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Chioggia. Clamorosa iniziativa degli utenti che salgono sui bus per Venezia

«Si viaggia con il freddo in inverno e al caldo in estate, non ne possiamo più»

CHIOGGIA – Diffida all’Actv per i disagi degli ultimi mesi e per i disservizi degli ultimi 15 anni registrati sulla linea 80. I pendolari del gruppo facebook “Utenti scontenti Actv Sita” si sono rivolti ad uno studio legale di Padova per segnalare all’azienda di trasporti un elenco di disservizi che si ripetono da anni. In assenza di riscontri positivi potrebbe seguire un inasprimento della vertenza.

Da mesi i pendolari della linea 80 lamentano che il servizio di trasporto pubblico extraurbano non sia all’altezza dello standard di qualità promesso e del costo dell’abbonamento. Il malumore è aumentato a dicembre quando gli autisti hanno iniziato a protestare contro la decisione della Provincia di privatizzare la linea non dando più la disponibilità a fare straordinari e turni con saltati riposi. La diretta conseguenza è stata la mancanza all’improvviso di corse in partenza da Chioggia e da Venezia e il sovraffollamento di quelle successive.

Un disagio forte per chi, dopo magari otto ore di lavoro, si ritrovava al capolinea costretto a rimanere ancora fuori casa o per chi perdendo il normale pullman arrivava in ritardo al lavoro.

«È stata la classica goccia che ha fatto traboccare un vaso già pieno», spiega Alessandro Penzo, ideatore del gruppo “Utenti scontenti”, «abbiamo deciso di non subire più in silenzio. La diffida è una segnalazione ufficiale ad Actv per spiegare che i pendolari hanno dei diritti e che così le cose non vanno. Certo partiamo dai disagi degli ultimi due mesi che hanno costretto chi già aveva pagato l’abbonamento a organizzarsi per viaggiare con la propria auto per evitare di arrivare tardi al lavoro o di rimanere troppe ore fuori casa per una protesta, che per quanto sacrosanta, ha causato un’interruzione di pubblico servizio, ma andiamo poi indietro di 10-15 anni con un corposo elenco di disservizi».

La diffida, curata dall’avvocato Federico Alati di Padova, è stata inviata per conoscenza anche alla Procura della Repubblica. È firmata da Penzo come rappresentante dei pendolari di tutto il gruppo.

«Si viaggia col freddo in inverno», spiega Penzo, «e con il caldo d’estate. Giusto qualche giorno fa il pullman in partenza alle 7 aveva il riscaldamento rotto e si vedeva il fiato dei passeggeri quando respiravano. Spesso porte e finestrini non si chiudono bene. È capitato anche di avere il gas di scarico che entra nel pullman con fastidi per chi siede negli ultimi posti, senza contare quando si viaggia in 30-40 ammassati in piedi. Attendiamo riscontri e un cambio di rotta, altrimenti procedere per via legale».

Elisabetta B. Anzoletti

 

QUARTO D’ALTINO – Senza esito l’incontro in Regione sui disservizi

Silvia Conte: «Lasciateci gestire la stazione ferroviaria»

QUARTO D’ALTINO – «La situazione per i pendolari è insostenibile e la stazione di Quarto non è sicura, servono interventi urgenti».

Un nuovo appello è stato lanciato dalla sindaca di Quarto d’Altino, Silvia Conte, che con una lettera inviata all’assessore regionale Elena Donazzan, chiede un incontro alla Regione Veneto per affrontare e trovare una soluzione ai continui disservizi che tormentano la tratta ferroviaria Venezia-Portogruaro.

«Durante l’ultimo incontro in Regione avvenuto a fine ottobre su richiesta di numerose amministrazioni comunali, al quale purtroppo l’assessore regionale competente non si è presentata – scrive Conte – ci era stato garantito dai tecnici che le criticità relative alle questioni più volte sollevate dai sindaci e dai comitati dei pendolari sarebbero state affrontate. I disservizi però continuano a manifestarsi e nessun riscontro ha avuto la proposta alternativa presentata dai Comuni per risolvere i problemi con un linea sub-urbana».

L’amministrazione non si muove solo sul fronte delle «corse dei treni» nella tratta (riconosciuta da Legambiente come la quinta peggiore d’Italia) ma anche con proposte per rendere la stazione di Quarto d’Altino dignitosa e sicura.

