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L’avvio sperimentale: otto corse al giorno lungo la tratta Padova-Venezia, il tempo di percorrenza è fissato in 50 minuti

PADOVA – Si parte. Finalmente si parte. Con dieci anni almeno di ritardo, ma, questa volta, la prima metro regionale di superficie, lunedì 8 settembre, alle 8.35, partirà dal binario 2 della nuova stazione giardino, pronta già da un anno sul lato sud di Padova Centrale. Al momento la linea metropolitana Padova-Venezia (37 chilometri) sarà attivata a titolo sperimentale solo sino al 13 dicembre, ma appare molto probabile che proseguirà anche nel 2015. Basta dare uno sguardo ai tabelloni generali cartacei degli orari Fs già affissi nelle stazioni di Padova, Venezia- Mestre e Venezia-Santa Lucia per constatare che i primi treni metropolitani sono otto all’andata ed altrettanti al ritorno. In tutto sedici. I nuovi convogli, che saranno dei treni Stadler, con 750 oppure 450 posti disponibili, partiranno da Padova alle 8.35, 11.35, 13.35, 14.35, 15.35, 17.35, 18.35 e 20.35. La prima metro arriverà a Santa Lucia alle 9.25 con un tempo di percorrenza di 50 minuti. Fermate previste: Ponte di Brenta, Vigonza-Pianiga, Dolo, Mira-Mirano e Mestre. I nuovi treni metropolitani andranno ad aggiungersi ai 210 convogli giornalieri, sia Regionali che Frecce Argento, Frecce Bianche ed Italo di Ntv, che già oggi collegano la città del Santo con la laguna. E pensare che, come disse l’ex governatore Giancarlo Galan quando, nel 2004, si mise in testa il cappello rosso da capostazione a Vigodarzere, il primo convoglio sarebbe dovuto partire entro il 2010. Sono venticinque anni che il progetto Smfr va avanti a passi di lumaca. Costato, sino ad oggi, oltre cento milioni, non è ancora a regime. Nel complesso è stato realizzato il quadruplicamento della tratta ad Alta Velocità/Alta Capacità Padova-Mestre (km 26); è stato costruito il raddoppio della linea Padova-Camposampiero-Castelfranco ed è stata anche realizzata la nuova tratta fra Mestre e Maerne di Martellago, con la realizzazione della nuova stazione di Spinea, senza, però, il completamento a doppio binario sino a Castelfranco, via Trebaseleghe, Piombino Dese e Noale. Questo perché la prima linea metropolitana di superficie del Veneto, in base al progetto originario, dovrebbe correre sull’asse Padova-Mestre-Castelfranco (con diramazione Treviso-Padova). «L’importante è che l’ 8 settembre si parta», sottolinea Lorenzo Manfredini, responsabile di Rfi di Padova, «nel frattempo stiamo potenziando la linea Padova-Vicenza, dove i treni potranno correre alla velocità massima di 200 km l’ora.

Felice Paduano

 

Dalle 7 prolungate soste nelle stazioni hanno rallentato arrivi e partenze tra Noale, Maerne e Spinea

