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COMUNICATO STAMPA OPZIONE ZERO 5 MAGGIO 2015

Scatta la campagna elettorale a Dolo, e come al solito è una ridda di dichiarazioni a buon mercato e di mistificazioni, soprattutto in tema di grandi opere.

Opzione Zero, chiamato direttamente in causa dalla Sindaca uscente, non ci sta e interviene in modo deciso per fare chiarezza a partire dai fatti e non dalle parole.

Il comitato rivierasco precisa: sulla Romea Commerciale non c’è stato alcun sostegno alla Giunta Gottardo, casomai è avvenuto il contrario. L’approvazione dell’ordine del giorno contro la nuova autostrada, approvato dal Consiglio Comunale di Dolo dopo che altri Comuni, a cominciare da Mira, si erano mossi per rompere il fronte del Sì, è stato un atto politico positivo, ma va precisato che quel documento è stato elaborato e proposto proprio da Opzione Zero, da sempre a favore dello stralcio integrale dell’opera indipendentemente dal tracciato. Prima di quel voto, la Sindaca di Dolo e la sua ex-maggioranza si erano espressi più volte contro l’attraversamento della Riviera, ma favorevolmente ad altre ipotesi di innesto verso Marghera o Spinea.

“D’altra parte – interviene il presidente di Opzione Zero Mattia Donadel – l’ordine del giorno sulla Romea Commerciale non basta a cancellare il decisivo via libera a Veneto City, duramente contrastata da tutti i comitati della zona, e nemmeno l’imposizione a suon di commissari del nuovo PATI che aggiunge cemento al cemento. L’unica nota di merito dell’amministrazione uscente è forse il sostegno al ricorso sull’elettrodotto contro Terna per elettrodotto Dolo-Camin, ma anche in questo caso va ricordato che senza la determinazione e il prezioso lavoro di inchiesta dei comitati, in particolare di quello di Vigonovo, nemmeno questa azione sarebbe andata in porto.”

Rebecca Rovoletto e Lisa Causin, portavoce del comitato, aggiungono: “Molto ambigua è anche la posizione della lista Dolo Democratica: nel programma si parla genericamente di contrarietà alle grandi opere e al consumo di suolo, ma ogniqualvolta c’era da prendere posizione in modo netto e vincolante, gli esponenti della lista hanno trovato il modo di smarcarsi. La dimostrazione sta nel fallimento delle trattative con il gruppo de “Il Ponte del Dolo” causato, tra le altre cose, dal rifiuto del PD di inserire tra i punti programmatici la cancellazione del casello di Albarea (funzionale a Veneto City) e il ritiro definitivo della Nuova Romea in luogo di un più vago riferimento ad evitare l’attraversamento della Riviera. D’altra parte si sa che proprio sulla Orte-Mestre, nonostante lo stop temporaneo imposto dal ministro del Rio dopo l’inchiesta della Procura di Firenze, buona parte del PD veneto e emiliano, oltre che nazionale, continua ad avere un orientamento più che favorevole.”

In ogni caso sulle elezioni a Dolo Opzione Zero ha le idee chiare: il comitato sosterrà in modo diretto la lista Ponte del Dolo e il candidato Sindaco Giorgio Gei, in continuità con un percorso di laboratorio civico iniziato cinque anni fa, che, grazie alla buona sinergia trovata tra le diverse componenti, si è dimostrato positivo ed efficace, non solo in tema di difesa del territorio e della salute. A rimarcare questa scelta la decisione di candidare in lista cinque dei propri attivisti dolesi; questi i nomi: Francesco Ceoldo, Arianna De Monte, Marina Doni, Giacomo Mescalchin, Eugenio Moro.

 

VIGONOVO – Le guardie ambientali e la Protezione civile di Vigonovo controlleranno e monitoreranno gli argini del fiume Brenta e dell’idrovia domani, primo maggio. Ad annunciarlo è una nota presente nel sito del Comune di Vigonovo (www.comune.vigonovo.ve.it).

Come tradizione infatti molti cittadini della Riviera organizzano dei pic-nic lungo gli argini del Brenta in occasione della festa del lavoro.

«L’iniziativa si è resa necessaria», spiega Filippo Fogarin, assessore all’Ambiente di Vigonovo, «visto lo stato di degrado nel quale sono stati lasciati gli argini il 25 aprile. L’abbandono di rifiuti, oltre a creare degrado, è un ulteriore costo che ricade sulla collettività».

