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Nuova Venezia – Boom del prosecco della Riviera

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20

set

2014

Enorme richiesta del mercato. Le Cantine riunite quadruplicano i dipendenti

DOLO – Il prosecco della Riviera riempie le cantine e le cucine dei ristoranti della zona e di Venezia. Vanno bene anche il resto dei doc della Riviera. Un boom del comparto enologico che ha permesso di incrementare l’occupazione alle Cantine Riunite della Riviera a Dolo. Da 5 dipendenti si è passati a 19. «Negli ultimi tre anni», dice Pierantonio Angeli direttore della cantine della Riviera, «il prosecco della Riviera è stato veduto ottimamente. Questo vino non ha nulla da invidiare agli altri prosecchi di pianura anche quelli del trevigiano». «Il prosecco Doc della Riviera del Brenta viene prodotto prevalentemente nell’area del miranese nord», spiega Angeli, «e arriva a contare una produzione di circa 800- 1000 ettolitri». Per il doc della Riviera oltre al prosecco viene prodotto il Pinot grigio, il Prosecco, Cabernet, Merlot e Refosco. «Si tratta», continua Angeli, «anche in questo caso di vini che riusciamo a commercializzare direttamente ai ristoranti di Venezia e della Riviera e Miranese senza passare dalla rete vendita commerciale». Il vino di Riviera e Miranese quest’anno ha in previsione 60 mila ettolitri dalle quattro cantine che lo producono cioè oltre a quella di Dolo, anche Campodarsego, Noale e Premaore : un calo del 35 % della produzione a causa di una estate piovosa e fredda. «Nonostante la crisi», ribadisce Angeli, «in questi ultimi 6 anni abbiamo creato occupazione quadruplicando i nostri dipendenti fissi. Ciò grazie a un modo di produrre e vendere che è moderno. In questi anni abbiamo vissuto anche il passaggio generazionale degli imprenditori agricoli con l’arrivo sul mercato di tanto giovani con idee fresche e dinamiche. Nel settore del vino il marchio Italia è una garanzia, fa la differenza e non teme confronti. Abbiamo aperto anche una rete di vendita diretta con la ristorazione in Germania e stiamo puntando a Francia ed Est Europa».

(a.ab.)

 

L’assessore Chisso si impegna a trovare soluzioni rapide soprattutto per gli studenti: ora arrivano a scuola in ritardo

Sono 1.500 al giorno i pendolari che dal Camposampierese raggiungono Padova utilizzando la ferrovia

CAMPOSAMPIERO – I sindaci del Camposampierese protestano in Regione contro il nuovo orario dei treni cadenzati. Ricevuti ieri a Palazzo Ferro-Fini dall’assessore Renato Chisso e dal presidente del consiglio Clodovaldo Ruffato, i sindaci guidati dal presidente della Federazione dei sindaci Francesco Cazzaro e dal suo successore Mirko Patron (dal primo gennaio), hanno portato sul tavolo dell’assessore veneto alla mobilità le proteste di pendolari, studenti e lavoratori, che dal 15 dicembre fanno in conti con i disagi arrecati loro dall’orario cadenzato. Sono circa 1500 persone che ogni mattina raggiungono Padova, in treno, dal Camposampierese.

«Apprezziamo la disponibilità dell’assessore Chisso che ci ha convocati immediatamente, rispondendo alla nostra richiesta di incontro urgente» precisa Cazzaro. «Ora faremo pervenire in Regione una relazione dettagliata e ci attendiamo una risposta concreta entro i primi giorni di gennaio, quando riapriranno le scuole».

Le cause del malcontento sono comunque chiare: treni soppressi, orari spostati, treni poco capienti e fermate mancanti.

«Tra le 7 e le 8 sulle linee dirette a Padova da Bassano e Castelfranco, gli spostamenti effettuati fanno arrivare gli studenti in ritardo a scuola per cui serve un aggiustamento urgente per risolvere questo problema. Ma sono da rivedere anche gli orari dei ritorni, soprattutto sulla linea verso Cittadella».

Altra questione è quella della capienza: «Negli orari di punta, la mattina e la sera tra le 17 e le 19, servono più carrozze perché i treni sono stracolmi» aggiunge Cazzaro. Se non si possono ripristinare i treni soppressi quindi, chiedono in sindaci, almeno che ci siano treni più lunghi ed orari aggiustati. Altre proteste arrivano da Campodarsego, San Giorgio delle Pertiche e Trebaseleghe. Nei giorni scorsi il sindaco Lorenzo Zanon aveva denunciato che «nella linea Trebaseleghe-Venezia, a Noale e Piombino Dese si fermano 47 treni mentre a Trebaseleghe solo 16 e che nella linea Venezia-Trebaseleghe, a Noale e Piombino 31 treni mentre a Trebaseleghe sempre 16. Non è accettabile vista l’importanza di un’area come quella di Trebaseleghe».

Sulla linea verso Padova invece, alcuni treni, non negli orari di punta, si fermano a Camposampiero e poi direttamente a Vigodarzere.

«Abbiamo chiesto di re-introdurre una fermata a Campodarsego, alternata con San Giorgio, anziché a Vigodarzere, dove invece è molto più comodo ed utilizzato l’autobus per raggiungere Padova. Altrimenti i treni di punta nelle nostre fermate si caricano all’inverosimile» spiega Mirko Patron. Il consigliere comunale di Camposampiero Luca Masetto viaggiatore pendolare del treno da 15 anni ricorda come «il servizio è decisamente scaduto, basti pensare che oggi, nell’era di internet, quando arrivano due treni contemporaneamente a Camposampiero, non si sa mai quale partirà per primo e la gente corre su e giù dai sottopassi».

L’assessore Renato Chisso incontrerà i responsabili di Trenitalia lunedì prossimo.

Francesco Zuanon

 

Gazzettino – Guasto e nuovo orario: treni in tilt

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17

dic

2013

INSODDISFATTI – Non si contano i commenti dei pendolari irritati per i ritardi sopportati nei trasporti locali per il nuovo orario cadenzato. Insoddisfatto anche l’assessore regionale Renato Chisso, che auspica che Trenitalia rimedi al più presto ai disservizi riscontrati nell’avvio dei nuovi orari.

TRASPORTI – E l’assessore Chisso boccia il debutto del servizio cadenzato: «Non soddisfacente»

Il lunedì nero delle ferrovie: forti ritardi sulla Venezia-Padova, la rabbia di migliaia di pendolari

IN ATTESA – Ieri mattina il display alla stazione di Mestre indicava i ritardi dei treni nel primo giorno di servizio con i nuovi orari cadenzati

LUNEDI NERO DEI TRASPORTI

IL DEBUTTO – Ieri l’entrata in vigore del tabellone “cadenzato”

L’ASSESSORE – Chisso: « Un battesimo non soddisfacente»

Va in tilt la linea Venezia-Padova, ritardi a catena. Una ventina di regionali coinvolti, pendolari infuriati

Treni, un guasto sui binari si abbatte sul nuovo orario

Lunedì nero per i treni regionali. Ieri mattina, un guasto sulla linea Venezia-Padova ha provocato un filotto di ritardi, con almeno 20 treni regionali coinvolti. E pensare che ieri era il giorno del gran debutto dell’orario cadenzato. Certo, la «rivoluzione» era già partita domenica, ma la prova del nove era chiaramente riservata agli orari di punta nei giorni feriali e, in particolare, al traffico pendolare. Come ammette l’assessore regionale Chisso, «il battesimo del sistema di trasporto ferroviario su ferro non è stato certo soddisfacente; anzi è andato male, a causa di malfunzionamenti nei servizi resi da Trenitalia e dei conseguenti contraccolpi a catena».

Aveva visto giusto chi si immaginava una giornata di passione per i pendolari, anche se il grande imputato del caos è stato, più che il nuovo orario, il guasto che ha bloccato il regionale Venezia-Verona all’altezza di Vigonza, con il treno che non riusciva a «pescare» energia (la locomotiva del treno non riusciva a prendere corrente col pantografo dalla linea elettrica). Dalle 6 alle 9 inoltrate, sulla tratta Venezia-Padova ci sono stati rallentamenti e cancellazioni (14 treni Regionali hanno registrato ritardi fra 20 e 60 minuti e 6 sono stati soppressi), che hanno avuto anche ripercussioni sul nodo di Mestre e quindi su buona parte dei treni in transito. Per tutta risposta, in stazione a Mestre ieri mattina erano un po’ tutti con lo sguardo in su: drappelli più o meno corposi di pendolari in attesa sotto i tabelloni luminosi, sfiduciati dall’ennesimo ritardo e da una «rivoluzione» partita sotto un brutto auspicio.

