Segui @OpzioneZero Gli aggiornamenti principali anche su Facebook e Twitter. Clicca su "Mi piace" o "Segui".

Questo sito utilizza cookie di profilazione, propri o di terze parti per rendere migliore l'esperienza d'uso degli utenti. Continuando la navigazione acconsenti all'uso dei cookie. Per maggiori informazioni cliccare qui



Sostieni la battaglia contro l'inceneritore di Fusina, contribuisci alle spese legali per il ricorso al Consiglio di Stato. Versamento su cc intestato a Opzione Zero IBAN IT12C0501812101000017280280 causale "Sottoscrizione per ricorso Consiglio di Stato contro inceneritore Fusina" Per maggiori informazioni cliccare qui

Passante, aperto l’ultimo casello. L’Anas: piantati 50mila alberi

LA PROTESTA – Attivisti dei comitati con striscioni e cartelli

MARTELLAGO – “Passante, abbiamo dato. Paghi il debito chi ha rubato. Project bond-truffa”; “Grandi opere: Zaia come le tre scimmiette: non vedo, non sento non parlo”; “cento ettari di suolo agricolo deturpato dalla nuova strada: valeva la pena?”; “doppio casello-doppio spreco, di danaro, suolo e progettazione: chi ci guadagna?”.

Con cartelli come questi, fischietti e slogan allusivi dei recenti scandali, 70-80 persone, tenute a distanza dalle forze dell’ordine e assiepatesi lungo l’argine del Dese, hanno contestato la cerimonia di inaugurazione del casello.

Il gruppo più numeroso era quello di Opzione Zero. «Abbiamo colto l’occasione dell’inaugurazione, altri 70 milioni bruciati, per ribadire la protesta sulle grandi opere a livello veneto e nazionale, pensate per drenare miliardi a vantaggio della solite ditte: si sceglie sempre l’opzione più impattante e costosa anche con alternative più economiche e sostenibili. Un problema di sistema che va sradicato», ha accusato Mattia Donadel.

Il quale ha criticato anche i «project bond che Cav emetterà per pagare il debito, che ricadrà sui cittadini», e attaccato il governatore Zaia: «è uscito pulito, ma la sua responsabilità politica è chiara, era vice di Galan e l’assessore Chisso lo ha confermato lui».

Sulla stessa linea Tommaso Cacciari, “No Grandi Navi”.

Ma era presente anche un drappello del locale Comitato Pro Complanare, oppostosi, anche con esposti, all’opera. «L’apertura del casello è la sconfitta del buon senso – si legge nel loro volantino – e la supremazia di spreco e speculazione che, come dimostrano indagini e condanne, vanno a braccetto con la pessima gestione della cosa pubblica. Settanta milioni di spesa, più di cento aree verdi lungo il Dese devastate, 9 km di strade per il raccordo con la Sr 245. Un assurdo gigantismo per un’opera che non migliorerà la viabilità locale, laddove erano possibili soluzioni meno costose e impattanti, più rispettose del contesto agricolo e ambientale e migliorative del traffico locale in direzione Mestre».

(N.Der.)

 

Aperto l’ultimo casello «Verde e non solo asfalto»

Ore 12.47, dopo i discorsi, benedizione e taglio del nastro bagnato da una bottigliona di Ferrari stappata dal presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro, mentre sulle rive del Dese gli ambientalisti contestano ancora. Ore 12.53, la prima auto che esce alla stazione est è la 500 di Maria Francesca Giraldo, 33 anni, da Dolo: «Devo andare qui vicino e sapevo dell’apertura». Da ieri il casello di Martellago-Scorzè è realtà, inaugurato e aperto, anche se il più atteso, Luca Zaia, dà forfait. «Il governatore ci teneva a esserci ma è a casa malato. Ci manda i saluti. Non siamo riusciti ad avere la presenza della Regione: hanno il bilancio», spiegava il presidente Cav Tiziano Bembo dinanzi alle quasi 300 persone raccolte nel tendone. «Una giornata importante, consegniamo l’ultima grande opera del Passante, che ci è costata 51 milioni: il costo medio di una stazione è 20. Perché quest’opera complessa non è solo cemento: è stata ideata per il territorio con attenzione all’ambiente», ha aggiunto, rispondendo anche alle pur «legittime» proteste dei Comitati. La stazione, a elevata automazione, è costituita da 4 rampe di ingresso-uscita e da 4 semi-piazzali con barriere di esazione, ed è caratterizzata dal viadotto centrale di 480 metri che scavalca autostrada e Dese, «ma comprende tante opere di mitigazione e idrauliche, come i bacini scolmatori. E la struttura a diamante è stata scelta per risparmiare suolo», ha detto Bembo, ricordando anche la contestuale costruzione della variante alla sr 245 Castellana, 5,4 km, «che libera i centri dal traffico. Il passante è costato 986 milioni, l’impegno di Cav è di un miliardo e 386 milioni: il resto è andato in opere complementari. La nostra è una società del territorio per il territorio».

