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Nuova Venezia – “Treni, orari da cambiare”

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4

dic

2013

TRENI»LA PROTESTA 

Corteo di protesta a Venezia. Chisso: soluzione in una settimana

«Corse ferroviarie inadeguate la Regione ignora i pendolari»

Un centinaio di manifestanti ha attraversato Venezia per chiedere la modifica degli orari

Sindaci e viaggiatori in coro: mancano convogli nella fascia tra le 11 e le 13 e durante la notte

VENEZIA – La protesta dei pendolari esplode in Regione, l’assessore Renato Chisso riceve sindaci e lavoratori nel suo ufficio di palazzo Balbi. Nel pomeriggio l’ora X per i rappresentanti delle tratte ferroviarie che verranno modificate dall’orario cadenzato dei treni, che entrerà in vigore a metà dicembre e che in più punti non soddisfa le esigenze di chi tutti i giorni deve recarsi a Mestre e Venezia per lavoro e tornare dalla città lagunare nei diversi comuni della provincia, senza perdere giornate intere. L’appuntamento era alla stazione di Santa Lucia alle 14.

I pendolari, un centinaio, sono arrivati armati di croci, striscioni, cartelloni, fischietti, megafoni e vuvuzelas, urlando: «L’assessore Chisso si dimetta». Assieme al comitato di Quarto d’Altino, il comitato dei pendolari del Veneto Orientale, ma anche pendolari della tratta Venezia-Trento, della linea che passa per Castelfranco e Bassano, pendolari di Mogliano (linea Udine-Venezia) con 200 firme.

In testa al corteo Luciano Ferro e Gianni Foffano di Quarto d’Altino, il comitato del Veneto Orientale, Marco Fuga (pendolari di Mogliano), Elisa Costa (pendolari di Spinea) davanti a loro con la fascia tricolore, i sindaci e i rappresentanti di sette comuni: Silvia Lasfanti, Cinzia Fedrigo e Daniele Terzariol per San Donà, Silvia Conte (Quarto d’Altino), il sindaco di Salzano Alessandro Quaresimin, Silvano Checchin (Spinea), l’assessore di Portogruaro, Ivo Simonella, il vicesindaco di San Stino di Livenza, Mauro Marchiori, il vicesindaco di Mirano, Annamaria Tomaello, l’assessore di Marcon, Enrico De Marco. In Regione, si è aggiunto anche l’assessore veneziano Ugo Bergamo. Hanno marciato fino a palazzo Balbi per chiedere modifiche di orari, fermate nelle proprie stazioni, per denunciare il buco nella fascia mattutina tra le 11 e le 13 e la mancanza di treni notturni. Ma anche per contestare un percorso che non li ha visti, a loro dire, coinvolti nella partita e un orario definitivo (non ancora cristallizzato ma passibile di modifiche last-minute) che non hanno compreso a fondo.

Tra i manifestanti rappresentanti di Filcams e Filt Cgil. «Regione Veneto, siamo studi della vostra dittatura», recitano gli striscioni «l’orario cadenzato andava concordato con i pendolari».

All’assessore Chisso, è stata consegnata una lettera, firmata da 13 sindaci: oltre a Quarto, San Donà, Portogruaro, San Stino, Meolo, Spinea, Salzano, Ceggia, Marcon, anche quelle di Roncade, Casale, Castelfranco e San Martino Buonalbergo.

Nel documento, materialmente illustrato a Chisso dal sindaco altinate Silvia Conte, si contesta l’orario cadenzato per una questione di «merito» (non accontenta tutti, lascia scoperte delle fasce orarie, non tiene conto dei turnisti) e di metodo (perché da luglio le amministrazioni non sono state più ascoltate e la proposta di progetto presentata dai comuni della tratta Portogruaro-Venezia non è stata presa in considerazione).

Per i sindaci ha parlato Conte: «C’è stato un incontro in estate, a fine luglio, ma poi non abbiamo più ricevuto risposte e le nostre richieste non sono state considerate, si aumentano il numero dei treni, ma il servizio diminuisce, attendiamo da quindici anni l’entrata i funzione del sistema ferroviario metropolitano regionale e quando arriva lascia dei buchi». Chisso ha preso nota di tutte le rimostranze, una ad una, spiegando che molte criticità sollevate sono già state sistemate. Entro il 9 dicembre saranno risolti alcuni “errori” di Trenitalia, poi ci sarà la sperimentazione. I sindaci della protesta hanno chiesto un altro incontro.

Marta Artico

 

«Odissea tra soppressioni e ritardi»

Il racconto di un lavoratore che ogni giorno all’alba da Musile si reca in laguna

VENEZIA – Marco Natella è di Musile, ma prende il treno a San Donà di Piave. Ha quarant’anni e da ben 21 lavora all’ospedale civile di Venezia. Cammina dietro un cartello, dove a caratteri cubitali sta scritto R5800, che sarebbe il suo treno quello che deve prendere tutti i giorni, che è stato posticipato nel nuovo orario. Si tratta del convoglio con partenza alle 4.53, posticipato 5.17, ma che ieri l’assessore regionale, Renato Chisso, ha spiegato che è tornato al suo posto.

«Ogni giorno mi imbarco in un viaggio allucinante», racconta Natella, «intanto mi sveglio alle tre e mezza del mattino, per arrivare al lavoro alle sei, inoltre il mio treno subisce quindici, a volte si arriva a diciotto cancellazioni in un mese. Io al lavoro posso recuperare se arrivo in ritardo, la ditta esterna di pulizie da cui sono assunto me lo consente, ma conosco colleghi che non sono così fortunati. Inoltre, tra poco cambierà l’impresa, cosa vado a spiegare a chi subentrerà? Che contratto firmerò? Bisogna tenere conto che c’è chi parte da San Stino di Livenza e deve andare a lavorare a Punta Sabbioni. Senza contare che in estate fa caldo, ma in inverno, basta un po’ di ghiaccio perché i treni si fermino».

Prosegue: «Il fatto, è che uno non può alzarsi alle tre del mattino e andare a vedere se il suo treno è stato soppresso o meno, se deve prendere l’auto o se c’è il pullman sostitutivo. Una volta l’autobus si è rotto due giorni su due di seguito, ci hanno smontato a piedi un chilometro prima dei Venezia, in mezzo al ponte, e Trenitalia ha pure detto che erano cento metri. Capita anche che ci mettano dei pullman in cui gli autisti non conoscono la strada e dobbiamo persino fare da navigatori, una cosa fai-da-te».

«Voglio ricordare», precisa, «che il bus sostitutivo è arrivato dopo le proteste, non per spontanea volontà».

