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PIANIGA «È ovvio che la Regione non vuole finanziare il casello di Albarea. Alla Regione e all’assessore Renato Chisso interessa solo l’innesto del Passante a Roncoduro. Il casello di Albarea sarà fatto eventualmente solo solo dopo Veneto City».

Dura replica dei comitati Opzione Zero al sindaco di Pianiga Massimiliano Calzavara, che si era detto meravigliato per la mancanza del casello nei progetti.

«Il sindaco Calzavara», dicono con le portavoce del Comitato, Rebecca Ruvoletto e Lisa Causin, «afferma di sentirsi preso in giro dai suoi colleghi di partito presenti in Regione perché non ci sono finanziamenti per costruire il casello di Albarea? Poi si dice sorpreso di scoprire che il casello di Roncoduro sarà forse riaperto parzialmente (solo in direzione Mestre)?

O il sindaco di Pianiga è in malafede o è incapace di guardare i progetti e di ascoltare quello che da anni espongono comitati e cittadini.

I piani del suo collega di partito Renato Chisso sono chiari: innesto della Romea Commerciale a Roncoduro.

Il casello di Albarea ci sarà solo se andrà in porto Veneto City.

In tal caso, oltre ad impedire la riapertura totale del casello di Roncoduro potrebbe anche “saltare” l’apertura parziale dell’ex casello di Dolo per evitare che il “tornello” si trasferisca tra il casello di Albarea e Roncoduro».

Duro l’affondo. «Se il sindaco Calzavara- conclude Opzione Zero – avesse avuto a cuore, di aiutare le imprese a restare competitive ed evitare che chiudano i battenti, avrebbe bocciato il devastante progetto di Veneto City e chiesto il rispetto degli accordi sul Passante: spostamento della barriera a Roncoduro con accesso all’autostrada in ambo le direzioni.

Ciò comporterebbe minor consumo di suolo, l’integrità dell’abitato di Albarea e della sua villa e metterebbe a frutto infrastrutture già realizzate con milioni di euro».

(a.ab.)

 

L’ira di Calzavara «Il casello di Albarea non è finanziato» 

PIANIGA «Ci sentiamo presi in giro dalla Regione. Per il casello autostradale di Albarea sulla A4 non sono ancora stati stanziati dei finanziamenti ad hoc nonostante questa opera sia prevista da tempo a servizio dell’area industriale di Dolo – Pianiga che è la terza della nostra provincia».

La bordata del sindaco di Pianiga Massimo Calzavara è diretta contro i suoi compagni di partito in Regione.

Calzavara spiega che recentemente si è tenuta una conferenza dei servizi in cui si è scoperto che i finanziamenti per la realizzazione del casello autostradale non ci sono e di fatto non ci sono mai stati.

«Con enorme sorpresa», spiega Calzavara, «abbiamo scoperto che il casello è un’opera che non è stata finanziata, quando invece sarebbe di vitale importanza a servizio dell’area industriale di Pianiga e potrebbe servire anche il polo della calzatura della Riviera del Brenta».

Ma le sorprese negative non sono finite qui. Altra brutta scoperta è stata quella relativa al casello di Roncoduro chiuso anni fa. «Si era parlato di una riapertura imminente», spiega Calzavara, «e ora scopriamo invece che sarà riaperto solo fra qualche anno e in forma ridotta, mentre per quello di Albarea come minimo, anche se si trovassero i finanziamenti, ci vorranno altri 7-8 anni prima che veda la luce. Non è questo il modo di aiutare le imprese a restare competitive e ad evitare che chiudano i battenti.

Dovremo continuare a servirci del casello di Marano- Vetrego che è distante chilometri dalla nostra area industriale».

(a.ab.)

 

«Il sindaco di Pianiga Calzavara getta la maschera sul casello». È quanto afferma il comitato Opzione Zero che aggiunge…”Il sindaco di Pianiga Calzavara afferma di sentirsi preso in giro dai suoi colleghi di partito presenti in Regione perchè non ci sono finanziamenti per costruire il casello di Albarea? Poi si dice sorpreso di scoprire che il casello di Roncoduro sarà forse riaperto parzialmente (solo in direzione Mestre?).

I piani del collega di partito Renato Chisso sono chiarissimi: innesto della Romea Commerciale a Roncoduro.

Il casello di Albarea sarà realizzato solo se andrà in porto Veneto City. In tal caso, oltre ad impedire la riapertura totale del casello di Roncoduro potrebbe anche saltare l’apertura parziale dell’ex casello di Dolo per evitare che il tornello si trasferisca tra il casello di Albarea e Roncoduro”.

Le portavoce del comitato Rebecca Rovoletto e Lisa Causin osservano: “Se il sindaco Calzavara avesse avuto veramente a cuore, come afferma, di aiutare le imprese a restare competitive ed evitare che chiudano i battenti, avrebbe bocciato il devastante progetto di Veneto City e chiesto il rispetto degli accordi sul Passante: spostamento della barriera a Roncoduro con accesso all’autostrada in ambo le direzioni.

Questa operazione oltre ad essere molto meno costosa, comporterebbe un minor consumo di suolo, garantirebbe l’integrità dell’abitato di Albarea e metterebbe a frutto le infrastrutture già realizzate con milioni di euro dei cittadini come il sottopasso nei pressi di Ballò, la bretella est di Dolo e la bretella da Fiesso”.

