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All’incontro con i sindaci, Chisso promette due bus da Venezia a Portogruaro alle 0,20. Treno da Salzano a Spinea alle 7

MESTRE – Saranno introdotti entro metà maggio i primi aggiustamenti all’orario cadenzato sulla tratta Venezia-Portogruaro, con una nuova coppia di treni e l’auspicato anticipo alle 4,13 del primo treno in partenza verso il capoluogo.

Ma una novità importante è in arrivo anche sulla Castelfranco- Venezia, dove i due pullman introdotti nelle settimane scorse saranno sostituiti con un nuovo treno navetta Noale-Mestre.

È quanto emerso dal vertice che l’assessore Chisso ha avuto ieri pomeriggio con i sindaci. Linea Portogruaro-Venezia.

É ormai ufficiale l’introduzione del nuovo treno, da lunedì a venerdì, che partirà da Portogruaro alle 12.06 per arrivare a Mestre alle 13.04, convoglio richiesto dagli studenti ma utile pure per i turnisti.

In direzione opposta, il nuovo treno partirà da Mestre alle 13.57 per giungere a Portogruaro alle 14.55.

È ufficiale anche l’anticipo alle 4.13 della partenza del primo Regionale Portogruaro- Venezia, per chi deve essere entro le 6 sul posto di lavoro.

«Queste novità saranno sicuramente in vigore dal 18 maggio, ma speriamo anche prima, già dal 13 aprile», ha detto Chisso.

Per l’autobus sostitutivo che parte da Venezia alle 0.20, si è deciso da aprile di prevedere nei fine settimana l’impiego di due pullman (con particolare attenzione al periodo pasquale e delle varie festività). Chisso ha chiesto, attraverso i Comuni, la possibilità di attivare una collaborazione con gli alberghi, che potrebbero comunicare prima il numero dei turisti che alloggiano da loro e che sono intenzionati a rientrare da Venezia a mezzanotte così da pianificare meglio il servizio.

«Avevamo chiesto di conoscere i dati sulla frequentazione prima dell’orario cadenzato, ma Trenitalia non li ha. Ma allora come hanno fatto a stabilirne la soppressione?», domanda Silvia Conte, sindaco di Quarto.

Linea Castelfranco-Venezia. Dopo le proteste dei pendolari di Salzano e Spinea per il «buco» tra le 7 e le 8 del mattino, la Regione aveva introdotto nelle scorse settimane due pullman per tamponare il problema. La buona notizia è che da aprile gli autobus diventeranno un treno navetta, in partenza da Noale alle 7.09.

Le reazioni dei sindaci. Michele Basso, sindaco di Meolo, evidenzia che il metodo del tavolo di lavoro sta portando dei frutti. «Il dato positivo è che abbiamo ottenuto un metodo più di condivisione, portato a casa nuovi treni e il rafforzamento del bus delle 0.20, ma rimangono aperte le partite del ripristino del treno, dei convogli festivi e degli orari estivi», aggiunge Conte. Per alcuni treni è prevista infatti la soppressione nel periodo delle vacanze scolastiche. «Ci rivedremo nelle prossime settimane per capire se sono possibili ulteriori miglioramenti e se riusciamo a evitare, per l’estate, la soppressione di treni, come quello delle 5.06, che servono anche ai pendolari », conclude l’assessore di San Donà,Francesca Zottis.

Giovanni Monforte

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NUOVA VENEZIA – come “utente esperto”

Rappresentante dei comitati per la prima volta al tavolo

MESTRE – Per la prima volta al tavolo tra sindaci e Regione ha potuto partecipare anche un rappresentante dei Comitati pendolari di Quarto d’Altino e del Veneto Orientale, Nicola Nucera, presente in qualità di “utente esperto” che supporta l’attività del Comune di Quarto. I pendolari hanno chiesto a Regione e Trenitalia di valutare uno spostamento d’orario del Regionale Veloce 2219, che attualmente è l’ultimo treno che parte da Venezia alle 22.41, appena 30 minuti dopo il Regionale lento 11157 delle 22.11. Poiché il treno delle 22.41 non è in orario congeniale né per i turnisti né per i turisti, i pendolari ne chiedono lo spostamento in partenza alle 23.11, facendolo fermare in tutte le stazioni fino a Portogruaro e poi proseguendo per Trieste.