NOALE – Altra mattinata difficile per chi ha usato il treno ieri sulla tratta Venezia-Bassano. Fortuna che le scuole sono chiuse ma a subire i disagi sono stati i pendolari delle prime ore del mattino, con quattro regionali arrivati ad avere anche 30 minuti di ritardo. E non è la prima volta che accade quest’anno. Interessati i passeggeri delle quattro stazioni del Miranese: Spinea, Maerne, Salzano e Noale. Già da quando i convogli hanno iniziato a circolare, dalle 5.30, si sono avuti intoppi, nell’ordine massimo di cinque-sette minuti, ma i primi rallentamenti si sono avuti dalle 7 in poi. Con l’orario cadenzato, se un treno arriva a destinazione dopo il previsto, è probabile che faccia altrettanto nel viaggio inverso o che renda più lenti anche altri treni. Se a questo sommiamo che nel tratto da Bassano a Maerne si viaggia a binario unico, si capisce come tutto sia a effetto domino. E degli utenti si sono lamentati, anche perché chi aveva appuntamenti di lavoro è arrivato tardi o chi doveva salire su una coincidenza, l’ha persa. Il primo regionale ad accusare dei ritardi è stato il numero 5706 da Venezia a Bassano; partito puntuale alle 6.56 dalla stazione di Santa Lucia, nella città vicentina è arrivato alle 8.25, ovvero 20 minuti dopo, accumulati soprattutto a Castello di Godego, nel Trevigiano. Sempre sulla stessa direttrice, il convoglio 5718 è partito da Venezia 26 minuti dopo l’orario stabilito, le 10.22 anziché le 9.56, giungendo a Bassano alle 11.23, invece delle 11.05come avrebbe dovuto essere. In pratica nel tragitto è riuscito a guadagnare otto minuti ma il ritardo resta importante. Da Bassano a Venezia si sono avuti problemi maggiori; tutto è iniziato con il treno numero 5713 delle 8.25, con la partenza avvenuta tredici minuti dopo. Nel viaggio verso il capoluogo veneto, ha accumulato sempre più ritardo, specie tra Castelfranco e Piombino Dese, tra le province di Treviso e Padova, fino ad arrivare a Santa Lucia alle 10.05, quando sarebbe dovuto esserci alle 9.34, ovvero 31 minuti oltre. Anche il regionale successivo, il numero 5715 stavolta in partenza da Castelfranco, non è stato da meno. Il treno sarebbe dovuto partire alle 9.04, mentre ha lasciato la città trevigiana alle 9.33, in pratica 29 minuti dopo, arrivando a Santa Lucia alle 10.30, anziché alle 10.04, viaggiando con 26 minuti di ritardo.

Alessandro Ragazzo

 

Nuova Venezia – Metro’, la Regione accelera

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15

mar

2014

«Possibile il via a giugno»

Pendolari e sindacati cautamente soddisfatti: «Di Sfmr si parla dal lontano 1988»

L’assessore Chisso: «Per noi il sistema è partito con l’orario cadenzato»

VENEZIA – È stato lo stesso assessore regionale ai trasporti, Renato Chisso, a confermare ieri che il primo metrò partirà il prossimo 8 settembre. Anzi ha anche detto che, sempre se sarà possibile dal punto di vista tecnico e finanziario, i nuovi venti treni Sfmr sul tratto Padova-Mestre potrebbero addirittura partire già a giugno. E, naturalmente, com’è nello stile di Chisso, l’assessore ha anche lanciato qualche frecciata ai suoi detrattori. «Per noi della Regione il sistema metropolitano è partito già il 15 dicembre 2013, quando è entrato in vigore l’orario cadenzato anche per i treni regionali di tutto il Veneto, che, in fondo, è l’ossatura di tutte le linee metropolitane della regione. Comunque, quando partirà il primo metrò, tra Padova e Mestre circoleranno ben 82 treni locali al giorno. Sono tanti perché in questo tratto, nel 2008, è stata realizzata l’Alta Capacità con quattro binari». Sempre ieri i tecnici di Chisso hanno anticipato anche che il nuovo servizio dei venti treni giornalieri, supplementari rispetto a quelli attuali, sulla linea storica di 25 chilometri tra Mestre e Padova, sarà svolto dai nuovi convogli a sei casse dell’azienda svizzera Stadler, denominati Flirt, che ne ha già consegnati alla Regione 16. Ne mancano ancora 4. Sono treni già molti usati nelle aree metropolitane di mezza Europa, in grado di trasportare 400 persone. In pratica sono gli stessi convogli che, dal 15 dicembre, fanno servizio tra Mestre e Portogruaro e tra Monselice e Legnago-Mantova.

La notizia è stata accolta con moderata soddisfazione anche dalle associazioni dei pendolari e dai ferroviari dell’Orsa. «Finalmente si parte», sottolinea Davide Grisafi, presidente regionale di AssoUtenti. «Venti treni in più sulla tratta Padova Mestre, con fermate a Ponte di Brenta, Vigonza/ Pianiga, Dolo e Mira-Mirano, rappresentano pur sempre un bel traguardo. Specialmente oggi dopo che l’orario cadenzato si è assestato bene ed in base ai dati raccolti, a livello ufficiale, da ViaggiaTreno, i ritardi giornalieri si contano sulle dita di una mano».