(l.per.)

 

Quarto. Il comitato: «Residenti e turisti hanno il diritto di tornare a casa anche il sabato sera»

Sindaco contro la Regione: «Senza una mobilità adeguata i nostri albergatori sono penalizzati» 

QUARTO D’ALTINO «Da Venezia si deve poter tornare a casa, anche la sera tardi». A protestare è, ancora volta, il comitato pendolari di Quarto, che torna a sottolineare i disagi di abitanti, residenti, lavoratori, turisti e turnisti, che dalla città lagunare devono tornare nel Veneto Orientale, in hotel o a casa propria. Il comitato ritorna su quanto accaduto sabato sera, riportando la testimonianza del pendolare bloccato sul bus sostitutivo che non voleva ripartire vista la quantità di persone all’interno.

«È ormai oggettivo», spiega il comitato, «che è necessario il treno soprattutto il sabato sera e che c’è un richiesta di mobilità in uscita da Venezia anche a sera tardi. Le responsabilità sono tutte dell’assessore ai Trasporti regionale. I nodi stanno venendo al pettine».

Ad intervenire è il sindaco di Quarto, Silvia Conte, proprio all’indomani degli Stati generali dei treni che si sono svolti a San Leonardo.

«In che lingua dobbiamo dirlo al presidente Luca Zaia e all’assessore Renato Chisso che i treni servono anche ai turisti? In questi giorni in cui a Milano si è svolta la Borsa Internazionale del Turismo, in cui Regione, consorzi e operatori privati investono energie e denaro per promuovere le destinazioni turistiche del Veneto, questa è la situazione che i turisti trovano: il fine settimana, di Carnevale per giunta, non c’è un treno che li possa riportare in albergo e il pullman messo a disposizione è preso d’assalto. Purtroppo scenario già previsto e inevitabile, dopo l’entrata in vigore dell’orario cadenzato voluto dalla Regione. La capacità di competere nel turismo passa anche dalla qualità del servizio di trasporto pubblico. Non riuscire a garantire mobilità adeguata ai turisti oltre che ai lavoratori, rischia di vanificare gli sforzi anche positivi fatti per promuovere nuovi prodotti turistici e il turismo nei centri minori».

Una richiesta che viene anche dagli albergatori proprio adesso che si sta discutendo di tassa di soggiorno. Da aprile dovrebbe essere aumentata la tariffa in vigore dall’anno passato a Quarto, ma la categoria chiede che vista la crisi di settore, sia mantenuta la cifra della bassa stagione.

«Gli albergatori», prosegue il sindaco, «sostengono anche di essere svantaggiati rispetto al servizio di trasporto pubblico. Non possiamo per colpa della Regione perdere competitività e annullare tutti gli sforzi che stiamo facendo per cercare di puntare su di un settore importante, che a Quarto conta 150mila presenze annue».

«Capisco i problemi enormi e davvero grandi della Regione» spiega il presidente della Confcommercio mandamentale Angelo Faloppa, «ma in zone come le nostre servirebbero benefici provenienti da metropolitana regionale, treni, mezzi pubblici. Non si tratta solo di Quarto, trovatemi una spiaggia ben servita, bisognerebbe incentivare mezzi diversi dalla gomma».

Marta Artico

 

Gazzettino – Romea, settimana decisiva

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16

feb

2014

MIRA – Mercoledì si terrà il Consiglio comunale richiesto dall’opposizione

Si deve sciogliere il nodo relativo al tracciato: saranno presenti tutti i sindaci

NODO – Il tracciato della Nuova Romea, o Romea Commerciale, al centro dell’attenzione del prossimo consiglio comunale di Mira

Il tracciato della Nuova Romea, o Romea Commerciale, al centro dell’attenzione del prossimo consiglio comunale di Mira, mercoledì 19 febbraio alle 19 in sala consiliare.

Mentre la Lega Nord in Provincia sostiene l’ipotesi che l’ultimo tratto della Mestre – Orte da Lughetto venga realizzato sull’innesto del Passante salvando Dolo e la frazione di Sambruson ma penalizzando Mira, l’amministrazione comunale mirese tende a bocciare a priori qualsiasi ipotesi.

La discussione, in consiglio comunale, è stata chiesta dai gruppi di minoranza e sarà incentrata proprio sull’ipotesi di percorso del tratto finale che tanto desta preoccupazione.

Se passasse il tracciato della Lega Mira subirebbe un pesante impatto ambientale, dopo quello del Passante. Il Consiglio di mercoledì sarà anche l’occasione per fare il punto sulla questione della messa in sicurezza della SS 309 Romea, che proprio nel tratto che attraversa Mira presenta una serie di incroci di grande pericolosità, per i quali da tempo il Comune chiede all’Anas una soluzione.

Se da un lato il consiglio comunale di Mira si è già espresso sulla richiesta, trasversale, della messa in sicurezza della Romea soprattutto negli incroci di Giare, Dogaletto e Malcontenta dall’altro la discussione sul tracciato della Nuova Romea è tutto aperto.