Ripeto: «Io d’ora in poi, se spostano il treno di quel quarto d’ora-venti minuti in avanti, inizierò alle sei e mezza anziché alle sei, la mia vita cambierà perché comunque ho due figli, ma c’è chi non può permetterselo e sarà costretto, per non arrivare tardi, a prendere la sua auto e non usufruire più del treno. Loro dicono che siamo pochi a prendere il treno del mattino, ma siamo pochi perché la gente si demoralizza, perché è un lento stillicidio, altrimenti saremmo molti di più.

(m.a.)

 

La rabbia dei sindaci «È troppo tardi per fare modifiche»

I primi cittadini della provincia di Venezia sono molto critici «La Regione ha perso quattro mesi per trovare una soluzione»

VENEZIA – Sindaci e pendolari, ieri pomeriggio, sono partiti dalla stazione di Santa Lucia ciascuno con precise richieste e problemi da segnalare, nella speranza che trovino una soluzione.

«La nostra difficoltà», spiega Alessandro Quaresimin sindaco di Salzano, «è che oltre al treno non possiamo contare su altri mezzi, nel senso che non abbiamo un’azienda del trasporto pubblico locale, dunque non c’è alternativa per noi. Gli studenti ed i lavoratori, non hanno le stesse possibilità di prima di andare a Venezia piuttosto che raggiungere Castelfranco. Nel nostro caso abbiamo perso non tanto treni che ci sono, ma fermate».

Quaresimin le soluzioni le avrebbe, le ha sottoposte con vigore all’assessore regionale ieri, bisogna capire se sono percorribili senza modificare l’equilibrio complessivo e spostare l’ago della bilancia.

«Due anni fa», commenta il sindaco di Spinea, Silvano Checchin, «abbiamo chiesto di potenziare la nostra fermata, che potrebbe diventare la porta di Venezia, ma attendiamo ancora risposta». «

Le carrozze sono inconsistenti e al mattino si sta pigiati come sardine», interviene il vicesindaco di Mirano Annamaria Tomaello, «soprattutto nessuno si sogni di togliere la stazione di Ballò per spostarla in corrispondenza di Veneto City».

«Bisogna ragionare sugli utenti potenziali», chiarisce l’assessore portogruarese Ivo Simonella, «altrimenti la gente il treno, se non ha servizi comodi ed efficenti, non lo prende».

«C’è gente che con le modifiche agli orari», spiegano i consiglieri sandonatesi Silvia Lasfanti e Cinzia Fedrigo, «rischia il licenziamento».

«A Marcon», aggiunge l’assessore locale ai Trasporti, Enrico De Marco, «non abbiamo nemmeno il servizio sostitutivo in alcuni casi, peggio di così non poteva andare».

«È veramente allucinante che questioni così importanti», registra il sindaco altinate Silvia Conte, che ha tenuto testa all’assessore regionale, Renato Chisso, a nome di tutti i sindaci, «problematiche già segnalate da pendolari e sindaci, non siano state affrontate in tempo. Mi fa piacere che l’assessore garantisca il suo impegno, ma siamo al 4 di dicembre e le cose che abbiamo detto non sono diverse da quelle spiegate il 31 luglio: si cercherà di tamponare, ma i disagi saranno notevoli. Spero Chisso abbia capito, con la mobilitazione di sindaci e pendolari, che è necessario ragionare in maniera più seria e concreta sul tema del trasporto regionale, i nodi prima o poi vengono al pettine: una Regione che non ha mai investito sul trasporto pubblico, oggi si trova a fare i conti con la realtà, ossia che non si investe neanche lo 0,5 per cento del proprio bilancio. Non chiediamo la luna, chiediamo quello che nelle grandi città d’Italia esiste da anni».

Marta Artico

 

Chisso: criticità eliminate nel giro di una settimana

L’assessore alla mobilità incontra gli amministratori e promette una soluzione «Trenitalia ha fatto dei piccoli errori». Nuove corse sulla Venezia-Trieste

VENEZIA «Avevamo già sistemato molte questioni e criticità sollevate dagli utenti relativamente al prossimo orario ferroviario cadenzato: entro il 9 dicembre vedremo di sistemare gli inconvenienti che restano». L’assessore regionale alla mobilità Renato Chisso, nel pomeriggio, non si è sottratto al confronto. Al contrario. Nel suo ufficio ai piani alti di palazzo Balbi, ha ricevuto tutti i sindaci e i rappresentanti dei pendolari. Orari alla mano, quelli che non aveva se li è fatti stampare, ha passato in rassegna linea per linea, tratta per tratta, ascoltando le lamentale dei rappresentanti degli utenti della linea e facendo capire, che alcune cose possono essere sistemate, altre invece dipendono da Ferrovie Italiane, come la questione dello stop per manutenzione dalle 11 alle 13 ed altre ancora non possono essere aggiustate pena l’andare contro altri comuni di altre province, visto che gli orari sono tutti collegati.

«Il sabato e la domenica c’è un problema, è vero, ma l’orario cadenzato è fatto per i lavoratori pendolari, che dal lunedì al venerdì, anzi fino al sabato alle 13, prendono il treno. Stiamo però lavorando ad una soluzione. Mediante il servizio di collegamento sostitutivo e cercando di capire effettivamente in quanti prendono questi treni».

Prosegue: «In ogni caso, ci sarà tempo anche dopo l’entrata in vigore del sistema per fare ulteriori verifiche, valutare le problematiche e procedere agli aggiustamenti. L’orario cadenzato serve per rispondere ad una situazione critica, non modificabile rattoppi e pezze dell’esistente».

Chisso ha spiegato che il primo treno del mattino lungo la Venezia-Trieste, il 5800, è tornato con il suo orario originale, che si sta lavorando per ripristinare il treno che da Venezia partiva alle 23.12, anticipato alle 22.41, che quello delle 00.21 è stato coperto con il servizio sostitutivo, in attesa di capire quanti lo usano. Ha precisato che l’orario attuale di Trenitalia presenta alcuni errori, non causati dalla Regione, che saranno corretti entro il 9 dicembre. L’assessore ha preso nota anche delle richieste del Miranese. Nello specifico cercherà di fare qualche cosa, senza penalizzare altre tratte, per risolvere la situazione degli studenti posta dal sindaco di Salzano e dai rappresentanti del comitato pendolari: i ragazzi delle scuole, rebus sic stantibus, arriverebbero a Venezia o troppo presto o in ritardo. Buone notizie anche per il treno che parte da Sacile e ferma a Mogliano alle 5.18, che sarà reintrodotto con servizio sostitutivo, poi definitivo. «Ci sono sciacalli che hanno messo in giro voci sbagliate per allarmare la popolazione, c’è chi ha seminato il panico e tanta brava gente che ha invece segnalato i problemi. Continuate a mandarci le vostre proteste, cercheremo di aggiustare il più possibile». Chiosa: «Laddove abbiamo verificato che c’erano dei buchi siamo già intervenuti, in altri casi stiamo studiando le soluzioni, in altri ancora dobbiamo trovare la quadra evitando di accontentare qualcuno penalizzando altri. Rimaniamo in ascolto delle criticità per dare risposte a chi usa il treno ogni giorno».

