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Pederobba: sos di arianova

PEDEROBBA. «Egregi sindaci e assessori all’ambiente, basta usare diserbanti lungo i cigli stradali per evitare i costi degli sfalci»: questo l’appello che Arianova ha mandato a sindaci e assessori dei comuni di Cornuda, Crocetta, Maser, Monfumo, Pederobba, Valdobbiadene, Cavaso, Asolo, Castelcucco, insomma a tutta la fascia pedemontana. Un appello allo stop ai diserbanti. Dice l’appello inviato dall’associazione ambientalista: «Arianova chiede a tutti i Comuni della pedemontana trevigiana e in particolare a Pederobba, Cavaso, Cornuda, Valdobbiadene, Crocetta, Monfumo, Castelcucco, Asolo, Maser, di dare disposizione urgenti ai propri uffici affinché non spargano diserbanti lungo le strade e negli spazi pubblici perché inquinanti, nel tempo controproducenti, deturpanti per l’immagine del paesaggio che offriamo ai cittadini locali e ai turisti». Insomma meglio sfalciare che inquinare. Certo i costi possono essere maggiori, ma l’associazione spiega che le conseguenze sono ben più gravi di un costo maggiore. Arianova è certa che i diserbanti vengano usati per non sfalciare. «Basta vedere i cigli stradali con erba bruciata» spiega «e si può star sicuri che lì è stato messo del diserbante». Per convincere sindaci e assessori a dire basta ai diserbanti e preferire l’uso dello sfalcio, ai Comuni interessati l’associazione ha inviato anche una relazione di Fabio Taffetani, biologi all’Università delle Marche, dove si legge che «la pratica del diserbo, nata per il controllo delle commensali in agricoltura, erroneamente considerata come alternativa allo sfalcio, viene ora proposta da amministrazioni locali, Anas e Società Autostrade, grazie al sostegno delle industrie chimiche che producono il diserbante più aggressivo e meno selettivo oggi sul mercato, per la manutenzione sistematica delle strade pubbliche».

(e.f.)

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Nuova Venezia – Piano casa. Zorzato finisce sotto accusa.

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9

gen

2014

IL CONVEGNO DI ASOLO SUL PIANO CASA

ASOLO (Treviso) – Piano Casa ter, è scontro tra Regione e sindaci. Anche se le premesse sono sempre concilianti, poi sugli effetti pratici del provvedimento è lampante la contrapposizione tra chi ha voluto regole uguali per tutti (la Regione) e chi invece considera la riproposizione del Piano Casa come un grimaldello che scardinerà Pat e piani regolatori usciti dai consigli comunali. È quanto emerso nel convegno di Asolo, moderato dal nostro collega Daniele Ferrazza, dove il vicegovernatore del Veneto Marino Zorzato ha difeso a spada tratta la nuova legge mentre il sindaco di Asiago Andrea Gioss ne ha evidenziato gli aspetti che potrebbero spalancare le porte alla speculazione. In mezzo il mondo artigiano, rappresentato da Mario Pozza e Agostino Bonomo, rispettivamente alla guida della Confartigianato trevigiana e vicentina, che, numeri alla mano dimostrano come le facilitazioni per gli ampliamenti siano stati la soluzione che ha salvato dalla crisi un tessuto di settemila aziende e undicimila posti di lavoro. E, parafrasando il calcio, ricetta vincente non si cambia. A spiegare che non è stata una manna è stato un ospite a sorpresa, il professor Tiziano Tempesta dell’Università di Padova, che, sempre numeri alla mano, ha sottolineato che i Piani Casa non hanno poi portato a grossi vantaggi. Ma al di là delle cifre, il nodo centrale è proprio l’esclusione dei sindaci dall’applicazione della legge 32:

«Solo il Friuli», spiega Gioss, «ha fatto un Piano Casa che non prevede la partecipazione dei comuni. Si è voluto fare qualcosa che vale da Rosolina ad Auronzo, senza tener conto delle diverse peculiarità dei territori e delle loro vocazioni decise dagli enti locali. Guardando poi alla legge scopriamo delle cose interessanti, dove l’ampliamento riesce a trasformarsi in nuove costruzioni».

«Abbiamo voluto garantire a tutti i cittadini il medesimo diritto», controbatte Zorzato, « i precedenti Piani Casa hanno soddisfatto ben 62mila richieste di ampliamento in Veneto. Non verrà toccato nessun vincolo esistente. È una soluzione per sviluppare e migliorare l’esistente. E dare respiro ad una parte importante della nostra economia».