Al consiglio parteciperanno anche i sindaci dei Comuni di Venezia, Spinea, Dolo, Camponogara, Campagna Lupia e Codevigo, la presidente della Provincia Francesca Zaccariotto, l’assessore regionale alla Mobilità Renato Chisso e i consiglieri regionali Laroni, Pigozzo, Tesserin e Tiozzo.

 

A proposito di…

QUEL BOLLINO AUTOSTRADALE

Dopo i vergognosi aumenti autostradali fatti dai concessionari e accettati dalle Istituzioni (Governo e Regioni) i cittadini si rendono conto quanto pesano gli interessi privati nel Nostro Paese. Infatti via libera agli aumenti e, come dicevo e scrivevo, difficoltà burocratiche per istituire gli sconti per i lavoratori pendolari. Ma del Bollino (vignetta) autostradale, sistema usato in quasi tutta Europa e che va via via estendendosi, non se ne parla nemmeno. E già i concessionari delle autostrade pensano agli aumenti del 2015… Vergognatevi!

Danilo Rosan – Venezia

 

Nuova Venezia – Nuova Romea, polemiche a Dolo

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16

feb

2014

MERCOLEDI’ CONSIGLIO STRAORDINARIO A MIRA

Il consigliere Gei al sindaco Gottardo: «Chiarisca la sua posizione»

MIRA «Qual è la posizione della Lega sulla Nuova Romea? Quella espressa pubblicamente due mesi fa dal sindaco Maddalena Gottardo, di totale ripensamento dell’opera o quella del gruppo consiliare in Provincia con la presentazione di un progetto alternativo che sembra voler solo riaprire il contenzioso tra Comuni sull’onere dell’attraversamento?».

Giorgio Gei (Ponte del Dolo) chiede al sindaco di Dolo di fare chiarezza sulla questione. «Provveda a dare seguito» sollecita Gei «alla creazione della rete di contatti tra sindaci decisa in quell’occasione, per portare avanti l’opposizione alla Romea commerciale».

A Mira un Consiglio comunale straordinario sulla Romea commerciale si terrà mercoledì prossimo alle 19.

«Si parlerà – si legge in una nota del Comune – dell’autostrada Orte-Mestre, in particolare delle ipotesi di percorso del tratto finale che tanto destano preoccupazione, perché potrebbero venire a impattare pesantemente con il nostro territorio. Il Consiglio sarà anche l’occasione per fare il punto sulla messa in sicurezza della Romea, che proprio nel tratto che attraversa Mira presenta una serie di incroci di grande pericolosità, per i quali da tempo il Comune chiede all’Anas una soluzione».

Al Consiglio sono stati invitati a partecipare i sindaci di Venezia, Spinea, Dolo, Camponogara, Campagna Lupia e Codevigo, la presidente della Provincia Francesca Zaccariotto, l’assessore Renato Chisso e i consiglieri regionali Laroni, Pigozzo, Tesserin e Tiozzo. L’invito è stato mandato anche all’Anas.

La discussione sulla Romea Commerciale cade proprio nel momento in cui in provincia la Lega Nord e la presidente Francesca Zaccariotto si è schierata con il sindaco di Dolo, optando per un innesto sul Passante invece che a Roncoduro.

(a.ab.-g.pir.)

link articolo

 

le manifestazioni

Doppia protesta, tremila voci

Genitori e alunni per le scuole pulite, pendolari contro la Regione

Stati generali dei comitati a Venezia. Legambiente: inserire nel bilancio i finanziamenti per ripristinare le corse

VENEZIA – Un tavolo permanente regionale sul trasporto pubblico assieme ad associazioni, comitati pendolari, studenti e lavoratori, e risorse in termini di spesa corrente e finanziamenti da inserire subito nel bilancio regionale, per cambiare passo e invertire la rotta, ripristinando le corse mancanti e migliorando il servizio. È quanto emerso ieri mattina, nella sala San Leonardo, dove si sono svolti gli Stati Generali dei pendolari, che hanno visto riuniti i portavoce del Veneto Orientale, di Quarto d’Altino e Marcon, i pendolari di Salzano e Robegano, ma anche il comitato di Mogliano e il Treno dei Desideri, che ha parlato per conto della zona sud del Trevigiano, di Vittorio Veneto e del Bellunese. Con loro i rappresentanti di Trenitardo (La banca del tempo perduto), che ingloba l’Associazione Studenti Universitari, il sindacato studentesco, Zoe Lab, il Coordinamento universitario e la Rete della Conoscenza. A coordinare la mattinata, preceduta da un momento di presidio con tanto di vuvuzelas e fischietti davanti alla stazione di Santa Lucia, Luigi Lazzaro e Andrea Ragone di Legambiente Veneto.

Un momento di confronto, per fare il punto della situazione e chiarire alcune richieste, a chi ancora non fossero chiare. «Quello che vogliamo», precisa Ragone, «è che in questo momento in cui si sta discutendo il bilancio, la Regione investa denaro e metta dei soldi per il trasporto pubblico ferroviario».

Il rapporto Pendolaria 2013, distribuito ieri, mette a confronto gli stanziamenti delle altre regioni. Nel 2013 la Lombardia ha investito 1,19 per cento del bilancio per i treni e il materiale rotabile, la Toscana lo 0,76 per cento, l’Emilia Romagna lo 0,54. E il Veneto? «La nostra Regione», continua, «lo 0,31 per cento. Trenitalia ha le sue colpe, ma la Regione anche. Vogliamo fare massa critica per migliorare una situazione scadente. Si è voluto attuare un orario cadenzato con risorse pari a zero e chi usa il treno è, di fatto, un cittadino di serie “b”».