«Abbiamo chiesto da Rfi un restyling completo della stazione e la realizzazione di pensiline per i passeggeri in attesa – continua la sindaca – e siamo soddisfatti per l’avvio dei lavori di realizzazione delle canaline di scarico nel sottopasso per superare i problemi legati alle infiltrazioni e delle pensiline».

Tra le proposte, anche quella di concedere al Comune di Quarto i locali della stazione in comodato d’uso gratuito per 15 anni «L’idea – conclude Conte – è di procedere con subconcessioni gratuite ad associazioni, cooperative o altre organizzazioni prive di scopo di lucro in grado di contribuire al processo di valorizzazione dell’immobile e di riqualificazione dell’area, nonché di sostenere i necessari interventi materiali. Abbiamo già fatto dei passaggi con Rfi a livello regionale, attendiamo ora l’esito della risposta ufficiale da Roma».

Melody Fusaro

 

PORTOGRUARO – Fino a qualche giorno fa la linea non presentava criticità. Alcuni pendolari della linea Portogruaro–Casarsa sono giunti a destinazione con almeno un paio di minuti di ritardo. Sono stati sufficienti, ed è incredibile, per perdere la coincidenza per Udine.

A lamentarsi dell’inconveniente avvenuto ieri mattina una giovane dottoressa di Fossalta di Portogruaro che ha esternato su facebook tutta la sua delusione, comune anche ad altre persone.

Più che un disservizio di Trenitalia si lamenta l’assoluta mancanza di buon senso da parte del macchinista del treno Venezia – Pordenone – Udine che non ha atteso i pendolari appena scesi dal Minuetto che collega Portogruaro alla città del Pasolini.

«Non è possibile una cosa del genere» scrive Tatiana Cervesato «il treno mi è partito davanti, avrebbero potuto aspettare».

È accaduto questo. La giovane è salita sul treno regionale a Portogruaro, il quarto della giornata con partenza alle 7.32 dalla città del Lemene e arrivo a Casarsa alle 7.58.

«Ebbene, quando siamo scesi a Casarsa» ha dichiarato la donna fossaltese «l’interregionale per Udine, dove mi reco per lavoro, aveva già le porte chiuse. Abbiamo cercato invano di far cambiare idea a chi gestiva il treno, ma è stato inutile».

Un vero e proprio atto di scorrettezza verso gli utenti. È buona norma attendere qualche secondo la coincidenza prima di far partire il treno, ma evidentemente il macchinista che si trovava alla guida del convoglio per Udine aveva troppa fretta. A Cervesato e ad altri utenti non è rimasto altro da fare, dunque, che attendere il treno successivo, con buona pace sua e del datore di lavoro.

(r.p.)

 

PREGANZIOL – Non conosce pause la battaglia dei pendolari di “Treno, fermati”. La conferma al termine dell’assemblea pubblica dell’altra sera in sala Granziol.

Irene Mori e Cristina Vianello, promotrici della raccolta di 940 firme e del sit-in della scorsa settimana in stazione, hanno confermato che proseguiranno le iniziative per ottenere le stesse fermate dei treni della stazione di Mogliano.

Richieste ribadite nella lettera che il comitato ha inviato al presidente della Regione Luca Zaia, all’assessore alla mobilità Elena Donazzan e ai consiglieri della Seconda Commissione regionale che si occupa anche di trasporti.

I pendolari ricordano che prima dell’entrata in vigore dell’orario cadenzato a Preganziol fermavano 230 treni in più nell’arco di una settimana.

«Le stazioni di Preganziol e San Trovaso -sostengono i pendolari- servono un bacino d’utenza molto ampio che va dalla zona di Treviso sud fino a Casier, Casale, Quinto e Zero Branco».

Chiedono perciò il ripristino del treno che parte da Venezia a mezzanotte, utile a chi lavora nel settore alberghiero. Attualmente l’ultimo treno da Venezia è alle 21.15.

(nd)

 

Quarto. scrive la conte

QUARTO «Chiediamo un servizio più efficiente e una stazione curata». Il Comune di Quarto rilancia la battaglia a fianco dei pendolari della tratta Venezia-Portogruaro e sollecita la richiesta di un nuovo incontro alla Regione, «per affrontare e trovare una soluzione ai molteplici e continui disservizi che tormentano la linea».