Un po’ diversa la posizione dell’Orsa. «Ok per la partenza del primo metrò regionale», osserva Sandro Trevisan, segretario nazionale Orsa e ferroviere mestrino. «Voglio ricordare, però, alla Regione ed anche a TrenItalia che il primo progetto di massima per il Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale risale al 1988. Quindi non servirà una bottiglia di champagne, per festeggiare basterà un buon Pinot. Per il resto il progetto Smfr non deve finire assolutamente con la partenza dei primi treni metropolitani da Padova a Mestre. Il programma Smfr deve essere realizzato anche sulle linee Mestre-Treviso-Conegliano, Mestre- Castelfranco-Bassano del Grappa, Mestre- Quarto d’Altino- San Donà di Piave-Portogruaro ed anche sulla Padova-Vicenza. Facendo attenzione, naturalmente, alla ristrutturazioni delle stazioni e delle fermate, all’eliminazione di altri passaggi a livello ed all’arrivo di nuovi treni, più capienti di quelli attuali, senza i quali non si va da nessuna parte ».

Sempre Trevisan aggiunge che per far partire nel più breve tempo possibile il sistema metropolitano intorno al quadrilatero geografico intorno a Padova e Mestre, occorre realizzare il secondo binario nel tratto fra Maerne di Martellago e Castelfranco, via Piombino Dese e Trebaseleghe.

FelicePaduano

 

in mattinata

Oltre allo sciopero, i pendolari sulla tratta Venezia-Castelfranco- Bassano hanno dovuto subire anche un guasto alla linea tra le stazioni di Piombino Dese e la stessa Castelfranco. Il problema si è verificato alle prime ore del mattino ma questo, a catena, considerato anche il binario unico, ha provocato dei problemi per gli utenti di Noale, Salzano, Maerne e Spinea. Già dalle prime corse della giornata, i regionali hanno iniziato ad accusare dei ritardi, facendo sballare i piani delle persone; sino alle 9, i convogli erano garantiti ma non tutti hanno rispettato il normale orario, costringendo i lavoratori e gli studenti ad arrivare tardi. Con direzione Castelfranco e Bassano, il regionale 5700 in partenza da Venezia Santa Lucia alle 5.26, è arrivato nella città trevigiana con 24 minuti di ritardo, mentre quello dopo, il 5702 delle 5.56, è giunto nel Vicentino 26 minuti dopo il previsto. Un po’ meglio per chi è salito a Venezia alle 6.26: a Castelfranco ci è arrivato otto minuti oltre. Si è proseguito con i problemi anche più tardi, perché il convoglio 5706 per Bassano, in partenza da Santa Lucia alle 6.56, ci haimpiegato 17 minuti in più. Tredici minuti di ritardo per il regionale 5708 per Castelfranco, salgono a 17 quelli accumulati dal 5710 per Bassano, 11 per il convoglio 5712 per Castelfranco. Viceversa, ovvero per chi era diretto a Santa Lucia, è andata un po’ meglio ad alcuni, per altri peggio. Il treno 5703 da Castelfranco è giunto a Venezia un quarto d’ora dopo, il 5709 da Bassano ha viaggiato con 27 minuti di ritardo, mentre il 5713, sempre dalla città vicentina, si è fermato a Mestre e non ha proseguito per Santa Lucia. Ma nelle ultime settimane questa linea è stata parecchio bistrattata; al guasto di ieri, si sommano le sbarre abbattute dei conducenti a Noale prima e Castello di Godego poi. A febbraio, con l’incidente della città dei Tempesta, l’intera tratta da e per Bassano era andata in tilt per una mattina, con ritardianche di un’ora e passeggeri costretti a salire sugli autobus e o farsi accompagnare per raggiungere Mestre o Venezia.

Alessandro Ragazzo

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Gravi disagi stamattina per i pendolari di Noale, Salzano, Maerne e Spinea. Fino a mezz’ora di ritardo per alcuni convogli

NOALE. Oltre allo sciopero, i pendolari sulla tratta Venezia-Castelfranco-Bassano hanno dovuto subire anche un guasto alla linea tra le stazioni di Piombino Dese e la stessa Castelfranco. Il problema si è verificato alle prime ore del mattino ma questo, a catena, considerato anche il binario unico, ha provocato dei problemi per gli utenti di Noale, Salzano, Maerne e Spinea.