Tra i partecipanti Luciano Renier, della Fiab, Ivano Moetti (Federconsumatori), Ezio Ordigoni, dell’Orsa regionale. «Avevamo invitato l’assessore Chisso», spiega Lazzaro, «ma non ci ha risposto, mentre l’assessore all’Ambiente Conte aveva altri impegni».

Tra le richieste a breve termine messe per iscritto, quella di «ripristinare le corse eliminate, di inserire corse nei buchi di servizio durante il giorno, di adeguare la composizione dei treni alle frequentazioni nelle diverse fasce orarie».

A lungo termine: «La creazione di un tavolo permanente, la richiesta di destinare almeno l’1 per cento del bilancio regionale per il trasporto pubblico ferroviario».

Fondamentali l’integrazione oraria tariffaria tra treni ed altri mezzi di trasporto e il biglietto unico regionale.

Una forte protesta è arrivata dai pendolari della linea Venezia-Ponte delle Alpi-Calalzo. «I sindaci bellunesi si sono impegnati formalmente a venire a Venezia ed incontrare l’assessore Renato Chisso, ma sono passati due mesi e non è successo nulla. Non capiamo perché gli amministratori veneziani ci mettano la faccia, al contrario di quelli del bellunese e del trevigiano, che non sono altrettanto sensibili. Il problema del trasporto pubblico va risolto a livello regionale».

«Che cosa ha fatto il presidente della Provincia di Treviso?», domanda Lidia Scarpa, «nulla. I sindaci del bellunese si sono impegnati solo a parole, quelli del trevigiano nemmeno».

Tra i presenti il consigliere regionale Gennaro Marotta (Idv) e il consigliere Bruno Pigozzo (Pd). «Bisogna agire sulla spesa corrente (servono almeno 4-5 milioni di euro subito per coprire i buchi e dare riposte ai pendolari)», ha detto Pigozzo, «sono necessari investimenti per sanare una situazione scoppiata in mano alla Regione, se guardiamo il modello europeo, il Veneto è arretrato». Aggiunge: «Servono 20 milioni per completare l’Sfmr e un programma che al 2020 raggiunga i 120 milioni di investimento. È ora di dare risposte al trasporto locale».

Marta Artico

 

«Solo promesse, finora è cambiato poco»

Nucera (Meolo): dalle 10 alle 13 non si torna da Venezia.

Fuga (Mogliano): costretti a pagare il taxi

VENEZIA «Nonostante gli incontri e le promesse, è cambiato poco, stiamo ancora attendendo l’anticipo del treno da Portogruaro alle 4.13, la reintroduzione di un treno decente nelle fasce notturne, la copertura nei fine settimana».

Angela Maria Stortini, rappresenta i pendolari del Veneto Orientale. «Vogliamo una copertura in tutte le fasce per i turisti, un approccio mirato e programmi a lungo termine».

Nicola Nucera, tra i portavoce dei pendolari, è di Meolo: «Il mio paese», spiega, «nei giorni festivi è ancora più isolato rispetto, ad esempio, a San Donà. Dalle 10 alle 13 non si può andare a Venezia, e da Venezia dalle 10.25 alle 12.57, non si può tornare a Meolo. Quello che chiediamo è di eliminare i buchi, ok i treni ogni mezzora, ma almeno uno all’ora nelle fasce meno affollate. L’ultimo treno della sera, da Meolo, ad esempio, è alle 22.11, poi ci sono due pullman alle 23.12 e alle 24.20 e ci impiegano oltre un’ora per tornare a casa».

Marco Fuga, fa parte del comitato pendolari di Mogliano: «L’assessore regionale Chisso», precisa, «ha mantenuto una piccola promessa, ci ha messo un autobus alle 5.11 da Mogliano per Venezia, ma noi abbiamo bisogno di un treno per andare al lavoro durante le giornate festive, ci sono persone costrette a dormire in ufficio oppure a prendere un taxi. Personalmente con alcuni colleghi siamo stati costretti a prendere proprio il taxi, già tre volte dividerci la spesa.

«Anni fa», racconta Franco Marotto, di Maerne, «c’era un autobus che partiva da piazzale Roma alle 21.45 per Maerne, poi l’hanno tolto ed ho iniziato a prendere il treno delle 21.14, che oggi è stato spostate alle 20.56. Come torno a casa? Con il nuovo orario mi è toccato munirmi di bici, prendere l’auto e trovare un parcheggio a Spinea. Tra benzina, macchina strisci all’auto, spendo molto di più e rischio la vita».

Diego Tiozzo, assieme a Lidia Scarpa, fa parte del comitato Treno dei Desideri, rappresenta la linea Venezia-Ponte delle Alpi-Calalzo ed è portavoce della zona di Vittorio Veneto. «Il nuovo orario», spiega, ha accentuato le criticità della linea che collega la pianura alla montagna. La rottura del carico a Conegliano ha provocato un allungamento dei tempi di percorrenza, ci mettiamo più di due ore per fare 100 chilometri: il servizio è stato frammentato ed è peggiorato perché i treni continuano a rompersi».