Sulla stessa linea Fabio Arcoleo, Anas Veneto, che ha sottolineato i numeri del Passante verde: 150 ettari a verde, 49.400 alberi.

«Passante e casello sono stati una ferita per il nostro territorio» ha continuato il sindaco di Martellago, Monica Barbiero, riprendendo l’intervento di Mestriner. «Due le strade: osteggiare un’opera che avrebbero fatto comunque o cercare soluzioni per renderla meno dolorosa e ottenere opere utili al territorio. È la scelta fatta dal mio predecessore Giovanni Brunello e oggi si vedono i frutti», ha aggiunto, ricordando come in origine il casello fosse previsto più a sud «in un’area densamente abitata», e le opere complementari ottenute dal Comune, a partire dalle varianti di Robegano e alla sr 245 «che toglieranno il traffico di attraversamento dal centro».

 

E Mirano esulta: meno traffico in centro

PASSANTE L’Anas nel giorno dell’inaugurazione: «Abbiamo piantato quasi cinquantamila alberi»

MIRANO – «Era ora». Così il sindaco di Mirano, Maria Rosa Pavanello, commenta l’inaugurazione del nuovo casello. La novità andrà infatti a incidere sulla viabilità dell’intero comprensorio, sgravando di traffico il centro di Mirano. Non essendoci alcun casello autostradale nel Miranese nord, fino all’altro ieri moltissimi pendolari residenti a Noale, Martellago, Scorzé o Salzano erano costretti a scendere verso Mirano per poi raggiungere i caselli di Vetrego o Crea. Tra le strade più tartassate c’è sicuramente via Dante, dove transitano tutte le auto provenienti da Salzano: passano nei pressi dell’ospedale e proseguono per la camionabile viale Venezia. Stando alle ultime rilevazioni ogni giorno arrivano a Mirano mediamente 7.500 veicoli da Salzano e dagli altri comuni dell’area nord: una buona percentuale non si ferma a Mirano ma è diretta al casello autostradale.

«Attendiamo che gli automobilisti si abituino al nuovo casello e poi, dopo l’estate, faremo delle analisi sui flussi di traffico» assicura l’assessore Giuseppe Salviato. Gli ultimi dati sui caselli sono di un anno fa: i mezzi transitati al casello di Mirano erano 610mila al mese, a Spinea 200mila. Tra pochi mesi sarà interessante notare le differenze.

(g.pip.)

 

IL SINDACO DI SCORZÈ – Mestriner: «Campi distrutti, ma è il prezzo del progresso»

SCORZÈ – Diplomatico, poca enfasi e una citazione in latino per essere più incisivo e ricordare che le terre dove ora sorge il casello hanno una storia antica: «Il passante di Mestre e questo casello autostradale di Scorzé – ha detto ieri il sindaco Giovanni Battista Mestriner – costituiscono un’opera enorme, che ha distrutto una terra nella quale siamo cresciuti». Il sindaco ha posto soprattutto l’accento sul rapporto tra progresso e identità locale, tra il mondo bucolico dei campi e le esigenze delle attività produttive. «Al di là delle posizioni personali, – ha continuato Mestriner – è il momento di ricordare però il prezzo del progresso: i campi distrutti, il silenzio rotto, l’ambiente compromesso. Abbiamo di nuovo messo in gioco una delle cose più importante che abbiamo: la nostra terra». E rivolgendosi agli imprenditori ha sottolineato che questa società si è sacrificata soprattutto per loro: «Ha messo in gioco i propri valori, la propria storia, la propria qualità della vita; lo ha fatto per il valore sociale che le aziende hanno, per difendere e affermare il diritto al lavoro e all’impresa economica, per dare un futuro alle nostre generazioni e alle generazioni future». Infine la citazione in latino (“simul stabunt vel simul cadent”, insieme progrediremo o assieme periremo), per sottolineare che se questa comunità saprà mantenersi unita avrà un grande futuro.