«Sará ma per me è una ricetta vecchia» ha osservato l’editorialista del Corsera Gian Antonio Stella che sul tema del consumo del territorio notoriamente ci va a nozze, «abbiamo un patrimonio turistico che tutti ci invidiano e non sfruttiamo. È questo lo sviluppo o invece continuare a costruire dopo aver esagerato come ci siamo accorti da vent’anni a questa parte, ma dove non è cambiato nulla? Comunque ritengo aberrante che i sindaci non possano avere voce in capitolo per quello che riguarda il loro territorio».

In chiusura Zorzato assicura la massima disponibilità per migliorare una legge «che noi per primi non riteniamo perfetta, né lo potrebbe essere». Ma basta toccare nuovamente il tasto del rapporto tra Regione e Comuni che lo scontro riprende come prima.

Davide Nordio

 

Nasce l’asse Pd-Lega «Ascoltare i sindaci e salvare il territorio»

Pigozzo (Pd): «Le proposte unificate, legge entro l’estate»

E Il Carroccio vuole creare anche la banca della terra

PADOVA – Consumo zero dell’ambiente e banca della terra: Lega e Pd firmano un patto per salvare il Veneto dal cemento e approvare entro l’estate una legge che «congeli» gli effetti del Piano casa. Nelle due ore di audizione la II commissione Urbanistica ha ascoltato il vicepresidente dell’Anci Franco Bonesso, il direttore dell’Ance Enrico Ramazzina, Claudio Pianegonda di Confcooperative, Manuel Benincà della Coldiretti, Adolfo Andrighetti di Confagricoltura, il rettore dello Iuav di Venezia Amerigo Restucci e Tiziano Tempesta, docente del Dipartimento del territorio dell’università di Padova che ha fornito un dossier che ha fotografato l’emergenza. In 40 anni la Sau è diminuita di 120 mila ettari e nell’ultimo decennio la popolazione veneta è salita di 370 mila abitanti con un boom edilizio stratosferico, pari a 120 milioni di mc, 50 milioni dei quali utilizzati dai nuovi residenti che si sono «trasferiti» dalle città nell’hinterland e in campagna. Sul mercato ci sono 70 milioni di mc di alloggi invenduti su cui si paga l’Imu, con i prezzi in costante discesa. Il professor Tempesta ha poi proposto che a gestire i Prg non siano più i Comuni, ma le Regioni cui compete la delega urbanistica.

Franco Bonesso, a nome dei sindaci dell’Anci, ha chiesto invece alla Regione di porre fine alle deroghe che hanno snaturato la legge 11 del 2004 e ha sollecitato Pd e Lega a presentare una sola proposta. Tesi accolta: «Bonesso ha ragione, dobbiamo riscrivere il patto con i comuni e prima dell’estate il consiglio regionale può approvare una legge di tutela del territorio che accolga le proposte dei sindaci senza imposizioni dall’alto com’è avvenuto per il Piano casa», spiega Bruno Pigozzo, consigliere regionale Pd. Le divergenze da superare non sono poche e non sarà facile fare sintesi, come ha ammesso Andrea Bassi, presidente della II Commissione. La prima proposta, presentata dal vicepresidente della Giunta Marino Zorzato, intende invertire il processo di urbanizzazione e riqualificare il tessuto edilizio dimezzando le aree di nuova lottizzazione ancora sulla carta per restituire all’uso agricolo quelle dove le potenzialità edificatorie non siano state realizzate. Per incentivare la rigenerazione di edifici ed aree degradate, Zorzato prevede incrementi premiali del volume o della superficie (sino al 30 per cento), crediti edilizi e accordi di programma. La seconda proposta, sottoscritta da tutti i consiglieri Pd e da Giuseppe Bortolussi, primo firmatario Bruno Pigozzo (vicepresidente della commissione Urbanistica), incentiva i Comuni che nella propria programmazione recuperano suolo agricolo premiandoli nei riparti di contributi regionali e si prefigge di scoraggiare l’urbanizzazione dei terreni agricoli vietando il cambio di destinazione per dieci anni se hanno beneficiato di contributi comunitari e aiuti di Stato. In arrivo c’è una terza proposta di legge, presentata dalla Lega, che vorrebbe istituire la Banca della terra veneta per censire il suolo coltivabile e incentivare il ritorno dei giovani al lavoro nel primario. Infine, dal fronte ambientalista è arrivato un richiamo al legislatore veneto perché non acceleri troppo il passo: «Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 13 dicembre una proposta di legge che andrà in discussione alla Camera», ha ricordato Umberto Zandegiacomi di Italia Nostra, «per cui è opportuno aspettare che la Montecitorio affronti il tema per poter poi legiferare» senza ulteriori conflitti istituzionali.