Guastato il gran debutto, nei prossimi giorni, salvo altri contrattempi tecnici, si potrà valutare con maggiore chiarezza l’impatto del nuovo orario sulle abitudini dei pendolari, che intanto però hanno già lanciato su twitter l’hashtag (discussione) #orariocadenzato, dove sono raccolti giudizi e opinioni di chi è in questi giorni alle prese con la «rivoluzione» dei treni regionali. I «cinquettii» sono per lo più negativi. «Oggi è iniziato il grande ritardo cadenzato», scrive Luigi Marin. «Treno soppresso. Disastro. Iniziamo bene», continua Federico Ceccon. «Primo giorno disastroso», incalza Gianni Sensolo, mentre Alberto Filippi si limita a commentare laconicamente «regionale veloce per Venezia in ritardo di 50 minuti si ferma anche nelle stazioni più piccole. Che bello». Proprio via twitter il senatore Udc Antonio De Poli ha annunciato un’interrogazione al ministro Lupi. «Ciò che temevamo purtroppo è accaduto: il caos dei treni, pendolari a terra o costretti in vagoni strapieni. È evidente che siamo di fronte a un esordio negativo del nuovo orario cadenzato. Chiederò al ministro – conclude De Poli – quali iniziative intenda intraprendere per risolvere una situazione che sta provocando notevoli disagi».

 

E a Vigonza una donna muore a bordo. Altri ritardi

È stata una giornata funesta quella di ieri per la linea ferroviaria tra Padova e Venezia. Due gravi contrattempi, accaduti sempre all’altezza della stazione di Vigonza, hanno causato rallentamenti e disagi proprio nelle ore di punta per il traffico pendolare, il primo di mattina, il secondo in serata.
Non bastava il guasto che in mattinata aveva colpito una motrice proprio all’altezza della stazione di Vigonza e che aveva mandato in tilt la linea, rovinando il battesimo feriale del nuovo orario cadenzato. In serata si è aggiunta anche la morte di una donna anziana all’interno del regionale Vicenza-Venezia, fatto che ha causato nuovi e pesanti rallentamenti, con treni in ritardo quasi di un’ora.
La vittima si chiamava Maria Latini, aveva 77 anni e viveva ad Ascoli Piceno. Era in viaggio verso Venezia per passare le vacanze natalizie con il figlio, ma il suo cuore ha smesso di battere. Il personale del treno avrebbe avvisato i sanitari del Suem che una donna si era sentita male a bordo e per questo il convoglio è stato fatto fermare. Il treno – come riferisce Trenitalia – è stato quindi raggiunto dai sanitari in ambulanza. I soccorritori però non hanno potuto che constatare il decesso della donna.

(m.dor.)

 

SALZANO – Proteste contro il nuovo orario cadenzato

Treni, pendolari furiosi

«Studenti e lavoratori di Salzano non possono accettare il nuovo orario cadenzato dei treni. I pendolari sono sul piede di guerra, le loro proteste hanno portato solo ad un autobus sostitutivo che non accontenta nessuno». L’assessore alla Mobilità del Comune di Salzano, Lucio Zamengo, boccia la riorganizzazione degli orari proposta da Regione e Trenitalia. Il nuovo orario cadenzato è in vigore da domenica, giovedì alle 18 in sala consiliare a Salzano si terrà un’assemblea pubblica sul tema.

«Se si considera la sola tratta Salzano-Venezia – scrive Zamengo – molti treni non fermeranno più alla stazione di Salzano, passando da 19 a 16 treni giornalieri, con l’aggiunta di altri treni che però arrivano solo fino a Mestre. Per quanto riguarda il ritorno Venezia-Salzano, di 21 treni ne rimarranno solo 15 con fermata a Salzano, a meno di prendere un diretto da Venezia a Noale e poi prendere un altro treno per rientrare a Salzano».

(g.pip.)

 

LA VOCE DEL COMITATO – Pesanti rallentamenti nel Veneto orientale

«I passeggeri sono andati a piedi»

Orario rallentato, più che cadenzato. A segnalare i disagi dovuti ai ritardi nella tratta Portogruaro – Venezia è il Comitato dei pendolari del Veneto Orientale che ha in programma un volantinaggio per venerdì 20 dalle 6 alle 11 nell’area esterna alla stazione di San Donà. Ieri si è registrato un ritardo di 21 minuti del regionale 11112 delle 7.56, partito in realtà alle 8.15 da Portogruaro.

Altra segnalazione riguarda l’affollamento del treno delle 7.42 proveniente da Trieste, anche ieri risultato «con gente in piedi» a San Donà. Ancora ritardo di 20 minuti del treno delle 8.07 partito da San Donà alle 8.27. «Quelli che seguono sono tutti in ritardo – scrivono i pendolari – forse dovevano chiamarlo orario rallentato». E in serata il regionale 11151 da Mestre a Portogruaro delle 19.25 è stato addirittura cancellato.

Nicola Nucera di Legambiente spiega che «i ritardi si sono accumulati a catena. Ho preso il treno che arriva a Portogruaro alle 16.55, in ritardo di 10 minuti, ripartito poi per Venezia alle 17.06, mantenendo lo stesso ritardo di 10 minuti. È quanto accaduto anche per il regionale per Venezia delle 8.56, ripartito per Portogruaro alle 9.11, con un ritardo di circa 15 minuti. Con l’orario di prima le partenze erano al 12. minuto di ogni ora, l’arrivo a Portogruaro era previsto al 48. minuto, ora invece l’arrivo è al 55. minuto e la ripartenza al 6. minuto dell’ora dopo. In pratica ora il treno sosta solo 11 minuti, contro i 24 di prima, di conseguenza non riesce ad ammortizzare l’eventuale ritardo che si ripercuote sulla corsa successiva». Chiarita anche l’assenza del bus sostitutivo delle 00.21 da Venezia. Una pendolare spiega di aver chiesto spiegazioni all’assistenza clienti della stazione di Venezia. «C’è stato un fraintendimento con l’azienda che gestisce gli autobus. Comunque l’autobus stasera c’è».

Davide De Bortoli

 

LO SCIOPERO ACTV

Fermo il 33% dei bus e il 20% dei vaporetti

MESTRE – Uno sciopero in tono minore quello che ieri ha coinvolto il trasporto pubblico a Venezia e in terraferma. Indetto da Cgil, Cisl, Uil, Ugl Trasporti e Faisa Cisal, non ha provocato molti disagi e in città si è potuto viaggiare senza troppe difficoltà. Secondo i sindacati, l’adesione allo sciopero sarebbe stata del 50% per il settore automobilistico e del 40% in navigazione (tenuto conto dei servizi minimi). Per Actv, invece, negli autobus l’adesione si è fermata a 32,9% e nella navigazione al 20%, con cadenze più lunghe nella linea 2 e per il Giracittà, con mancata partenza per due corse delle Ferry boat. Anche lo sciopero del tram si è fermato al 20%, mentre a Chioggia nessuno avrebbe aderito alla protesta sindacale.

 

NUOVI ORARI – Montebelluna, Conegliano, Vittorio Veneto e Oderzo: in tanti sono rimasti a terra

Caos treni: «Come carri bestiame»

Corse in ritardo o soppresse, coincidenze saltate e corriere stracolme: lunedì nero per i pendolari

lunedì nero sulle rotaie

LA POLEMICA «Scuola e lavoro: mai puntuali»

INCUBO SU GOMMA – Assalto alle corriere: niente fermate intermedie

I RITARDI – Mezz’ora e perfino un’ora in diverse tratte provinciali

Da Conegliano a Belluno senza grandi intoppi ma il gelo fa brutti scherzi

I tagli dei treni hanno creato molti disagi tra i pendolari. Innanzitutto, i convogli rimasti dopo la soppressione di alcune corse sono stati presi d’assalto con viaggiatori costretti a condividere addirittura il vano portabici, se non la toilette. E chi riusciva a salire era già fortunato. Perchè nelle stazioni della Marca in molti sono rimasti a terra. Così com’è successo a Oderzo dove tanti si sono rivolti alla corriera ma anche quest’ultima, strapiena, non ha caricato altri viaggiatori fino a Treviso. Che dire, poi, dei ritardi? Un po’ tutte le tratte ne hanno accumulati, nell’ordine della mezz’ora, rendendo praticamente impossibile “afferrare” le coincidenze. Un caso a sè il Venezia-Udine che è giunto a Conegliano con un’ora di ritardo.

 

IL PARADOSSO – Molti pendolari ora chiedono il ripristino delle vecchie corse

VITTORIO VENETO – (la) Sorpresa: è partito senza grossi intoppi l’orario cadenzato sulla linea Conegliano-Vittorio-Belluno, una delle più problematiche vista l’assenza di elettrificazione e i lunghi segmenti a binario unico. Domenica, primo giorno festivo, non si sono registrati problemi. Ieri grande puntualità per i treni dalla montagna, perlomeno quelli che sono partiti: 4 convogli infatti hanno avuto problemi legati alla captazione della corrente a causa di gelo. Le batterie scariche hanno reso indisponibili altri due treni e nel conto vanno aggiunti sistemi antincendio non funzionanti. Ritardi inferiori al quarto d’ora, invece, hanno interessato parte di quelli per Belluno.