(m.a.)

 

I sindaci: «Servono cinque milioni»

Primi cittadini con i manifestanti: per turnisti e studenti i problemi restano

VENEZIA – Assieme ai manifestanti ieri mattina, a partecipare al presidio e al successivo incontro dei pendolari, anche diversi sindaci e amministratori della Provincia.

Tra loro il sindaco di Quarto, Silvia Conte. «Il lavoro fatto finora è stato utile», ha sottolineato il sindaco altinate che tiene i contatti con i primi cittadini del Veneto Orientale e del Trevigiano, «ma i pendolari ad oggi, alle parole non hanno visto succedere i fatti».

Prosegue: «Il momento della concretezza è questo, visto che si discute il bilancio. Non si possono promettere treni senza soldi, bisogna che vengano stanziate delle risorse. Inoltre, non ci sono ancora garanzie sui treni nei periodi delle vacanze, in cui gli studenti e i lavoratori sono rimasti senza e sui convogli del fine settimana, del sabato e della domenica. Ribadiamo che quella che ci è stata propinata, non è la rivoluzione che attendevamo: solo a Quarto in un anno ci sono 150mila presenze turistiche che devono poter contare su di un servizio che non c’è. Basta pensare, parlando di cose spicce, che la nostra stazione non ha ancora la pensilina».

Precisa: «Servono almeno 5 milioni di euro per ripristinare i treni soppressi. È ora di investire sul trasporto pubblico locale e domandarsi che Veneto vogliamo».

«In questo momento», sottolinea Silvia Lasfanti, consigliere comunale di San Donà, presente assieme a Daniele Terzariol e Lorena Marin, «non sono stati risolti i problemi dei turnisti e degli studenti delle superiori iscritti a Venezia, ma anche dei ragazzi residenti nei comuni limitrofi e che vengono a scuola a San Donà. Alcuni istituti si trovano in difficoltà e rischiano di chiudere».

Tra i partecipanti Andrea Follini, sindaco di Marcon, assieme all’assessore Guido Scroccaro. «La gente oggi è costretta ad utilizzare l’auto», aggiunge Gianni Foffano, pendolare e consigliere altinate, «i disagi non sono stati per nulla eliminati. Chiediamo il tavolo permanente, una rivisitazione dell’orario, ma anche una sinergia ferro-gomma per pianificare la tariffazione unica e per andare incontro a chi come me e molti altri lavoratori prende treno e vaporetto».

(m.a.)

 

Trenitardo: «Con il nuovo orario sono stati inseriti convogli difettosi che si guastano»

VENEZIA. Ieri per la prima volta, ai pendolari, sindaci, ammistratori e agli esponenti di Legambiente, si sono uniti anche i rappresentanti di Trenitardo (La banca del tempo perduto). I giovani, dati alla mano, hanno documentato disservizi e gap dell’orario cadenzato entrato in funzione oramai da oltre due mesi.

«Studio a Padova ma sono di Montebelluna», spiega Davide Quagliotto, «da un bel pezzo raccogliamo i ritardi dei treni nelle varie linee e siamo in grado anche di fare una diagnosi del problema». Prosegue: «Tra le tratte con forti criticità c’è la Mantova-Padova, la Padova-Belluno, la Milano-Venezia. In quest’ultimo caso la linea è stata spezzata a Verona, ma le coincidenze non sono garantite. Oggi dai dati che abbiamo, un treno su quattro ha un ritardo superiore ai cinque minuti. Spesso quando i pendolari protestano, c’è chi obietta che le loro proiezioni non sono veritiere. Noi siamo invece qui per fare da collante e dimostrare con i dati sulla tratta raccolti, come stanno le cose». E ancora: Il nuovo orario ha spezzato le tratte ed aumentato le corse, ma ha prodotto la necessità di inserire anche treni malfunzionanti, pertanto i guasti continuano».

Chiude: «La mobilità è penalizzata dalla mancanza di fondi, è necessario reinserire i treni mancanti e rivedere il materiale rotabile».

(m.a.)

 

Gazzettino – Treni. Pendolari, l’ira contro la Regione

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16

feb

2014

Gli stati generali mettono sotto accusa Palazzo Balbi per ritardi e disservizi

Nel trasporto pubblico investito il 7,5% sulle ferrovie , il 92.4% sulla strada

PROTESTA – I pendolari del Veneto ieri hanno manifestato davanti alla stazione ferroviaria di Santa Lucia a Venezia

I pendolari del sistema ferroviario veneto si sono ritrovati ieri mattina a Venezia, rappresentati dai comitati locali provenienti da tutte le province, rispondendo all’appello di Legambiente Veneto. Da Belluno, Verona, Vicenza, fino a Quarto d’Altino, Salzano, Robegano e Mogliano, oltre a tutti i territori del Veneto orientale, un centinaio di rappresentanti hanno costituito «Gli Stati Generali dei pendolari veneti», organismo creato per avere potere di presenza e di colloquio formale presso la Regione Veneto.

Un salto di qualità nella lotta dei pendolari per ottenere un servizio migliore, supportata dall’esigenza ambientale di favorire il trasporto su ferrovia piuttosto che quello autostradale.