Già dalle prime corse della giornata, i regionali hanno iniziato ad accusare dei ritardi, facendo sballare i piani delle persone; sino alle 9, i convogli erano garantiti ma non tutti hanno rispettato il normale orario, costringendo i lavoratori e gli studenti ad arrivare tardi. Con direzione Castelfranco e Bassano, il regionale 5700 in partenza da Venezia Santa Lucia alle 5.26, è arrivato nella città trevigiana con 24 minuti di ritardo, mentre quello dopo, il 5702 delle 5.56, è giunto nel Vicentino 26 minuti dopo il previsto.

Un po’ meglio per chi è salito a Venezia alle 6.26: a Castelfranco ci è arrivato otto minuti oltre. Si è proseguito con i problemi anche più tardi, perché il convoglio 5706 per Bassano, in partenza da Santa Lucia alle 6.56, ci ha impiegato 17 minuti in più. Tredici minuti di ritardo per il regionale 5708 per Castelfranco, salgono a 17 quelli accumulati dal 5710 per Bassano, 11 per il convoglio 5712 per Castelfranco. Viceversa, ovvero per chi era diretto a Santa Lucia, è andata un po’ meglio ad alcuni, per altri peggio. Il treno 5703 da Castelfranco è giunto a Venezia un quarto d’ora dopo, il 5709 da Bassano ha viaggiato con 27 minuti di ritardo, mentre il 5713, sempre dalla città vicentina, si è fermato a Mestre e non ha proseguito per Santa Lucia.

Alessandro Ragazzo

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Assegnati in concessione i due stabili dell’ex Ferrovia a Piazzola e a Loreggia

Saranno trasformati in strutture ricettive per i cicloturisti che usano la pista 

PIAZZOLA SUL BRENTA – A sei mesi dall’apertura del tratto padovano dell’Ostiglia ciclabile, decolla anche il progetto di recupero degli stabili per trasformare il sito in un polo turistico d’eccellenza.

Due dei cinque caselli dell’ex ferrovia sono stati consegnati ieri alle ditte che si sono aggiudicate la gara per la gestione. Si tratta dei magazzini di Piazzola e del casello di Loreggia. Nel primo sorgerà un’area attrezzata per camper mentre nel secondo, a Loreggia, si farà un “bike hotel” con gelateria di produzione propria.

I lavori sono stati illustrati dalla presidente Barbara Degani, fresca di nomina a sottosegretario all’Ambiente, dal vice presidente della Provincia Mirko Patron, dal sindaco di Piazzola sul Brenta Renato Marcon e dal sindaco di Loreggia Fabio Bui. Le chiavi sono state consegnate ai concessionari che hanno vinto la gara per la gestione dei caselli e la manutenzione della pista nei tratti di competenza: la società Wiesse Srl di San Giorgio delle Pertiche ma con sede operativa a Piazzola e Dario Mazzonetto di Camposampiero.

«I concessionari», ha spiegato Degani, «si faranno carico da subito della manutenzione dei tratti di pista ciclabile che ricadono nella loro competenza, mentre l’apertura dei caselli è prevista entro la fine dell’anno.

Restano da assegnare altri cinque lotti per i quali sono già pervenute manifestazioni d’interesse. Con questi ulteriori passaggi stiamo portando avanti la valorizzazione di una pista già molto amata dai cittadini e dai turisti».

Per il recupero dei magazzini ferroviari di Piazzola, la Wiesse Srl gestirà in concessione per 30 anni il lotto di quattro chilometri che va da Pieve di Curtarolo e Campodoro versando un canone annuo pari a 10 mila euro.

«Il progetto», hanno spiegato il presidente della società Walter Baldassa e l’architetto Silvia Tessari, «prevede un parcheggio auto, un’area attrezzata per la sosta dei camper con acqua e corrente elettrica, un deposito di biciclette a noleggio, l’officina meccanica, servizi igienici con docce e spogliatoi, un info-point, un punto ristoro esterno con bar e piccola cucina per sosta pranzo a prezzi accessibili, oltre a un parco giochi per bimbi e un’area verde didattica».