 

Treni e orario cadenzato: è il caos

Corse soppresse, coincidenze saltate e carrozze stipate come carri bestiame: pendolari in rivolta

LE POCHE carrozze sono state prese d’assalto dai pendolari che si sono trovati stipati come sardine perfino nel vano portabici e nella toilette.

Le proteste sono state numerose

INIZIO – settimana difficile per i pendolari che hanno dovuto fare i conti con il taglio di corse e l’affollameto delle carrozze In molti sono arrivati tardi a scuola

MONTEBELLUNA – Un treno al posto di due. Ed è il disastro. Mentre fino al 14 dicembre da Montebelluna verso Padova partiva un treno alle 6.42 e un altro alle 7.24, strapieni e con 4-5 carrozze ciascuno, il nuovo orario li ha sostituiti con un unico treno alle 7.11, lasciando poi un inspiegabile buco di 2 ore. Risultato? «Sulla tratta -spiega Romina Zamprogno- abbiamo viaggiato stipati nel vano portabici, se non nella toilette, come bestie in 4 carrozze e senza nessun’altra possibilità: con l’imbarazzo del capotreno anch’egli stipato tra i pendolari». Con rischi anche per la sicurezza: «Non c’era alcun margine di prestare soccorso agli utenti in caso di emergenza». E in molti sono rimasti a terra, già a Montebelluna. «Abbiamo viaggiato stipati come sardine in un treno cortissimo che dovrebbe coprire l’affluenza di persone che prima avevano a disposizione due treni -sbotta Arianna Pizzolato- È una vergogna. E poi si sono accumulati ritardi su ritardi».

ODERZO – A Oderzo i pendolari se l’aspettavano. Treni in ritardo, orari che non consentono di prendere le coincidenze. Chi ieri mattina è partito con il treno delle 7.28 è arrivato a Treviso alle 7.55, troppo tardi sia per entrare in classe che per andare al lavoro. Non è andata meglio a chi andava verso Portogruaro. Il treno delle 8.01 da Oderzo è arrivato a Portogruaro con 10’ di ritardo, facendo così perdere la coincidenza delle 8.37 per Trieste; il treno successivo era alle 10.47. E dato che è stata cancellata la corsa delle 7, molti hanno preso il pullman. Risultato: corriera stracolma. Il mezzo ha raccolto viaggiatori fino a Oderzo. Poi non ce ne stavano più, perciò ha proseguito senza fermarsi fino a Treviso.

VITTORIO VENETO – Sulla linea Sacile-Conegliano-Venezia non sono mancati i disagi nel primo giorno di orario cadenzato feriale. Ritardi e cancellazioni sono però problemi con i quali i pendolari sono abituati a convivere. A provocare i maggiori disagi sono state le peripezie del regionale 2805, arrivato a Conegliano alle 6.55 anziché alle 6.04 e limitato a Mestre, che ha costretto chi era diretto in laguna a salire su un altro convoglio. Soppresso da Conegliano a Treviso anche il 2737 del mattino, arrivato a Venezia 24 minuti dopo il previsto. Nell’altro senso di marcia non ha circolato il regionale 2734, interamente cancellato. Un’ora di ritardo per il Venezia-Udine-Trieste, partito da Mestre e arrivato a Conegliano alle 9.21 anziché alle 8.21.

MOGLIANO – Clima teso tra i pendolari di Mogliano (circa 2mila al giorno tra studenti e operai) per l’entrata in vigore dell’orario cadenzato dei treni. C’e un “buco” di quasi due ore (dalle 8.54 alle 10.45) nelle corse da Mogliano a Mestre che non va giù agli utenti del servizio ferroviario.
Sull’argomento il gruppo consiliare di “Mogliano Democratica” ha presentato un’interpellenza al sindaco Giovanni Azzolini per sapere quali provvedimenti intende prendere l’amministrazione per non penalizzare ulteriormente il trasporto ferroviario.

(hanno collaborato Laura Bon, Annalisa Fregonese, Luca Anzanello e Nello Duprè)

 

Treni pendolari nuovi orari vecchi disagi

GIORNO INFAUSTO L’avvio dell’orario cadenzato dei treni regionali ha creato molti problemi ai pendolari, complici anche alcuni guasti sulle linee

Esordio nel caos per il servizio cadenzato. Veneto, pesanti disagi con ritardi e soppressione di convogli. Proteste anche in Friuli

70 SULLA CARTA LE CORSE IN PIÙ

14 CONVOGLI IN RITARDO

15-20 MINUTI DI ATTESA DELLA COINCIDENZA

LE PROTESTE – L’assessore invita a segnalare i disagi via e-mail o per telefono

Treni: orario nuovo, disastri vecchi

La promessa era quella di rivedersi ad orario applicato, per aggiustare il tiro. L’assessore ai Trasporti del Veneto Renato Chisso era stato chiaro con i pendolari, con tanto di e-mail dove depositare le contestazioni. Ieri, primo giorno lavorativo di applicazione del nuovo orario cadenzato non è andato tutto liscio come l’olio, complice anche lo sciopero del personale che ha ingigantito ulteriormente i disagi. Ed ad ammetterlo è lo stesso assessore che parla di un battesimo insoddisfacente. Le 170 corse in più sulla carta, i bus notturni, non hanno evidentemente funzionato come avrebbe dovuto essere. E se la domenica era già stata di passione, ieri c’è stato il bis. Le proteste hanno riguardato più o meno tutte le tratte. Furiosi i pendolari della Venezia-Salzano e ritorno, che hanno perso 3 treni (da 19 a 16), anche se di fatto sono stati aggiunti convogli che però di fermano a Mestre. Criticità che pesa più nelle ore di punta: «Al mattino per arrivare a Venezia prima delle 8, ci sarà solo un treno, più un altro con cambio a Mestre, spiegano i pendolari». E ci si è messa pure l’energia elettrica a creare disagio. La circolazione ferroviaria tra Padova e Venezia dove 14 treni regionali hanno registrato ritardi tra i 20 e i 60 minuti e 6 sono stati cancellati proprio nell’ora di punta.

Malumori anche a Este dove il convoglio delle 7 del mattino, quello che raccoglie i pendolari, si è presentato con due sole carrozze: gente stipata e persone che a Terme Euganee non sono riuscite a salire, più o meno quello che è accaduto per il Montebelluna-Padova. L’elenco dei ritardi è ancora più drammatico e non fa sconti a nessuno, neppure i treni a lunga percorrenza: 71 minuti per il Vicenza-Venezia, 83 per il Venezia-Verona. Il Venezia-Vicenza ha sommato più di un’ora di ritardo, mentre i collegamenti con il rodigino sono stati rallentati di almeno tre quarti d’ora. Disagi anche in Friuli Venezia Giulia. Due ritardi, uno di 13 minuti sul treno del mattino Tarvisio-Udine-Trieste e uno di 20 minuti sul treno delle 7.50 Udine-Trieste. Poi il disagio per chi ha dovuto fare i conti con le fermate soppresse di Mossa e Capriva e per i lavoratori della Danieli di Buttrio che da Pordenone e Sacile devono ora sobbarcarsi venti minuti in più di viaggio. Un altro tragitto della disperazione è quello da Belluno a Venezia. Tralasciando il fatto che il treno arriva in laguna alle 8.30, troppo tardi per chi lavora o studia, c’è il gravissimo problema del sovraffollamento, delle attese in stazione e dei ritardi. Molti pendolari per non arrivare tardi a destinazione hanno preso il treno prima. E in questo caso si fanno i conti con una levataccia (4,48 per chi andava a Padova). A Conegliano infatti la linea “s’interrompe” e si deve attendere la coincidenza da Udine: dura restare 15-20 minuti al freddo sul binario! Ed è il disastro. Ancora peggio a Montebelluna in direzione Padova, mentre prima c’erano partiva un treno alle 6,42 e un altro alle 7,24, che viaggiavano sempre strapieni, il nuovo orario li ha sostituiti con un treno unico alle 7,11. Poi c’è un buco di due ore. Morale della favola, tutti in carrozza stipati come sardine, pure nel vano portabiciclette. A Oderzo chi non è riuscito a salire sul treno ci ha provato con la corriera, ma inutilmente.
In serata altri disagi, questa volta l’orario cadenzato non c’entra. La morte di una donna a bordo di un treno all’altezza di Vigonza (Padova) ha provocato nuovi rallentamenti, dopo il guasto ad un convoglio ferroviario della mattina, sulla linea Padova-Venezia, di fatto andando a “colpire” più nodi ferroviari.
E che le cose non funzionino lo dice anche la Ue. É infatti l’Italia il Paese col più alto tasso di insoddisfazione per puntualità ed affidabilità dei treni. Secondo i dati, l’Italia è al primi posto nella graduatoria degli insoddisfatti col 44%; seguita da Germania (42%), Polonia (40%) e Francia (39%). Le percentuali europee in positivo più alte si registrano in Irlanda, Lettonia, Austria e Gran Bretagna (sopra il 73%). Non è una bella fotografia.