In queste prime settimane del 2015 i viaggiatori hanno dovuto fare i conti con una nuova escalation di soppressioni, come denunciato dai Comitati pendolari. La richiesta di incontro è stata formalizzata con una lettera inviata all’assessore regionale Elena Donazzan, da alcuni mesi nuovo referente ai trasporti.

«I pendolari denunciano una situazione insostenibile per la quale è necessario intervenire con urgenza e trovare una soluzione», attacca il sindaco Silvia Conte, «durante l’ultimo incontro in Regione a fine ottobre, al quale purtroppo l’assessore regionale competente non si è presentata, ci era stato garantito dai tecnici che le criticità relative alle questioni più volte sollevate dai sindaci e dai Comitati dei pendolari sarebbero state affrontate, ma i disservizi continuano a manifestarsi. E nessun riscontro ha avuto la proposta alternativa presentata dai Comuni per risolvere i problemi con una linea suburbana».

L’amministrazione altinate sta facendo pressing anche su Rete Ferroviaria Italiana, con l’obiettivo di rendere la stazione di Quarto più «dignitosa e sicura», nonché di arrivare a una rivitalizzazione dell’intera area. In particolare, il Comune ha chiesto alle Ferrovie di ottenere in comodato d’uso i locali della stazione.

«Abbiamo chiesto a Rfi un restyling completo della stazione e siamo soddisfatti per l’avvio dei lavori di realizzazione delle canaline di scarico nel sottopasso, per superare i problemi legati alle infiltrazioni, e delle pensiline per i passeggeri», conclude il sindaco Conte, «a Rfi abbiamo proposto di concedere al Comune i locali della stazione ferroviaria in comodato d’uso gratuito per 15 anni. L’idea è di procedere con subconcessioni gratuite ad associazioni, cooperative o altre organizzazioni prive di scopo di lucro, in grado di contribuire attivamente al processo di valorizzazione dell’immobile e di riqualificazione dell’area, nonché di sostenere economicamente i necessari interventi materiali. Abbiamo già fatto dei passaggi con Rfi a livello regionale, attendiamo l’esito della risposta ufficiale da Roma».

Giovanni Monforte

 

QUARTO D’ALTINO – Negli ultimi dieci giorni sono aumentati i treni in ritardo e le cancellazioni

La rabbia dei pendolari: «Situazione insostenibile»

«Un’epidemia di influenza, in questo periodo, dovrebbe essere prevista. Non è possibile che chi ha invece bisogno di andare al lavoro continui a non trovare il treno e ad arrivare sempre in ritardo».

Non sono sicuri che sia questa la ragione, ma i pendolari dei comitati di Quarto d’Altino e del Veneto Orientale provano a spiegare così l’aumento delle cancellazioni e dei ritardi di questi giorni. Dopo le polemiche per l’orario ridotto imposto ai lavoratori con la chiusura delle scuole, la protesta non sfuma tra i vagoni dei treni che percorrono la tratta Venezia-Portogruaro. Nel sito internet dei comitati, elencati e indicati in grassetto, si trovano tutte le soppressioni e i ritardi quotidiani. Una sorta di lista nera da non dimenticare e da consegnare ai sindaci nel prossimo incontro con Regione e Trenitalia.

«Se ci sarà – dicono i pendolari – perché dopo l’ultimo incontro, avvenuto a fine ottobre, ci avevano promesso di riparlarne prima di Natale. Il tavolo però non è ancora stato convocato».

E intanto i disagi continuano. «Ultimamente le cancellazioni sono regolari – attacca Luciano Ferro, portavoce del comitato pendolari di Quarto – E in particolare per le corse che da Portogruaro si fermano a Mestre, al binario giardino. Forse non c’è personale, ma questa non è una giustificazione: da circa 10 giorni la situazione è impossibile, anche nell’ora di punta e alle 17, quindi soprattutto per i treni utilizzati dagli operai e dagli studenti».

Poi resta il problema degli autobus sostitutivi notturni e del fine settimana, quando molti lavoratori sono costretti a utilizzare la loro automobile per arrivare a Venezia in orario. Intanto la rete dei pendolari si allarga e le prossime manifestazioni e iniziative saranno organizzate in gemellaggio con i comitati del Friuli Venezia Giulia.