(r.fav.)

 

Gazzettino – Dolo “Ospedale-hotel? Siamo lontani”

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

2

apr

2015

DOLO – Vincenzo D’Agostino interviene sui progetti dell’Asl 13

DOLO – «Ospedali come alberghi? Sarebbe bello, peccato che al momento vengano gestiti come caserme, con sveglia all’alba, rancio ad ore impossibili, limitazioni alle visite».

Vincenzo D’Agostino, già consigliere comunale a Dolo e prima ancora esponente dell’Associazione consumatori nonché amministratore dell’ex Uls 18, prima che diventasse Asl 13, interviene sulle dichiarazioni del direttore generale dell’azienda sanitaria.

Il dg Gino Gumirato ha infatti in più occasioni sottolineato come «la buona sanità è fatta da tre cose: validi professionisti, comfort alberghiero e alta tecnologia», spiegando come steward in Pronto soccorso, wi-fi e nuovi investimenti in tecnologie vadano in questa direzione.

«Concordo con gli investimenti fatti dal direttore – afferma D’Agostino – come ritengo che comitati, comitatini e politici, responsabili dell’insensata divisione di compiti tra ospedale di Dolo e Mirano, prima hanno approvato e poi criticato per interessi di bottega».

Per D’Agostino la strada per un comfort alberghiero è lunga. «La rigida disciplina – spiega – che trasforma gli ospedali in caserme ubbidisce solo ai bisogni del personale, è basata su criteri a tutela di turni e week-end, ma non fa bene ai pazienti. È tempo ormai che il sistema venga ripensato, e che politici, dirigenti, medici e personale inizino a lavorare per umanizzare le cure. Se i pazienti mangiano e dormono decentemente ed hanno servizi igienici in stanza – conclude D’Agostino – i costi possono essere contenuti ugualmente. Ma la salute viene conquistata con un progetto compreso e condiviso».

(L.Gia)

 

SAN MARINO – L’ex segretaria di Galan interrogata ieri per due ore

Ha risposto alle domande del Commissario della legge della Repubblica del Titano ricostruendo il sistema della “retrocessione” di somme di denaro all’impresa Mantovani

Interrogatorio di due ore, ieri mattina a San Marino, per Claudia Minutillo, l’ex segretaria del presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, finita sotto accusa in qualità di amministratrice della società “Adria Infrastrutture” nell’inchiesta sulle false fatturazioni milionarie dell’impresa di costruzioni Mantovani spa.

Assistita dagli avvocati Mirko Dolcini e Carlo Augenti, Minutillo ha risposto alle domande del Commissario della Legge, Antonella Volpinari, confermando quanto già dichiarato ai magistrati veneziani che, partendo da quelle false fatture, hanno scoperto l’esistenza di un diffuso sistema corruttivo attorno ai lavori per la realizzazione del Mose.

Nelle scorse settimane gli inquirenti di San Marino avevano interrogato anche gli altri protagonisti della vicenda giudiziaria: Piergiorgio Baita, ex amministratore delegato della Mantovani e William Colombelli, ex console di San Marino e titolare della Bmc Broker, la società che emise fatture a fronte di operazioni inesistenti, per poi “retrocedere”, cioè restituire alla stessa Mantovani, gran parte degli importi ricevuti, fatta salva una percentuale per l’attività di mediazione svolta.

Nell’inchiesta veneziana tutti hanno già patteggiato pene comprese tra un anno e due mesi e un anno e dieci mesi di reclusione, con la sospensione condizionale. E ora si trovano a dover rispondere di nuove accuse, formulate dall’autorità giudiziaria di San Marino, che ipotizza, tra gli altri, il reato di ricilaggio. Complessivamente la Mantovani fino al 2010 utilizzò San Marino per “produrre” false fatture per oltre 8 milioni di euro e ottenere una consistente provvista in nero, in parte utilizzata per pagare tangenti.

La Minutillo, arrestata nel 2013, confessò subito le proprie responsabilità e da allora ha iniziato a collaborare con la Procura di Venezia, contribuendo a fare luce sul cosiddetto “sistema Mose” e fornendo numerosi particolari sul ruolo di Galan e dell’allora assessore regionale ai trasporti Renato Chisso, entrambi usciti dal processo con il patteggamento della pena.