 

LE REAZIONI – Per il consigliere Pettenò (FSV) un pessimo esordio. Interrogazione del senatore De Poli (Udc)

«Problemi enormi, ora intervenga il ministr

La protesta arriva fino a Roma. Per il consigliere regionale della Federazione Sinistra Veneta, Pietrangelo Pettenò, il nuovo orario ferroviario più che cadenzato è disastrato. «Già da settimane – ricorda Pettenò – giungono richieste di modifica del nuovo orario che, su alcune linee, prevede delle soppressioni che danneggiano lavoratori e studenti e, ciò nonostante, la Regione assieme a Trenitalia non ha fatto quasi nulla per venire incontro alle richieste di cambiamento. Delle due l’una: – ribadisce – o l’orario cadenzato è una bufala, o gran parte del materiale rotabile è da buttare». I consiglieri del Pd Pigozzo e Ruzzante lanciano la patata bollente a Chisso, chiedono vada a riferire in Consiglio. Il senatore Antonio De Poli (Udc) si è rivolto al Ministro dei Trasporti con una interrogazione. «Sono molti i disagi che si stanno registrando in queste ore: il treno Bassano-Padova strapieno con molti pendolari costretti a rimanere a terra – sottolinea – A Vigonza un guasto tecnico ha bloccato il treno Padova-Venezia e provocato ritardi che hanno fatto saltare le coincidenze. A causa del problema 14 treni regionali hanno registrato ritardi fra 20 e 60 minuti e 6 convogli sono stati cancellati. A Campodarsego, secondo quanto mi hanno riferito alcuni cittadini, dei due treni su 4 cancellati dal nuovo orario, soltanto uno ha funzionato mentre l’altro è stato soppresso. E’ evidente che siamo di fronte a un esordio fallimentare del nuovo orario cadenzato”.

 

L’ASSESSORE CHISSO «É andato tutto male, mi auguro che chi gestisce garantisca il servizio»

Chisso non minimizza, anzi, rincara la dose. Del resto in tempo non sospetto aveva già messo le mani avanti fornendo un numero verde e una e-mail alla quale affidare i possibili disagi provocati dal nuovo orario cadenzato. E mai profezia fu più azzeccata, parlare di soli disagi è infatti minimizzare, difficile spiegarlo a tutti quei pendolari che si sono trovati alle 7 del mattino con -2 gradi ad attendere i convogli per decine di minuti, o restare addirittura a piedi. «É andato tutto male, a causa di malfunzionamenti nei servizi resi da Trenitalia e dei conseguenti contraccolpi a catena. – sottolinea l’assessore – Io però credo in quello che il suo amministratore delegato ha definito il migliore standard di servizio a livello europeo e, nell’invitare tutti gli utenti a segnalare criticità e a inviarci suggerimenti, attendo che chi svolge il servizio lo assicuri, così come è stato assieme stabilito che debba funzionare».
A creare disagi, laddove non si si è messo il nuovo orario ci hanno pensato la cattiva captazione di corrente da parte di almeno quattro convogli a causa del gelo, batterie scariche che hanno reso indisponibili altri due treni, sistemi antincendio non funzionanti anch’essi a causa del gelo, e così via, hanno causato ritardi a catena per troppi convogli. «Certo, siamo tutti di fronte ad un sistema nuovo, ma al momento non possiamo valutarlo nella sua funzionalità proprio a causa di queste disfunzioni, che potevano e sarebbero capitate anche con il vecchio sistema – ha detto Chisso – mi auguro però che non si ripetano. A chi continua a speculare dico solo che far funzionare i treni non è una scelta politica, di destra o di sinistra, ma un dovere di tutti, Trenitalia in testa, che dobbiamo continuare a tenere sotto pressione».
E per cercare di far fronte ai disagi l’assessore torna a suggerire a coloro che utilizzano il treno di spedire osservazioni, segnalazioni e proposte all’indirizzo nuovorariocadenzato@venetotreni.it, oppure di utilizzare il numero verde gratuito 800042822, in orario d’ufficio.

 

Corriere delle Alpi – Orario cadenzato, oggi le prime corse

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15

dic

2013

TRENI»LA RIVOLUZIONE

Battesimo per il nuovo sistema, spariscono i diretti da e per Venezia e a Conegliano la sosta sarà di almeno 20 minuti

BELLUNO – La “rivoluzione” ha inizio. È entrato in vigore oggi il tanto discusso (a Belluno più che altrove) riordino degli orari dei treni, meglio conosciuto come “Orario cadenzato”. Un riassetto drastico, che tra le novità più rilevanti ha portato alla pressochè totale soppressione dei “diretti” verso Venezia, con unico superstite quello in partenza alle 18.36 dal capoluogo regionale: insomma, è stato salvato il Venezia-Belluno, non il Belluno-Venezia. Praticamente “illesa”, invece, la tratta da e per Padova.

A inaugurare la nuova era (con orari festivi), tuttavia, saranno due “rotture di carico”, visto che il nuovo sistema prevede la partenza alle 6.16 di due convogli: quello diretto a Venezia-Mestre e quello diretto a Padova. Il primo sbarcherà i suoi passeggeri a Conegliano alle 7.18, 22 minuti dopo la partenza per la laguna, dove la meta sarà raggiunta alle 8.32 (dopo 2 ore e 16 minuti), mentre il secondo “scalerà” a Conegliano sempre alle 7.18, ma ripartirà alle 7.55, per arrivare nella città di Sant’Antonio alle 9.01 (dopo 2 ore e 45 minuti).

Domenica scorsa, tabelle orarie alla mano, con il diretto si poteva partire da Belluno alle 6.02 e arrivare a Venezia-Mestre alle 7.52, con un tempo di percorrenza di un’ora e 50 minuti, ma è anche vero che partendo alle 5.22 (il primo treno disponibile domenica scorsa) si faceva ugualmente scalo e si impiegavano due ore e 51 minuti.

Per Padova, invece, domenica scorsa si impiegava da un’ora e 56 a 2 ore e 16 minuti (tutti diretti).

Orari feriali. Linea Belluno – Padova. Il primo treno parte alle 4.48 e l’ultimo alle 19.48. C’è una corsa ogni ora con partenza al minuto 48. Tempo di percorrenza 2.13 minuti.

Linea Padova – Belluno. Il primo treno parte alle 5.29 e l’ultimo alle 21.29. C’è una corsa ogni ora al minuto 29. Non ci sono le corse delle 8.29 e delle 10.29. Alla sera non ci sarà più la corsa delle 22.46.

Linea Belluno – Conegliano. Il primo treno parte alle 5.16 e l’ultimo alle 19.16: una corsa ogni ora al minuto 16, non ci sono le corse delle 9.16 e delle 11.16. Da Conegliano parte un treno ogni ora per Venezia, con una attesa per i bellunesi di 20-30 minuti.

Linea Conegliano – Belluno. Il primo treno parte alle 6.41 e l’ultimo alle 20.41: c’è una corsa ogni ora al minuto 41. Saltano le corse delle 10.41 e 11.41

Linea Belluno – Calalzo. Il primo treno parte alle 7.45 e l’ultimo alle 20.45. C’è una corsa ogni 45 minuti. Non ci sono le corse delle 10.45, 11.45 e 12.45.

Orari festivi. Linea Belluno – Padova. Il primo treno parte alle 7.48 e l’ultimo alle 18.48.

Linea Belluno – Conegliano. Il primo treno parte alle 6.16 e l’ultimo alle 19.16. Saltano quattro corse rispetto all’orario feriale.

I treni per Padova non fermeranno più nelle stazioni di San Giorgio delle Pertiche, Campodarsego e Vigodarzere. Il primo treno da Belluno a Padova è anticipato di 18 minuti rispetto a prima, ma a Padova non c’è nessuna coincidenza con Roma. I tempi di percorrenza media da Belluno a Roma, stando a quanto riferito nei giorni scorsi dai sindacati, passano da 5.19 ore a 6.22 ore.

Marco Ceci

 

I MINUETTI

Sono costati 3,5 milioni l’uno porteranno 350 passeggeri

BELLUNO – Si chiama Minuetto, ha una capacità di carico di 150 posti a sedere più 200 in piedi (350 passeggeri in tutto) e può raggiungere i 130 chilometri orari, anche se sulle linee bellunesi non supererà i 100, per ragioni di sicurezza imposte dalla struttura ferroviaria stessa. Non sono propriamente l’ultimo parto della tecnologia ferroviaria italiana (la produzione dei modelli in questione è iniziata nei primi anni 2000), ma i 4 nuovi treni che da oggi saranno in servizio sulla Belluno-Conegliano bastano e avanzano per garantire una svolta epocale del parco mezzi in dotazione al Bellunese.

