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CAORLE – La proprietà ha illustrato il progetto, meno impattante di quanto previsto

CAORLE – Finalmente svelato il progetto relativo al villaggio turistico da realizzare a Brussa. Martedì sera, la famiglia Lovati, proprietaria dei terreni agricoli sui quali dovrebbe sorgere il villaggio, ha svelato la propria proposta di sviluppo, presentandola alle associazioni ambientaliste che avevano criticato la previsione del villaggio turistico a Brussa contenuta nel Pat di Caorle: il documento urbanistico prevedeva inizialmente di realizzare un villaggio vacanze da 50 ettari di superficie e con oltre 6mila posti letto.

Il progetto della famiglia Lovati prevede, invece, un villaggio turistico che occuperebbe circa 24 ettari e che ospiterebbe al massimo 1192 posti letto. Un parcheggio da 106 posti, 88 piazzole per camper, 196 piazzole per tende e roulotte, 3,5 chilometri di piste ciclabili, 4200 metri cubi di volumetrie per edifici di supporto al campeggio, 2500 nuovi alberi piantati, una piscina ed un’area per le «mobil-home».

La proposta di accordo con il Comune di Caorle prevede inoltre la creazione di un nuovo parcheggio scambiatore da 530 posti ad uso pubblico per consentire l’accesso all’oasi di Valle vecchia.

«Questo progetto – ha spiegato il proponente – vuole essere il meno impattante possibile e consentirà a 12 giovani di Brussa di trovare una nuova occupazione».

Le associazioni ambientaliste hanno però subito fatto capire che, prima di discutere di sviluppo ricettivo, è necessaria una fondamentale premessa: l’istituzione del parco lagunare.

«All’interno del progetto di Parco – ha commentato il consigliere comunale Marco Favaro – potranno trovare spazio strutture per i visitatori. Chiaramente nelle forme compatibili con l’obiettivo primario del Parco che è la protezione della laguna, e la sua valorizzazione, anche a fini turistici. Abbiamo comunque apprezzato la disponibilità di Lovati a confrontarsi con noi».

(r.cop.)

 

IERI IL TAGLIO DEL NASTRO

CAORLE/SAN MICHELE – «Un tesoro lungo 27 chilometri». È stato inaugurato ieri il ponte che unisce San Michele al Tagliamento e la Brussa di Caorle, tra la bonifica del Bacino Villa e Prati Nuovi. Una passerella ciclopedonale che permette agli amanti del turismo green di attraversare zone inesplorate.

«Finalmente questa struttura ci permette di unire i nostri territori – ha ribadito il sindaco di Caorle, Luciano Striuli – questo permetterà di raggiungere la Brussa attraverso una pista ciclopedonale davvero unica, offrendo così una nuova forma di turismo».

«Da piazzale Zenith di Bibione al ponte ci sono 20 chilometri esatti – spiega il sindaco di San Michele, Pasqualino Codognotto arrivato per l’occasione in sella alla due ruote – altri 7 sono quelli che ci permettono di arrivare alla Brussa attarverso un tesoro ambientale che non ha eguali. Un intervento costato 200mila euro grazie ai fondi europei che abbiamo ricevuto attraverso il Vegal. Ora non resta altro che promozionare questa offerta turistica anche durante l’alta stagione».

La passerella, costruita a tempo di record, attraversa il canale Taglio, che segna il confine tra i due Comuni. È affiancata all’idrovora del Consorzio di Bonifica, rappresentato dal presidente Gianluigi Martin e dal direttore, l’ingegner Sergio Grego, soddisfatti per «un opera che completa quella idraulica, già importante per la sua funzione». Nella foto, il taglio del nastro alla presenza di tutti i rappresentanti degli enti coinvolti.

(M.Cor.)

 

ERACLEA – Verso il completamento del “Giralagune”, il progetto di pista ciclabile per collegare la laguna nord di Venezia con quella di Caorle e Bibione, passando per la laguna del Mort di Eraclea.