«Nessuno investe soldi sui treni, la Regione utilizza solo quelli del fondo nazionale – conclude Ferro -. E intanto, dal primo gennaio, il mio abbonamento è aumentato di 50 centesimi. Ma alternative al treno, in questo territorio, non ce ne sono».

(M.Fus)

 

PREGANZIOL – Uno striscione “Fermati treno” per contestare la riduzione degli arrivi in stazione

L’ALTRO FRONTE – Integrazione ferrovia-bus per chi abita in altri comuni

PREGANZIOL – Attrae l’attenzione del passanti il cartello con la scritta “Fermati Treno” sistemato sulla facciata del municipio di Preganziol a sostegno della battaglia che i pendolari stanno portando avanti da diversi anni per avere più fermate dei treni alla stazione di via Roma. Venerdì della scorsa settimana c’era stato un partecipato sit-in di protesta organizzato da Cristina Vianello e Irene Mori, le due battagliere pendolari che hanno raccolto in poco tempo 940 firme a sostegno della richiesta alla Regione e a Trenitalia che la stazione di Preganziol possa avere le stesse fermate dei treni che ha Mogliano. I pendolari possono contare sul pieno sostegno della Giunta comunale guidata dal sindaco Paolo Galeano.

Prima dell’entrata in vigore dell’orario cadenzato c’erano 230 fermate in più dei treni a Preganziol nell’arco della settimana. I tagli decisi da Trenitalia la domenica hanno ridotto a otto il numero delle fermate dei treni per Venezia e a sette verso Treviso. Prima le fermate domenicali erano ben sessanta. A sollevare le vibrate proteste dei pendolari addetti al settore alberghiero e della ristorazione è l’ultimo treno, che parte da Venezia alle 21,15. Ne risente parecchio anche chi si occupa di ricettività alberghiera a Preganziol. Dopo il sit-in della scorsa settimana, i pendolari hanno chiesto un incontro con il presidente della Regione Luca Zaia e i dirigenti di Trenitalia sul problema dell’adeguamento delle fermate dei treni a Preganziol.

Un altro fronte di battaglia è rappresentato al servizio di trasporto pubblico Actv e Mom lungo il Terraglio. Gli utenti che da Mestre devono arrivare vicino a Treviso, una volta giunti a Preganziol devono scendere dai bus dell’Actv per salire sui mezzi di Mom per arrivare a destinazione. Si punta a ottenere una tratta unificata con il pagamento di un unico biglietto treno-autobus.

N.D.

 

SAN DONA’ / PORTOGRUARO

“Prigionieri” nel treno. Si scatena la polemica: «Casi troppo frequenti»

Pendolari “prigionieri” nel treno Venezia-Portogruaro, il consigliere regionale del Pd Bruno Pigozzo attacca il governatore Luca Zaia. «Il perseverare di guasti tecnici è dovuto a scarsa manutenzione dei mezzi e carenza di risorse» accusa Pigozzo. Anche la Filt Cgil critica Regione e Trenitalia.

SAN DONÀ Dopo l’ennesimo “blocco” in stazione dei pendolari «Poche risorse, troppi guasti»

Pigozzo:«Zaia in ritardo». Simonaggio:«Bisogna investire»

«Il primo ad essere in ritardo è Zaia». È polemico Bruno Pigozzo consigliere regionale del Pd e vicepresidente della Commissione Trasporti, in merito a quanto accaduto giovedì 15 a circa 250 pendolari, rimasti intrappolati a San Donà sul treno partito da Venezia alle 16.41 e diretto a Portogruaro.

«Siamo alle solite – evidenzia Pigozzo – Ennesimo ritardo per guasto con blocco della linea sulla Venezia-Portogruaro. Comprensibile se obbligatorio a causa di incidente (investimento), come avvenuto la scorsa settimana, ma il perseverare di guasti tecnici di convogli o della linea è un problema organizzativo che va affrontato e risolto. La frequenza cronica di questi episodi è imputabile a scarsa manutenzione dei mezzi e carenza di risorse».

Per Pigozzo è prevedibile inoltre che il pagamento delle penalità di Trenitalia non eviterà nuovi guasti e ulteriori disagi, traducendosi nell’ennesima beffa per i pendolari. Il consigliere regionale fa propria una soluzione già indicata da tempo da Filt Cgil.