La Regione, invece, sembra agire nel senso contrario, se è vero, come hanno accusato i comitati, che gli investimenti di Palazzo Balbi per le infrastrutture del pubblico trasporto contano un 92,46 per cento dedicato alle strade e solo il 7,54 in favore del sistema ferroviario locale.

L’ulteriore riduzione delle corse, secondo un piano di «orario cadenzato», è stata la goccia che ha fatto traboccare la pazienza dei pendolari, che si son detti già colpiti da anni dai ritardi, dalla povertà di corse e di coincidenze, dallo stato manutentivo dei vagoni.

Insomma, ora gli Stati Generali vogliono sedersi di diritto ai tavoli regionali che trattano la mobilità ed i contratti con Trenitalia, come utenti ma anche cittadinanza attiva. In questo hanno ricevuto l’immediato l’appoggio dei consiglieri regionali Gennaro Marotta (Idv) e Bruno Pigozzo (Pd), oltre a numerosi sindaci (alcuni presenti all’incontro: Quarto d’Altino, Spinea, Marcon. Tuttavia i pendolari cercheranno l’ampia condivisione e la solidarietà di altri consiglieri ed enti locali. Un movimento che va a scuotere la poltrona dell’assessore di riferimento, Renato Chisso, definito, come azione amministrativa, molto più rivolto alla strada che alla ferrovia.

«Eppure – hanno detto i comitati – un buon utilizzo del treno rappresenta un favore all’ambiente e al portafoglio delle famiglie, molte delle quali sono costrette ad usare la macchina, con un aggravio dei costi e perdita continua di possibili utenti ferroviari».

Se Pigozzo ha definito il trasporto locale regionale importante quanto l’alta velocità, insistendo sulla ripresa progettuale della metropolitana di superficie, la prima cittadina di Quarto d’Altino, Silvia Conte, ha preso in considerazione il pendolarismo quotidiano turistico, a suo parere cliente di un non efficiente servizio di mobilità pubblica regionale, capace di limitare, se non inficiare, le prospettive e le strategie turistiche del Veneto.

Gli Stati Generali chiedono alla Regione di investire un punto in più a bilancio per il trasporto ferroviario, mettendo sul piatto almeno 5 milioni euro per coprire i disservizi in merito al numero delle corse e dei vagoni, riorganizzandoli secondo i flussi dell’utenza.

Inoltre pretendono il ripristino delle corse eliminate con l’orario cadenzato e l’istituzione di un tavolo permanente regionale sul trasporto pubblico, al quale possano partecipare associazioni, comitati, studenti e lavoratori.

Altra proposta, il biglietto: unico regionale, con l’integrazione oraria e tariffaria fra treni ed altri vettori di trasporto, fino ad arrivare all’«intermobilycard», avanzato da Legambiente, ticket regionale ricaricabile come unico sistema di tariffazione per treno, bus e trasporto acqueo lagunare».

I comitati si organizzeranno nel nuovo strumento attraverso l’utilizzo dei social forum in internet.

Tullio Cardona

 

IL GIORNO DELLA PROTESTA E i pendolari uniscono i comitati. Anche i sindaci in prima linea

Scuole e treni, Venezia alza la voce

Oltre 2mila tra famiglie e lavoratori al girotondo per la pulizia delle aule. Paura sul ponte di Calatrava

SCUOLA – Erano oltre duemila le persone che hanno manifestato, in modo molto colorato, davanti alla stazione ferroviaria di Venezia per chiedere più pulizia nelle scuole. Paura sul ponte di Calatrava, che ha “tremato” per l’eccessivo carico.

TRENI – Contemporaneamente a questa mobilitazione c’è stata la manifestazione dei pendolari che sono tornati a chiedere più treni ed un investimento più convinto da parte dell’amministrazione regionale.

 

IL GIORNO DELLA PROTESTA E i pendolari uniscono i comitati. Anche i sindaci in prima linea

Scuole e treni, Venezia alza la voce

Oltre 2mila tra famiglie e lavoratori al girotondo per la pulizia delle aule. Paura sul ponte di Calatrava

I TRASPORTI SI MOBILITANO

I PRESENTI – I comitati del Veneto orientale tra i più decisi

GLI STATI GENERALI – Anche consiglieri regionali e i sindaci di Spinea, Marcon e Quarto d’Altino alla giornata di protesta contro i disservizi

«La Regione investe troppo poco per migliorare le linee ferroviarie»