Viene poi spiegato come agiranno i volontari: «Le persone che occuperanno un tratto di argine», si legge nel sito, «saranno rese responsabili della pulizia e del rispetto del luogo e dovranno portare via tutti i rifiuti alla fine della giornata. Ad ogni bivacco le guardie ambientali scatteranno delle foto e individueranno dei responsabili ai quali saranno chiesti dei riferimenti, in modo da poter essere successivamente contattati in caso si trovassero abbandoni di rifiuti».

Giacomo Piran

 

VIGONOVO – Vigonovo è in assoluto il comune più danneggiato dalla realizzazione dell’idrovia Padova-Venezia.

Il suo territorio era già stato tagliato in due nel 1850 dallo scavo del canale artificiale Brenta-Cunetta a opera del governo austriaco. L’idrovia ha fatto il resto. Vigonovo è stato letteralmente tagliato in quattro. Peggio ancora, il canale passa a ridosso del centro abitato. E ora che il danno è stato fatto almeno che l’infrastruttura venga completata.

Al riguardo il sindaco Damiano Zecchinato, come d’altronde tutti i primi cittadini di un vasto territorio abitato da oltre 500mila persone, non ha dubbi e si batte da tempo perché l’idrovia sia completata sia come via d’acqua sia come canale scolmatore delle piene di Brenta e Bacchiglione.

«Ho appena avuto un incontro con l’assessore regionale all’Ambiente, Maurizio Conte – dice il sindaco Zecchinato – Mi ha confermato che la realizzazione dell’idrovia è e rimane un progetto prioritario che anche chi gli succederà ha il dovere di portare avanti accedendo a finanziamenti europei. Dopo l’immane danno subito dal territorio di Vigonovo, il completamento dell’idrovia potrebbe così trasformarsi per il mio Comune in una importante risorsa economica. Oltre alla soluzione del problema idraulico, qualora l’idrovia venisse utilizzata come via d’acqua, Vigonovo ben si presterebbe a essere sede di un porticciolo per accogliere piccole e medie imbarcazioni da diporto. Gli appassionati di nautica troverebbero nel nostro territorio strade e strutture in grado di ben accoglierli. Stiamo infatti studiando il modo per inserire nel nuovo Pat, il Piano di Assetto Territoriale del Comune di Vigonovo, dei piani per realizzare tali strutture.
Non sarà un piano da realizzare a breve tempo, ma il progetto potrebbe trovare in futuro una seria attuazione».

Per Vigonovo il progetto non è del tutto nuovo. Circa 35 anni fa, mentre l’idrovia era nella prima fase di attuazione, l’identico progetto era stato presentato dall’allora Giunta comunale presieduta dal sindaco Luciano Finesso.

(v.com.)

 

Nuova Venezia – Vigonovo. “L’Idrovia serve subito”

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

29

mar

2015

VIGONOVO – La senatrice del Pd Laura Puppato scrive al presidente del Consiglio Matteo Renzi perché l’idrovia Padova Venezia sia inserita nell’elenco di opere strategiche da finanziarsi con contributo europeo.

A sottoscrivere l’appello della Puppato sono stati anche il senatore di Scelta Civica Gianpiero Dalla Zuanna, Giorgio Santini (Pd), Paola De Pin (Misto ex 5 stelle), Franco Conte, Mario Dalla Tor (Ap), e Patrizia Bisinella (Lega).

«Con altri senatori del Veneto, infatti, riteniamo un notevole errore, ma ancora rimediabile», scrive Laura Puppato, «non aver inserito l’idrovia Padova – Venezia nella lista delle 71 opere strategiche per cui sono stati richiesti fondi europei. Riteniamo sia invece fondamentale quest’opera per attuare, o almeno iniziare ad attuare, quel cambio di passo per assimilare il trasporto merci e passeggeri agli standard europei. Questo per evitare di continuare a costruire grandi arterie, ahi noi, solo stradali, non prendendo atto delle alternative possibili e in parte già esistenti, più ecologiche (in pianura padana non è poco) e di minore costo per le imprese».

E ancora: «Non solo infatti il trasporto sulle vie d’acqua è un’opera dai costi irrisori se confrontati con la costruzione (e il costo di pedaggio) autostradale, ma migliorerebbe la qualità della vita di chi abita nei pressi delle trafficatissime strade che collegano il Veneto produttivo del nord e del centro ai porti dell’Adriatico. Infine l’idrovia fungerebbe da canale scolmatore per fiumi e torrenti della zona che come sai è costantemente soggetta a fenomeni di fragilità idrogeologica».