Dopo l’accordo tra i Comuni di Eraclea e Caorle, è stato presentato in Regione il progetto dal costo di 600mila euro (350mila per le opere nel territorio Caorle e 250mila ad Eraclea) per creare un itinerario cicloturistico lungo il litorale, tra spiagge e pinete.

A Eraclea Mare il progetto prevede il raccordo del percorso ciclabile da via dei Pioppi e il tombinamento del fosso sul perimetro del campeggio Porto Felice. Contestualmente è prevista la messa a dimora di un filare di alberi lungo tutta via dei Fiori.

Sia per le opere in territorio di Caorle che ad Eraclea sono stati chiesti finanziamenti alla Regione, pari all’80% del totale della spesa, come previsto dal bando sulle piste ciclabili.

Sempre ad Eraclea l’amministrazione comunale ha approvato il progetto del collegamento ciclabile tra Ponte Crepaldo e Valcasoni, fino alla pista esistente (Bar Cibin).

Il percorso avverrà prevalentemente su proprietà del Consorzio di bonifica (che ha dato il suo parere favorevole) e la Regione ha già concesso un contributo di 130mila euro su una spesa complessiva di 350mila.

Maurizio Marcon

 

Lazzaro: «Non lasciare soli gli amministratori locali»

STORIA DI 20 ANNI – Lo studio sarà subito consegnato alla magistratura

Cinquantatre pagine che finiranno direttamente sul tavolo del pubblico ministero Federico Frezza che si sta occupando del caso del sindaco di Caorle minacciato per una concessione edilizia. Cinquantatre pagine che sono la fotografia spietata di quel che è successo – di brutto – nel Veneto Orientale nell’ultimo ventennio, a cominciare dalla speculazione edilizia per finire con le infiltrazioni della camorra e le complicità della politica.
La ricerca sul Veneto Orientale, curata da Claudia Mantovan e Marco Baretta, e finanziata dalla Provincia di Venezia, dimostra l’impegno e il coraggio di Paolo Dalla Vecchia, l’assessore all’Ambiente che non si è mai piegato allo strapotere di tante società che volevano saccheggiare il territorio. Non era nemmeno entrato in ufficio che già lo avevano avvertito che doveva liberarsi del dirigente delle Politiche ambientali, Massimo Gattolin. Ufficialmente perchè non era schierato politicamente essendo stato nominato a suo tempo dal verde Ezio Da Villa, ma il motivo vero era che Gattolin non era “malleabile”. Paolo Dalla vecchia aveva resistito alle pressioni – anche della presidente Zaccariotto che gli aveva parlato dell’opportunità “politica” di far fuori Gattolin, salvo convincersi a lasciarlo al suo posto quando Dalla Vecchia aveva minacciato le dimissioni – e nel giro di qualche mese l’assessorato all’Ambiente della Provincia di Venezia aveva fermato il raddoppio dell’inceneritore Sg31 e la richiesta di Alles, già approvata dalla Regione, di raddoppiare le tonnellate – da 100 a 180 – di rifiuti da trattare a Marghera. E, infine, ecco lo stop a Valle Ossi, quella che potrebbe rivelarsi la più grande speculazione urbanistica del litorale.
Ma Dalla Vecchia ha finanziato anche questa ricerca – prima di andarsene definitivamente visto che la Provincia è stata soppressa – per lasciare a futura memoria, scritto nero su bianco, “il disastro che è stato fatto nelle zone di Caorle ed Eraclea”. Dalla Vecchia punta il dito sull’area grigia, quella dei professionisti, degli amministratori pubblici e dei funzionari comunali, e dice che bisogna stare attenti, che bisogna alzare la guardia, ma anche che i piccoli Comuni non vanno lasciati soli altrimenti finiscono stritolati dalle grandi società. Perchè la storia del sindaco di Caorle, Luciano Striuli, è assolutamente esemplare. Appena salta fuori la voce che il sindaco – d’accordo con due consiglieri di minoranza, Alessandro Bordin e Marco Favaro – ha deciso di bloccare la speculazione edilizia sul cosiddetto Villaggio Terme, arriva la telefonata anonima di minacce sulla quale per l’appunto indaga la Procura di Trieste. Che poi tanto anonima non deve essere, almeno per il sindaco, visto che l’ha presa subito per buona ed ha immediatamente sbloccato il progetto che poche ore prima aveva stoppato. Non solo, in un sms a Borin, il sindaco parlava chiaramente di minacce serie anche alla sua famiglia.
«Queste vicende – si legge nella ricerca – evidenziano i pericoli di un approccio alla pianificazione urbana che, nel caso di Caorle come in altri comuni del litorale veneto e non solo, dagli anni ’50 presta il fianco a grosse speculazioni edilizie ed utilizza pratiche gestionali poco trasparenti». Il punto è esattamente questo – la poca trasparenza nelle decisioni politiche – sottolineata in primis da Legambiente con il suo presidente regionale Luigi Lazzaro e messa in luce in molti passaggi dalla ricerca di Baretta e Mantovan, tenuta a battesimo dall’Osservatorio ambiente e legalità del Comune di Venezia.