Tutela dell’ambiente con il trasporto su ferrovia, aiuto ai bilanci delle famiglie attraverso la possibilità di usufruire del treno, migliore qualità della vita. Queste sono state le principali tematiche che, promosse da Legambiente Veneto, hanno dato vita agli “Stati generali dei pendolari veneti”. Nella sala San Leonardo, ieri mattina si sono dati appuntamento i rappresentanti dei comitati presenti nella regione, dopo una breve manifestazione nel piazzale della stazione ferroviaria. C’erano, fra gli altri, i comitati Veneto orientale, Quarto d’Altino, Salzano-Robegano, Mogliano, Il Treno dei Desideri, Trenitardo e molti altri provenienti da tutte le province venete. Un centinaio fra rappresentanti ed aderenti, uniti nel chiedere alla Regione Veneto una più marcata attenzione verso il servizio di trasporto locale su ferrovia. «La Regione – hanno enunciato i comitati – investe nel servizio ferroviario lo 0,31 per cento del bilancio, a fronte dell’1,19 della Lombardia; se poi guardiamo la spesa relativa alle infrastrutture, scopriamo che si è investito il 92,46 per cento in strade e solo il 7, 54 nel trasporto ferroviario, con soppressione di treni, ore buche, ritardi continui, sovraffollamento, sporcizia». «Chiediamo a Regione e a Trenitalia di ripristinare le corse eliminate con l’orario cadenzato per turnisti e studenti, l’inserimento di corse nelle ore lasciate sguarnite, l’adeguamento della composizione dei treni alle frequentazioni nelle diverse fasce orarie. Inoltre, come Stati generali dei pendolari veneti, pretendiamo la creazione di un tavolo permanente regionale sul trasporto pubblico, al quale possano partecipare associazioni, comitati, studenti e lavoratori. Infine proponiamo il biglietto unico regionale e l’integrazione oraria e tariffaria fra treni ed altri vettori di trasporto».

In particolare, Legambiente ha caldeggiato la riorganizzazione del servizio e l’«intermobilycard», biglietto regionale ricaricabile come unico sistema di tariffazione per treno, bus e vaporetto. «È giunto il momento che i pendolari veneti escano da una situazione da preistoria – hanno detto da Legambiente – la Regione deve investire in tal senso almeno un punto percentuale in più, aprendo il confronto pubblico sul contratto di servizio con Trenitalia e realizzando uno sportello di ascolto per i pendolari. Lo stesso Governo deve aumentare gli investimenti dedicati alla mobilità ed i comuni ripensare, in sede di pianificazione urbanistica, ai parcheggi d’interscambio».

(t.c.)

 

I pendolari tornano a chiedere più treni

Pigozzo: «È necessario finanziare il progetto della Sfmr, la metropolitana di superficie»

Alla nascita degli Stati generali dei pendolari veneti, hanno partecipato anche consiglieri regionali e i sindaci di Quarto d’Altino, Spinea e Marcon. «Cercheremo in consiglio regionale di costruire una rete per reperire maggiori risorse da destinare al trasporto ferroviario locale – ha promesso Gennaro Marotta, consigliere Idv – un’azione che potrà coinvolgere anche colleghi della maggioranza, sensibili ai problemi del pendolarismo. Sull’assessore al Mobilità Renato Chisso non si può contare, troppo ingessato nelle sue scelte e decisioni. Dobbiamo tutelare più di un percorso, come la linea Bassano – Padova».

«Chisso e la giunta regionale hanno dimostrato poco interesse verso il trasporto ferroviario locale – ha osservato Bruno Pigozzo (Pd) – ed ora la questione è scoppiata loro in mano. Il contratto stipulato con Tranitalia mostra maglie molto rigide, perciò occorrono 5 milioni di euro per rispondere alle necessità dei cittadini, coprendo i buchi del servizio. Da tempo proponiamo di riprendere le fasi del progetto Sfmr, la metropolitana di superficie. Prima fase: 20 milioni; per realizzare la seconda e terza fase servono 120 milioni, ma nei prossimi 7 anni potremo attingere ai fondi europei stanziati ad hoc, per 150 milioni. Il trasporto pubblico locale riveste la medesima importanza dell’alta velocità, ma dobbiamo tornare alla piattaforma progettuale per la Sfmr».

«Con gli Stati generali è giunto il momento del salto di qualità – afferma Silvia Conte, sindaco di Quarto d’Altino – ovvero la nascita di un filo diretto tra i pendolari e la Regione. Nel pendolarismo è giusto inserire anche i turisti: molti non riescono a rientrare alla sera dalle varie località per mancanza di treni e questo diviene un danno per l’intera politica turistica nel Veneto. La cartina tornasole sarà questo imminente carnevale: Chisso ha detto chiaramente che, poiché è «il carnevale di Venezia», i treni straordinari deve pagarli quel comune. Una strategia di trasporto in ambito turistico non funziona il questo modo, per esempio i nostri 150mila turisti, in mancanza di autobus per Quarto, non possono partecipare alle manifestazioni veneziane, o di altre città, nelle ore serali. Da noi abbiamo effettuato un sondaggio: il 25 per cento della popolazione prende il treno, un altro 25 per cento vorrebbe usufruirne, ma il servizio così organizzato non lo permette. Ciò significa perdita di utenza, più automobili, spese per l’assicurazione e costi maggiori per le famiglie già vessate dalla crisi».

 

«Un sogno, non ci sono soldi»

CHIOGGIA – «La ferrovia a Chioggia? Non sono previsti finanziamenti statali di questa portata nei prossimi due anni. Chi pensa di essere in grado di portarla a casa si accomodi pure sulla mia sedia, ma io non voglio illudere nessuno».

A margine dell’incontro con Confindustria Venezia tenutosi ieri mattina a Chioggia, l’assessore regionale Renato Chisso ha toccato anche l’argomento rotaia: «Della ferrovia si parla almeno da 20 anni. Quella verso Padova, di cui c’è già il progetto, costa 600 milioni di euro. Quella verso Venezia, che non ha progettazione, circa 400 milioni di euro. Queste cifre non le abbiamo e non si può neanche pensare di far partire l’opera recuperando poi i costi dal pagamento dei biglietti, perché questi coprirebbero solo il 10 %». La ferrovia quindi continuerà a rimanere un sogno ancora per diverso tempo.

