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MIRANO – Interrogazione di Pettenò al Consiglio regionale

MIRANO – Il problema del traffico nell’area del casello di Mirano-Dolo è approdata nuovamente in Consiglio regionale: il consigliere Pietrangelo Pettenò (Federazione della Sinistra) ha presentando un’interrogazione chiedendo alla Giunta Zaia di dare risposte concrete ai cittadini del Miranese che da tre anni convivono con i disagi causati dalle migliaia di mezzi che escono e rientrano in autostrada per risparmiare sul pedaggio. «La situazione si è ulteriormente aggravata in quanto sempre più mezzi pesanti adottano questa manovra vantaggiosa», scrive Pettenò, che già un anno fa portò lo stesso problema in Consiglio. Allora la Giunta rispose che si trattava di una situazione transitoria. «È ora di trovare una soluzione definitiva che preveda tariffe congrue, risolvendo il problema del traffico a sud di Mirano e tutelando la salute dei cittadini di Vetrego costretti a subire una molte di traffico insostenibile» conclude.

(G.Pip)

 

ALLO IUAV IL DIBATTITO SUL PAT

«La sublagunare non è più una priorità». Lo ha detto ieri l’assessore all’urbanistica Ezio Micelli, durante un dibattito sul Pat allo Iuav. «La mia non è una posizione politica, ma tecnica – ha precisato Micelli – Peraltro nota da tempo. Non interpreto il pensiero dell’assessore alla mobilità nè della Giunta, che si è comunque riservata di verificarne la fattibilità».       «Con i processi d’interconnessione tra l’Aeroporto, Mestre, il Vega e i nuovi collegamenti con la città d’acqua – ha aggiunto – la sublagunare diventa meno interessante dal punto di vista economico».           È stato questo uno dei temi trattati nel dibattito di ieri a Ca’ Tron, dove c’è stata una pioggia di osservazioni sul Piano di assetto del territorio. Una giornata che ha visto il succedersi di rappresentanti di associazioni cittadine e ambientaliste. Temi più sentiti, la Tav, l’Aeroporto e il Porto. «Per il Quadrante – ha detto Micelli – proporrò in Giunta che la cittadella dello sport e le altre strutture sorgano in aree di esclusiva proprietà comunale. Mentre sui progetti Save, mi sembra più ragionevole partire da quanto già abbiamo, mettendo in rete le piste di Venezia e Treviso».         E tra le poche novità, l’intervento di Carlo Giacomini, urbanista Iuav, che si è detto «perplesso sul passaggio del tram lungo il Ponte della Libertà, perché fonte di problemi per la sicurezza e il flusso veicolare. Auspicabile la riduzione delle corsie da 4 a 2, per lasciare più spazio al nuovo mezzo di trasporto pubblico».        

Vettor Maria Corsetti

 

 

Il pericolo che incombe su quanti abitano lungo la linea dismessa dei Bivi è di trovarsi la casa invasa da 140 treni merci al giorno ma, in genere, il pericolo che incombe su tutti i cittadini che stanno al di qua e al di là del Terraglio è che si produca una nuova frattura in città, questa volta insanabile per chissà quanto tempo.

Per questo è nato un nuovo comitato di cittadini, il Co.Bi.Ter (Comitato Bivi Terraglio che mette insieme le persone della zona Terraglio, Borgo Forte e Ca’ Solaro), il quale agisce in sintonia con le altre realtà come il Cocit (il Coordinamento dei comitati cittadini contro l’inquinamento da tangenziale) e l’Associazione Terraglio e dintorni.        Per domani sera, alle 20.30 nel centro civico del Terraglio, hanno organizzato un’assemblea pubblica per fare il punto della situazione e decidere quali altre iniziative prendere.

Le notizie che hanno raccolto non sono belle. La settimana scorsa l’assessore regionale Chisso ha detto loro che non si tratterebbe solo di riattivare la linea dei Bivi ma di quadruplicarla, con un flusso di 140 convogli al giorno,

e ha anche aggiunto che la soluzione meno impattante rimane quella del tracciato in gronda lagunare, concordato tra Regione e la precedente Giunta Cacciari. Ora i comitati cercheranno un incontro anche con Rfi per capire a che punto è il progetto dei Bivi e i tempi di realizzazione, al fine di potervisi opporre con più efficacia.

(e.t.)