«Ce ne saranno altri due di riserva, pronti all’evenienza», ha precisato l’ingegner Maria Giaconia, direttrice di Trenitalia per il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, «e il loro costo è di circa 3 milioni e mezzo di euro. Saranno dedicati in esclusiva a questa linea, sono mezzi moderni, con tecnologia all’avanguardia, rispondenti ai parametri europei, più comodi e con minori emissioni. Con l’entrata in vigore dell’orario cadenzato, poi, si risparmieranno ogni giorno 5 mila chilometri di Diesel in regione».

Ma i quattro Minuetti sono solo l’inizio di un percorso. Non solo di aggiornamento per il parco mezzi in dotazione al bellunese.

«Nei prossimi mesi saranno sostituiti gradualmente anche i mezzi sulla linea Belluno-Montebelluna-Padova e nel giro di 2-3 contiamo di ammodernare l’intera flotta regionale. Il sistema? Non è rigido, monitoreremo le criticità, si può sempre cambiare, ma su scala macro: il sistema è calibrato anche su snodi come quello di Milano, bisogna tener conto delle esigenze di tutti».

Relativamente alla velocità d’esercizio, invece, Giaconia precisa: «La velocità media dei treni in Veneto è di 58 chilometri orari, sulla Belluno-Conegliano è di 55: sono mezzi ottimali per sfruttare al meglio le potenzialità e le caratteristiche della rete ferroviaria esistente, ovvero della media distanza».

(ma.ce.)

 

Bond: «Ora va calibrata la gomma»

Il consigliere regionale chiede che i due sistemi di trasporto siano subito integrati 

BELLUNO «L’arrivo di questi treni nel Bellunese è il frutto di un lungo lavoro. Non sono treni nuovi, sia chiaro, ma sono di ultima generazione, in perfette condizioni e garantiranno un salto nel futuro rispetto al parco mezzi precedente. Ma la partita non finisce qui». È stato chiaro il consigliere regionale Dario Bond, ieri presente al battesimo dei 4 neoacquisti delle ferrovie bellunesi in rappresentanza della Regione, che ha ricordato anche come «l’orario cadenzato dovrà essere monitorato in ogni sua fase, anche per questo ho attivato una casella di posta elettronica (treni@dariobond.it) per avere un dialogo serrato con i pendolari. Le segnalazioni saranno raccolte in maniera organica in un dossier periodico che consegnerò all’assessore Chisso e alle strutture regionali». Ma cosa manca oggi? La seconda fase, appunto, che secondo Bond «deve promuovere un coordinamento puntuale e funzionale tra autobus e treno. È basilare l’integrazione gomma-rotaia e quindi l’integrazione con i servizi della Dolomitibus. Per questo vanno rivisti gli orari: treno e autobus non dovranno sovrapporsi. Continuerò a vigilare sulle tratte bellunesi e dell’Alto Veneto. Da anni mi occupo di treni e so quali sono i disagi quotidiani, dai treni-carri bestiame ai ritardi. Sono convinto comunque che ogni miglioramento passi attraverso il dialogo e il confronto con i tecnici e le strutture regionali, al di là del facile allarmismo. L’ammodernamento dei mezzi è un primo passo concreto verso una valorizzazione della nostra ferrovia».

(ma.ce.)

 

Mattino di Padova – Caos orari treni, Chisso concede un bus

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8

dic

2013

LA RABBIA DEI PENDOLARI » PRIME MODIFICHE

La Regione viene incontro ai viaggiatori dell’Alta Padovana, ma quelli della Bassa sulla linea “Mantova” restano penalizzati 

SIMONAGGIO della FILT – Cgil L’assessore regionale ha accolto solo una parte delle richieste presentate dagli utenti. Ma gli aggiustamenti migliorano la situazione

MONSELICE – Le proteste dei pendolari per i “buchi neri” sui treni regionali, creati dal nuovo orario cadenzato che entrerà in vigore il 15 dicembre, hanno già raggiunto un primo importante risultato. Ieri mattina l’assessore regionale ai Trasporti Renato Chisso ha presentato le prime modifiche concrete rispetto all’orario già pubblicato sul sito di TrenItalia e ancora prima su quello delle Ferrovie Tedesche (Deutsche Bahn) che, da sempre, resta l’orario di riferimento internazionale per le ferrovie di ogni Paese dell’Unione Europea.

I primi cambiamenti riguardano le linee da Venezia per Portogruaro, da Belluno per Conegliano, da Padova per Verona e anche la Camposampiero – Belluno. La notizia più attesa da decine di pendolari, in particolare da gruppi di residenti che abitano nell’Alta o nella zona di Castelfranco, è l’istituzione di un bus sostitutivo (che un giorno potrebbe diventare un treno vero e proprio, ndr) che partirà alle 22.40 da Padova Centrale. La corriera fermerà in tutte le stazioni. Ossia anche a Vigodarzere, Campodarsego, San Giorgio delle Pertiche e, naturalmente, anche a Camposampiero. Non proseguirà, però, come oggi succede con il treno delle 22.46, per Montebelluna, Feltre, Belluno, ma farà capolinea a Castelfranco, dove arriverà alle 23,47. Non è una soluzione ideale, ma è sempre meglio di niente visto che nel nuovo orario l’ultimo treno partirà alle 21,29.

Novità anche per i pendolari che da Padova sono diretti in Lombardia. I regionali, che partono da Venezia Santa Lucia alle 16.12 e alle 19.05 (che quindi passano anche per la città del Santo), non faranno capolinea, come tutti gli altri a Verona Porta Nuova, ma proseguiranno per Brescia, dove arriveranno, rispettivamente, alle 18,34 e alle 22,09. Non ci saranno più, invece, i quattro regionali veloci per Milano.

Intanto prosegue, su Internet, l’indagine sulle cancellazioni e sui ritardi curata dai ragazzi del sito www.trenitardo.org. Sinora hanno accertato che, in tutto, i ritardi segnalati dai pendolari, alle 17.15 di ieri, assommavano a 26 giorni, 7 ore e 26 minuti.

Per quanto riguarda le segnalazioni degli utenti che si spostano in treno nel territorio padovano, è stato verificato che la maglia nera spetta alla linea Mantova – Legnago – Este – Monselice -Terme Euganee – Padova, dove un treno su quattro viaggia sempre in ritardo. Ed i ritardi coinvolgono anche singoli casi significativi. Ieri un utente ha comunicato che è stato cancellato il regionale delle 12.49 da Padova per Belluno, mentre Michele Costola fa sapere che, quasi ogni giorno, i locali tra Padova e Verona viaggiano con una media di 15 minuti di ritardo. Un altro ha segnalato di avere preso il regionale Padova – Venezia delle 7.50, ma a Mestre ha perso la coincidenza perché il treno ha viaggiato con 12 minuti di ritardo. Domani, intanto, nella stazione di Padova si terrà il secondo desk informativo sul nuovo orario, mentre gli utenti, per segnalare inconvenienti, possono chiamare l’ 800 042 822. «L’assessore Chisso, finalmente, ha accettato una prima parte delle proposte dei pendolari» dice Ilario Simonaggio, segretario Filt-Cgil «I primi aggiustamenti sono positivi».

Felice Paduano

 

LINEA ADRIA – VENEZIA

Raccolta di firme per un convoglio

È quello che passa da Piove alle 7.03, cancellato dal 15 dicembre

PIOVE DI SACCO – Sta suscitando preoccupazione il nuovo orario cadenzato che dal 15 dicembre sarà applicato anche alla linea ferroviaria Adria-Venezia gestita da Sistemi Territoriali. Preoccupa i pendolari la soppressione del treno che passava per Piove di Sacco alle 7.03, quello in assoluto più utilizzato da lavoratori e studenti. La corsa è stata posticipata alle 7.22, quella precedente parte alle 6.47. Per il mantenimento del treno delle 7.03 è stata avviata anche una raccolta di firme tra i pendolari e la stessa amministrazione di Piove di Sacco aveva ribadito in occasione degli incontri con l’assessore regionale Renato Chisso la necessità di implementare il servizio negli orari di punta. Tra l’altro proprio il treno delle 7.22 rimarrà uno dei pochi di Sistemi Territoriali a fermarsi a Mestre, costringendo i pendolari a cambiare treno, con inevitabili disagi e ritardi, per raggiungere Venezia.

Da circa un mese su tutta la linea si registrano frequenti ritardi e, diversamente da quanto fa con Trenitalia, la Regione non multa Sistemi Territoriali (società al 100% controllata dalla stessa Regione) per risarcire gli utenti. Tra l’altro anche l’Actv ha tagliato numerose corse, rendendo più difficile una sinergia di trasporto pubblico misto gomma-rotaia.

(e.l.)