Albino Salmaso

 

A Venezia oggi il summit delle città venete con il ministro Zanonato

Piano casa: oggi a Venezia i sindaci dell’area metropolitana hanno in programma un summit per valutare gli effetti della legge 32 che autorizza le demolizioni e la ricostruzione con ampliamenti del 20 per cento dei volumi esistenti, anche nei centri storici. All’appello del sindaco di Venezia Giorgio Orsoni (foto) hanno risposto Ivo Rossi di Padova, Giovanni Manildo di Treviso, Jacopo Massaro di Belluno e Achille Variati di Vicenza, oltre a sindaci di comuni più piccoli. Non si parlerà solo di Piano casa, ma anche di aumento delle tariffe delle autostrade e dei treni, con il caso dell’orario cadenzato. All’incontro è stato invitato il ministro Flavio Zanonato che ai sindaci dovrà spiegare gli effetti della legge di stabilità sui bilanci dei comuni, con l’aumento della Tasi che dovrà prendere il posto dell’Imu. Ma il cuore del dibattito riguarda il Piano casa.

 

CONVEGNO AD ASOLO

TREVISO – Il Veneto volta pagina e comincia da un piano casa che tutela il territorio imponendo uno stop alla cementificazione. La legge regionale 32, approvata il 29 novembre, mette rigidi paletti alla trasformazione urbana delle città prevedendo aumenti di cubature e “recuperi” di edifici esistenti risparmiando però il suolo da nuove edificazione. Tutto oro quel che luccica? Il convegno nella Fondazione “La fornace dell’innovazione” a Casella d’Asolo voluto da Confartigianato ha messo a fuoco molti problemi. Secondo Clodovaldo Ruffato, presidente del consiglio regionale del Veneto, il nuovo piano è un grande risultato: «Il precedente ha movimentato tre miliardi di euro con sessantamila interventi. Anche stavolta daremo ossigeno alle nostre imprese senza rovinare il territorio». Marino Zorzato, vice presidente della Regione lo incalza: «Stiamo costruendo un Veneto migliore che protegge se stesso. A questa legge ne seguirà un’altra per il contenimento dell’uso del suolo. Mettiamo al bando la speculazione edilizia per convertire la cubatura esistente di strutture in disuso e abbandonate».

Non sono però mancate le scintille. A cominciare da Andrea Gios, sindaco di Asiago, (lista civica) che con la sua giunta ha approvato una delibera per bloccare il piano casa regionale definito “di un generalismo pericoloso”.

«Alcune norme aggrediscono le aree verdi dando spazio a pericolosi interventi speculativi. Un esempio? Al posto di una villetta di 320 metri quadrati se ne può costruire una di 704 metri quadrati priva di vincoli che può essere frazionata in 12 unità immobiliari».

E poi Tiziano Tempesta, docente a Padova, ha allarmato la platea sostenendo che il consumo del suolo veneto è il più alto d’Europa e che il Veneto – tra le regioni – ha il maggior numero di metri cubi costruito per chilometro quadrato.

L’avvocato Bruno Barel, docente a Padova, invece ha messo in luce i pregi della legge da lui definita “modificabile”. «Con questo piano – la sua tesi – si vuol migliorare l’architettura e la qualità dei nostri centri urbani. Dopo tanto brutture perché non investire per il bello?».

Mario Pozza, presidente della Confartigianato Marca Trevigiana ha definito il nuovo piano casa «una salvezza per 7.700 imprese e 11 mila lavoratori. Se riparte l’edilizia riparte l’economia».

In chiusura il pessimismo del giornalista Gian Antonio Stella che ha bollato il piano come una “vecchia ricetta”.

«Capisco il problema di imprese e lavoratori e anche il momento difficile – ha puntualizzato -. Ma il Veneto deve guardare alla sua vera ricchezza che è il turismo, non certo e non più al mattone e al cemento».

Valeria Lipparini

 

Nuova Venezia – Anche Cortina boccia il Piano casa.

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4

gen

2014

Dopo Asiago, un’altra delibera per dichiarare guerra alla Regione.

L’assessore Verocai: «Ampliamenti solo per i residenti»

CORTINA – Dopo Asiago, anche Cortina dichiara guerra al nuovo Piano casa della Regione. Il primo match l’ha vinto la regina delle Dolomiti che ha bloccato la possibilità di ampliare le case ai non residenti. Le cifre dicono tutto: 6 mila residenti che diventano 50 mila turisti nell’alta stagione, il 65% di splendide seconde case, 50 alberghi che possono essere riconvertiti in altre destinazioni. Messa in archivio la vittoria un paio d’anni fa, ora si riapre il braccio di ferro con Venezia e Cortina si mette alla testa dei « sindaci-disobbedienti». In che maniera? Con una delibera che approderà in consiglio comunale, per impugnare la legge-Zorzato che consente la demolizione dei vecchi edifici e la loro ricostruzione con volumi aumentati. I legali dell’amministrazione comunale sono all’opera da settimane per redigere un documento che sia il più inattaccabile possibile e che tuteli Comune e veri residenti.