 

Gazzettino – Caorle diventa “100% verde”

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2

giu

2014

PER L’ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI

CAORLE – Caorle è Comune «100 per cento Verde». La scorsa settimana, il Cev, Consorzio Energia al Servizio dell’Ente, ha consegnato all’amministrazione comunale l’«attestato di utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili». Si tratta di una certificazione che attesta la provenienza da fonti rinnovabili di tutta l’energia elettrica utilizzata per i sistemi di illuminazione pubblica e negli immobili di proprietà comunale. Caorle entra, dunque, a far parte del novero degli Enti Virtuosi secondo le classificazioni formulate dal Cev. Naturale la soddisfazione per il riconoscimento da parte della vicesindaco ed assessore all’ambiente, Alessandra Zusso: «L’amministrazione comunale di Caorle – ha commentato la vicesindaco – ha intrapreso un percorso teso a ridurre gli impatti ambientali, e la settimana scorsa è giunto ai nostri uffici l’attestato dal Consorzio Cev. Naturalmente continueremo in questi impegni cercando di implementare azioni concrete nell’ottica di rispettare la nostra migliore risorsa: l’ambiente».

(r.cop.)

 

CAORLE – Stupore per l’azione avviata nei confronti del sindaco per false informazioni

«Striuli indagato? Ora si faccia chiarezza»

CAORLE – È stata accolta con stupore la notizia dell’indagine che è stata avviata nei confronti del sindaco Luciano Striuli per false informazioni rese al pubblico ministero. L’apertura di questo ulteriore fascicolo, collegato alla vicenda delle presunte minacce di morte al sindaco ed a due consiglieri comunali, rende sempre più pesante l’atmosfera della politica caorlotta. Da settimane si assiste ad un reciproco scambio di accuse tra Striuli, che ha sempre smentito l’esistenza delle minacce ad eccezione di quelle apparse su Facebook e delle lettere minatorie ricevute da lui e dalla moglie, ed i due consiglieri di minoranza Alessandro Borin e Marco Favaro che invece hanno denunciato le intimidazioni.

Proprio Borin, che ha sempre sostenuto di aver fornito agli inquirenti prove documentali delle intimidazioni, ha commentato la notizia dell’indagine aperta nei confronti del primo cittadino: «Prendiamo atto che la magistratura sembra aver deciso di fare chiarezza sulla vicenda. Quello che noi dovevamo dire l’abbiamo già detto in più occasioni nelle scorse settimane. La nostra posizione non cambia».

Anche l’ex assessore Luca Antelmo, ora passato alla minoranza, è intervenuto sulla questione: «Tutti sono innocenti fino a prova contraria – precisa Antelmo – Auspichiamo, comunque, una rapida indagine della magistratura perché i cittadini di Caorle meritano di conoscere la verità. Verità che non è emersa nel corso dell’ultimo Consiglio comunale quando abbiamo sentito due versioni diametralmente opposte della stessa vicenda».