Gianluca Amadori

 

L’OPERA “MANGIA SOLDI”

E intanto Ca’ Farsetti scuce 24 mila euro per una serie di attività di controllo e di campionature per i giunti saldati del Ponte della Costituzione. Non c’è veramente pace per il “quarto ponte” sul Canal Grande che, consentirà pure il passaggio di migliaia di persone (si dice addirittura 17 mila al giorno) ma che ha visto che in questi giorni la Direzione lavori pubblici del Comune costretta a redigere una determina del dirigente nella quale si stabilisce un’operazione di maquillage del ponte.

La decisione di effettuare questo intervento nasce da una serie di segnalazioni fatte da alcuni tecnici che negli scorsi mesi, ma anche nel corso degli ultimi anni, hanno effettuato interventi e controlli alla struttura realizzata dall’architetto catalano Santiago Calatrava.

Infatti, in base a quanto riportato dal collaudatore statico delle opere, Enzo Siviero nel certificato di collaudo del gennaio 2009 in merito alla durabilità dell’opera, si sottolineava la presenza di forti tensioni residue che favorivano l’innesco di fenomeni di cosiddetta “tensocorrosione”, situazione a dir poco critica per la statica del ponte.

Oltre a questo, manco a dirlo, pure lo stesso Calatrava nel suo progetto esecutivo, non ha mai nascosto la necessità di dare atto, nel tempo, ad azioni di manutenzione periodica del manufatto».

Di certo, va detto, che il Ponte si sta sempre più rivelando un pozzo senza fine per le finanze del Comune che, obtorto collo, è costretto spesso e volentieri ad intervenire per questioni di manutenzione. Una vicenda che arriva a pochi giorni da un’altra denuncia da parte del Gazzettino che solo nei giorni scorsi ha raccontato di come il terreno “si sia alzato” a poca distanza del colonnato del sottoportico che conduce ad un ingresso alternativo alla stazione di Santa Lucia, per la spinta del Ponte della Costituzione in costante assestamento sui lati delle due rive. Così, proprio in questi giorni, il Comune è stato costretto a stabilire un atto ufficiale per una nuova manutenzione che è stata affidata ad una ditta specializzata, la IIS Service srl con sede a Genova, incaricata di procedere agli interventi di manutenzione ordinaria.

P.N.D.

 

Gazzettino – 1° Maggio, Auchan non ci sta.

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

1

apr

2015

COMMERCIO – Il centro commerciale del Terraglio rispetterà la festa

Levata di scudi contro le aperture annunciate dagli altri ipermercati

Tutti meno uno. Se tutti gli altri ipermercati e una raffica di supermarket cittadini terranno aperto il Primo maggio, la direzione di Auchan ha deciso di rispettare la festa dei lavoratori, tenendo chiuso il centro commerciale. Ma tutte le altre aperture annunciate dai centri commerciali di Marghera a quello di Portogruaro, passando per l’Outlet di Noventa e il Valecenter di Marcon, hanno già scatenato una raffica di proteste.

La decisione controcorrente di Auchan è stata presa ieri, a fronte dell’ufficializzazione delle aperture da parte dei diretti concorrenti. Una sorpresa che fa tirare un respiro di sollievo a dipendenti ed operatori di tutti i negozi della galleria commerciale i quali, se l’ipermercato avesse optato per l’apertura straordinaria, avrebbero dovuto uniformarsi e rinunciare alla festa.

«Nei centri commerciali non si è liberi di decidere – spiega Doriano Calzavara, presidente di Confcommercio Mestre -, quindi se lavora l’ipermercato si è obbligati a tenere aperto. E già lavoriamo tutte le domeniche».

Sulla decisione di tenere aperto da parte degli altri centri commerciali e supermercati, Calzavara non lesina aggettivi: «Una situazione folle, pazzesca, vergognosa. Conad che tiene aperto il giorno di Pasqua, gli altri che non hanno alcun rispetto dell’importanza di una festa civile come quella del Primo maggio… Il problema è che, nel silenzio assordante del sindacato, manca una legge nazionale che imponga di tenere chiuso nelle dieci feste, sei religiose e quattro civili, che rappresentano la storia del nostro Paese».