«È inaudita la proposta di Piano casa presentata dalla Regione», spiega l’assessore all’Urbanistica Stefano Verocai, «di fatto esautora i Comuni di ogni controllo del loro territorio. Il Piano casa costringe gli amministratori comunali a fare da passacarte, senza potere di veto sulle proposte edilizie: ciò spalanca le porte alle speculazioni».

«C’è già la delibera votata dal Comune di Asiago che disattende la legge regionale perché non è stata prevista la Vas, ossia la Valutazione ambientale strategica, obbligatoria per gli aumenti di volume», prosegue Verocai.

«Noi stiamo lavorando con l’obbiettivo di creare una cordata di Comuni che approvi nei rispettivi consigli un’unica delibera che si oppone al Piano casa del Veneto. Continueremo la nostra battaglia contro le seconde case che ci ha portato più volte davanti al Tar e ci ha visti spesso vincitori. Una battaglia che vuole tutelare il territorio e i veri residenti. Abbiamo approvato il Piano di assetto del territorio, il Pat, che sostituisce il Piano regolatore, ma con il nuovo strumento urbanistico il nostro documento perde di senso. Ci siamo opposti anche al vecchio Piano casa, ottenendo le agevolazioni per ampliamenti solo ai residenti.

«Un amministratore deve pensare al futuro del paese e noi lo abbiamo fatto», aggiunge Verocai, «anche tenendo in estrema considerazione le realtà produttive. La filosofia di fondo, parte dalla contrarietà alle speculazioni edilizie, si basa sulla salvaguardia sull’indipendenza nella gestione del territorio. Il Piano casa apre invece le porte ai falsi residenti».

E Cortina vuole stoppare le speculazioni, dando invece nuove possibilità solo agli ampezzani: «Abbiamo sempre dato una mano ai veri residenti. Possono fare richiesta di ampliamento coloro che vivono a Cortina dalla data di efficacia del Piano casa. Abbiamo aiutato chi necessitava di piccoli ampliamenti e chi ha case grandi e vuole ricavare appartamenti per i figli, garantendo la possibilità di farlo fino al quarto grado di parentela».

Alessandra Segafreddo

 

il convegno

Tutti gli esperti mercoledì ad Asolo

Il piano casa e la tutela del territorio è il tema del convegno promosso da Confartigianato di Vicenza e di Treviso in collaborazione con il Consiglio regionale del Veneto e la Fondazione la Fornace dell’Innovazione mercoledì 8 gennaio a Casella d’Asolo (ore 18). Parteciperanno Clodovaldo Ruffato, Mario Pozza e Agostino Bonomo, Francesco Giacomin, Marino Zorzato, Franco Conte, Bruno Barel, docente dell’università di Padova, Gian Antonio Stella, Andrea Gios e Paolo Bassani. Modera il giornalista Daniele Ferrazza.

 

L’Anci Veneto: «Ma la legge va applicata»

Dal Negro: autorizzazioni edilizie automatiche, chi le blocca rischia la denuncia per abuso di potere

Il sindaco di Asiago Non sono un grillino in cerca di pubblicità e non convocherò mai un vertice, ma tanti comuni sono al mio fianco

PADOVA – Asiago e Cortina, due città simbolo del turismo, sono pronte a dichiarare guerra al Piano casa 3 della Regione, ma la loro battaglia non trova il consenso dell’Anci veneta guidata da Giorgio Dal Negro, sindaco di Negrar, che con grande realismo ammette:

«Condivido molto poco di quella legge, ma i sindaci hanno l’obbligo di applicarla. Se un cittadino si presenta al settore edilizia con un progetto di ampliamento in mano, il dirigente è costretto a rilasciargli l’autorizzazione. E il Comune non incasserà nemmeno gli oneri di urbanizzazione. I sindaci che si rifiutano rischiano di essere denunciati per abuso d’ufficio. La disobbedienza civile serve a sollevare dibattiti sui giornali, ma le battaglie si vincono nelle aule di giustizia e stiamo valutando le strade per un ricorso alla Corte costituzionale».

Una doccia fredda, che non frena però l’entusiasmo di Andrea Gios, il sindaco di Asiago che ha fatto approvare, pochi giorni prima di Natale, una delibera votata all’unanimità dal consiglio comunale che boccia il Piano casa del Veneto perché in contrasto con le direttive Ue sulla valutazione d’impatto ambientale.