Secondo l’ex assessore, comunque, prima o poi sarà chiarito quale delle due parti ha mentito «e quindi chi ha incrinato la fiducia dei cittadini nella buona politica e chi ha provocato effettivamente un danno d’immagine a Caorle. In ogni caso, se fossero confermate le accuse al sindaco, la città patirebbe l’ulteriore danno di non poter andare ad elezioni immediate: se ci fossero ora le dimissioni, infatti, ci attenderebbe almeno un anno di commissariamento».

Riccardo Coppo

Gazzettino – Caorle. Tre torri e un lago nelle nuove Terme

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17

feb

2014

CAORLE – Il progetto, finito nell’occhio del ciclone, è commissionato allo Studio Mar di Mestre

Un intervento avveniristico che cambierebbe lo skyline del litorale del Veneto orientale

Terme avvelenate: nemmeno l’ultima infuocata seduta del Consiglio comunale ha contribuito a chiarire la vicenda delle minacce al sindaco sullo sfondo del mega intervento urbanistico delle Terme. Così Luciano Striuli continua a negare di aver mai ricevuto pressioni per non modificare l’accordo Comune-privato e i consiglieri di minoranza Alessandro Borin e Marco Favaro continuano a ribadire che il primo cittadino aveva invece confidato loro di essere stato oggetto di pesanti intimidazioni.

Ma questo progetto, che nelle intenzioni del committente è destinato a potenziare la capacità attrattiva di Caorle con l’innovativa offerta turistica del centro termale, come si concretizzerà? Dalle immagini e i “rendering” iniziali del villaggio Costa Verde, elaborati dallo Studio Architetto Mar di Mestre per Caorle Thermae spa, si ha la netta sensazione che il piano nel suo complesso andrebbe a modificare per sempre lo skyline della cittadina balneare e dell’intero litorale del Veneto Orientale. Sugli 80mila metri di superficie interessata in zona Falconera, i 241mila metri cubi previsti si svilupperanno infatti sia in altezza che in sezioni interrate. Parcheggi per la maggior parte sotterranei, ampio parco attrezzato per attività ludico-ricreative, e tre torri gigantesche (tra i 20 e i 25 piani) che sovrastano una decina di palazzine a cinque piani posizionate sul retro del “ferro di cavallo” su cui si sviluppano le terme dalla parte che dà verso il mare, cui si accede direttamente attraverso percorsi ciclopedonali ad hoc, e con l’assicurazione di poter godere della vista del mare anche alle aree meno prossime alla spiaggia. I professionisti incaricati, gli architetti Gian Paolo e Giovanna Mar, puntano sull’”alta qualità complessiva” del progetto che ha tre elementi essenziali: il verde, i percorsi pedonali scoperti e coperti e l’acqua. Quest’ultima «dall’ampio lago sul quale tutti gli edifici si affacciano – spiegano nella presentazione – diventa verso il mare, fontana a più livelli conducendo e accompagnando dall’area residenziale verso quella termale e commerciale fino alla spiaggia. L’acqua come momento di gioco e di relax, con le piscine private inserite nel verde del parco e quelle pubbliche del centro termale».

Un impianto avveniristico, di sicuro impatto anche ambientale, e che prevede un investimento stimato in circa 250 milioni di euro. A promuovere il progetto al Caorle Investimenti spa costituita nel 2004 da Claudio Casella, 48enne bresciano di Lumezzane trapiantato a Caorle, e che per il 50% è stata partecipata anche dai F.lli Codognotto, la nota società di trasporti con sede a Salgareda in provincia di Treviso.