«Il treno circola già in fascia notturna, quindi lo spostamento di 30 minuti è senza costi aggiuntivi», ha evidenziato Nucera, «mentre l’aumento di percorrenza di 17 minuti potrebbe essere compensato dal risparmio ottenuto dalla soppressione del bus VE801». Quest’ultimo è l’autobus sostitutivo che attualmente parte da piazzale Roma alle 23.15, introdotto dopo la manifestazione dei pendolari promossa lo scorso dicembre. Intanto sui disservizi registrati lungo la tratta Portogruaro- Venezia, il vicepresidente del gruppo Pd alla Camera, Andrea Martella, ha presentato un’interrogazione al ministro dei trasporti, Maurizio Lupi. «Visto che, a distanza di oltre cento giorni dall’inizio del nuovo orario cadenzato, la Regione non riesce a risolvere il problema, credo sia doveroso un intervento più deciso ed efficace», ha detto Martella, «lasciare, e non è la prima volta che accade, gli utenti a piedi nel cuore della notte, è una vergogna che non ammette alibi».

(g.mon.)

 

Gazzettino – Treni, per Bassano e Portogruaro si cambia

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1

apr

2014

Aggiustamenti all’orario cadenzato, col raddoppio di un servizio bus notturno per venire incontro a pendolari e turisti.

Ancora aggiustamenti all’orario cadenzato sulle linee Venezia-Portogruaro e Venezia-Bassano. Nel doppio incontro di ieri pomeriggio nella sede di Veneto Strade sono proseguite le trattative tra Regione, Rfi e sindaci, in rappresentanza dei pendolari delle due linee. A partire dall’autobus notturno in partenza alle 0,20 da Venezia in direzione Portogruaro, oggetto delle contestazioni di pendolari e turisti che più volte sono rimasti a piedi in piazzale Roma. La Regione ha quindi deciso di raddoppiare, a partire dalla prossima settimana, il servizio della notte tra sabato e domenica facendo partire due autobus.

«I problemi si sono verificati in casi particolari, come San Valentino, l’8 marzo e domenica scorsa – spiega l’assessore regonale ai trasporti Renato Chisso – Per questo abbiamo deciso di lavorare su eventi eccezionali, sul periodo di Pasqua e sull’estate. Inoltre abbiamo chiesto agli albergatori di comunicarci con un giorno di anticipo la presenza di gruppi intenzionati a rientrare in orario notturno».

Sulla stessa linea, comunicata inoltre l’aggiunta, a partire dal 18 maggio, di una corsa in partenza da Portogruaro alle 12,06 che poi riparte da Venezia Mestre alle 13,57. Confermata infine la decisione di anticipare alle 4,13 il treno delle 4,30.

Risposte positive anche per la linea Venezia-Bassano. Tutti gli autobus tra le 6 e le 8 del mattino diventeranno treni e fermeranno quindi anche a Spinea e Salzano. È stata inoltre introdotta una corsa con tappa a Salzano alle 7,14 in direzione Venezia.

I sindaci della tratta per Portogruaro parlano di piccoli passi avanti e tengono alta la guardia sui disagi per i turnisti in difficoltà nel fine settimana: «Continua ad esserci un confronto ed è positivo – commentano – Però i dati sulla frequentazione sono poco chiari, soprattutto per quello delle 0,36 che l’anno scorso è stato soppresso 100 volte». Delusi invece i pendolari che speravano nel ripristino dei treni notturni.

E sul tema interviene anche il vice presidente del gruppo Pd alla Camera, Andrea Martella, che proprio ieri ha annunciato di aver presentato al ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi un’interrogazione sui disagi che si sono registrati nella notte tra sabato e domenica scorse a bordo del bus sostitutivo che collega Venezia a Portogruaro chiedendogli di promuovere un tavolo di confronto tra Trenitalia e Regione con comitati dei viaggiatori e organizzazioni di categoria. «Non passa giorno senza che l’assessore regionale ai trasporti minimizzi la portata dei disagi o che, alla mal parata, scarichi le colpe altrove». scrive Martella. «Sono solo parole – replica Chisso – Ho già risposto con i fatti raddoppiando il servizio nella notte critica».

 

GAZZETTINO – VENEZIA-PORTOGRUARO

Pendolari preoccupati nonostante la modifica per la corsa notturna. Ore 0.20, raddoppiano i bus sostitutivi.