Marta Artico

 

REGIONALI LENTI E VELOCI

Dal 15 dicembre in vigore il nuovo orario cadenzato

PADOVA – Più i giorni si avvicinano all’entrata in vigore del nuovo orario annuale di TrenItalia, ossia al 15 dicembre e più per i viaggiatori, pendolari compresi, si avvicina il tempo di prendere confidenza con il cosiddetto orario cadenzato. A cominciare dalla tratta Venezia-Padova: i nuovi regionali veloci, istituiti per la prima volta sulla linea per Verona Porta Nuova, con fermate solo a Mestre, Padova, Vicenza, San Bonifacio e Porta Vescovo, partono da Santa Lucia sempre ai minuti 12. In pratica alle 7.12; 8.12; 11.12; 12.12 sino alle 21.12. Sino a Padova il tempo di percorrenza è di soli 26 minuti e si devono sborsare 3,55 euro (la Freccia Argento costa 16 euro).

Diverso il cadenzamento dei treni cosiddetti lenti sulla medesima linea. Da Venezia Santa Lucia si parte sempre ai minuti 35. Ossia alle 6.35; 7.35; 8.35 ed ultimo alle 22.35.

Da Padova per Vicenza, invece, i regionali veloci partono ai minuti 40. Ossia alle 7.40; 8.40; 11.40. Ultimo alle 21.40,anche se quello “lento” parte alle 23.26 ed arriva alle 23.52. Tempo: 17 minuti e si pagano 3,55 euro.

Venezia-San Donà di Piave- Portogruaro: i lenti partono alle 6.11, 7.11, sino alle 22.11. Dopo mezzanotte ci sarà un bus che partirà alle 0.20 ed arriverà, dopo un lungo giro a fianco dei vigneti e dei campi di mais dell’Alto Veneto, alle 2.26. Ossia oltre due ore per percorrere ottanta chilometri.

I regionali veloci sempre per Portogruaro partiranno alle 6.42; 7.41; 9.41, etc, sino alle 22.41.

Padova-Castelfranco- Montebelluna: 5.29; 6.29; 7.29 sino a 21.29.

Venezia-Castelfranco: i lenti alle 6.26; 7.26; 8.26; sino alle 20.26. I veloci alle 6.56; 7.56; sino alle 20.56. Tempo di percorrenza per i lenti un’ora, mentre per i regionali veloci 48 minuti. (Legnago)

Este – Monselice( Padova ): 7.13; 8.13; 10.13; 13.13 sino a 21.13. Tempo: nove minuti.

Treviso-Mestre: ai minuti 36 per i treni che fermano in tutte le stazioni. Ossia a 5.36; 6.36: 7.36; 8.36. Ai minuti 56 per quelli veloci. In pratica alle 6.56: 7.56; 8.56.Ultimo treno utile per Mestre alle 23.25( arrivo 23.46).

Chioggia-Rovigo: 5.35; 6.35; 7.35 sino a 19.35. Tempo: un’ora.

Portogruaro- Treviso: 6.31; 7.31; 9.31. Ultimo 19.31. Tempo: 59 minuti.

Belluno-Conegliano: ai minuti 16. Ossia 5.16; 6.16; 7.16; 8.16 sino a 19.16: Tempo di percorrenza: 1.02.

Treviso- Castelfranco- Cittadella- Vicenza: 5.39; 6.39; 7.39. Ultimo 20.39. Tempo: un’ora e 7 minuti .

Felice Paduano

 

Un altro incontro tra Natale e Capodanno

Sull’onda della richiesta di un maggior coinvolgimento da parte della Regione delle amministrazioni locali, è stato chiesto un incontro con l’assessore ai Trasporti, Renato Chisso, e i portatori di interesse, che verrà stabilito in una data utile tra Natale e Capodanno, visto che tutti i presenti si sono detti disponibili durante le feste, compreso Chisso. L’incontro sarà dunque fissato e comunicato al sindaco di Quarto d’Altino, Silvia Conte, che poi penserà ad avvertire gli altri sindaci delle diverse tratte.

 

Nasce il Comitato pendolari del Veneto Orientale con San Donà, Musile e Meolo

Esaminate le bozze del nuovo orario: «Troppi tagli, arriveremo in ritardo»

SAN DONÀ – I più arrabbiati sono i turnisti: «Ci sono lavoratori che devono iniziare il servizio prima delle 6 del mattino. Con il nuovo orario cadenzato saranno costretti a licenziarsi».

Tutti sono preoccupati, perché le bozze in circolazione sono tante, ma nessuno sa quale sia quella definitiva che entrerà in vigore dal 15 dicembre.

È allarme tra i pendolari della linea ferroviaria Venezia-Trieste per il nuovo orario cadenzato. Al ristorante “Al Fogolar” si è tenuta la prima riunione del neocostituito “Comitato pendolari del Veneto Orientale”, a cui hanno aderito utenti di San Donà, Musile e Meolo. La nascita del comitato è stata promossa da quattro consiglieri comunali di San Donà, anche loro pendolari: Silvia Lasfanti, Daniele Terzariol, Elisa Veronese e Laura Boccato.

«Ci siamo fatti promotori di questi primi incontri per dare vita a un comitato che possa riunire tutti gli utenti della zona che va da San Donà a Portogruaro», ha detto Lasfanti, «dopo l’avvio del comitato, intendiamo fare un passo indietro per far avvicinare più persone possibili».

Il comitato intende collaborare con i pendolari già organizzati di Quarto d’Altino e si è fissato alcuni obiettivi nel breve periodo: monitorare il numero di viaggiatori che si servono della tratta e i treni più frequentati, fare una lista delle richieste di migliorie più urgenti, promuovere iniziative di pressione, quali incontri pubblici con Trenitalia e Regione oppure volantinaggi.

Per dicembre i tempi sono strettissimi. «A quanto ci hanno riferito, però, potrebbero esserci degli spiragli per riuscire ad aggiustare il tiro su qualche problematica specifica», ha aggiunto Lasfanti, «anche se certo non per andare a mutare l’impianto complessivo dell’orario cadenzato».