«È un problema che riguarda il lavoro ma anche la cultura – interviene Alessandro Visentin della Uiltucs -. Oggi i giovani non conoscono il significato e le origini del 1° maggio come della festa della donna. Però tutti devono sapere che i diritti non sono piovuti dall’alto, ma sono frutto di conquiste ottenute con battaglie e lotte durate anni».

«Il prossimo Primo maggio si ripete la storia di sempre, con i centri commerciali che vogliono tenere aperto a qualunque costo – commenta Maurizio Franceschi, direttore di Confesercenti -. Ma oggi, con i licenziamenti annunciati da Carrefour (50 su 200 lavoratori a Marcon, ndr.), siamo vicini all’esplosione della “grande bolla” della grande distribuzione. Finora hanno resistito con il ridimensionamento del monte ore del personale, mentre adesso devono cominciare a tagliare perché la competizione tra di loro non può più reggere sul nostro territorio».

 

JESOLO – Stop ai centri commerciali, passa la mozione di Mirco Crosera dopo un lungo periodo di scontri. Ma il sindaco Valerio Zoggia, minimizza: «La mozione è passata per l’errore di un consigliere di maggioranza che ha votato contro. Non dice nulla di nuovo e infatti noi abbiamo già precisato e formalizzato che non sono previsti nuovi centri commerciali nella zona artigianale come nel resto di Jesolo».

Ma Crosera, dopo vari scontri con il sindaco che lo aveva definito “bugiardo”, canta vittoria. «Il bugiardo non ero io allora», replica, «finalmente si è fatta chiarezza sul destino delle aree dismesse. Il Consiglio comunale ha finalmente deliberato che le aree dismesse note come area “Jmel”  non saranno destinate a nuovi insediamenti di natura commerciale. Si è conclusa quindi una lunga battaglia per la chiarezza che è stata perseguita, senza ideologie, senza colore politico, ma solo per garantire a cittadini e operatori economici la verità e la certezza sui destini di un’area la cui trasformazione dovrà avere solo impatti positivi per tutta la cittadinanza e per valorizzare le attività economiche del territorio, senza compromettere questo o quel settore, né in Paese né al Lido».

«Spiace», conclude,  «che, nei giorni scorsi siano state pronunciate e scritte parole poco gradite. L’amministrazione, va ricordato, in questi quattro mesi  ha prima ritirato la delibera originaria per renderla più chiara, poi, grazie alla mia mozione si è vista costretta a mettere nero su bianco  in modo inequivocabile la volontà di non trasformare quelle aree in commerciale».

(g.ca.)

 

Gazzettino – S.Biagio. Ecco il Pat: “Stop al cemento”.

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

1

apr

2015

S. BIAGIO – Quasi 60mila metri cubi di case in meno. Cappelletto: «Precedenza alla qualità della vita»

Approvato dopo un decennio lo strumento urbanistico costato la poltrona a due sindaci

C’è voluto quasi un decennio e la caduta di due sindaci: da ieri però il Comune di San Biagio ha il suo Pat. Il nuovo strumento che pianifica lo sviluppo del territorio è passato con un consenso quasi unanime, soltanto due i voti contrari.

In precedenza il Pat aveva determinato la caduta di due sindaci donne: Emanuela Fiorotto nel 2007 mandata a casa con due anni d’anticipo e Francesca Pinese che il 2 aprile 2013 a due mesi dalla scadenza del mandato al momento della votazione del Pat ha visto il Pdl girargli le spalle determinando la conseguente sconfitta alle elezioni.

«Ai tecnici incaricati della sua redazione – commenta con soddisfazione il sindaco Alberto Cappelletto – abbiamo chiesto che fosse rappresentativo della nostra idea di sviluppo secondo un modello che coniuga qualità della vita, riqualificazione dei luoghi centrali, riuso del patrimonio edilizio esistente, contenimento dell’uso del territorio agricolo a scopi edificatori, tutela e valorizzazione del paesaggio e incentivo alla mobilità sostenibile».

Concretamente il Pat adottato punta a limitare la cementificazione, privilegiando la riqualificazione del tessuto urbano esistente e delle aree già previste dal Prg vigente. Soltanto per il residenziale ci saranno 57mila metri cubi in meno rispetto a quanto era stato previsto nella precedente ipotesi di pianificazione.