I sindaci a fianco di Gios. «Non cerco pubblicità e non convocherò nessun vertice dei sindaci. Chi pensa che io voglia guidare un nuovo movimento si sbaglia di grosso. Non sono un grillino in cerca di protagonismo. Ma ieri molti colleghi mi hanno chiamato. In primis il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni consultato sia come avvocato ed esperto della materia sia come rappresentante nazionale dell’Anci. E poi i colleghi di Cadoneghe e Falcade, una decina di sindaci vicentini mentre so che sia Padova che Treviso hanno espresso forti critiche fin dai tempi della discussione del Piano casa. Tutti sono preoccupati per la perdita di ogni potere di controllo in materia urbanistica e sono pronti a non applicare la legge regionale. Asiago ha già previsto fin dal 1998 la possibilità di ampliare le abitazioni fino ad un massimo di 320 mq ma con la legge voluta da Zorzato gli alberghi possono essere trasformati in miniappartamenti e i vecchi edifici industriali dismessi riconvertiti in centri commerciali. Sarà la fine dei nostri negozi storici a conduzione familiare», dice Gios.

La posizione dell’Anci veneta. La «trattativa» istituzionale fra Regione e Anci del Veneto è stata serrata, ma si è conclusa con la vittoria di Marino Zorzato su tutto il fronte. «Abbiamo ottenuto solo che il Piano casa 3 abbia una durata biennale, ma non c’è stato nulla da fare per gli oneri di urbanizzazione che sono stati aboliti. Dobbiamo dire di sì a costo zero, anche agli interventi di ampliamento nei centri storici. Se un cittadino vuole edificare un piano nuovo sopra il tetto di una casa in centro storico a Negrar gli debbo dire di sì. E se va in conflitto con un vicino non ci posso far nulla. C’è il rischio di una conflittualità estenuante e la legge approvata dal consiglio regionale è fatta male perché esautora i sindaci di ogni potere di controllo del territorio», dice Giorgio Dal Negro.

Le spalle al muro. Ma la proposta di Asiago, di non applicare la legge-Zorzato, è condivisa e può essere sostenuta dall’Anci? «Mi spiace deludervi, ma i sindaci sono con le spalle al muro. Noi abbiamo l’obbligo di applicare le leggi della regione e del governo, non è ammessa l’obiezione o la disobbedienza», spiega Dal Negro. Esiste una via d’uscita? «Le sette città capoluogo del Veneto hanno espresso la loro contrarietà al nuovo piano casa e credo che come Anci saremo chiamati a valutare quale tipo di ricorso presentare. Alla Corte costituzionale si può appellare solo la Regione e non i sindaci ma noi troveremo altre soluzioni. Intanto le concessioni edilizie vanno rilasciate».

Albino Salmaso

 

IL VICEGOVERNATORE DEL VENETO “PADRE” DELLA LEGGE CONTESTATA

«Cari sindaci, cancellate dai Prg le nuove lottizzazioni»

Marino Zorzato: capisco le preoccupazioni dei Comuni ma non sarà possibile costruire nelle zone agricole

PADOVA «Sa cosa le dico? Mi piacerebbe proprio che le gru e i cantieri edili spuntassero come funghi in Veneto. Sarebbe il segnale della ripresa, l’uscita dalla crisi».

Marino Zorzato, vicegovernatore e assessore all’Urbanistica rilancia la polemica con i sindaci: «Abbiano il coraggio di cancellare dai Prg le aree vincolate a lottizzazione e mai utilizzate su cui fanno pagare l’Imu carissima ai cittadini».

Ingegner Zorzato, il sindaco di Asiago Andrea Gios ha bocciato il suo Piano Casa 3: teme uno scontro frontale ? «No, affatto. Il sindaco di Asiago risponderà di fronte ai cittadini delle sue scelte: ha adottato una delibera che si configura come un atto di disobbedienza verso la Regione ma ha sbagliato interlocutore. La nostra legge mette tutti i cittadini del Veneto sullo stesso piano e prevede una sorta di bonus per abbattere le cubature esistenti e riedificare gli stessi volumi. Il governo da anni concede la detrazione fiscale del 50% sulle ristrutturazioni e chiunque la può utilizzare, a prescindere dal parere del sindaco. Ecco, il Piano Casa 3 del Veneto è in perfetta sintonia con tale principio e mi sembra assai bizzarra l’idea di chi vuole penalizzare i propri cittadini. Non lo può fare».

I sindaci ribattono che avete tolto loro ogni potere in materia urbanistica e spalancato le porte a colate di cemento nei centri storici e nelle campagne: è vero? «Capisco le loro preoccupazioni in materia di governo dell’urbanistica, ma temo che non abbiano letto bene la legge che non consente nessun aumento delle cubature in zona agricola. Si può intervenire solo con la demolizione dei fabbricati in zona a rischio idrogeologico, ma è una garanzia per tutti. Se dovessero emergere casi clamorosi di speculazione edilizia bloccheremo i cantieri. Nelle campagne la ristrutturazione può essere effettuata solo dal conduttore del fondo agricolo a titolo principale».