«Mettere qualche risorsa propria in più oltre al fondo nazionale – continua Pigozzo – Se la regione Veneto ritiene prioritario questo servizio. Zaia dirà che il Governo non applica i costi standard sulla ripartizione delle risorse ma quanto si è battuto finora sui tavoli romani per questo obiettivo? Arriva tardi».

Anche Ilario Simonaggio, segretario di Filt Cgil del Veneto rinnova le critiche nei confronti di Regione e Trenitalia.

«Il 2014 è trascorso tra promesse che non hanno avuto seguito, pochissime modifiche ma nulla di concreto. Alla gente interessano i risultati non le chiacchiere». Alla Regione Filt Cgil chiede di destinare almeno l’1 per cento del bilancio relativo alle somme non vincolate, per investimenti al trasporto pubblico, circa 10milioni di euro per correggere le situazioni più criticate dai Comitati dei Pendolari come l’orario cadenzato.

 

Nuova Venezia – Treni, sessanta gli interventi necessari

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18

gen

2015

Pigozzo (Pd): «La Regione però non dice quanto soldi può spendere». Donazzan: «Il mio non sarà un libro dei sogni»

VENEZIA – Bruno Pigozzo, esponente Pd e vicepresidente della commissione Infrastrutture e trasporti del Consiglio regionale, riconosce il lavoro fatto ma non ipotizza a breve grandi novità per i pendolari veneti, che spesso viaggiano stretti come acciughe o non trovano al binario il treno che dovrebbe riportarli a casa.

«L’assessore Elena Donazzan», annota Pigozzo dopo l’incontro di mercoledì, «ci ha presentato una tabella puntuale con sessanta interventi che la Regione Veneto intende richiedere a Trenitalia per migliorare i dissservizi segnalati finora dagli utenti. È un buon lavoro di ricognizione, ma rischia di essere un libro dei sogni se giunta e Trenitalia non indicano anche la fattibilità tecnica e gli importi necessari».

Nell’elenco figurano anticipi delle partenze; un aumento delle corse sulle tratte Venezia-Portogruaro, Conegliano-Venezia e Belluno-Conegliano; convogli più capienti sulle tratte Monselice-Mantova, Padova-Bologna, Schio-Vicenza e Sacile-Venezia; nuove fermate per i treni regionali veloci (ad esempio a Preganziol o a Santa Croce del Lago per la tratta Belluno-Calalzo), un maggior numero di treni festivi e prefestivi.

«Va bene il lavoro di sistematizzazione delle richieste, operato dagli uffici tecnici della giunta», aggiunge Pigozzo, «ma, se continuano a mancare gli elementi tecnici di fattibilità e di costo, rischiamo davvero di “perdere il treno” del bilancio 2015. Il che significa rinviare al 2016 e oltre ogni possibilità di migliorìa e di correzione dei servizi offerti ai pendolari veneti».

Se Luciano Ferro, pendolare di Quarto d’Altino, si limita a un perentorio «siamo in una valle di lacrime», Marco Natella, di Musile di Piave, utente della tratta San Donà di Piave-Venezia, sottolinea che «il Comitato pendolari del Veneto Orientale è ancora in attesa di essere ricevuto dal nuovo assessore Donazzan».

Nel 2014, dopo l’uscita di scena di Renato Chisso, non è stata nemmeno votata dalla giunta Zaia la delibera regionale sulle multe a Trenitalia.

«Io», osserva Natella, «rinuncerei volentieri allo sconto sull’abbonamento ferroviario se mi venissero garantite più corse il sabato e la domenica. Nei prefestivi e festivi devo infatti usare la mia auto per raggiungere il mio posto di lavoro a Venezia».

L’assessore Elena Donazzan (Pdl-Forza Italia per il Veneto), che il 28 ottobre 2014 ha ricevuto le deleghe alla Programmazione dei Trasporti e al Trasporto pubblico locale, respinge l’appunto al mittente.