Annamaria Tottolo ed Egidio Pesce che hanno votato contro attaccano: «Dentro questo Pat gli unici interventi degni di rilievo sono stati quelli oggetto di accordi pubblico-privato, (art. 6) per i quali abbiamo già espresso la nostra contrarietà. Forte delusione anche per il metodo con cui lo strumento è stato portato avanti: “trasparenza, partecipazione, sinergia”? Nulla di tutto ciò, né verso la popolazione, né verso le minoranze, che non sono mai state convocate durante tutto il percorso».

Chiude l’ex sindaco Pinese: «Nel consiglio comunale è stato portato il Pat che era stato proposto dalla mia amministrazione nel 2013 ma che non era stato adottato per il tradimento dei consiglieri di Forza Italia. Sono contenta che, nelle sue linee generali, sia stato confermato anche da questa maggioranza di centro-sinistra: è la prova della bontà delle scelte fatte a suo tempo, tutte indirizzate ad evitare la speculazione selvaggia e a mantenere uno sviluppo sostenibile. Il Pat adottato è quello della mia amministrazione».

Lorenzo Baldoni

 

Gazzettino – Riviera. Biglietto unico per bus e vaporetto.

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

1

apr

2015

MOBILITÀ – Actv lancia il ticket elettronico integrato per turisti e residenti

Valido 24 ore, sarà disponibile a Stra, Fiesso, Dolo e Mira al costo di 28 euro

FIESSO – Un biglietto elettronico unico dalla Riviera del Brenta per Venezia che comprende autobus e vaporetti e valido per 24 ore. Ieri a Fiesso d’Artico è stata presentata un’iniziativa che punta a favorire i turisti che soggiornano in Riviera ma che non vogliono perdere una visita a Venezia, ma aperta naturalmente anche i residenti.

Un pass, un biglietto integrato, della durata di 24 ore che consente di raggiungere Venezia con la linea di autobus n. 53, e di usufruire della rete di navigazione, con un unico biglietto elettronico precaricato. Insomma il biglietti integrato del costo di 28 euro, che comprende: un viaggio di andata e ritorno in autobus (tratta extraurbana 6 da/per Riviera del Brenta) sarà possibile partire da Stra, Fiesso d’Artico, Dolo e Mira e recarsi a Venezia con la possibilità di utilizzare illimitatamente per 24 ore tutte le linee di vaporetto, senza dover fare la coda alle varie biglietterie.

Le card saranno in vendita già da aprile in tutta la Riviera del Brenta e oltre ad essere acquistabili nelle biglietterie Vela o nella tabaccherie potranno essere disponibili anche per alberghi e ristoranti della zona che le offriranno ai proprio clienti.

Il progetto è stato sviluppato e illustrato ieri, dall’Unione dei Comuni Città della Riviera del Brenta attraverso il presidente Andrea Martellato, sindaco di Fiesso d’Artico, assieme ad Actv e Vela, le società del Gruppo Avm della mobilità veneziana. «Un servizio innovativo, fortemente voluto dall’Unione dei Comune – ha affermato il Presidente Martellato – che mette in rete tutte le realtà del territorio nell’ottica di una progettazione turistica programmata e condivisa».

A sostenere il progetto Luca Scalabrin presidente dell’Actv. «Le presenze turistiche lungo la Riviera sono cresciute e rappresentano una fetta di mercato interessante non solo per albergatori e operatori ma anche per l’intero gruppo della mobilità – ha spiegato Scalabrin. – Con Vela abbiamo ideato questo biglietto proprio per favorire quei visitatori che scelgono di alloggiare nelle strutture ricettive della Riviera. Speriamo ora che anche gli operatori turistici colgano questa opportunità».

Luisa Giantin

 

QUARTO D’ALTINO – Il ripristino di alcune corse nel fine settimana e la promessa di una nuova stagione di dialogo. Si è concluso con qualche piccolo passo in avanti l’incontro convocato dal nuovo direttore passeggeri di Trenitalia, Tiziano Baggio, che ieri ha ricevuto i sindaci e i comitati dei pendolari della tratta Venezia-Trieste. Tra i presenti, Nicola Nucera e Luciano Ferro, per i comitati del Veneto Orientale e di Quarto d’Altino, i sindaci di Quarto e Marcon, Silvia Conte e Andrea Follini, l’assessore Francesca Zottis di San Donà, il vicesindaco di San Stino Mauro Marchiori e la consigliera di Roncade, Vivienne Moro. Assente però l’assessore regionale Elena Donazzan.