 

FIESSO D’ARTICO – Zaramella: incontro sgradito

Molto probabilmente a qualcuno non va troppo a genio l’incontro organizzato per venerdì 22 giugno, alle 20.45 nella sala dell’ex Cinema parrocchiale di Fiesso d’Artico, dal Movimento Cittadino di Fiesso «Promotori per la sicurezza idraulica».

Volantini e manifesti affissi dal promotori sembrerebbero oggetto di una insolita campagna di “oscuramento” se si dimostrerà fondata l’accusa del loro portavoce Adriano Zaramella, che denuncia come ignoti continuino a staccare i volantini per promuovere l’incontro e sollecitare la partecipazione dei cittadini.            «Manifesti doverosamente timbrati e pagati per la pubblica affissione – denuncia Zaramella – ma che devono far saltare la mosca al naso a qualcuno che forse vede Fiesso immune dagli allagamenti».          Il tema sarà: «Dissesto idrogeologico “un diluvio” di parole!».

Ed il programma della serata ruoterà su due ben precise domande: «Dai gravi avvenimenti di maggio 2008 ad oggi, cosa è stato fatto per la prevenzione? È possibile considerare l’emergenza una regola ed una condizione di vita?».          Per il Movimento, infatti, sono necessari degli interventi urgenti, specie in alcune zone del paese; magari partendo proprio con il montaggio ed il funzionamento di alcune idrovore, da attivare non appena la caduta delle acque meteoriche diventa incessante. Secondo il movimento a Fiesso si attende l’emergenza prima d’intervenire, in un territorio che considerato troppo edificato. Dal canto suo il sindaco Andrea Martellato ha già sollecitato anche il Consorzio ad accelerare i tempi dei lavori.

(G.D. C)

 

MIRA – Tagli ai costi della politica di Mira (ridotte a quattro le sei commissioni consiliari) e difesa dell’ospedale di Dolo: questa l’agenda del consiglio mirese. Maggioranza e opposizione si sono trovate d’accordo nella difesa dell’ospedale e dopo quattro ore di dibattito

hanno preso atto della difficile situazione in cui versa il nosocomio. «Se solo si ottenesse un innalzamento di 150 euro pro capite nel finanziamento regionale – ha osservato la Flora Alborino in rappresentanza dei primari – arriverebbero 37 milioni in più». I consiglieri all’unanimità hanno approvato un documento in cui si impegna il sindaco Alvise Maniero e la conferenza dei sindaci «a ottenere al più presto i finanziamenti necessari per l’ospedale.  

Nel corso dell’assemblea sono state costituite anche le commissioni consiliari. 1. Commissione: Affari generali e istituzionali, Sistema informatico sarà composta da: Gino Biasiolo, Luisa Mazzariol, Mauro Berti, Riccardo Barberini, Serena Giuliato (Movimento 5 Stelle), Vilma Minotto, Fabio Zaccarin (Pd). 2. Commissione: Bilancio, Patrimonio, Programmazione, Personale, Sviluppo economico, Attività produttive, Politiche comunitarie: Mauro Berti, Melania Canova, Mauro Novello, Simone Bastianello, Serena Giuliato, Michele Carpinetti, Francesco Sacco (Pd). 3. commissione: Pianificazione territoriale, Lavori pubblici, Ecologia, Politiche ambientali: Giuseppe Sifanno, Allen Biasiotto, Andrea Pesce, Gino Biasiolo, Michele Pieran (Movimento 5 stelle), Gabriele Bolzoni, Renato Martin (Pd). 4. commissione: Diritti e Politiche sociali, Volontariato, Cultura, Pubblica istruzione, Sport, Turismo, Pari opportunità: Michele Pieran, Riccardo Barberini, Elisa Boscaro, Luisa Mazzariol (Movimento 5 stelle), Vilma Minotto, Francesco Sacco (Pd). Paolino D’Anna (Pdl), Mattia Donadel (Mira fuori dal Comune), Alessio Bonetto (Noi per Mira) sono componenti di diritto di tutte e quattro le commissioni.

(L.Gia)

 

A FORTE POERIO

A Forte Poerio la lista Mira Fuori del Comune si rimette in movimento con proposte e iniziative per la comunità mirese. Dopo il buon risultato ottenuto alle recenti elezioni amministrative il movimento Mira Fuori del Comune che ora siede tra in consiglio comunale all’opposizione con il consigliere, e candidato sindaco, Mattia Donadel ha ripreso le proprie iniziative sul territorio. Sabato scorso a Forte Poerio il movimento ha organizzato dei gruppi di lavoro per individuare le azioni prioritarie per il territorio mirese, a partire dal programma presentato durante le elezioni e disponibile sul sito del movimento. Le proposte verranno studiate per gli ambiti del lavoro e dell’economia solidale, dell’ambiente e territorio, della cultura e del turismo, del sociale e della scuola e, infine, saranno affrontati i sistemi di partecipazione. «Perchè la partecipazione alla vita politica – sottolinea Donadel – va costruita e non solamente dichiarata».