Subito a favore della lettera della Puppato si sono schierati i comitati Brenta Sicuro e l’Associazione salvaguardia Idrogeologica del veneziano e padovano.

(a.ab.)

 

FOSSÒ – Cinquantottomila litri d’acqua erogati in poco più di sei mesi. Questo è il primato ottenuto dal distributore d’acqua potabile comunale di Fossò. La “Casetta dell’acqua”, attiva da agosto, offre ai cittadini la possibilità di acquistate acqua microfiltrata naturale e frizzante ad un prezzo calmierato: 4 centesimi al litro per la naturale e 7 centesimi per la gassata. Il distributore è diventato un punto di approvvigionamento per circa 450 famiglie che hanno acquistato le tessere prepagate nel negozio convenzionato. Il distributore è dotato anche di gettoniera per chi è senza la tessera prepagata.

Dai dati diffusi dal Comune i 58 mila litri erogati hanno fatto risparmiare oltre una tonnellata di bottiglie di plastica, corrispondenti a circa 1300 kg di mancate emissioni di anidride carbonica.

«Un buon risultato», spiegano dal Comune, «in quanto è stato messo a disposizione un servizio a costi contenuti e si è realizzata una buona pratica a favore di un ambiente più vivibile. Si è infatti contribuito a ridurre i rifiuti costituiti dalle bottiglie vuote, oltre che ridurre i consumi necessari a produrre e movimentare acque imbottigliate». Analogo progetto è stato attivato a Vigonovo.

Giacomo Piran

 

L’opera incompiuta

VIGONOVO – Cinque video clip dei sindaci di Vigonovo, Campolongo, Arzergrande Sant’Angelo e Piove di Sacco saranno inviati alla Regione con un appello preciso: fare presto l’idrovia Padova Venezia. A registrare i video a Vigonovo con il sindaco Damiano Zecchinato e a Campolongo con il sindaco Alessandro Campalto e nei giorni scorsi negli altri comuni sono stati i volontari di Legambiente e del comitato “Brenta sicuro”.

I comitati hanno consegnato ai sindaci il documento di aggiudicazione definitiva dell’esito di gara per l progetto preliminare dell’idrovia.

«Le consegniamo il documento che abbiamo ricevuto dalla Regione», ha scritto Marino Zamboni in una lettera inviata ai sindaci, «che ci invita a presentare osservazioni sul progetto stesso e, nel contempo, garantisce la nostra presenza per discutere sulle soluzioni. Secondo noi serve una portata di almeno 400/450 metri cubi al secondo e navigabilità di V classe. Crediamo che ci sia bisogno di una ulteriore “spinta” dei cittadini e delle amministrazioni locali affinché la politica, anche nazionale, si interessi dell’opera e del suo rapido completamento, per la salvaguardia dalle alluvioni che incombono nei nostri territori, contribuendo al cambio di “rotta” rispetto alla diffusa cementificazione e scriteriato consumo di suolo. La navigabilità commerciale (senza ferrovia o, peggio, camionabile) contribuirà a ridurre l’inquinamento ambientale ed avrà positivi risvolti su economia e occupazione».

L’Idrovia aspetta da 50 anni. Se ultimata, proteggererà una zona ad alto rischio di alluvioni, darà impulso al turismo sulle vie d’acqua e toglierà parte del traffico merci dalle strade. Mancano 13 chilometri da scavare, ma dopo 50 anni e 55 miliardi di vecchie lire spesi, il canale è incompiuto. Un flash mob pro idrovia è stato fatto dai sindacalisti della Fillea Cgil mercoledì mattina a Vigonovo.

(a.ab.)

 

SULL’IDROVIA – Le ronde contro i cacciatori di frodo

Guerra ai predoni del pesce e ronde notturne lungo il corso dell’idrovia Padova-Venezia per contrastarne l’attività illegale. Ad agire sarebbero squadre ben organizzate composte da bracconieri esperti nella pesca. Proverrebbero dalla zona del Delta del Danubio, in Romania. Gente pericolosa che a quanto pare non va tanto per il sottile e sa usare le armi. Pescano di notte con apposite reti e fanno razzia della fauna ittica, che vendono principalmente a loro connazionali. A volte per pescare userebbero anche la corrente elettrica tramite batterie. Sono stati visti pescare a Vigonovo lungo l’idrovia Padova-Venezia, nella zona compresa tra le chiuse del Brenta e la passerella ciclo-pedonale di via Ariosto.