(m.bio.)

 

TRENI E MOBILITÀ – Pendolari contro palazzo Balbi. Oggi sit-in davanti alla stazione

Si farà sentire stamane la protesta di Pendolari e Legambiente contro la Regione Veneto. Stanchi di non essere ascoltati dall’assessore regionale alla Mobilità Renato Chisso i Comitati del Veneto Orientale e di Quarto d’Altino promuovono un sit-in a partire dalle 10 nella stazione di Santa Lucia. Alla manifestazione hanno aderito i comitati dei Pendolari di Salzano e Robegano, Mogliano, Trenitardo, Treno dei Desideri mentre è attesa la partecipazione di altre associazioni e portatori di interessi nel comparto del trasporto pubblico.

In contemporanea nella sala San Leonardo a Cannaregio, Legambiente Veneto promuove la costituzione degli “Stati Generali dei Pendolari Veneti” con tutti i comitati e le associazioni interessate. Tale incontro determina un primo passo per l’istituzione di un tavolo permanente sulla mobilità che coinvolga i cittadini che si spostano per lavoro e studio e consenta un confronto con esperti e amministratori che finora è mancato.

Alla creazione degli Stati generali dei pendolari passati da 150 a 160 mila in Veneto lo scorso anno, sono stati invitati tutti i sindaci della tratta Venezia- Portogruaro ed enti pubblici come la Provincia e la stessa Regione Veneto.

La manifestazione odierna è il momento centrale di un febbraio “caldo”, iniziato con la denuncia alla magistratura per le violazioni ai diritti alla mobilità, al trasporto universale e all’informazione da parte della Regione. Oltre al ripristino delle corse eliminate con l’orario cadenzato, le richieste dei pendolari vertono sulla necessità di integrare il trasporto pubblico tra ferro e gomma, il biglietto unico, la mobilità sostenibile e una verifica costante degli investimenti regionali.

Continua anche la campagna di segnalazione dei disguidi, Comitati e Legambiente invitano tutti i passeggeri a segnalare le difficoltà incontrate nella sezione Veneto del sito di Trenitalia e dei pendolari www.facebook.com/comitatopendolarivo.

Davide De Bortoli

 

La Lega presenta un tracciato alternativo per la Riviera che salverebbe Dolo ma penalizzerebbe Mira

MIRA – La Lega Nord forza la mano in commissione viabilità provinciale e fa propria portandola alla votazione del Consiglio, la soluzione del sindaco di Dolo, Maddalena Gottardo, sul tracciato della autostrada Mestre-Orte. Di fatto la Lega e la presidente Francesca Zaccariotto vogliono l’innesto della Romea Commerciale sul Passante, evitando l’innesto a Roncoduro e l’attraversamento della Riviera in direzione Dolo-Pianiga.

«In alternativa al tracciato B», spiega il presidente della commissione mobilità Michael Valerio, «cioè Lughetto-Malcontenta-Villabona che l’Anas ha proposto per l’ultimo tratto della Romea Commerciale, nel dicembre scorso è stato depositato in Provincia (sostenuto da Maddalena Gottardo) un progetto (B1) che ne prevede la modifica da Codevigo a Lughetto, e da Lughetto alla A4-Passante di Mestre».

Nel testo della mozione della Lega Nord si legge che «la modifica proposta di fatto migliora e rende più efficiente la “soluzione B”, evitando l’attraversamento della Riviera del Brenta non aggravando in tal modo il nodo viario di Roncoduro (già di per sé complesso e impattante), minimizza l’impatto con i vari centri abitati e riduce lo spreco di territorio mettendo in sicurezza l’attuale Romea, eliminando gli incroci a raso, fluidifica il traffico, libera ulteriormente la tangenziale di Mestre dal traffico, ripristina la permeabilità dell’entroterra verso la laguna e riduce il rischio idraulico».

Il documento impegna, secondo la Lega Nord, la presidente della Provincia, Francesca Zaccariotto ad attivarsi per sostenere la proposta presentata in Regione «affinché venga presto presa in considerazione la sostituisca alla proposta originaria del tracciato B di Anas».

L’accelerazione impressa dalla Lega su un innesto che salva Dolo, ma che di fatto investe i comuni di Mira, Spinea e Venezia, trova la ferma opposizione del Movimento 5 Stelle, con il capogruppo in consiglio comunale a Mira, Mauro Berti.

«La Romea Commerciale è un’opera sbagliata», dice Berti, «sia a Roncoduro che sul Passante o a Villabona. Noi siamo a favore di una messa in sicurezza dell’attuale Romea. Siamo pronti a mobilitarci contro l’opera».

Il consigliere provinciale mirese del Pd Guerrino Palmarini spiega che la proposta della Lega verrà bocciata. «Lo sanno tutti», dice Palmarini, «che l’assessore Renato Chisso è favorevole all’innesto a Roncoduro cioè a Dolo- Pianiga. Quello che fa la Lega in Provincia è solo un favore politico al sindaco di Dolo».

Alessandro Abbadir

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