A Loreggia è invece un ragazzo di 28 anni, Dario Mazzonetto ad aver vinto la concessione ventennale del lotto 5 (Loreggia, Camposampiero e Piombino Dese). Il canone annuo è pari a 5.400 euro e sarà realizzato un progetto imprenditoriale che comprende bar gelateria con produzione propria di gelati, un bike hotel al 1° piano per cicloturisti, un magazzino con ricovero bici e un parcheggio scambiatore per auto e biciclette.

Paola Pilotto

 

 

Spinea. Il primo cittadino “armato” di telecamera sul treno Bassano-Venezia. «Un errore togliere la nostra fermata»

SPINEA – Il sindaco fa il pendolare. È una battaglia a tutto campo quella di Silvano Checchin per riavere i suoi quattro treni nelle ore di punta del mattino, dopo che l’entrata in vigore del nuovo orario cadenzato ha ridotto le corse, cancellando in particolare quella delle 7.21, la più frequentata dai pendolari di Spinea. Lo scorso 10 gennaio Checchin si è alzato di buon’ora, precisamente alle 4 del mattino, per raggiungere Bassano del Grappa e salire sul treno regionale veloce 5705 delle 6.25 per Venezia. Armato di telecamera e blocco per gli appunti, Checchin ha preso nota, contandoli uno per uno, dei pendolari saliti in ogni stazione, verificando il numero complessivo dei passeggeri in arrivo a Maerne e l’affollamento del convoglio nei singoli segmenti di percorso. Obiettivo: dimostrare che pochi pendolari che salgono a Bassano arrivano in realtà fino a destinazione, percorrendo tutta la tratta. Molto più richiesta è invece la fermata di Spinea, che il nuovo orario cadenzato ha invece cancellato.

Il video girato da Checchin è già diventato un successo in internet, dove il sindaco veste i panni del pendolare-reporter. Ecco dunque il viaggio all’alba del primo cittadino di Spinea, da Bassano del Grappa fino a Maerne di Martellago. Il treno regionale veloce parte puntuale da Bassano alle 6.25. Subito con Checchin, salgono 37 persone. Poco dopo il treno ferma a Cassola. Alle 6.46, superata anche la fermata di Castello di Godego, quando il treno sta per arrivare a Castelfranco Veneto, Checchin conta a bordo 73 pendolari. In stazione a Castelfranco ne scendono alcuni e ne salgono 27. In totale, il treno riparte da Castelfranco con 97 viaggiatori. Alle 7.14 il regionale arriva a Maerne di Martellago, con una manciata di minuti di ritardo. Checchin scende e tira le somme: il convoglio riparte alla volta di Venezia-Mestre con 322 persone a bordo, raccolte nelle altre fermate intermedie (Piombino Dese e Noale-Scorzè). Mancano, nel totale, i passeggeri saliti a Maerne, ma a Checchin basta e avanza per dimostrare la sua ipotesi.

«Ho potuto evidenziare che la tratta più utilizzata è quella da Castelfranco a Venezia», spiega il sindaco, «quella da Bassano a Castelfranco è utilizzata poco: i passeggeri sono infatti in numero inferiore rispetto a quelli che oggi non possono più prendere lo stesso treno a Spinea».

La fermata spinetense infatti è stata cancellata dal nuovo schema di orario cadenzato e da dicembre Checchin si sta battendo per riattivarla. «Dalle 7 alle 8 la stazione di Spinea necessita di più treni», continua il sindaco, «perché il numero di pendolari è alto. Quella dei bus sostitutivi è una risposta parziale e il pullman che parte alle 7.20 dalla stazione, non è sufficiente».

Filippo De Gaspari

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Linea per Treviso bloccata due ore