Durante la serata sono circolate, in mano ai pendolari, diverse bozze del nuovo orario. Quale sia quella definitiva nessuno ancora lo sa.

«Uno dei nodi cruciali è proprio quello di denunciare questa omissione di informazione nei confronti dei pendolari», hanno attaccato i presenti. Stando alla bozza in mano al comitato, le criticità maggiori riguardano i lavoratori turnisti a causa del taglio delle corse tra le 22 e le 6. Ma ai pendolari non piace neppure la soluzione di aver scelto come capolinea di alcuni regionali Mestre, con la necessità di cambiare per Venezia.

Giovanni Monforte

MUSILE – Adesso c’è anche l’ufficialità: la Regione si associa finalmente alla volontà espressa dalla gran parte dei Comuni del Veneto Orientale e punta alle ipotesi alternative al tracciato litoraneo dell’Alta Velocità Venezia-Trieste. La delibera della giunta Zaia è stata pubblicata ieri sul Bollettino ufficiale regionale e adesso sarà inviata a Roma, dove formalmente è ancora in corso l’iter di valutazione d’impatto ambientale del tracciato basso.

«Ora il messaggio inviato al ministero è forte e chiaro: niente Tav “del litorale”, ma rafforzamento della linea storica esistente, con possibilità di quadruplicamento della stessa a partire dal 2030», commenta il sindaco di Musile, Gianluca Forcolin, che nelle settimane scorse aveva scritto a Zaia.

Anche per Forcolin adesso la priorità è potenziare l’esistente prima ancora che pensare al quadruplicamento. «Ricordo che perora la linea viene utilizzata solo al 40% come ha più volte sottolineato il commissario Mainardi», dice Forcolin, «pertanto gli spazi di rafforzamento e utilizzo sono molto elevati e tali da consentire ancora per molti anni lo stesso impatto ambientale e il minor disagio possibile per questo territorio».

(g.mon.)

link articolo

 

Gazzettino – Sul Bur l’alternativa alla Tav.

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19

ott

2013

MUSILE DI PIAVE

Forcolin: «Mantenuta la parola»

MUSILE DI PIAVE – È stata pubblicata ieri, giovedì 18, sul Bur (Bollettino ufficiale della Regione) la delibera con cui la Giunta regionale chiede a Rfi la progettazione della Tav in affiancamento all’attuale linea ferroviaria Venezia-Trieste.

«La Regione ha mantenuto i patti – commenta il sindaco Gianluca Forcolin – ed ora il messaggio inviato al ministero è forte e chiaro: niente Tav del »litorale” ma prosecuzione e rafforzamento della linea storica esistente con possibilità di quadruplicamento dal 2030 e col minor disagio possibile per il territorio”.

(e.fur.)

 

Gazzettino – Tav via dalle spiagge, il territorio esulta.

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4

ott

2013

Tav, ora il territorio dice sì

Delibera regionale archivia il tracciato litoraneo. Esultano sindaci e agricoltori

Alta Velocità, la regione stoppa il contestato tracciato Litoraneo e il territorio esulta. Ieri la Giunta del Veneto, su proposta del presidente Luca Zaia, ha approvato la delibera che, di fatto, boccia il tracciato basso e conferma la scelta di realizzare l’Alta Capacità/Alta Velocità da Mestre in affiancamento alla linea ferroviaria esistente. Contro il tracciato basso si erano espressi, in modo trasversale, otto deputati del territorio: «Era una ipotesi di tracciato già bocciata dalle amministrazioni locali, categorie economiche, movimenti civici e associazioni ambientaliste», sottolineano. Soddisfazione è stata espressa da Andrea Cereser, da pochi giorni alla guida della Conferenza dei Sindaci del Veneto Orientale.

 

Tav via dalle spiagge, il territorio esulta

Zaia mantiene la promessa: la Giunta veneta approva la delibera che boccia il tracciato litoraneo

Alta Velocità, la regione stoppa il contestato tracciato Litoraneo e il territorio esulta. Non serviranno più le manifestazioni eclatanti e i trattori portati fin sotto alla sede del governo regionale: ieri la Giunta del Veneto, su proposta del presidente Luca Zaia, ha approvato la delibera che, di fatto, boccia il tracciato basso e conferma la scelta di realizzare l’Alta Capacità/Alta Velocità da Mestre in affiancamento alla linea ferroviaria esistente.
Una scelta che il Governatore aveva anticipato in un’intervista al Gazzettino dopo che proprio il nostro giornale aveva evidenziato il corto circuito: la proposta di tracciato voluto dal territorio – elaborata dal commissario straordinario Mainardi – non è mai arrivata a Roma.

Intervento – quello di Zaia – necessario dopo che nei giorni scorsi, a sorpresa, il gruppo istruttore della Commissione Via del Ministero per l’Ambiente, a dispetto di tutte le prese di posizione del territorio, aveva dato un primo avvallo al tracciato cosiddetto litoraneo.

«Quel tracciato – ha sottolineato Zaia – era ambientalmente insostenibile e aveva un impatto elevatissimo». Spingendo per la linea in affiancamento a quella esistente. «Sarà una linea cosiddetta Ac/Av, cioè realizzata per migliorare il trasporto di merci e persone lungo un corridoio strategico – ha concluso Zaia – che ci connette con i grandi quadranti europei».

Contro il tracciato basso si erano espressi, in modo trasversale, otto deputati del territorio, ovvero Andrea Martella, Michele Mognato, Sara Moretto, Delia Murer, Davide Zoggia (Pd), Giulio Marcon (Sel), Emanuele Prataviera (Lega) e Enrico Zanetti (Scelta Civica).

«Era una ipotesi di tracciato già bocciata dalle amministrazioni locali, categorie economiche, movimenti civici e associazioni ambientaliste», sottolineavano.

«Zaia ha fatto bene a fare approvare questa delibera – commentava ieri Prataviera – ora non ci sono più alibi. Spiace solo che dei sindaci abbiano voluto speculare, visto che il Governatore aveva sempre espresso chiaramente la sua posizione, ora ribadita con la delibera della Giunta».

Soddisfazione è stata espressa da Andrea Cereser, sindaco di San Donà, da pochi giorni alla guida della Conferenza dei Sindaci del Veneto Orientale, pronta a dare nuova battaglia. «Questa è una vittoria dei cittadini e ripristina una situazione di giustizia, oltre a normalizzare una questione che pensavamo già scontata. Non bisogna, però abbassare la guardia».