(l.gia.)

 

Camion e auto che escono e rientrano in A4 per ridurre il pedaggio intasano le strade della frazione di Mirano

«Solo ora si rendono conto del problema dei camion? Noi ci conviviamo quotidianamente, da quattro anni». I residenti di Vetrego alzano la voce e puntano ancora una volta il dito contro la società Veneto Strade e i politici che a loro dire hanno devastato la frazione miranese. La questione del traffico nell’area del casello è tornata in auge nei giorni scorsi, visto che sempre più spesso anche i camion e non più solo le automobili fanno il classico giochetto di entrare e uscire dal casello per risparmiare: lo “sconto” per i veicoli a tre assi diretti da Mestre a Padova Est è di 3.20 euro, 1 euro invece che 4.20. Una volta i mezzi pesanti privilegiavano la tempistica, ora invece in condizioni di crisi si guarda prima di tutto alla convenienza. L’attenzione si è dunque spostata sui camion, ma a Vetrego strabuzzano gli occhi: «Noi del problema camion ce ne siamo accorti già quattro anni fa – sbotta Lina Casonato, una residente di via Porara -, ormai Vetrego non esiste più per nessuno. Adesso si parla dei tir come nuovi “furbetti”, ma i camionisti fanno il proprio interesse, noi non ce l’abbiamo con loro». La rabbia, infatti, è tutta contro le istituzioni: «La colpa è di chi ha creato questo sistema – prosegue la donna – ma alla fine ci andiamo di mezzo noi. Non viviamo più come prima, è un inferno». È stato perfino creato un comitato di casalinghe e pensionati, per far sentire la propria voce. «Eppure siamo stati abbandonati e dimenticati» esclama. Lina racconta come spesso e volentieri all’ora di punta sia quasi possibile uscire di casa: «Il tragitto da Vetrego e Mirano è di circa 3 km – spiega – sa quanto ci mettiamo noi, alle 8 del mattino o alle 6 di sera? Venticinque minuti».

 

Gazzettino – “Incidenti, tutelate i lavoratori in bici”

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17

giu

2012

Il presidente dell’associazione “Stra Bici” scrive al sindaco Mario Collini

Una lettera inviata al sindaco di Stra, Mario Collini, perché si adoperi, per quanto nei suoi poteri, affinché gli incidenti di quanti si recano al lavoro in bici siano equiparati a quelli di chi usa altri mezzi di trasporto.

A firmarla è stato il presidente della «Stra Bici», Mario Ferraresso. L’associazione, che promuove a Stra l’uso della bicicletta per una mobilità sostenibile, vorrebbe sensibilizzare il consiglio su una campagna che come associazione stanno promuovendo a livello nazionale assieme alla FIAB e a Salvaiciclisti sull’infortunio «in itinere». «In Italia- scrive Ferraresso- coloro che decidono di utilizzare la bici per recarsi al lavoro devono confrontarsi con una legislazione che non solo non incentiva, ma addirittura penalizza chi utilizza questo mezzo di trasporto. Mentre nel resto d’Europa l’uso della bicicletta come mezzo per recarsi al lavoro è sistematicamente incentivato e promosso, in Italia il lavoratore che decide di spostarsi senza inquinare e senza creare traffico, non solo non riceve alcun incentivo, ma deve farlo a proprio rischio e pericolo.

In caso di sinistro durante il percorso casa-lavoro effettuato in bicicletta, l’INAIL riconosce al lavoratore lo status di infortunio in itinere »purché avvenga su piste ciclabili o su strade protette. In caso contrario, quando ci si immette in strade aperte al traffico bisognerà verificare se l’utilizzo era davvero necessario”, equiparando di fatto la bicicletta ai comuni mezzi privati (auto e ciclomotori) piuttosto che al pedone o al mezzo pubblico”.

Per questo Ferraresso ha chiesto a Collini di far votare nel prossimo consiglio comunale un ordine del giorno dedicato proprio a questo tema.