«Spiace che il collega Pigozzo non abbia colto le differenze di calendario e di passo. Dopo solo due mesi dal mio insediamento sono andata a riferire in commissione consegnando una ricognizione puntuale, che delinea obiettivi e tempi di realizzazione. In particolare, per quanto riguarda il materiale rotabile, sono in arrivo nuove carrozze più confortevoli. Già grazie all’orario cadenzato sono stati superati disagi e criticità. Quello che ho illustrato non è un libro dei sogni, ma un programma che intendo realizzare puntualmente, impegnandomi su questo versante anche nella prossima legislatura. Ho poi incontrato a Roma Trenitalia e ho anche partecipato alla conferenza degli assessori regionali ai Trasporti, dove negli ultimi cinque anni non avevano mai incontrati il mio predecessore. Questa delega è davvero affascinante».

Claudio Baccarin

 

Portogruaro. L’ira dei pendolari per i treni soppressi. Comitati pronti a fare squadra con il Friuli

Cancellati altri cinque regionali

PORTOGRUARO «Solo negli ultimi due giorni sulla linea Venezia-Portogruaro-Trieste sono stati soppressi ben cinque treni regionali».

Tornano le proteste lungo i binari del Veneto Orientale, dove i viaggiatori sono stati costretti a fare i conti con una nuova ondata di convogli cancellati. A tenere la “contabilità” sono i Comitati del Veneto Orientale e di Quarto d’Altino. Così, guardando i dati diffusi dai pendolari, si scopre che giovedì si sono verificate due soppressioni al mattino e la cancellazione di un regionale veloce per un guasto al pomeriggio. Mentre venerdì sono stati soppressi tre “regionali lenti” che coprono la tratta Portogruaro-Mestre e viceversa.

«Tra questi, il treno delle 13.06 da Portogruaro, che è molto usato dagli studenti, e il regionale delle 18.57 da Mestre verso Portogruaro, utilizzato dai lavoratori che rientrano a casa», spiegano i pendolari. I Comitati fanno sapere di voler fare rete anche con i “colleghi” pendolari del Friuli, per difendere la continuità del servizio tra le due regioni ed evitare il rischio che, con le nuove gare per l’affidamento della gestione, si verifichi una situazione simile a quella della Venezia-Milano, dove chi non viaggia con le Frecce è costretto a cambiare a Verona. I Comitati attendono la convocazione di un incontro in Regione.

«Nell’ultimo di fine ottobre», spiegano i pendolari, «i tecnici ci avevano detto che, terminata la raccolta delle istanze, la Regione avrebbe promosso prima di Natale un incontro, per comunicare su cosa si poteva intervenire o meno. Al momento non abbiamo avuto alcun riscontro».

Va all’attacco il consigliere regionale del Pd, Bruno Pigozzo: «Certo la Regione chiederà a Trenitalia il pagamento delle penalità previste dal contratto, ma ciò non servirà a evitare nuovi guasti: ennesima beffa per i pendolari. La verità è che quel contratto fa acqua da tutte le parti e va rivisto rapidamente. Ma la Regione, come già fanno altre, se ritiene prioritario questo servizio deve decidersi a mettere qualche risorsa in più, oltre al fondo nazionale. Zaia aveva anche annunciato lo scorso anno che avrebbe rifatto la gara per offrire ai veneti treni comodi e sicuri. A quanto pare, se tutto va bene, quella gara si chiuderà nel 2018. Il primo a essere in ritardo è proprio il governatore veneto.

Giovanni Monforte

 

SAN DONÀ – Disagi in stazione a causa di un guasto per circa 250 pendolari

Nel treno come in carcere

Il convoglio bloccato per 40 minuti senza gabinetti, con porte chiuse e luci spente

Ostaggi del treno per 40 minuti a San Donà. È quanto accaduto a circa 250 pendolari giovedì scorso, saliti sul treno 2695 in partenza da Venezia alle 16.41 e con arrivo previsto a Portogruaro alle 17.36.

«Il treno arriva a San Donà di Piave alle 17.20 con il (solito) ritardo di 5 minuti – spiega Daniela Gasparoni, una dei pendolari che ha segnalato il disagio – Riparte e si ferma dopo pochi metri per un guasto. Dopo circa 15 minuti di attesa senza alcun annuncio, alcuni di noi, me compresa, tentano di aprire le porte esterne che risultano chiuse. Tentiamo di comunicare con il capotreno che si trova nella prima carrozza ma le porte di interconnessione tra i vagoni sono chiuse. Sono chiuse anche le toilette e l’aria condizionata è al massimo, le luci si spengono. Tengo a precisare che il treno si trovava ancora sul marciapiedi. In pratica ci siamo trovati ostaggi del nostro mezzo di trasporto».