Dello stesso parere anche il collega di Musile ed ex parlamentare, Gianluca Forcolin. «Diffido sempre dei ministeri romani e di uno Stato centralista che poco considera il territorio, figuriamoci di una piccola area come il Veneto Orientale. Zaia ha rispettato ancora una volta gli impegni e messo un sigillo sulla questione».

«Tre anni e 14 milioni di euro spesi inutilmente. Tanto c’è voluto al presidente Zaia e alla sua Giunta per capire quanto noi semplici sindaci di campagna avevamo detto sul progetto di tracciato litoraneo della Tav fin dall’autunno 2010, ovvero: che non s’aveva da fare».

È l’intervento di Simonetta Rubinato e Silvia Conte, sindache di Roncade e Quarto d’Altino. «Il fatto che la Giunta veneta abbia cambiato idea – è una buona notizia. Tanto più che dalle parole di Zaia pare di capire che anche l’idea di una nuova infrastruttura potrebbe essere per il momento accantonata a favore dell’adeguamento e potenziamento dell’attuale linea ferroviario, oggi sotto utilizzata, come da tempo chiedono i nostri Comuni».

 

LA BACCHETTATA – Le sindache di Quarto e Roncade: «Finalmente ci arriva anche il Governatore»

Evitata la nuova rivolta dei trattori

SODDISFAZIONE – Prataviera: «Non ci sono più alibi». Cereser: «Vittoria dei cittadini»

I rappresentanti del comitato «L’altra Tav» avevano annunciato una eclatante mobilitazione. «La decisione del presidente Zaia è una risposta alle tante, e praticamente unanimi, istanze venute dal territorio: ma la nostra attenzione non cala, vigileremo finché il progetto non andrà definitivamente in porto».

È il commento di Paolo Quaggio, presidente di Cia Venezia. «Si tratta senz’altro di una vittoria, è stata premiata la serietà e la compattezza con cui si sono mosse Cia Venezia, Confragricoltura Venezia, Copagri e Legambiente. Avevamo richiamato più volte alla sue responsabilità la Regione perché sapevamo che la nuova ipotesi di percorso predisposta dal commissario straordinario Bortolo Mainardi era nella fase di uno studio di pre-fattibilità. E che senza un pronunciamento chiaro, non sarebbe potuta essere portata avanti e contrapposta al tracciato basso, l’unico finora ufficiale».

 

VENETO – La giunta regionale approva delibera che boccia l’alta velocità “litoranea”

Tav, tracciato lungo la ferrovia

Zaia: «Abbiamo formalizzato una decisione nota. Ora progetto e risorse»

BINARI – La Regione Veneto ha messo nero su bianco: la Tav deve essere affiancata all’attuale linea ferroviaria. Secco no al tracciato lungo le spiagge

E adesso a Roma nessuno potrà più dire che non si sapeva: a Venezia il tracciato litoraneo della Tav non va bene. Si vuole un progetto alternativo. E non uno a caso: dovrà essere affiancato all’attuale linea ferroviaria.
Queste cose il governatore del Veneto Luca Zaia sostiene di averle dette e ridette a Roma, ma siccome nella capitale l’unico progetto esistente è tuttora quello della Tav lungo le spiagge veneziane, ieri la Regione è intervenuta: Zaia ha portato una delibera all’esame della giunta, convocata in mattinata, e il provvedimento è passato. Il deliberato – come peraltro la mozione votata dal consiglio regionale nel 2012 – è chiarissimo: “Atto di indirizzo per lo sviluppo della progettazione della linea ferroviaria AV/AC Venezia-Trieste, di richiedere a Rfi spa, nell’ambito della procedura di Via in corso, di procedere con l’alternativa progettuale in affiancamento alla linea ferroviaria esistente Venezia-Trieste, ponendo particolare attenzione sotto il profilo ambientale all’attraversamento dei centri abitati”.

«Abbiamo formalizzato una decisione già nota – ha detto Zaia – per confermare una scelta già discussa e fatta, così da evitare che qualcuno a Roma possa imbastire speculazioni sulle recenti decisioni statali sulla questione, che fanno riferimento ad un percorso definito litoraneo che non ha né senso né consenso. Il cosiddetto tracciato basso avrebbe tagliato in due la campagna delle bonifiche, era ambientalmente insostenibile. La linea in affiancamento a quella esistente dovrà essere approfondita allo stesso livello di progettazione di quanto predisposto da Rfi. E dovrà prevedere soluzioni in galleria artificiale in corrispondenza dei centri abitati».

Ora qualcuno (il Governo? il ministero dell’Ambiente?) dovrà ordinare a Rfi di realizzare il progetto del tracciato alternativo. Ma il vero problema sarà trovare i soldi per fare la Tav in Veneto: «La grande farsa nazionale è quella di una Roma che parla di grandi infrastrutture, ma chi paga le tasse non ha queste infrastrutture: qualcosa non mi quadra – ha detto Zaia – In assenza di risorse, bisognerebbe prendere in considerazione la assai ragionevole proposta degli industriali di un project financing».

Dall’opposizione, intanto, un piccato appunto: «La delibera – hanno detto Lucio Tiozzo e Bruno Pigozzo, Pd – Zaia doveva farla un anno fa, dopo che il Consiglio gli aveva dato un preciso mandato».

Alda Vanzan

 

Nuova Venezia – La Regione: Tav lungo la vecchia linea.

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4

ott

2013

Alta Velocità ferroviaria, no al tracciato litoraneo.

Mainardi: «Bene così».

L’opposizione: «Zaia incapace, persi due anni»

VENEZIA «È una buona notizia, chapeau alla Regione del Veneto che prende una posizione chiara». Bortolo Mainardi, commissario straordinario per l’Alta Velocità/Alta Capacità sulla linea Venezia – Trieste, incassa soddisfatto la delibera con la quale la giunta regionale del Veneto, ieri mattina su proposta del presidente Luca Zaia, ha approvato un atto di indirizzo a favore del tracciato lungo l’attuale linea ferroviaria. Praticamente quello che aveva detto due anni fa, all’atto dell’insediamento, lo stesso Mainardi.

Il Pd accusa: «La Regione conferma la sua incapacità programmatoria: sul tema Zaia ha perso praticamente due anni» sibilano i sindaci di Roncade e Meolo.