I sindaci dicono che si possono riconvertire le baite di montagna in miniappartamenti: è davvero così? «No. Si tratta di una clamorosa bufala, i vincoli sono coercitivi e la legge va letta e applicata in tutti i suoi dettagli. Capisco le preoccupazione di Asiago e Cortina ma i sindaci hanno tutti gli strumenti per controllare le richieste di ampliamento, nessuno potrà devastare i centri storici. Le 62 mila pratiche di ampliamento presentate in questi anni hanno consentito di non essere travolti dalla crisi e tra qualche giorno andrà in discussione in consiglio regionale la legge sul consumo zero del territorio».

Ma allora perché i sindaci annunciano ricorso alla Corte Costituzionale? «Non so se potranno mai presentare ricorso alla Consulta, le leggi della Regione vanno applicate. Formulo una proposta concreta: chi vuole evitare nuove colate di cemento deve cancellare dai Prg le aree vincolate a destinazione residenziale e mai utilizzate. Poi ci sono anche i terreni bloccati da 10 anni per gli ampliamenti delle zone industriali rimasti sulla carta. Peccato che i Comuni facciano pagare l’Imu ai proprietari dei terreni con le aliquote massime, una vera stangata. Se i sindaci vogliono recuperare aree agricole ora sanno fare: rivedere i vecchi Prg».

Albino Salmaso

 

ASOLO – (gz) Pat di Asolo bocciato? No, semplicemente mancava la consulenza di Franco Mancuso: questa la replica del vice sindaco Federico Dussin al consigliere di minoranza Gino Gregoris che aveva dichiarato “congelato” il Piano ambientale.

«Tutto infondato -taglia corto il vice sindaco- il pat gode ottima salute e non dovrà essere sottoposto ad alcuna revisione».

«I progettisti -ricorda Dussin- consegnarono il Pat nel dicembre 2012, dopo un percorso che ha garantito il pieno rispetto delle direttive di pianificazione dettate nel documento preliminare, approvato peraltro dalla precedente Amministrazione. Noi ne avevamo programmato l’adozione per il 10 aprile. Quello stesso giorno è arrivata la lettera di Franco Mancuso, consulente del comitato scientifico, che dichiarava di non essere mai stato consultato».

«A quel punto -conclude Dussin- si è scelto di non procedere all’adozione e, anzi, di verificare le conseguenze di questa mancata partecipazione e ricercare la soluzione più rispondente all’interesse comunale. Non è esatto dire che gli stessi progettisti avrebbero oggi disconosciuto il Pat: è invece vero che i progettisti hanno confermato di non aver consultato Franco Mancuso e dichiarato che la sua consulenza potrebbe essere acquisita ora dando operatività al comitato scientifico, soluzione che non comporterà modifiche sostanziali».

 

Tribuna di Treviso – Asolo, Folin rimette mano al Pat.

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28

nov

2013

 

Il piano di assetto delle polemiche torna all’esame dei progettisti di fama: «Valorizziamo il territorio»

ASOLO. I due professionisti Marino Folin, già rettore dell’Istituto universitario di Architettura di Venezia, e il collega Francesco Mancuso rimettono mano al contestato Pat di Asolo. Quello voluto dalla giunta Baldisser e bocciato tra sonore polemiche. Il piano ora passa direttamente nelle mani della Commissione Scientifica composta dall’ex rettore dello Iuav di Venezia, Marino Folin e dell’architetto Francesco Mancuso. Dopo le polemiche i due docenti avevano precisato di non aver partecipato alla preparazione di quel pat. E ora rientrano in campo, ma solo ad una condizione: «che il piano venga subito sottoposto ad una revisione».

Proprio la mancata partecipazione dei due professionisti era stata al centro nei mesi scorsi di una lettera della giunta Baldisser all’associazione temporanea di impresa (Ati), composta da due società di urbanisti e architetti (Proteco e la Tepco ) che grazie alle firme illustri dell’ex rettore e di Mancuso, era riuscita ad ottenere l’incarico per la redazione del pat. Solo che poi, a quanto pare, avevano inserito i loro prestigiosi nomi in calce al piano senza un effettivo coinvolgimento dei due professionisiti.

Così Ati e Proteco sono state ora costrette ad inviare nei giorni scorsi una lettera al Comune dove si parla appunto della revisione del piano con l’intervento dei due docenti. Uno scacco, questo, per il sindaco e per la sua maggioranza che in tutti questi mesi avevano insistito per conservare quel piano di assetto del territorio, presentato nell’aprile scorso, e che a tutti i costi, nonostante il rinvio del consiglio comunale, aveva voluto anche presentare ai cittadini in Municipio. Quel pat avrebbe fatto calare su Asolo una vera e propria colata di cemento, per 350 mila metri cubi, e una nuova zona industriale di 20 ettari ai piedi della collina quando già nell’attuale zona artigianale e industriale esistono intere cattedrali di cemento sfitte.