Circolerà quindi anche il sabato e la domenica, a partire dal 18 maggio, il treno delle 4,13 da Portogruaro con arrivo a Venezia alle 5,25. E sarà incrementato l’orario anche per il treno da Venezia delle 6,11 con arrivo a Portogruaro alle 7,23. Altre risposte potrebbero arrivare entro qualche settimana sul problema del “vuoto” in pausa pranzo e sui treni (alcuni con oltre 150 passeggeri) che spariscono durante le vacanze.

«Finora il percorso non è stato condiviso con gli utenti e i sindaci – commenta Silvia Conte – Ma il nuovo direttore ci ha dato la sua disponibilità. Abbiamo chiesto a Trenitalia di programmare nuovi modelli di esercizio con i gestori degli autobus e di affrontare il tema del biglietto unico, perché ci sono fondi fermi che non sono ancori stati usati».

(m.fus.)

 

SCORZÈ/MARTELLAGO – Il comitato si è opposto per anni alla realizzazione della struttura autostradale

Giornata di lutto da parte del Comitato CappellaVive per l’apertura odierna del casello autostradale dopo anni di lavori e una spesa di decine di milioni.

«Asfalto a go-go disseminato di lampioni, viadotto chilometrico, rotatorie ogni 500 metri, acquitrini a iosa.» Scrivono in un comunicato i portavoce che avevano iniziato la loro battaglia ancora prima della costruzione del Passante Autostradale di Mestre- «70 milioni, in aggiunta a quelli del Passante per trasformare un’oasi degna di un parco naturale in asfalto, viadotti, rotatorie, acquitrini e smog».

A nulla è valsa la battaglia quasi trentennale, sin dal 1990, degli abitanti della piccola frazione di Scorzè per salvare una zona documentata oltre 1500 anni fa. Al suo posto il casello autostradale che occupa circa 30 ettari oltre agli svincoli sino a Martellago.

L’area è stata scavata in profondità anche 3-4 metri. Portato via il terreno buono, scrive il Comitato, per bonificare il parco di San Giuliano a Mestre.

Nell’area di Cappella, invece , sono arrivati migliaia di metri cubi di fanghi del vallone Moranzani velocemente asfaltati. E ora manca il terreno per le dune e i terrapieni per contenere le tracimazioni del Dese.

Senza parlare delle barriere di mitigazione ambientale per le quali pare che non ci siano più soldi. »

Renzo Favaretto

 

OGGI L’INAUGURAZIONE – Si attende il governatore Zaia ma anche la protesta dei comitati

GRANDI OPERE – Verrà aperto oggi al traffico dopo anni di lavori il nuovo casello autostradale di Martellago e Scorzè

MARTELLAGO – Tutto pronto per l’inaugurazione, oggi alle 12, e, a ruota, per l’apertura del casello di Martellago-Scorzè e della nuova viabilità di adduzione, «ulteriore passo per il completamento delle opere complementari del Passante» per dirla con Tiziano Bembo, presidente di Cav, che ha finanziato i lavori realizzati da Pdm.

Anche se sulla cerimonia, prevista nel piazzale di stazione a sud in corrispondenza della carreggiata est per Trieste, e a cui è atteso anche il Governatore Luca Zaia, incombono lo sciopero degli esattori Ugl e la manifestazione di protesta di CappellaVive e del Comitato Procomplanare, che sarà presente «per ribadire la contrarietà a un’opera esempio di spreco di danaro e di suolo agricolo e poco utile».

Giudizio opposto a quello del sindaco di Scorzè, Mestriner e di Martellago, Barbiero, che rileva anche come la nuova variante alla Sr 245 Castellana, lunga 5,4 km, con cui avviene il collegamento con la viabilità ordinaria, toglierà il traffico dal centro. A diamante rovesciato con semibarriere d’esazione a cavallo del Passante, la stazione è a elevata automazione: 6 le piste di entrata e 8 di uscita. Tra le opere spicca il cavalcavia sul Passante e sul Dese a 3 luci, lungo 480 metri.

(n.der.)

 

Copyrights © 2012-2015 by Opzione Zero

Per leggere la Privacy policy cliccare qui