La Regione del Veneto manderà nelle prossime ore questa delibera al commissario di governo. «Fin dal primo giorno – ha ricordato Zaia – abbiamo detto al commissario di metterci in condizione di valutare progetti alternativi al tracciato litoraneo, oggetto di una delibera del 2006: non una brutta idea, ma dall’impatto imbarazzante. I progetti alternativi erano due: quello complanare al sedime ferroviario e quello complanare all’A4. E quel che è venuto fuori in maniera macroscopica dalla nostra analisi è da un lato la totale indisponibilità del territorio alla soluzione litoranea, che taglia in due l’ultima parte della campagna veneta ancora integrale, dall’altro una ferrovia utilizzata solo per il 40% – ha rilevato -, che quindi va portata a regime, recuperando il 60% inutilizzato e valutando il raddoppio».

Fautore del tracciato litoraneo era l’assessore regionale Renato Chisso, adducendo motivi di impatto sui centri abitati esistenti e i costi più elevati. Adesso, la scelta della Regione taglia definitivamente la testa al toro: lo scenario , per questa grande infrastruttura che corre su due corridoi europei (il Baltico/Adriatico e il Lisbona/Kiev) è di giungere al potenziamento della linea esistente.

«Il cosiddetto tracciato basso – ha ribadito Zaia – avrebbe tagliato in due la campagna delle bonifiche, era ambientalmente insostenibile e aveva un impatto elevatissimo. La linea in affiancamento a quella esistente dovrà essere approfondita allo stesso livello di progettazione di quanto predisposto da Rfi».

Per Zaia è chiaro che questa soluzione «dovrà prevedere peraltro soluzioni prevalentemente in galleria artificiale in corrispondenza dei centri abitati, di Marcon, Quarto d’Altino, Meolo, Fossalta, di Piave, Musile di Piave, San Donà di Piave, Ceggia, San Stino di Livenza, Portogruaro e Fossalta di Portogruaro, allo scopo di minimizzare l’impatto ambientale sui centri interessati».

Caustico il Partito Democratico: «Tre anni e 14 milioni di euro spesi inutilmente – spiegano i sindaci di Roncade e Quarto d’Altino, Simonetta Rubinato e Silvia Conte –. Tanto c’è voluto al presidente Zaia e alla sua Giunta per capire quanto noi semplici sindaci di campagna avevamo detto. In questa vicenda di imbarazzante c’è l’incapacità con cui il governo regionale di centrodestra da anni pianifica lo sviluppo infrastrutturale del territorio».

Quanto al commissario, Mainardi parla di «situazione in movimento in Friuli», dove ancora non si è raggiunta un’intesa dei territori sul tracciato, ma certo la decisione del Veneto consentirà, finalmente, di passare dallo studio di fattibilità alla progettazione preliminare. Ben sapendo che, sull’Alta Velocità nel Nordest, per ora, non c’è una lira (e costerà 7 miliardi di euro).

Daniele Ferrazza

 

SERRACCHIANI  «Soluzione condivisa»

UDINE. Anche la Regione Friuli plaude alla delibera della Regione Veneto: «Un passaggio importante – spiega il governatore Debora Serracchiani – perchè il tracciato lagunare è una minaccia complessiva alla realizzabilità dell’opera, sia per i costi sia per l’impatto ambientale».

Serracchiani auspica quindi che in sede di Via «le due Regioni possano assumere una posizione comune, scegliendo la strada del potenziamento dell’esistente, dello scioglimento dei colli di bottiglia e del raddoppio, dove necessario e possibile».

Serracchiani ricorda che anche il Fvg ha chiesto di avere indicazioni più precise sul tracciato che dovrebbe attraversare il territorio regionale, Serracchiani annuncia che «in sede di Valutazione di impatto ambientale si chiederà che le integrazioni di Rfi possano riguardare il potenziamento e l’eventuale raddoppio della linea attuale». Con questo passaggio, dunque, viene sepolto definitivamente il tracciato lungo il litorale.

 

 

«Tav, è una vittoria degli agricoltori»

La scelta di Zaia di bocciare il tracciato litoraneo accolta con soddisfazione. «Ma adesso vigileremo fino in fondo»

SAN DONÀ – La giunta regionale, su proposta del governatore Luca Zaia, ha messo nero su bianco la scelta di realizzare la Tav Venezia-Trieste lungo il tracciato dell’attuale ferrovia, con l’eventuale raddoppio che attraverserà in galleria i centri abitati.

«Abbiamo formalizzato con un atto di indirizzo una decisione già nota, per confermare una scelta già discussa e fatta», ha commentato Zaia, «così da evitare che qualcuno a Roma possa imbastire speculazioni sulle recenti decisioni statali sulla questione, che fanno riferimento a un percorso litoraneo che non ha né senso né consenso».

La delibera ripercorre l’iter del progetto dal 2003 in poi, ricorda il lavoro svolto dal 2011 a oggi dal commissario Mainardi e sottolinea la necessità di approfondire il tracciato alternativo in affiancamento alla linea esistente, così da consentire una comparazione con il percorso litoraneo.

«Il cosiddetto tracciato basso», ha aggiunto il governatore, «avrebbe tagliato in due la campagna delle bonifiche, era ambientalmente insostenibile e aveva un impatto elevatissimo. La linea in affiancamento a quella esistente dovrà essere approfondita allo stesso livello di progettazione di quanto predisposto da Rfi».

Come si ricorderà, la proposta di Mainardi è articolata in due fasi. La prima prevede il potenziamento della linea storica, adesso ampiamente sottoutilizzata. E solo in una seconda fase Mainardi ha ipotizzato un possibile raddoppio. Quest’ultimo ha sollevato le perplessità dei cittadini che risiedono a fianco dell’attuale ferrovia, preoccupati per le proprie case. Ma la delibera regionale rilancia l’ipotesi dell’attraversamento in tunnel dei centri abitati.

«Questa proposta alternativa», ha precisato Zaia, «dovrà prevedere soluzioni prevalentemente in galleria artificiale in corrispondenza dei centri abitati di Marcon, Quarto d’Altino, Meolo, Fossalta di Piave, Musile, San Donà, Ceggia, San Stino, Portogruaro e Fossalta di Portogruaro».

«La decisione del presidente Zaia è una risposta alle tante istanze venute dal territorio: ma la nostra attenzione non cala, vigileremo finché il progetto non andrà definitivamente in porto». Paolo Quaggio, presidente di Cia Venezia, commenta così l’approvazione della delibera che sconfessa l’ipotesi litoranea. «Si tratta senz’altro di una vittoria, è stata premiata la serietà e la compattezza con cui si sono mosse Cia Venezia, Confagricoltura Venezia, Copagri e Legambiente, riunite nel comitato «L’altra Tav». Avevamo richiamato più volte alla sue responsabilità la Regione perché sapevamo che la nuova ipotesi di percorso predisposta dal commissario straordinario Bortolo Mainardi era nella fase di uno studio di pre-fattibilità. E che senza un pronunciamento chiaro, non sarebbe potuta essere portata avanti e contrapposta al tracciato basso, l’unico finora ufficiale. Il tracciato basso ha forti impatti ambientali. Per lo stesso motivo ha ricevuto il radicale dissenso dei comuni attraversati. Il percorso litoraneo devastava aree importanti per l’agricoltura, da quella della pera tipica veneziana ai vigneti della Doc Piave e della Doc Lison.