 

Gazzettino – Dolo, “Sbloccate i soldi per l’ospedale”

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17

giu

2012

DOLO – Il Pd critica apertamente le linee guida del nuovo piano sanitario

La protesta: «Asl 13 sottofinanziata, è l’ultima per quote pro-capite»

«Il nuovo Piano socio-sanitario regionale deve garantire equità e integrazione dei servizi, garantendo a tutti il diritto alla salute». In vista del voto di mercoledì per l’approvazione del nuovo piano sanitario, resta vivo il dibattito fra le forze politiche sul futuro dell’ospedale di Dolo. Questa volta ad andare all’attacco sono i vertici del Pd, che criticano l’eccessiva discrezionalità delle linee guida del piano. «La maggioranza di governo della Regione Veneto ha dimostrato più volte di non essere coesa e questa diversità si traduce in contraddizioni evidenti – attacca il consigliere regionale Bruno Pigozzo – I servizi sul territorio sono ancora troppo discrezionali: chiediamo criteri chiari e omogenei per tutti ed un trattamento finanziario equo e trasparente. Non basta solo far quadrare i conti, è necessario un riordino generale più omogeneo». Il responsabile alla Sanità per i Democratici Gabriele Scaramuzza sottolinea, invece, la necessità di riequilibrare la quota pro-capite provinciale, di oltre 100 euro inferiore rispetto alla media regionale. «La nostra Asl è sotto-finanziata ed è l’ultima per quote pro-capite, nonostante sia all’avanguardia in molte specialità. Non vengono riconosciute e valorizzate le eccellenze di un’Asl che ha sempre rispettato tutti i parametri, nonostante le poche risorse a disposizione». Il segretario del Pd dolese, Matteo Bellomo, chiede invece che vengano immediatamente sbloccati i 22 milioni promessi per la ristrutturazione e la messa a norma dell’ospedale e lancia la proposta dell’osservatorio «Sanità H24»: «Al recapito mail dolodemocratica@gmail.com cittadini e professionisti potranno segnalare tutte le anomalie e le disfunzioni riscontrate, di cui poi ci faremo portavoci in Regione». Regione che vede la sanità al centro dello scontro fra Pdl e Lega, più concentrati sulle proprie diatribe politiche che sugli interessi dei cittadini. Questo il pensiero del segretario provinciale del Pd Michele Mognato: «Questa è una partita che non ha colore politico – spiega Mognato – in cui bisogna far fronte comune fra partiti e comitati cittadini. Basta con le beghe interne, è il momento di dare delle risposte ai cittadini».

 

Nonostante le rassicurazioni del sindaco Andrea Martellato, seppur condite da qualche frecciatina verso il Consorzio di Bonifica, a Fiesso torna la paura degli allagamenti. Un rischio concreto. Almeno stando a quanto raccolto dal Movimento Cittadino promotori per la sicurezza idraulica.

«È stato sufficiente un’acquazzone di meno di 2 ore – chiosa il portavoce Adriano Zaramella – per mettere in crisi la rete idraulica di scolo del comune di Fiesso d’Artico». Strade, scantinati, garage, abitazioni allagate, con conseguenti disagi per i cittadini nuovamente costretti a far fronte a danni materiali oltre che morali. «La scarsa manutenzione e l’eccessiva cementificazione tutt’ora in corso – evidenziano dal Comitato – che ha oramai il 60 per cento della sua superficie, fa si che attraverso l’impermeabilizzazione intercorsa del suolo, le grandi quantità d’acqua piovana scorrano velocemente verso i punti di raccolta, mettendo in crisi il regolare deflusso e mandando il tilt la rete fognaria che in alcune strade dovuta all’eccessiva pressione, dai tombini uscivano dei flussi con un’effetto geyser».

E ricordano: «All’interno del piano delle acque adottato dal comune nel lontano 2009 venivano poste delle priorità di attuazione per la sicurezza idraulica di Fiesso, tra cui il posizionamento in pianta fissa di alcune idrovore distribuite in specifiche aree del territorio, lungo il perimetro del rio Serraglio, pronte ad intervenire durante gli eventi emergenziali del tipo di quello registrato ieri». Zaramella rilancia sull’idrovora del Ponte dei Cento: «Oggetto di varie interpellanze, da parte dei gruppi consiliari resta incompiuto, abbandonato da tempo tra le sterpaglie, manca il posizionamento e la messa in servizio dell’idrovora. Questo ritardo è perché è tra gli interventi urgenti e non ancora completati che può contribuire a prevenire le forme degli allagamenti agli insediamenti urbani». Evidenziando, poi, come sia necessario intervenire fin dalle prime avvisaglie di possibili precipitazioni e non aspettare la piena emergenza.

 

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