Portogruaro. Mattinata d’inferno ieri mattina per un guasto risolto solo alle 10

PORTOGRUARO – Disagi ieri mattina per i pendolari sulla tratta Portogruaro-Treviso: un guasto ha bloccato la linea per oltre due ore. Il treno regionale 5900 in partenza da Portogruaro alle 6.56 a causa di un guasto meccanico si è fermato a Pramaggiore bloccando la linea per oltre due ore. La circolazione ferroviaria è ripresa regolarmente verso le 10. È stata una mattinata di passione quella che hanno vissuto studenti e lavoratori pendolari ieri mattina, in particolare per quelli che da Portogruaro e Annone Veneto dovevano raggiungere Oderzo e Treviso. Il Minuetto partito regolarmente qualche minuto prima delle 7 alla volta di Treviso si è infatti fermato a causa di un guasto in località Belfiore, a Pramaggiore. La corsa è quindi stata recuperata con un autobus, che è stato sufficiente per trasportare i circa 50 viaggiatori, mentre per il treno successivo si sono contati 11 viaggiatori. Da Trenitalia fanno sapere che a causa del guasto sono state limitate tre treni nei tratti tra Pramaggiore e Motta di Livenza, sostituiti con autobus. Verso le 10 del mattino il traffico è stato regolarmente ripristinato. Tra il nuovo orario cadenzato e imprevedibili guasti, non c’è pace per i pendolari della linea Portogruaro-Treviso. Per quanto riguarda il nuovo orario, lunedì 27 gennaio si terrà un nuovo incontro in merito tra l’assessore regionale competente Renato Chisso e i sindaci della tratta che porteranno in Regione le diverse istanze dei propri cittadini-utenti. Riguardo alle vecchie automotrici diesel 668 segnalate dagli utenti, Trenitalia afferma che hanno sempre circolato sulla linea Portogruaro-Treviso e che le scelte dei treni sulle varie linee sono effettuate dalla Regione in base ai flussi di traffico.

Claudia Stefani

 

DOPO LE PROTESTE DEI PENDOLARI PER RITARDI E DISSERVIZI

Treni: il Consiglio convoca Chisso

Riferirà sull’orario cadenzato. Da Bottacin e Reolon critiche a Zaia

VENEZIA – I disservizi e i ritardi ferroviari sulle linee regionali approdano al Consiglio del Veneto. Ad un mese dall’entrata in vigore del nuovo orario cadenzato, la commissione Urbanistica e Trasporti intende fare il punto della situazione e verificare quanto segnalato in queste settimane da pendolari, amministratori locali, associazioni di categoria. «Nella seduta di mercoledì 22 gennaio», annuncia il presidente Andrea Bassi (Lega) «incontreremo l’assessore Renato Chisso e la responsabile regionale di Trenitalia Maria Giaconia per discutere le tante criticità segnalate dagli utenti». I consiglieri Diego Bottacin (misto), Bruno Pigozzo (Pd) e Piergiorgio Cortelazzo (Ncd) hanno chiesto di dedicare un’apposita seduta alla disdetta del contratto con Trenitalia e di messa in gara del servizio ferroviario decisa dal governatore Zaia, sollecitando un confronto diretto tra la commissione e lo stesso Zaia: «Dobbiamo sapere se il governatore pensa davvero di affrontare un impegno così lungo e gravoso con gli uomini e le teste che fino ad oggi hanno sempre affermato, in commissione e fuori, che la gara non solo non si poteva, ma nemmeno si doveva fare», dichiara in proposito Bottacin. E Sergio Reolon (Pd) individua nella volontà di bandire una gara europea una «chiara ammissione di colpa» da parte di Chisso e Zaia: «La Regione non fa attività di programmazione, manca una politica dei trasporti che migliori il servizio: chi viaggia in treno e autobus necessita di un biglietto unico e serve assolutamente la riorganizzazione delle tratte gomma-rotaia che in alcune zone sono percorse da entrambi i trasporti. Il Veneto investe nel servizio ferroviario appena lo 0,31% del bilancio regionale. Risultato? Sulle linee bellunesi dal 18 novembre 2013 fino ad oggi i treni hanno già accumulato più di 1200 ore di ritardo, l’equivalente di circa 53 giorni».

 

L’assessore Chisso si impegna a trovare soluzioni rapide soprattutto per gli studenti: ora arrivano a scuola in ritardo

Sono 1.500 al giorno i pendolari che dal Camposampierese raggiungono Padova utilizzando la ferrovia

CAMPOSAMPIERO – I sindaci del Camposampierese protestano in Regione contro il nuovo orario dei treni cadenzati. Ricevuti ieri a Palazzo Ferro-Fini dall’assessore Renato Chisso e dal presidente del consiglio Clodovaldo Ruffato, i sindaci guidati dal presidente della Federazione dei sindaci Francesco Cazzaro e dal suo successore Mirko Patron (dal primo gennaio), hanno portato sul tavolo dell’assessore veneto alla mobilità le proteste di pendolari, studenti e lavoratori, che dal 15 dicembre fanno in conti con i disagi arrecati loro dall’orario cadenzato. Sono circa 1500 persone che ogni mattina raggiungono Padova, in treno, dal Camposampierese.