 

CAORLE – Mentre stasera è in programma il Consiglio comunale nel quale il sindaco parlerà delle minacce ricevute

L’allarme dell’Osservatorio legalità di Legambiente. Favaro: «Trattati come una zona periferica»

Turismo, edilizia, commercio, gestione delle spiagge demaniali, investimenti, riciclaggio di denaro: smisurati interessi illeciti che si vanno a saldare nel grande business dello sviluppo urbanistico. La presenza della criminalità organizzata nel Veneto Orientale è un dato di fatto. E non da ieri. Bensì da almeno trent’anni. A dimostrarlo inchieste, arresti, relazioni parlamentari.

«Ma la domanda che dobbiamo porci con urgenza è se oggi siamo di fronte a una reale ed effettiva capacità di interlocuzione della stessa criminalità organizzata con l’imprenditoria e la politica locale» dichiara Gianni Belloni, direttore dell’Osservatorio ambiente e legalità, istituito dal Comune di Venezia e da Legambiente Veneto, nel presentare il tradizionale dossier che non a caso quest’anno si focalizza sul tratto di territorio regionale ai confini con il Friuli dove la camorra sarebbe legata a doppio filo al cemento.

Ed è su questo sfondo che Caorle emerge in maniera preoccupante alla luce della recente denuncia di intimidazioni in stile mafioso al sindaco in merito alla paventata modifica dell’accordo per la costruzione del mega insediamento delle Terme.

In municipio a Mestre, ieri, con l’assessore all’Ambiente di Venezia, Gianfranco Bettin e il presidente regionale di Legambiente, Luigi Lazzaro, c’è anche Marco Favaro, consigliere comunale di minoranza di Caorle. È stato lui, insieme al collega Alessandro Borin, a far scoppiare il caso Caorle nonostante il primo cittadino Luciano Striuli abbia sempre negato di aver subìto le minacce rese pubbliche dai due, con botta e risposta piuttosto ruvidi e annunci di querele per danno all’immagine della cittadina.

«Quanto sta accadendo – affonda Favaro – potrebbe essere la prova di un condizionamento che magari ha finora agito sotto traccia e adesso, forse per la crisi o per altri fattori, si è palesato in maniera aggressiva e prepotente. La costa orientale è stata investita e continua a esserlo da una cementificazione che ha occupato tutti gli angoli pregiati del litorale, attirando investimenti milionari. Lo sforzo investigativo non è mai stato ben articolato perché si tratta di una zona periferica, lontana dal centro. Eppure i cinque comuni rivieraschi che arrivano a circa 50mila abitanti, d’estate accolgono più di 30 milioni di persone, rimandando a un indotto economico che non può e non deve essere considerato periferico».

E il ruolo della politica? «Occorre più consapevolezza della gravità del problema. Non si può demandare alla magistratura il compito di smascherare eventuali infiltrazioni o insediamenti della camorra o altro a valle. Servono strumenti legislativi urbanistici in grado di respingere a priori eventuali tentativi di radicamento di fronte a prg vetusti o manchevoli. Al riguardo sconcerta il silenzio in cui è passata la scadenza, giusto un mese fa, del Protocollo di legalità siglato dalla Regione Veneto con la Prefettura».

 

Nuova Venezia – Legambiente: “Allarme mafia a Caorle”

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16

gen

2014

Per l’associazione il sindaco avrebbe ricevuto minacce di morte per il progetto Terme, ma Striuli nega: «Evitata una causa»

CAORLE – Un progetto di 240 mila metri cubi che solo per un decimo riguardano il centro termale, zona, quest’ultima stralciata dal documento programmatico del Comune di Caorle come approvato dalla maggioranza nell’assemblea consigliare del 23 dicembre 2013. A richiederne lo stralcio fu proprio il sindaco di Caorle Luciano Striuli in un periodo in cui, la sua giunta, stava vivendo un forte periodo di crisi politica. La decisione, come confermato dal sindaco stesso, fu richiesta per evitare la lesione di un diritto acquisito ancora nel 2007 dal privato lottizzante e quindi per evitare una possibile causa risarcitoria di decine di milioni di euro contro il Comune. Sulla questione ha voluto vederci chiaro l’osservatorio di Legambiente che definisce la situazione come un caso di pressioni malavitose.