Insomma un pesante piano di edificazione si stava per abbattere sulla città dei cento orizzonti. Per minoranze, residenti e associazioni di categoria è stata battaglia fin da subito. Con sit in nelle piazze, una raccolta firme fiume e un interrogazione parlamentare il pat è stato subito stoppato. I due professionisti adesso mettono le mani avanti e nella lettera spiegano che «i temi da approfondire con la revisione sono molti e diversi, fra questi ci sono quelli che consentiranno di conferire al Prg un ruolo marcatamente e deliberatamente orientato alla valorizzazione del territorio». Nel precedente pat si era perso di vista l’ambiente, la salvaguardia del territorio e della storia della città facendo spazio al cemento, a villette e nuovi capannoni.

«Ora si tratta di seguire con attenzione i nuovi lavori di revisione e che siano effettivamente rispettati i principi e gli obiettivi dichiarati», sottolinea il capogruppo di Progetto Asolano, Gino Gregoris, «Questa amministrazione ha trasformato Asolo nell’emblema della cattiva gestione del territorio, adesso abbiamo la responsabilità di farlo tornare ad essere “la perla” della Marca trevigiana» .

Vera Manolli

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«Oggi salvaguardare il territorio dalla cementificazione è un’esigenza primaria: ne sono più consapevoli i cittadini che i politici, ma ci arriveremo».

Domenico Fininguerra, mitico sindaco di Cassinette (Milano) tra il 2002 e il 2012 dove ha introdotto le prime iniziative cemento zero, sarà ospite questa sera a Pederobba della scuola di formazione politica «Ora amministra tu», promossa da Aria Nova e dall’Associazione Comuni Virtuosi (ore 20,45, municipio a Onigo).

Tra i promotori del movimento nazionale «Stop al consumo di territorio» Fininguerra torna nella Marca consapevole che in questo territorio le emergenze ambientali richiedono ancora molte energie:

«Il recente caso di Asolo, con un Pat espansivo e fuori dalla storia, le mille zone industriali richiedono nel Trevigiano un’azione comune e sempre più incisiva» spiega Fininguerra, che è tra i promotori anche del movimento «Salviamo il paesaggio».

«Dobbiamo semplicemente cambiare il modello di sviluppo finora perseguito – spiega l’esponente ambientalista -. Se fino a dieci anni fa a pronunciare alcune parole eri considerato un estremista ora sei accettato quasi come un guru. Ma molto resta da fare: nella consapevolezza degli amministratori, ancora troppo presi da oneri di urbanizzazione, patto di stabilità e miopia ; ma anche nell’apparato normativo. Ad Abbiategrasso, dove sono consigliere di opposizione, il Comune quest’anno ha dovuto restituire 500 mila euro di oneri di urbanizzazione per operazioni contrattate e mai decollate. Questo dimostra semplicemente che un’epoca è finita e dobbiamo aprirne un’altra. Dove il recupero dei volumi esistenti, la rottamazione dei fabbricati faccia parte di una programmazione amministrativa. Rispettosa del consumo di suolo, che non può più andare avanti».

La scuola di formazione politica «Ora amministra tu», ha visto finora la partecipazione di dell’eurodeputato Andrea Zanoni, del senatore Gianpietro Girotto e Marco Boschini dei Comuni Virtuosi, dell’assessore di Ponte nelle Alpi, Ezio Orzes.

(d.f.)

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ASOLO. Lettera del Fai al sindaco Loredana Baldisser e al presidente della Provincia, Leonardo Muraro: «Asolo merita una diversa attenzione». Il Fondo Ambiente si schiera contro il nuovo piano di assetto del territorio. «Sembra che la preoccupazione dei progettisti sia stata quella di verificare la congruità del piano con i dati di un mercato e di una domanda immobiliare non adeguati alla realtà», si legge nella lettera scritta dalla responsabile del Fondo Ambiente, «mentre siano stati ignorati gli aspetti più propriamente legati alla qualità dell’abitare, come i fattori ambientali, culturali e storici». Il nuovo Pat prevede una colata di cemento pari a 350 mila metri cubi proprio ai piedi della rocca. Per il Fai il nuovo piano di assetto del territorio presentato dalla giunta Baldisser, dovrebbe avere «una pianificazione responsabile che contenga misure atte a favorire il recupero dell’esistente, ottimizzare le risorse ecologiche, storiche, culturali, evitare lo spreco del territorio e delle risorse economiche e sociali».(v.m.)