«Apprezziamo la disponibilità dell’assessore Chisso che ci ha convocati immediatamente, rispondendo alla nostra richiesta di incontro urgente» precisa Cazzaro. «Ora faremo pervenire in Regione una relazione dettagliata e ci attendiamo una risposta concreta entro i primi giorni di gennaio, quando riapriranno le scuole».

Le cause del malcontento sono comunque chiare: treni soppressi, orari spostati, treni poco capienti e fermate mancanti.

«Tra le 7 e le 8 sulle linee dirette a Padova da Bassano e Castelfranco, gli spostamenti effettuati fanno arrivare gli studenti in ritardo a scuola per cui serve un aggiustamento urgente per risolvere questo problema. Ma sono da rivedere anche gli orari dei ritorni, soprattutto sulla linea verso Cittadella».

Altra questione è quella della capienza: «Negli orari di punta, la mattina e la sera tra le 17 e le 19, servono più carrozze perché i treni sono stracolmi» aggiunge Cazzaro. Se non si possono ripristinare i treni soppressi quindi, chiedono in sindaci, almeno che ci siano treni più lunghi ed orari aggiustati. Altre proteste arrivano da Campodarsego, San Giorgio delle Pertiche e Trebaseleghe. Nei giorni scorsi il sindaco Lorenzo Zanon aveva denunciato che «nella linea Trebaseleghe-Venezia, a Noale e Piombino Dese si fermano 47 treni mentre a Trebaseleghe solo 16 e che nella linea Venezia-Trebaseleghe, a Noale e Piombino 31 treni mentre a Trebaseleghe sempre 16. Non è accettabile vista l’importanza di un’area come quella di Trebaseleghe».

Sulla linea verso Padova invece, alcuni treni, non negli orari di punta, si fermano a Camposampiero e poi direttamente a Vigodarzere.

«Abbiamo chiesto di re-introdurre una fermata a Campodarsego, alternata con San Giorgio, anziché a Vigodarzere, dove invece è molto più comodo ed utilizzato l’autobus per raggiungere Padova. Altrimenti i treni di punta nelle nostre fermate si caricano all’inverosimile» spiega Mirko Patron. Il consigliere comunale di Camposampiero Luca Masetto viaggiatore pendolare del treno da 15 anni ricorda come «il servizio è decisamente scaduto, basti pensare che oggi, nell’era di internet, quando arrivano due treni contemporaneamente a Camposampiero, non si sa mai quale partirà per primo e la gente corre su e giù dai sottopassi».

L’assessore Renato Chisso incontrerà i responsabili di Trenitalia lunedì prossimo.

Francesco Zuanon

 

«Da tempo chiediamo inutilmente di aumentare le fermate a Trebaseleghe Piombino e Noale ora ne hanno il triplo di noi». Zanon protesta in Regione

TREBASELEGHE – Nei giorni della rabbia, non ce la fa più a resistere nemmeno Lorenzo Zanon, sindaco solitamente pacato che, visionati i nuovi orari cadenzati dei treni che entreranno in vigore dal 15 dicembre, ha perso le staffe e il consueto garbo istituzionale. Zanon ha così scritto all’assessore regionale alla mobilità Renato Chisso, a Trenitalia ma anche agli utenti della stazione ferroviaria di Trebaseleghe per esprimere tutto il suo sconcerto e la sua indignazione.

«Da tempo chiedevamo l’aumento delle fermate dei treni, soprattutto negli orari di punta per lavoratori e studenti pendolari; ci sono state date garanzie che non si sono mai concretizzate, con la motivazione che ogni fermata in più avrebbe comportato maggiori costi per la Regione e in un periodo di forti ristrettezze non era possibile» scrive Zanon.