 

Il pd di este fa la voce grossa

Panfilo stigmatizza i disservizi e invita i sindaci a protestare 

ESTE – Ritardi dai 35 ai 200 minuti. Giovedì, al primo ghiaccio di stagione, la linea Padova-Bologna è andata letteralmente in tilt e tra i pendolari costretti all’ennesima giornata di disagi c’era anche Francesco Panfilo, capogruppo del Pd in consiglio comunale a Este. Panfilo da oltre un mese raccoglie e segnala tutti i ritardi dei treni: il consigliere mostra per esempio quelli del 28 novembre (30 minuti di ritardo per i tre treni in partenza dalle 7 a Este), del 13 novembre (20 minuti di ritardo medio per gli stessi convogli), del 7 novembre (un picco di 39 minuti di ritardo nella medesima fascia oraria).

Commenta Panfilo: «Ho chiesto al sindaco di Este un intervento: so che sta cercando di contattare l’assessore veneto Renato Chisso, anche se con grosse difficoltà. Quello che mi sorprende è il silenzio degli altri sindaci della Bassa: anche i loro cittadini sono danneggiati da questi disservizi. C’è stata una levata di scudi per il pedaggio sul nuovo tratto della statale Carceri-Legnago ma sui treni non dicono una parola: è incomprensibile. Tutti i sindaci devono fare blocco, a prescindere dal loro colore politico, per dare peso e difendere il nostro territorio dal meschino trattamento che riceve da chi comanda in Provincia e in Regione».

(n.c.)

 

Nuova Venezia – Nuovi orari dei treni, tagli per i pendolari

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30

nov

2013

dal 15 dicembre si cambia

Trenitalia ufficializza le novità dei regionali, Simonaggio (Cgil) all’attacco: «È stato colpito chi va a lavorare presto al mattino»

Mancano appena due settimane all’entrata in vigore del nuovo orario annuale di Trenitalia, che, per la prima volta nella storia dei treni regionali delle Ferrovie dello Stato nel Veneto, sarà di tipo cadenzato. Ossia i locali, su una determinata linea, partiranno ed arriveranno sempre alla stessa ora ed agli stessi minuti. A fronte di questa novità, c’è subbuglio tra i pendolari preoccupati per alcuni tagli alle linee regionali. La Cgil si è fatta interprete ieri di questo disagio e il segretario regionale Ilario Simonaggio ha avuto parole molto dure:

«Non ci sono i treni del mattino presto e i nuovi Stadler, fabbricati in Svizzera, sono più capienti perché hanno posti in piedi».

Il sindacato registra la protesta di che si è visto eliminare quattro regionali veloci per Brescia e Milano. E su Venezia: «Come è possibile che a Venezia, da Padova, non si possa arrivare dopo le 22.30?»

Già da oggi è possibile consultare il nuovo orario, che parte domenica 15 dicembre, sul sito di Trenitalia ed anche su quello delle Ferrovie Tedesche (Deutsche Bahn). Anzi c’è di più. Per quanto riguarda i treni a lunga percorrenza, non è previsto nessun cambiamento. Né per le Frecce Argento Venezia-Padova- Bologna-Firenze-Roma ( oltre 15 coppie al giorno più 5 Italo)a/r e né per le Frecce Bianche Venezia-Padova-Vicenza-Verona-Brescia-Milano/ Torino, dove c’è un Eurostar ogni mezz’ora.

L’unica, ma attesa, novità sulle lunghe distanze è, dopo quattro anni, il ritorno dell’Eurocity, gestito dalle Ferrovie Austriache, anche di giorno, sulla linea Venezia Santa Lucia (15.59)- Treviso ( 16.30)- Udine – Tarvisio-Klagenfurth – Wien Meidling.

Neanche questa volta partirà la SFMR, ossia il metrò sulla tratta Padova-Venezia, sebbene quasi tutte le opere del progetto, partito 25 anni fa, siano state ultimate con una spesa di oltre cento milioni.

«A questo punto o l’assessore Renato Chisso spiega nei particolari le cause dei ritardi in questa, lunghissima, telenovela ferma ad un binario morto oppure si deve dimettere subito.» osserva Nino Pipitone, consigliere d’Idv.

Due, essenzialmente, invece, le novità sulle linee regionali. Per la prima volta nascono tredici coppie di treni regionali veloci sulla linea Venezia-Padova- Vicenza-Verona, con fermate anche a San Bonifacio e Verona Porta Vescovo e, sempre per la prima volta, tredici coppie di regionali collegheranno Treviso direttamente con Padova, via Castelfranco, Camposampiero, senza dovere, per forza, andare prima a Mestre e salire su un altro treno per la città del Santo.

Applausi per la nuova linea diretta Treviso-Padova, ma non per l’istituzione dei nuovi regionali veloci Venezia-Padova-Verona perché, dal 15 dicembre, non ci saranno più i quattro regionali veloci che oggi collegano la laguna con Milano. Chi non vuole spendere un sacco di soldi per salire sulle Frecce Bianche dovrà scendere a Verona Porta Nuova e prendere la coincidenza con gli altri regionali veloci che collegano la città di Giulietta e Romeo con Milano, via Brescia, Rovato e Treviglio.

Pochi cambiamenti sulla linea delle Dolomiti che parte da Padova, via Montebelluna e Feltre. Anche qui l’orario sarà cadenzato. Il primo da Belluno partirà alle 4.48 e l’ultimo alle 19.48. Saranno regionali velocizzati a metà perché, arrivati a Camposampiero, non fermeranno più sino a Padova nelle stazioni di San Giorgio delle Pertiche, Campodarsego e Vigodarzere, dove, però, fermeranno i nuovi locali provenienti dalla Marca.

Brutte notizie, infine, per i viaggiatori, che, alla sera, si servono, in genere, degli ultimi treni in partenza da Santa Lucia per Padova, Treviso-Castelfranco –Bassano e San Donà-Portogruaro. Linea per Padova: ultimo regionale alle 22.35. Per Mogliano-Preganziol-Treviso alle 23.04 (oggi ultimo 23.56) ; per Bassano alle 21.08( oggi 21.28 e 22.38) e per Portogruaro alle 22.41 (oggi 00.21 e 00.36).

Felice Paduano

 

«Penalizzata la tratta Venezia-Trieste»

Cresce la protesta dei sindaci. Conte (Quarto d’Altino) critica la Regione. Martedì corteo a Venezia

«Riteniamo necessario manifestare il nostro dissenso sia per il metodo seguito dalla Regione che per il merito. La Regione non ha coinvolto né l’utenza né i rappresentanti delle istituzioni locali».

È il testo di una lettera, spedita dal sindaco di Quarto d’Altino, Silvia Conte, a tutti i sindaci della tratta Venezia-Trieste, ma non solo a loro. Tra i destinatari ci sono i comuni di Venezia, Portogruaro, Casale, Ceggia, Fossalta di Piave, Fossalta di Portogruaro, Marcon, Meolo, Roncade, San Donà di Piave, San Stino di Livenza.

L’invito è quello a partecipare alla manifestazione in programma martedì a Venezia, con partenza dalla stazione di Santa Lucia e marcia verso il consiglio regionale, alla quale parteciperanno i pendolari, infuriati contro il nuovo orario cadenzato che entrerà in vigore da metà dicembre. Una lettera motivata dai gap del nuovo orario, che per alcuni Comuni rappresenterà un grosso problema.

Si legge: «Non sono stati coinvolti i portatori di interessi diffusi, né le aziende di trasporto pubblico locale nel percorso di elaborazione, né la Regione ha recepito le istanze da noi rappresentate nelle sedi istituzionali, né ha attivato un adeguato piano di comunicazione».

Precisa Conte: «Il risultato è che dopo anni di attesa per un nuovo servizio ferroviario metropolitano quello che entrerà in vigore dal 15 dicembre prossimo è fortemente penalizzante per i pendolari e per le attività economiche, riducendo di fatto la fascia oraria dal servizio».

La protesta di martedì dunque monta. «La penalizzazione è certa», commenta il sindaco di Marcon, Andrea Follini «mancano dei treni della sera e del mattino, c’è poco da fare. Penso anche ai tanti lavoratori che si recano negli alberghi a lavorare, magari anche ci arrivano, ma poi come tornano?»

Tra i problemi evidenziati, c’è quello relativo ai treni del mattino, è stato confermato il primo convoglio, in partenza da Portogruaro alle 4.38, ma è stato posticipato rispetto all’orario precedente, creando dei disagi ai lavoratori che devono prendere servizio presto, ad esempio all’ospedale civile di Venezia o nelle vetrerie di Murano e che dunque devono cambiare più mezzo. Rimane il buco delle due ore in mezzo alla mattinata c’è poi la partita del buco della sera, tra le 20 e le 22, segnalato dal comitato altinate.

Il cadenzamento, insomma, secondo i sindaci, non è effettivo in tutta la giornata. In tanti sindaci, in queste ore, oltre all’adesione formale alla manifestazione, hanno annunciato che parteciperanno lunedì mattina, alla protesta di Legambiente, «Pendolaria».