«Si tratta di un fatto gravissimo» dichiarano i rappresentati di Legambiente, «che svela come le decisioni di politica urbanistica siano pesantemente influenzate, quando non pilotate, anche con il ricorso a minacce e a metodi “genuinamente” mafiosi. Intimidazioni che sembrano, per ora, essere andate a segno visto che la “minaccia” di rivedere le cubature dell’insediamento in questione è stata sventata».

Minacce si, o minacce no? Sul punto i pareri del sindaco Luciano Striuli e di Legambiente, uniti a quelli dei consiglieri Alessandro Borin e Marco Favaro, sono opposte.

«Questo pesante episodio» continua Legambiente, «richiama la situazione del litorale veneziano oggetto in questi decenni di una dissennata cementificazione che si è intrecciata con l’operatività di organizzazioni criminali».

Legambiente ricorda alcuni fatti preoccupanti, come l’attentato incendiario a due auto della polizia locale nel giugno 2013 e nell’ottobre dello stesso anno il lancio di una molotov contro l’auto parcheggiata di un residente, e inoltre l’incendio della vettura di un avvocato nel 2011.

«Non sono mancate le inchieste», scrive Legambiente che hanno evidenziato l’intensa attività, in particolare di derivazione camorrista, nella zona del litorale. Legambiente» conclude, «esprime la sua solidarietà ai consiglieri comunali che hanno avuto il coraggio di denunciare i fatti accaduti e la volontà di mantenere l’opposizione allo sciagurato progetto del villaggio delle terme».

Gemma Canzoneri

 

CAORLE – Per l’associazione sarebbero in relazione al progetto del villaggio delle terme

CAORLE – Legambiente: “Minacce mafiose a Striuli”

Legambiente denuncia: “Minacce in stile mafioso a sindaco e consiglieri”.
Da settimane sono sulla bocca di tutti le minacce che i consiglieri Marco Favaro ed Alessandro Borin hanno dichiarato in Consiglio di aver subito per non far inserire nel nuovo programma di governo la «revisione, ove giuridicamente possibile, dell’intervento urbanistico delle terme». Revisione che, effettivamente, è stata stralciata dal programma. E Gianni Belloni, coordinatore dell’Osservatorio per l’Ambiente e la Legalità di Legambiente, sostiene ora che l’episodio svelerebbe come le decisioni di politica urbanistica vengano pesantemente influenzate “anche con il ricorso a minacce e a metodi genuinamente” mafiosi”.

«Malgrado le smentite del sindaco di aver ricevuto “pressioni” – afferma Legambiente – i consiglieri comunali Favaro e Borin hanno denunciato pubblicamente come dietro questo cambio di rotta vi siano state delle pesantissime minacce, anche di morte, indirizzate al sindaco e a loro stessi. Minacce che, evidentemente, hanno funzionato».

Legambiente esprime la propria solidarietà ai consiglieri comunali per aver avuto il coraggio di denunciare l’episodio, e per la volontà di mantenere l’opposizione allo «sciagurato progetto del villaggio delle terme» (un piano urbanistico da 240mila metri cubi, di cui solamente un decimo occupato effettivamente dal centro benessere).

«Noi abbiamo detto no alle pressioni e alle minacce che il sindaco ci ha riferito d’aver ricevuto, e indirizzate pure a noi – ha commentato Borin – e ci siamo opposti allo stralcio».

Striuli, dal canto suo, ha negato di aver ricevuto minacce ed ha ribadito che la modifica «si è resa necessaria per evitare la lesione di un diritto acquisito nel 2007 dal privato lottizzante e quindi per evitare una possibile causa risarcitoria di decine di milioni di euro contro il Comune. Esigenza messa in luce sia dagli uffici che dalla parte politica e che ho ben spiegato in Consiglio comunale».

 

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