Nel frattempo i pendolari notano che il treno 10043, partito da Venezia Mestre alle 16.57 con arrivo a Portogruaro alle 17.55, sorpassa il convoglio fermo e se ne va a destinazione.

«Il funzionario si decide ad aprire le porte solo dopo molte, infinite ed esasperate richieste al capotreno dai passeggeri della prima carrozza – continua la donna – sono passati ormai 40 minuti. Viene fatto l’annuncio del guasto e comunicato che «abbiamo facoltà» di salire sul treno 10045 che arriva a San Donà con un ritardo di soli 10 minuti, con comodo. Il capotreno è stato poi «assalito» dai viaggiatori furibondi. Non mi interessa stabilire la responsabilità ma questi «dirigenti» si rendono conto che il passeggero ha diritto ad arrivare a casa perché ha un impegno, ha bambini incustoditi, ha genitori da accudire, ha visite mediche da fare, perché paga il biglietto? I viaggiatori anziché alle 17.36 sono arrivati alle 18.40 a Portogruaro, nonostante l’aumento delle tariffe dal 1° gennaio 2015».

La segnalazione del disagio è pervenuta anche al Comitato Pendolari del Veneto Orientale che segnala come sempre giovedì siano stati soppressi anche due treni mattutini, il regionale delle 7,06 da Portogruaro a Mestre e il regionale delle 8,57 nella direzione opposta.

Davide De Bortoli

 

A Noale delusione per i ritardi senza fine di un’opera considerata essenziale

Fondi e progetto ci sono ma le cause con le società incaricate bloccano tutto

NOALE – Il ritardo di costruzione del sottopasso di via Ongari a Noale dipende da un contenzioso tra la Regione e le società che hanno progettato il Sistema ferroviario metropolitano regionale (Sfmr). Questo si sono sentiti dire il sindaco Patrizia Andreotti e il suo assessore all’Urbanistica Alessandra Dini nell’incontro avuto con i dirigenti del settore Infrastrutture di Palazzo Balbi.

Dunque i tempi di costruzione restano incerti, perché se è vero che i soldi, provenienti dallo Stato non dalla Regione, ci sono e il disegno definitivo è pronto, manca però l’ultimo passaggio per arrivare a quello esecutivo. E perché ci sia ci deve trovare un nuovo studio di progettazione. Per questo bisognerà aspettare, quanto non si sa.

Questo significa che sull’area della ex fornace di via Ongari, le strutture direzionali e commerciali dovrebbero aprire nella seconda parte di quest’anno ma senza sottopasso, da costruire in un secondo momento. Sottopasso che non nascerà dove c’è il passaggio a livello di via Ongari perché il sedime è troppo stretto ma sarà spostato di qualche metro più a est.

«Per il finanziamento da 6 milioni di euro» spiega Dini «non ci sono problemi ma per pubblicare il bando servirà del tempo. La Regione ha delle cause passate in giudicato dei lodi arbitrali di Net Engineering e Astaldi, le società che hanno progettato la Sfmr: tutti i progetti eseguiti da queste società sono bloccati e non possono essere pubblicati i bandi finché non si pagano le somme dovute. Appena possibile, Palazzo Balbi affiderà il nuovo incarico».

Così a Noale dovranno aspettare un altro po’ per avere un sottopasso, dove l’unico attivo è in via Valsugana. Anche su via Mestrina si dovrà attendere, pure questo da spostare rispetto all’attuale provinciale.

«L’opera in via Ongari» continua Andreotti «è indispensabile, perché a breve l’area della ex fornace subirà delle modifiche viarie. Mi auguro si possa partire a breve con il bando ma al momento non ci hanno dato un tempo definito».

A breve il sindaco tornerà in Regione anche per chiarire altri aspetti della circolazione locale: il by pass di via Mestrina, quello che dovrebbe uscire su via Cornarotta a Salzano, e la pista ciclabile sulla Noalese tra Noale e Briana. «Anche su questi progetti» continua Andreotti «ci aspettiamo di capire i tempi e il punto della situazione».

Alessandro Ragazzo

 

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