Cittadini, utenti, ambientalisti, rappresentanti istituzionali monteranno sul treno regionale 11034, che partirà da Portogruaro alle 7.53 per raggiungere Mestre, dove si terrà una conferenza stampa, per chiedere l’istituzione e l’operatività di un tavolo sulla mobilità.

Giovedì sera, nel frattempo, in concomitanza con l’uscita del nuovo orario, si è svolto a Quarto d’Altino l’incontro pubblico congiunto con i comuni di Marcon, Quarto e Casale, dove sono emersi i tanti disagi sottolineati dai cittadini e dagli amministratori.

(m.a.)

 

Cgil attacca: «Penalizzato chi va a lavorare presto»

Venezia vietata dopo cena: esplode la polemica per l’ultima corsa alle 22.35

Mancano due settimane all’entrata in vigore del nuovo orario annuale di TrenItalia che, per la prima volta nella storia dei regionali delle Ferrovie dello Stato, sarà di tipo cadenzato: i locali, su una determinata linea, partiranno ed arriveranno sempre alla stessa ora ed agli stessi minuti. A fronte di questa novità, c’è già subbuglio tra i pendolari preoccupati per alcuni tagli alle linee regionali. La Cgil si è fatta interprete ieri di questo disagio e il segretario regionale Ilario Simonaggio ha avuto parole molto dure:

«Non ci sono i treni del mattino presto ed i nuovi Stadler, fabbricati in Svizzera, sono più capienti perchè hanno posti in piedi».

Il sindacato registra la protesta di chi si è visto eliminare i quattro regionali veloci per Brescia e Milano. E su Venezia: «Come è possibile che un padovano non possa andare la sera nella città più bella del mondo perchè non ci sono treni dopo le 22.30? »

Già oggi è possibile consultare il nuovo orario, che parte domenica 15 dicembre, sul sito di TrenItalia. Per quanto riguarda i treni a lunga percorrenza, nessun cambiamento. Né per le Frecce Argento per Roma (15 al giorno più 5 Italo) e né per le Frecce Bianche per Milano/Torino, dove c’è un Eurostar ogni mezz’ora.

L’unica, ma attesa, novità sulle lunghe distanze è il ritorno dell’Eurocity, gestito dalle Ferrovie Austriache, anche di giorno, sulla linea Venezia Santa Lucia (15.59)- Treviso ( 16.30)- Udine – Tarvisio – Wien.

Come anticipato dal nostro giornale, neanche stavolta partirà la Smfr, il metrò sulla tratta Padova-Venezia, sebbene quasi tutte le opere del progetto, partito 25 anni fa, siano state ultimate con una spesa di cento milioni:

«O l’assessore Chisso spiega nei particolari le cause dei ritardi in questa telenovela ferma ad un binario morto oppure si deve dimettere», osserva Pipitone, consigliere Idv. Due, essenzialmente, le novità sulle linee regionali.

Per la prima volta nascono tredici coppie di treni regionali veloci sulla linea Venezia-Padova- Vicenza-Verona, con fermate anche a San Bonifacio e Verona Porta Vescovo e, sempre per la prima volta, tredici coppie di regionali collegheranno Treviso direttamente con Padova, via Castelfranco, Camposampiero, senza dovere andare prima a Mestre e salire su un altro treno.

Applausi per la nuova linea diretta Treviso-Padova, ma non per l’istituzione dei nuovi regionali veloci Venezia-Padova-Verona perché, dal 15 dicembre, non ci saranno più i quattro regionali veloci che oggi collegano la laguna con Milano. Chi non vuole spendere soldi per salire sulle Frecce Bianche dovrà scendere a Verona Porta Nuova e prendere la coincidenza con gli altri regionali veloci che collegano Verona con Milano, via Brescia, Rovato e Treviglio.

Pochi cambiamenti sulla linea delle Dolomiti che parte da Padova, via Montebelluna e Feltre. Anche qui l’orario sarà cadenzato. Saranno regionali velocizzati a metà perché, arrivati a Camposampiero, non fermeranno più sino a Padova nelle stazioni di San Giorgio delle Pertiche, Campodarsego e Vigodarzere, dove, però, fermeranno i nuovi locali provenienti dalla Marca. Brutte notizie, infine, per i viaggiatori, che, alla sera, si servono degli ultimi treni in partenza da Santa Lucia per Padova, Treviso, Castelfranco, Bassano e San Donà-Portogruaro. Linea per Padova: ultimo regionale alle 22.35. Per Mogliano-Preganziol-Treviso alle 23.04 (oggi ultimo 23.56); per Bassano alle 21.08( oggi 21.28 e 22.38) e per Portogruaro alle 22.41 (oggi 00.21 e 00.36). Ci sarà un bus che partirà alle 00.20 ed arriverà 2.26…

Felice Paduano

 

I PENALIZZATI – Tagli di corse verso la Bassa Meno fermate nell’Alta

La novità che meno piacerà ai pendolari di Padova è la linea per Legnago-Mantova e viceversa, via Terme Euganee, Monselice. Oggi sono sette i regionali che partono da Padova e vanno verso Este, Montagnana, senza trasbordare su un altro treno a Monselice. Tra due settimane, invece, i regionali diretti saranno tre (tutti alla mattina da Legnago) e i pendolari della Bassa, per venire e tornare dalla città dovranno scendere a Monselice e servirsi dei regionali veloci della linea Padova-Bologna, che fermano solo a Terme Euganee o quelli provenienti da Rovigo, ad andamento lento, con fermate anche a Battaglia ed Abano. A proposito della linea Padova-Rovigo-Ferrara- San Pietro in Casale- Bologna e viceversa, i cui treni sono sempre strapieni, c’è da dire che il nuovo orario apporterà solo leggerissime modifiche. Da Padova il treno veloce (costo 9.20 euro,la Freccia Argento 24) partirà ai minuti 10 e non più a 12’. L’ultimo per il capoluogo emiliano partirà alle 20.10. Tutta da verificare la situazione prevista per i pendolari che si spostano dall’Alta, in particolare da Cittadella e Camposampiero, in direzione Padova.

Per la prima volta i treni provenienti da Calalzo/Belluno non fermeranno più nelle stazioni di San Giorgio delle Pertiche, Campodarsego e Vigodarzere. In compenso gli utenti, che salgono sul treno nelle tre stazioni sovramenzionate, potranno utilizzare i regionali che arrivano da Bassano e quelli da Treviso, via Paese, Castelfranco. Le difficoltà che i pendolari dell’Alta avranno con il nuovo orario saranno dovute alla mancanza di treni nelle fasce orarie della mattina presto. Oggi all’alba sono in servizio alcuni bus sostituvi. Ma i più penalizzati saranno i pendolari dell’Alta, che oggi, dopo il lavoro in città, tornano, tardi, a casa, nei paesi del Camposampierese.

 

AssoUtenti: «Positiva la scelta dell’orario cadenzato»

Se il sindacato attacca il nuovo orario dei treni, c’è anche chi elogia, senza se senza ma, la scelta del nuovo orario cadenzato. «Rappresenta un’ottima opportunità di riordino del sistema mobilità in Veneto», spiega Davide Grisafi, aponense e coordinatore regionale di AssoUtenti, « Siamo davanti all’applicazione di un sistema integrato in grado di combinare l’ offerta su gomma con quella sul ferro. L’orario cadenzato, tra l’altro varato anche con la nostra collaborazione, fa risparmiare nei costi generali perché permette di gestire al meglio, i flussi dei materiali, del personale e delle manutenzioni. A questo punto il Veneto diventa un modello per tutte le altre regioni della penisola. In pratica sono stati messi treni dove e quando servono. E’ necessario, però, che dallo Stato arrivino più risorse». f.pad.

 

A Verona in 59 minuti, a Venezia in 27 (costo 3 euro e 55)

La protesta della Cgil: «Errore tagliare il diretto a Milano»

Il nuovo orario dei treni entrerà in vigore il 15 dicembre. Per quanto riguarda gli orari di partenza e di arrivo delle Frecce che si spostano sulle linee Venezia-Padova- Vicenza-Verona-Brescia-Milano / Torino e Venezia–Padova-Bologna-Firenze-Roma non ci sono modifiche. Da Padova si continuerà ad andare a Roma con 15 corse di Frecce Argento al giorno ed a Milano con le Frecce Bianche con un Eurostar ogni mezz’ora.

Totalmente rivoluzionato, invece, l’orario dei treni locali, che, per la prima volta, sarà cadenzato: ogni singolo convoglio partirà ed arriverà alla stessa ora ed agli stessi minuti. Un cambiamento che rappresenterà un notevole vantaggio per i pendolari anche perché, dopo le infinite proteste degli utenti, si potrà viaggiare su 20 treni nuovi ad alta frequentazione, costruiti dall’azienda svizzera Stadler.