Per contrastare il fenomeno si è costituito a Vigonovo un gruppo spontaneo di appassionati. L’associazione si chiama “Difesa acque”, ha una quindicina di simpatizzanti, tutti pescatori, ed è stata fondata da un giovane, Nicola Carletti. «La situazione è tragica – denuncia Carletti. È per tale motivo che ci stiamo organizzando e abbiamo anche fondato un gruppo su facebook. Siamo in contatto con analoghi gruppi del Rodigino e del Ferrarese. Ogni notte siamo di ronda e abbiamo già recuperato un tramaglio e due bilance abbandonate. Il 2 marzo ci ritroveremo in assemblea per fare il punto della situazione».

Il problema dei pescatori di frodo si dibatte da tempo. È difficile beccarli perché operano di notte, è complicato individuare movimenti e lenze. Arrivano con gommoni o barche leggere trasportate su furgoni, calano centinaia di metri di reti tipo tramaglio e se ne vanno con quintali di pesce. Il fenomeno è esteso in molti corsi d’acqua del territorio. Le specie ittiche più pescate sono le carpe e i siluri. Il bracconaggio rappresenta un grosso danno ambientale e riguarda tutta l’Italia. Si è calcolato che negli ultimi 10 anni si sia perduto il 40% del patrimonio ittico nazionale.

 

Inchiesta di “presadiretta”

VIGONOVO – Un coro di no alla camionabile e un appello da sindaci, comitati e operatori economici per realizzare nel più breve tempo possibile il completamento dell’idrovia Padova-Venezia. Questo è emerso dall’inchiesta televisiva di Presadiretta su Rai 3 che domenica sera, parlando del decreto “Sblocca Italia”, ha toccato anche il delicato tema dell’idrovia.

La trasmissione di Riccardo Iacona, nel servizio curato da Rebecca Samonà, ha messo in luce la necessità di proseguire questa grande opera incompleta. Un’opera che aspetta da 50 anni di vedere la luce.Se ultimata, l’idrovia Padova-Venezia potrebbe proteggere una zona ad alto rischio di alluvioni, dare impulso al turismo sulle vie d’acqua e togliere parte del traffico merci dalle strade.Mancano solo 13 chilometri da scavare, ma dopo 50 anni e 55 miliardi di vecchie lire spesi, il canale è incompiuto.

Durante il servizio su Rai 3 si è schierato contro la camionabile il sindaco di Vigonovo Damiano Zecchinato. Zecchinato ha spiegato che “se la camionabile voluta dall’ex assessore Chisso andasse in porto, l’idrovia non potrebbe svolgere né la sua funzione di canale scolmatore, né di via navigabile per trasportare merci».

Contrari alla camionabile anche il comitato “Opzione zero” con il presidente Mattia Donadel: «È assurda questa situazione, l’idrovia potrebbe risolvere i problemi di traffico e idraulici ed è ferma, mentre il Governo vuole realizzare a tutti i costi la Romea Commerciale».

Nel corso del servizio sono stati intervistati anche gli operatori turistici che lavorano lungo il Naviglio del Brenta che hanno spiegato come all’epoca della Serenissima la sicurezza idraulica fosse più curata che oggi.

(a.ab.)

 

VIGONOVO – A “Presadiretta”, la trasmissione di Rai 3 condotta da Riccardo Iacona, arriva l’Idrovia incompiuta Padova-Venezia.

La puntata in onda domani alle 21.45 sulla terza rete parlerà dello “Sblocca Italia”.

«Con lo Sblocca Italia», spiega Rebecca Samonà per gli autori della trasmissione, «il Governo punta alla sburocratizzazione del Paese, al decollo di opere finanziate e mai partite, all’apertura di cantieri e grandi opere per 30 miliardi.

Al centro dell’inchiesta ci sarà la scommessa del Governo di raddoppiare l’estrazione di gas e di petrolio per produrre nuova ricchezza e nuovi posti di lavoro. Con lo Sblocca Italia, l’iter per le autorizzazioni alle trivellazioni sarà più veloce e più facile».

Si parlerà anche di temi locali. «L’inchiesta di Presadiretta», continua, «ha raccolto anche la storia di un’opera che aspetta da 50 anni di essere completata. Si tratta del canale navigabile tra Padova e Venezia. Se ultimato, potrebbe proteggere una zona ad alto rischio dalle alluvioni, dare impulso al turismo sulle vie d’acqua e togliere traffico merci dalle autostrade. Mancano solo 13 chilometri da scavare, ma dopo 50 anni e 55 miliardi di vecchie lire, il canale è ancora incompiuto».

(a.ab.)

 

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