Giovanni Monforte

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«Il risveglio dopo un lungo sonno» Il Pd attacca il governatore e Chisso

SAN DONÀ. «Zaia si risveglia dopo un lungo sonno». Al Pd non basta la delibera approvata dalla giunta regionale per «assolvere» Zaia e Chisso. «Perché Zaia ha dormito fino a oggi? La delibera conferma la posizione che il Pd aveva tenuto fin dall’inizio e doveva essere approvata dalla sua giunta a metà dello scorso anno, immediatamente dopo che il Consiglio gli aveva dato un preciso mandato in questo senso», attaccano Lucio Tiozzo, capogruppo democratico in Consiglio regionale, e Bruno Pigozzo, vice presidente della commissione trasporti. I due esponenti del Pd bocciano come assai tardivo il giudizio negativo espresso da Zaia sul tracciato litoraneo in favore dell’affiancamento alla linea ferroviaria già esistente. «Sono lacrime di coccodrillo. Nel 2006, quando la giunta deliberò a favore di questa soluzione, Zaia ricopriva il ruolo di vicepresidente della Regione», rilevano Tiozzo e Pigozzo, «negli anni successivi le osservazioni critiche e l’opposizione degli enti locali, dei territori e del Pd sono state crescenti e incessanti. Zaia dov’era?». Per il Pd, infine, «resta molto preoccupante questa situazione di incomunicabilità di Zaia dal commissario Mainardi e dai livelli di governo. Sulla Tav è doveroso il confronto istituzionale, cosa che Zaia dimostra di non aver ancora compreso».

(g.mon.)

 

Gazzettino – Tav, sindache contro Zaia

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30

set

2013

INFRASTRUTTURE  – Conte (Quarto d’Altino) e Rubinato (Roncade) attaccano il Governatore

«Smemorato o mente»

TAV VENEZIA-TRIESTE – sindachesse all’attacco sul tracciato litoraneo

«O Zaia è smemorato o mente sapendo di mentire». Da Roncade e Quarto D’Altino parte una bordata in piena regola nei confronti di Luca Zaia. La sindaca di Quarto D’Altino, Silvia Conte, e la sua collega di Roncade, nonché parlamentare, Simonetta Rubinato danno del bugiardo al Governatore del Veneto o, quantomeno, dello smemorato. Anche se, visto il tema del contendere, cioè la Tav, è difficile credere che possa passare di mente a chi governa la Regione. «Sulla Tav Venezia-Trieste c’è una grave contraddizione tra quello che Luca Zaia dice e quello che la sua Giunta fa», attaccano le due sindache in quota Pd.

Insomma, Zaia giura e spergiura che non appoggia il tracciato balneare della Tav, che a Roma sanno che la Regione e il territorio vogliono un altro tracciato, e che farà un decreto per chiarire una volta per tutte la questione, eppure le due sindache provano a mettere il Governatore del Veneto di fronte alle contraddizioni. Una su tutte: se Zaia dice delle cose, perché poi la Regione ne fa delle altre? «Perché se davvero il Governatore è contrario al tracciato litoraneo – incalzano Conte e Rubinato – dovrebbe spiegare come mai il Piano territoriale regionale di coordinamento, nella variante inviata ai comuni per le osservazioni in pieno agosto, prevede proprio questa ipotesi progettuale».

Eppure, anche se Zaia concorda sul fatto che l’attuale linea ferroviaria è utilizzata solo per il 40%, il governatore si è spinto fino ad auspicare l’intervento degli industriali per fare la Tav.

«Ancora una volta – continuano le prime cittadine di Quarto e Roncade – si parla di nuove infrastrutture senza chiederci prima se esse servono veramente. Se in 150 anni questa linea è usata solo per il 40 per cento della sua capacità, come ammette lo stesso Zaia, vorremmo sapere in base a quale studio si può affermare che nei prossimi 50 anni essa sarà destinata a saturarsi».

Conte e Rubinato sembrano in questo molto scettiche: non vorrebbero che la Tav facesse la fine degli inceneritori di Bonisiolo e Silea.

«Noi riteniamo che è compito e dovere di chi propone un progetto dimostrare con i dati che esso serve davvero alla collettività, per evitare quello che è accaduto con gli inceneritori di Bonisiolo e Silea finiti nel cestino dopo che i dati sulla produzione dei rifiuti in Veneto hanno dimostrato la loro inutilità».

Una volta dimostrata la necessità di una nuova infrastruttura su ferro, ricordano le prime cittadine, si potrà «discutere di progetti, coinvolgendo nel dibattito pubblico le comunità interessate, come chiedono dal 2011 i nostri consigli comunali».

 

«Come mai se è contrario il progetto è nel Ptrc?»

ASSIEME A CIA E LEGAMBIENTE

E il comitato l’”Altra Tav” riparte con la mobilitazione

SAN DONÀ DI PIAVE – Il comitato «L’altra Tav» contro la Regione sul tracciato basso e pronto a dare il via alle azioni di protesta.
La Cia Venezia, assieme a Confagricoltura, Copagri e Legambiente, quest’oggi annuncerà una mobilitazione contro il tracciato litoraneo della Tav.

«Come avevamo denunciato più di un mese fa – spiegano i componenti del comitato “L’altra Tav” – senza un pronunciamento della Regione Veneto, è proseguito l’iter del tracciato basso della Tav. Una scelta sciagurata, perché quel percorso ha forti impatti ambientali dal punto delle interferenze con la rete idrografica, idrogeologica, naturalistica».

Durante l’incontro, i rappresentanti del comitato annunceranno le iniziative in programma nell’immediato futuro. Nei giorni scorsi erano intervenuti in modo fermo anche i sindaci di San Donà e Musile, Andrea Cereser e Gianluca Forcolin, molto critici nei confronti della Regione (parole dure soprattutto da parte di Forcolin), annunciando che la cosa sarebbe stata portata all’attenzione della Conferenza dei Sindaci per una corale presa di posizione.

(f.cib.)