«Il grande errore», dice Ilario Simonaggio della Cgil, «è l’abolizione dei quattro regionali per Milano, che sono sempre pieni. La rottura di carico crea problemi, E poi, siamo sicuri che a Verona la coincidenza sarà sempre immediata?».

Da Venezia i treni partiranno al minuto 12: tappe a Padova, Vicenza, San Bonifacio, Verona Porta Vescovo e Verona Porta Nuova. Per la prima volta la città lagunare sarà collegata con Verona anche con treni regionali veloci, come accade sulla linea Venezia-Padova-Rovigo-Ferrara-Bologna. I pendolari padovani potranno andare da Padova a Verona in 59 minuti (oggi ci vuole un’ora e venti); appena 27 minuti da Padova a Venezia Santa Lucia senza pagare come sulle Frecce Bianche. Oggi andare in laguna con un regionale costa 3.55 euro, mentre con gli Eurostar si devono sborsare 15 euro (Freccia Bianca). I nuovi regionali veloci saranno 13 all’andata ed altrettanti al ritorno. Da Padova in direzione Venezia si partirà al minuto 21; mentre da Padova a Verona si parte al minuto 40.

Sempre sulla linea (Venezia)-Padova-Verona continueranno a circolare treni «ad andamento lento» che fermeranno anche a Grisignano di Zocco, Mestrino, Ponte di Brenta/Busa di Vigonza, Pianiga/Vigonza, Dolo e Mira/Mirano. Da Padova i lenti per Verona partiranno sempre al minuto 56 (un’ora e 26 minuti di percorrenza).

Tasto dolente, come faceva notare Simonaggio della Cgil, l’abolizione dei quattro regionali veloci per Brescia-Rovato-Milano Centrale. La battaglia degli universitari lombardi che studiano a Padova non è servita a niente. Chi vorrà andare a Milano con i prezzi dei regionali (15 euro e 65 anzichè 34.50 del Freccia Bianca), dovrà scendere a Verona e prendere il treno regionale veloce corrispondente per Milano.

Novità sulla Padova-Camposampiero-Castelfranco- Montebelluna- Feltre-Belluno/Calalzo- Pieve di Cadore/Cortina. Per le Dolomiti i treni resteranno gli stessi di oggi, ma ci sarà l’orario cadenzato e saranno introdotte novità destinate a modificare il modo di viaggiare dei padovani che si spostano verso Camposampiero e Castelfranco. I regionali, provenienti o diretti verso le Alpi, non fermeranno più nelle stazioni intermedie tra Padova e Camposampiero. Ossia a Vigodarzere, Campodarsego e San Giorgio delle Pertiche. Stazioni, però, dove si fermeranno ugualmente sia i treni per Cittadella e Bassano del Grappa che gli altri (tredici convogli) per Castelfranco, Paese, Treviso. Il primo treno per Belluno partirà alle 5.29 e l’ultimo alle 21.29. Il primo da Belluno alle 4.48 (Padova 7.09) e l’ultimo alle 19.48 (Padova 21.59). Abolito il regionale delle 22.46 da Padova, che sta già provocando proteste da parte di chi lavora in città e alla sera torna a Camposampiero. Cambiamenti in arrivo anche sulle linee per Monselice-Mantova, Cittadella –Bassano e Mestre-Piove di Sacco-Adria.

Felice Paduano

 

Si comincia il 15 dicembre con 13 coppie di convogli al giorno, dalle 6 alle 19.45, via Castelfranco. Venerdì niente sciopero

La novità delle novità all’interno dell’orario cadenzato dei treni regionali, che entrerà in vigore dal 15 dicembre, è rappresentata dall’intensificazione del collegamento, per la prima volta nella storia delle Ferrovie dello Stato, tra Treviso e Padova, via Paese, Istrana, Albaredo, Castelfranco, Camposampiero, San Giorgio delle Pertiche, Campodarsego e Vigodarzere.

Il capoluogo della Marca sarà collegato con la città del Santo con tredici coppie (andata e ritorno) al giorno che fermeranno in tutte le stazioni, con un tempo di percorrenza di 55 minuti. Una vera e propria rivoluzione rispetto all’offerta attuale da parte di TrenItalia e della Regione, che presenta pochissimi treni diretti fra Treviso e Padova, via Castelfranco e i due locali che partono da Portogruaro. La bozza dell’orario definitiva è pronta da tempo e prevede la partenza del primo treno da Treviso alle 6.10 e l’ultimo da Padova alle 19.45, praticamente ogni ora.

Gli studenti che frequentano l’Università a Padova, non saranno quindi più costretti a cambiare a Mestre. Una vera comodità visto che, quasi sempre, i regionali, provenienti da Conegliano e Pordenone e diretti a Mestre e a Venezia, a Treviso sono già pieni.

La notizia è stata accolta con soddisfazione da quasi tutti i pendolari. «Raggiungere Padova via Mestre, si risparmia un po’ di tempo visto che si possono utilizzare anche i regionali veloci» spiega Marco Zabai, leader dell’Udu (Rete degli Universitari) «questo, però, senza tener conto dell’attesa del secondo convoglio in terraferma. Ma la novità d’istituire tredici coppie dirette fra Treviso e Padova, via Castelfranco, va accolta positivamente perché, in pratica, siamo davanti ad un servizio reale di tipo metropolitano tra i due capoluoghi».

Più cauto il commento di Ilario Simonaggio. «L’assessore Chisso non ci ha ancora comunicato formalmente il nuovo orario» osserva il segretario regionale di Filt-Cgil «attualmente i disagi dei pendolari sono ancora molto pesanti. Speriamo che dal 15 dicembre gli utenti possano viaggiare con più treni disponibili e in condizioni migliori di quelle attuali».

Intanto, proprio ieri pomeriggio, Cgil, Cisl ed Uil, hanno comunicato che lo sciopero generale, di quattro ore, non avrà nessun effetto sui treni perché la Commissione di garanzia ha annullato le quattro ore di mobilitazione, che erano state indette anche per i ferrovieri. Ossia fermi i tram, i bus, i vaporetti e le corriere, ma treni regolari dalle 14 alle 18 di venerdì.

Felice Paduano

 

In Riviera e nel Miranese il comparto è in controtendenza: fatturato su del 35%

Prodotti 50 mila ettolitri, triplicato in cinque anni il numero dei dipendenti

DOLO – Il doc, e in genere il vino della Riviera del Brenta e del Miranese, va a gonfie vele. Il comparto è in controtendenza: aumentano l’occupazione e i guadagni. Le produzioni, pur restando sostanzialmente invariate o leggermente inferiori a quelle delle scorse annate, stanno dando fatturati in incremento del 35% rispetto all’anno precedente.

A spiegarlo sono Pierantonio Angeli, direttore delle Cantine Riunite della Riviera di Dolo, e Fabio Livieri, sindaco di Campagna Lupia e responsabile Coldiretti del Miranese. «Quest’anno», spiega Angeli, «la vendemmia sta dando grandissimi risultati. Abbiamo avuto una produzione complessiva di oltre ottomila ettolitri di cui il 15% è doc e il restante è vino Igp. Per il doc della Riviera produciamo Pinot grigio, Prosecco, Cabernet, Merlot e Refosco. Si tratta di vini che riusciamo a commercializzare direttamente ai ristoranti di Venezia e della Riviera e Miranese senza passare dalla rete vendita commerciale».

Le cantine che producono doc della Riviera sono, oltre a quella di Dolo, anche Campodarsego, Noale e Premaore di Camponogara. Complessivamente la produzione di vino nell’area si aggira sui 50 mila ettolitri. «Nonostante la crisi», spiega Angeli, «in questi ultimi cinque anni abbiamo creato occupazione. Le cantine di Dolo avevano cinque dipendenti, ora arriviamo a 16-17. Questo grazie a un modo di produrre e vendere il prodotto che è moderno. In questi anni abbiamo vissuto anche il trapasso generazionale degli imprenditori agricoli con l’arrivo sul mercato di tanto produttori giovani con idee fresche e dinamiche. Nel settore del vino il marchio Italia è una garanzia, fa la differenza e non teme confronti con nessuno. Abbiamo aperto anche una rete di vendita diretta con la ristorazione in Germania». Complessivamente la viticoltura si stima abbia contribuito ad assumere in quattro anni nei 17 Comuni una settantina di addetti in più.

A produrre più vino è la zona sud della Riviera, cioè l’area di Campolongo, Campagna Lupia, Camponogara e l’area sud di Mira.

«Nel Miranese», spiega Fabio Livieri, «la situazione più difficile era quella della cantina sociale di Noale, Da due anni a questa parte però ci sono dei bei segnali di miglioramento dal punto di vista quantitativo e qualitativo delle uve. Il settore della viticoltura collegato con la ristorazione e il turismo può essere un volano per la ripresa economica di una zona in cui l’agricoltura sta tornando ad essere un comparto di grande attrazione per le giovani generazioni che negli anni dell’ndustrializzazione avevano abbandonato le campagne».

Alessandro Abbadir

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