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Il sottosegretario Borletti contro il piano «Finché ci sarò io al governo non passerà»

ASOLO. Pugno di ferro anche del sottosegretario ai Beni Culturali, l’onorevole Ilaria Borletti Buitoni per difendere Asolo: «Finché sarò al governo questo pat non passa» ha detto venerdì durante la sua visita.

Il Pat è quello contestato dalle minoranze in Consiglio, dai cittadini e dalle associazioni di categoria. Anche il sottosegretario, che in questi giorni su invito della senatrice del Pd Laura Puppato, ha visitato la città e incontrato una delegazione di ricercatori giapponesi, ha lanciato il suo monito agli amministratori: «basta con le colate di cemento, Asolo è una città splendida».

Il nuovo piano di assetto del territorio, presentato ad aprile scorso dalla giunta Baldisser, prevede una nuova area industriale in via le Marze a Casella con la possibilità di costruire altri capannoni industriali, nuove residenze, condomini, appartamenti tutto questo pari a 350 mila metri cubi di nuove edificazioni proprio ai piedi della collina. (v.m.)

 

Firme del Pat, il Comune chiede i danni

Asolo, l’amministrazione pretende le sottoscrizioni di Folin e Mancuso e diffida la società che ha elaborato il progetto

ASOLO – Guerra del cemento ad Asolo: la giunta Baldisser diffida l’Ati e chiede i danni. Sotto accusa l’associazione temporanea di impresa (Ati) composta da due società di urbanisti e architetti, la Proteco e la Tepco. Grazie a due firme illustri, quella dell’ex rettore dello Iuav di Venezia, Marino Folin e dell’architetto Francesco Mancuso, l’associazione di professionisti era riuscita a ottenere l’incarico per la redazione del nuovo pat (piano di assetto del territorio). Un piano, quello presentato nell’aprile scorso dalla giunta Lega nord Vita del sindaco Loredana Baldisser, subito contestato dalle minoranze, dai cittadini e persino dalle associazioni di categoria. Di fronte ad un piano che prevede la costruzione di case e capannoni per 350 mila metri cubi ai piedi della Rocca, i due docenti universitari hanno subito messo le mani avanti smentendo di aver collaborato con l’associazione. Il ruolo affidato ai due professionisti all’interno dell’ Ati sarebbe stato quello di monitorare e supervisionare il lavoro svolto dai colleghi. Così sono apparse le loro firme dalla prima all’ultima tavola del piano, anche se in realtà i due docenti, dopo la vittoria del bando, non erano più stati convocati. Con una lettera al vetriolo al sindaco Baldisser l’architetto Mancuso si era dichiarato «estraneo alla redazione del pat». E dopo Mancuso anche Folin aveva detto di «non sapere nulla di assetto del territorio». Per la Proteco invece si era trattato di «un grosso equivoco» e aveva presentato tanto di scuse all’ex rettore.

La giunta ha dovuto però prendere atto che senza le firme dei due docenti il pat non è regolare. E dopo diversi incontri con il sindaco e con il vicesindaco Federico Dussin, durante i quali la Proteco avrebbe ancora garantito il rapporto di collaborazione con Folin e Mancuso, si è ora passati ad una diffida legale. «Con la delibera pubblicata nei giorni scorsi, la giunta», sottolinea il capogruppo di Progetto Asolano, Gino Gregoris, «ammette ufficialmente di sapere che questo pat non poteva essere approvato». Non solo: nella lettera inviata alla Proteco la giunta Baldisser con la diffida minaccia di chiedere i danni se entro il 15 novembre prossimo Mancuso e Folin non dovessero dare il loro assenso per mettere così «l’amministrazione comunale nella possibilità di adottare legittimamente il pat». «Risulta così chiaro che la giunta ha nascosto la verità sul pat e pur sapendo che era viziato da gravi illegittimità lo ha ugualmente illustrato ai cittadini presenti al consiglio comunale del 12 aprile e poi anche alle associazioni », conclude il capogruppo, «forse sperava nel frattempo di sistemare le cose ma in questo modo ha preso in giro tutti dimostrando che si tratta di un pat voluto solamente dal gruppo Lega nord Vita».

Vera Manolli

 

Tribuna di Treviso – Toscani e il Pat su Radio Radicale

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7

lug

2013

ASOLO. Anche Oliviero Toscani accende i riflettori sul Piano di assetto del territorio di Asolo. Il popolare fotografo e creativo ha deciso di dedicare la trasmissione «Fatto in Italia», condotta insieme a Nicolas Ballario su Radio Radicale, al contestato strumento urbanistico di Asolo. Alla trasmissione, che andrà in onda oggi alle 13,30 su Radio Radicale (Mhz 105,50) parteciperanno il giornalista Gian Antonio Stella, il vicesindaco Federico Dussin e il capogruppo di «Insieme per Asolo», Daniele Ferrazza, autore dell’appello In difesa di Asolo, 2013.

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