 

Nuova Venezia – Tav, ritorna la mobilitazione

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29

set

2013

APPELLO DEI PARLAMENTARI

SAN DONÀ. È battaglia a tutti i livelli contro il redivivo progetto litoraneo dell’Alta Velocità Venezia-Trieste. Domattina Legambiente, Cia Venezia, Confagricoltura e Copagri, le sigle riunite nel comitato «L’Altra Tav», saranno a San Donà per svelare le iniziative in programma per rilanciare la mobilitazione.

Intanto i parlamentari locali di Pd, Sel, Scelta Civica e Lega Nord hanno sottoscritto un appello congiunto. «È grave che il gruppo istruttore della commissione Via del ministero abbia dato un primo avallo al tracciato litoraneo. È assolutamente necessario», scrivono i parlamentari, «sviluppare e prendere in esame la proposta alternativa al tracciato litoraneo, che è più sostenibile e corrisponde all’esigenza del contenimento dei costi dell’infrastruttura».

Una lettera è stata spedita dal sindaco di Musile, Gianluca Forcolin, al governatore Zaia e all’assessore Chisso, oltre che al commissario Mainardi. Ne ha dato notizia lo stesso Forcolin, rispondendo in Consiglio alle interrogazioni di Biancon (M5S) e Capiotto (Pd). «Abbiamo chiesto alla Regione di approvare in tempi brevissimi una delibera di indirizzi che spieghi il superamento del tracciato litoraneo in modo da bloccare l’iter presso il ministero» ha spiegato Forcolin. (g.mon.)

 

 

Meolo. Don Albino Bizzotto attacca Zaia: «Pensa solo a inaugurare ponti»

Pigozzo (Pd) vuole una legge regionale per fermare il consumo del territorio

MEOLO – Autostrada del mare, tutti contro l’ipotesi di realizzare la nuova superstrada a pedaggio da Meolo a Jesolo con il sistema della «finanza di progetto» tra pubblico e privato.

«Il project financing è debito pubblico mascherato. Queste non sono opere pubbliche, ma opere private in cui il pubblico ci mette la faccia e i soldi» ha tuonato don Albino Bizzotto.

Il sacerdote, fondatore dei Beati Costruttori di Pace, è arrivato venerdì sera a Meolo, per partecipare a un dibattito organizzato dal Pd. Don Albino ha esordito facendo riferimento al digiuno contro le grandi opere di cui si è fatto promotore e che sta raccogliendo adesioni anche nel Veneto Orientale.

«È un segnale positivo, vuol dire che la gente si interroga», ha osservato don Albino, soffermandosi sul problema della distruzione del territorio. Quindi un attacco diretto al governatore Zaia: «Ha detto almeno quattro volte che bisogna fermare mattone e cemento, poi invece inaugura ponti e strade».

Il messaggio è chiaro: «Non partiamo dalle grandi opere per risolvere i problemi, ma dalle persone» ha concluso don Albino.

Tra i relatori dell’incontro c’erano anche l’ assessore sandonatese Francesca Zottis e l’onorevole Simonetta Rubinato. Con lei i tecnici della Tepco, che hanno illustrato il contro progetto che consentirebbe la messa in sicurezza della Treviso Mare dalla Marca fino alla Fossetta senza trasformarla in superstrada.

È stato presentato, inoltre, parte dello studio redatto dall’associazione «Ferrovie a Nordest» per evidenziare le criticità del progetto della via del Mare. Il consigliere regionale del Pd, Bruno Pigozzo, ha annunciato che a breve sarà presentata a Zaia una proposta di legge per lo stop al consumo di suolo.

Di Treviso Mare a pagamento si è discusso anche ieri mattina in Consiglio comunale a Musile, con due interrogazioni presentate da Giuseppe Cassarà (Pd) e Osvaldo Biancon, del Movimento 5 Stelle.

«Un’opera inutile» l’ha bollata quest’ultimo, sottolineando che le criticità al traffico sono limitate a pochi weekend estivi. Cassarà, invece, ha chiesto chiarimenti sull’impatto ambientale del traffico che si riverserebbe sulle strade comunali per evitare il pedaggio e sulle misure che il Comune intende assumere per limitare l’inquinamento dell’aria.

«Un timore privo di riscontro. Basti pensare che l’introduzione del pedaggio sul ponte di barche a Caposile non ha scoraggiato i vacanzieri pendolari dall’usare la strada dei Salsi» ha replicato il sindaco Gianluca Forcolin, ricordando che il Cipe, nell’esprimere la compatibilità ambientale della via del Mare, ha previsto che i gestori si facciano carico di un sistema di centraline di monitoraggio della qualità dell’aria.

Giovanni Monforte

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Gazzettino – Tutti contro la Treviso-Mare

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29

set

2013

MEOLO-MUSILE – Fuoco incrociato di Pd e Movimento 5Stelle

Tutti contro le grandi opere e i “project financing”. «Sono opere private dove l’ente pubblico ci mette la faccia. E diventano un debito pubblico mascherato per pagare gli interessi agli imprenditori» ha tuonato don Albino Bizzotto, all’incontro organizzato dal Pd venerdì sera a Meolo, lanciando le due giornate di digiuno, in questo fine settimana e in diverse città del Veneto, per chiedere una moratoria sulle grandi opere e dire basta al project financing.

Applausi dei numerosi presenti e consensi dai relatori del Pd, il consigliere regionale Bruno Pigozzo, l’assessore sandonatese Francesca Zottis, l’onorevole e sindaco di Roncade Simonetta Rubinato, tutti da sempre contrari a quel project financing che da queste parti significa “Via del mare”, superstrada a pedaggio che collegherà il nuovo casello della A4 a Jesolo, sostituendosi all’attuale Treviso-mare.

«Meglio allargare a quattro corsie la Treviso-mare: meno costosa, meno impattante, libera da pedaggio, magari con lavori a stralci ma realizzati da enti pubblici», è stato ribadito con la ripresentazione del progetto dello studio Tepco, commissionato da Comuni e Province prima della “Via del mare”.

E le obiezioni sulla superstrada a pedaggio sono state sollevate anche a Musile, nella seduta consiliare di ieri mattina, da Osvaldo Biancon di Movimento 5Stelle, che ha chiesto la sospensione del bando per l’affidamento del progetto, scaduto il 20 settembre scorso, mentre Giuseppe Cassarà del Pd ha prefigurato un aumento di traffico nel territorio comunale a causa degli automobilisti che non vorranno pagare il pedaggio.

«Non ci sono elementi che richiedano una sospensione dell’iter» ha tagliato corto il sindaco Forcolin. Il pedaggio? «Al ponte di barche di Caposile – ha aggiunto – da quando è stato introdotto il ticket non c’è stata alcuna diminuzione del traffico».

 

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