dovrebbe essere completata a dicembre. Non è escluso comunque che si torni già oggi al lavoro per rispettare i tempi. Lo scenario tuttavia era decisamente desolante. A Concordia Sagittaria il maltempo ha rovinato il clima di festa della Gara dee Batee, storico e tradizionale appuntamento molto sentito a Concordia. I disagi però sono stati limitati. Come al solito è andata sotto via Marcantonio, ma non è una grossa novità. Allagata anche via Lemene. «A Sindacale», ha riferito il primo cittadino di Concordia, Marco Geromin, «la situazione si è presentata meno grave del previsto. Solo una casa disabitata con un po’ d’acqua nel garage. Il centro anche stavolta è risultato il più colpito, con torrenti d’acqua in piazza, peggiorati da alcuni automobilisti maleducati che a velocità sostenuta hanno provocato quasi un moto ondoso, allagando i negozi». Concordia come Venezia dunque. Infine San Michele al Tagliamento. Il centro è stato risparmiato dalla furia dell’acqua, i maggiori disagi si sono patiti a ridosso del territorio di Fossalta con problemi in particolare nella zona di Villanova della Cartera, al ridosso del confine con il Friuli. Disagi anche a Malafesta, Pozzi e San Mauro; tuttavia cose sopportabili rispetto all’emergenza che si è registrata a Fossalta. Domenica di lavoro per il Consorzio di Bonifica Veneto orientale. «Abbiamo dovuto monitorare la situazione e lavorare molto per tutto il giorno perché il maltempo non ha dato tregua. Le piene delle rogge», ha sottolineato il direttore del Consorzio di Bonifica Veneto orientale, Sergio Grego, «hanno innalzato il livello dei canali consortili verso il mare. La situazione è stata critica. Tutti i reperibili hanno compiuto un grande lavoro».

Rosario Padovano

 

Gazzettino – “Bomba d’acqua” a Fossalta

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30

set

2013

Case, campi e strade allagati

In un’ora sono caduti 20 millimetri di pioggia, sette volte quanto previsto in casi d’emergenza. L’ondata di maltempo ha colpito ieri mattina nel Veneto orientale allagando strade, campi e case.

MALTEMPO – In un’ora sono caduti 20 millimetri, una cinquantina di richieste di soccorso

Pioggia da incubo, tutti sott’acqua

Case e campi allagati, automobilisti imprigionati costretti a chiedere aiuto all’Aci

In un’ora sono caduti 20 centimetri d’acqua, sette volte quanto previsto in casi di emergenze. È un evento eccezionale quello che s’è abbattuto ieri mattina sul Portogruarese, provocando danni ingenti. Colpiti i comuni di Portogruaro, Concordia Sagittaria, San Michele al Tagliamento e Fossalta di Portogruaro, dove per la prima volta sono finiti sott’acqua anche gli stabilimenti Zignago con il reparto della vetreria. In un’ora, a partire dalle 9.30, al centralino dei Vigili del fuoco sono arrivate 50 richieste di soccorso.

Moltissimi i disagi per la popolazione che s’è ritrovata con le abitazioni allagate, anche in aree che solitamente non hanno mai registrano problemi. Impressionante l’allagamento a Fossalta dei sottopassi ferroviari di via San Marco, dove un automobilsta è rimasto incastrato, e di via Olimpia, nei pressi del campo di calcio, dove l’acqua ha raggiunto i 10 metri allagandoli entrambi e lambendo la tratta ferroviaria. L’unico accesso al centro del paese era su viale Venezia, dove però molte abitazioni sono rimaste allagate. «Un’area quella che non ha mai fatto registrare problemi» ha sottolineato l’ingegner Sergio Grego, direttore del Consorzio di bonifica del Veneto orientale. Sulle stessa strada a Fossalta due donne anziane sono rimaste bloccate con l’auto in mezzo metro d’acqua che aveva invaso la sede stradale. Sono dovuti intervenire i Vigili del fuoco per portarle in salvo, mentre sono oltre 30 gli automobilisti soccorsi dall’Aci Rado per le auto rimaste in panne a causa dell’acqua.

Allagamenti sono stati registrati anche a Portogruaro e a Lugugnana, a San Michele e a Concordia. «Problemi sono stati evidenziati a Concordia sulla sponda sinistra del Lemene – ha ribadito Grego – che solitamente non hanno mai registrato criticità». A Sindacale i residenti di via dei Pescatori hanno praticamente buttato ciò che in poco più di due mesi erano riusciti a salvare a seguito di altrettanti allagamenti. Allagata anche la zona più a Nord di San Michele al Tagliamento. «Abbiamo ricevuto richieste di soccorso a Malafesta, Villanova della Cartera, Pozzi e San Giorgio al Tagliamento – spiega Andrea Gallo, comandante della Polizia locale – siamo intervenuti con la pattuglia e con la Protezione civile comunale per diversi allagamenti nelle case, monitorando l’evolversi della precipitazione attraverso il satellite che ci indicava costantemente le condizioni climatiche».

E pensare che per la Protezione civile doveva essere una giornata di festa in occasione del Patrono. «Eravamo ad Annone Veneto per la manifestazione – spiega il coordinatore di San Michele della Protezione civile, Antonio Miorin – non c’era nemmeno una goccia. Abbiamo dovuto interrompere la festa per andare in soccorso alla popolazione alluvionata. Nelle frazioni a Nord del Comune, le fognature non sono riuscite a contenere la pioggia e la pressione ha scaraventato tutto nelle caditoie delle abitazioni».

«Sono caduti 200 millimetri di pioggia in meno di un’ora – ribadisce Grego – un evento eccezionale se consideriamo che solo due settimane fa ne erano caduti 50 allagando Sindacale e le zone limitrofe.

La nostra struttura è tarata per emergenze di 30 millimetri, che nel tempo siamo riusciti a portare anche a 60 in condizioni davvero particolari.

Purtroppo l’evento eccezionale, che dovrebbe ripetersi ogni 20 anni, lo stiamo registrando ogni due/tre mesi. I nostri canali hanno raccolto tutta l’acqua, ma l’assorbimento avviene dopo 2 ore dalla precipitazione». Lo stesso Grego è rimasto in contatto con i sindaci del territorio che hanno allertato le squadre della Protezione civile. In campo anche i Vigili del fuoco di Portogruaro con l’ausilio dei colleghi giunti in forze da Mestre. La Questura di Venezia ha invece coordinato l’emergenza, attraverso le forze dell’ordine e la Protezione civile.

 

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