«Ci siamo adeguati, abbiamo capito. Ma oggi, prendere atto che nella tratta Trebaseleghe-Venezia a Noale e Piombino Dese si fermano 47 treni mentre a Trebaseleghe solo 16 e nella tratta Venezia-Trebaseleghe, a Noale e Piombino 31 treni mentre a Trebaseleghe sempre 16, ci ha fatto cadere le braccia».

Il sindaco si dice «furibondo e con le barriere dell’autocontrollo sradicate» vedendo così penalizzati i concittadini. «Ricordo solo che il Comune di Noale conta 15.778 abitanti, il Comune di Piombino Dese 9.530 abitanti e il Comune di Trebaseleghe 12.802: il nuovo orario cadenzato, che avrebbe potuto riequilibrare equamente i servizi, ha portato a Trebaseleghe miglioramenti insignificanti. In questo modo si alimenta il disgusto verso la gestione dei servizi ferroviari e si alimenta la rabbia per la contraddittorietà di Amministrazioni che, da una parte spingono per l’utilizzo dei mezzi pubblici e dall’altra li organizzano in modo ingiusto e iniquo».

Non ci sta ad accettare anche questa volta la decisione, Zanon, e si schiera completamente dalla parte degli utenti e delle loro proteste: «Sono solidale con chi utilizza il treno ogni giorno per motivi di studio e lavoro e comunico il mio totale appoggio a ogni forma di protesta civile; agli utenti chiederò sostegno per iniziative che l’amministrazione comunale intraprenderà contro questa nuova organizzazione dei treni cadenzati che spero verrà rivista al più presto».

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L’ente di Muraro approva la variante urbanistica proposta dalla giunta Dussin

Il sindaco lancia un sondaggio tra i possibili acquirenti: asta se troverò interesse

CASTELFRANCO – La Provincia approva la variante relativa all’area industriale in via Lovara. A un anno di distanza da quando il Comune lanciò il progetto, è arrivato qualche giorno fa l’ok da parte della Provincia alla realizzazione di un’area industriale nel lotto all’angolo tra via Lovara e via Sile. Si tratta del terreno interessato dal progetto della cartiera Rotocart. Con l’approvazione della Provincia, si apre la strada alla possibile realizzazione di uno stabilimento industriale da oltre 700mila metri cubi di cemento. Domani sera il tema sarà discusso in commissione urbanistica. Poi si andrà in consiglio comunale per il recepimento della decisione della Provincia e l’approvazione definitiva della variante. Successivamente sarà realizzata una nuova asta, presumibilmente con l’inizio del nuovo anno. «Non faremo aste al buio», puntualizza il sindaco Luciano Dussin, «verificheremo se ci sono interessi da parte di privati ad acquistare l’area. Se questi interessi ci saranno confermati, la metteremo in vendita. Altrimenti no. Non si tratta di una vendita destinata a fare cassa. Quell’area, situata in prossimità dello scalo merci, è una zona che intendiamo mettere a disposizioni di aziende intenzionate a investire sul territorio invece di andare via. La posizione la rende particolarmente appetibile rispetto ad altre aree». La vicenda risale al novembre 2012 quando, all’inizio di una commissione urbanistica, rappresentanti della maggioranza annunciarono l’intenzione di mettere all’asta questo lotto da 120 mila mq. Un’area precedentemente destinata a uso misto, ovvero a centri direzionali, uffici e altro. Intenzione della giunta era di trasformarla in area industriale, dal momento che un privato si era fatto avanti per comprare. La Rotocart spa di Piombino Dese, infatti, dopo aver abbandonato l’ipotesi di costruire a Barcon, aveva manifestato interesse verso questo lotto di terra. In fretta a furia la maggioranza approvò la variante, con voto contrario delle minoranze Pd-lista Sartor e Vivere Castelfranco. I consiglieri comunali di questi 2 gruppi presentarono anche un esposto contro la procedura con cui venne messa in vendita l’area. Nacque il comitato spontaneo “No ecomostro” che raccolse oltre 3 mila firme contro il progetto. L’asta, peraltro fatta prima che l’iter burocratico relativo alla variante urbanistica fosse completato, andò deserta. La giunta tuttavia tirò dritto e portò avanti il progetto. La variante urbanistica seguì l’iter procedurale. Ottenne l’ok della Regione e qualche giorno fa anche quello della Provincia.

Daniele Quarello

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