Raddoppia il servizio di autobus sostitutivi nella notte tra sabato e domenica. Lo ha annunciato ieri l’assessore regionale Renato Chisso durante l’incontro con i sindaci e gli amministratori della linea dei Comuni sulla linea Venezia Portogruaro. Dopo i disagi registrati in diverse occasioni con l’autobus sostitutivo, la Regione ha deciso di aggiungere un altro pullman, sempre in partenza alle 00,20, nella notte tra sabato e domenica nel periodo di Pasqua e per tutta l’estate. Sul tema ieri è intervenuto anche il vicepresidente del Pd alla Camera, Andrea Martella, che con un’interrogazione al ministro Lupi ha criticato l’operato della Regione chiedendo l’intervento del ministero per evitare disservizi e disagi per i pendolari. Tra le modifiche all’orario cadenzato, Chisso ha comunicato anche l’intenzione di aggiungere dal lunedì al venerdì una corsa in partenza da Portogruaro alle 12,06 che poi riparte dalla stazione di Mestre alle 13,57. Confermata infine la decisione di anticipare alle 4,13 il treno delle 4,30 per Venezia.

All’incontro erano presenti sindaco e assessore di Quarto d’Altino, i sindaci di Marcon e Meolo, il vicesindaco di San Stino e gli assessori alla mobilità dei comuni di San Donà, Musile e Portogruaro. «Sono stati fatti dei piccoli passi avanti e il confronto resta aperto – commentano – ma rimangono i problemi dei fine settimana e della cancellazione di alcuni treni al termine del periodo scolastico, corse utilizzate in realtà anche dai lavoratori».

All’incontro era presente anche Nicola Nucera, in rappresentanza dei Comitati dei pendolari del Veneto Orientale e di Quarto d’Altino che ha presentato una proposta di modifica dell’orario per il treno delle 22.41 da Venezia. I più delusi sono i comitati: «Siamo preoccupati per il mancato ripristino dei treni notturni e per l’assenza di risposte sulle corse nei giorni festivi».

Risposte positive alle richieste per la Venezia-Bassano. Tutti gli autobus tra le 6 e le 8 del mattino diventeranno treni e fermeranno anche a Spinea e Salzano. È stata inoltre introdotta una corsa con tappa a Salzano alle 7,14 in direzione Venezia.

(M.Fus.)

 

Nuova Venezia – Treni. Pendolari a piedi nella notte.

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31

mar

2014

 

Bloccati a Mestre, pieno il bus sostitutivo per il Veneto Orientale

Bus sostitutivo pieno i pendolari restano a piedi

È arrivato a Mestre da piazzaleRomaa mezzanotte,manon c’erano più posti

I passeggeri hanno dovuto attendere un’ora. Comitati sul piede di guerra

L’autobus sostitutivo di mezzanotte è di nuovo strapieno e i pendolari sono costretti ad attendere a Mestre quasi un’ora l’arrivo di un secondo pullman. Ma peggio sarebbe andata a una ventina di viaggiatori a piazzale Roma, rimasti proprio a terra.

«Ridateci ciò che ingiustamente ci avete tolto. Abbiamo ampiamente dimostrato che il ripristino del treno delle 0.20 è improrogabile», tuonano i comitati dei pendolari. Proprio oggi i sindaci del Veneto Orientale torneranno a incontrare l’assessore Chisso per affrontare i nodi dell’orario cadenzato. La vigilia è di fuoco perché, nella notte tra sabato e domenica, è stato di nuovo il caos a bordo dell’autobus sostitutivo VE 803, che collega Venezia a Portogruaro. Si tratta della corsa in partenza da piazzale Roma alle 0.20 che, dallo scorso 15 dicembre, sostituisce i due treni che partivano da Santa Lucia dopo la mezzanotte.

A denunciare quanto accaduto sono i Comitati pendolari di Quarto d’Altino e del Veneto Orientale, che hanno ricevuto le segnalazioni di chi è rimasto vittima dei disservizi. Secondo il racconto, il pullman, da 50 posti, è partito da piazzale Roma già al completo. Ma ad attenderlo a Mestre, all’arrivo alle 0.35, c’erano molte altre persone.

«A questo punto l’autista ha richiesto un rinforzo: non poteva proseguire con la gente in piedi né farne salire altra», raccontano i pendolari, «dopo poco meno di un’ora, intorno all’1.30, è giunto un pulmino da 20 posti che ha caricato la gente rimasta a terra. Ma, ironia della sorte, diverse persone sono state costrette a stare in piedi. Finalmente i due automezzi sono partiti, un’ora dopo l’orario previsto, ma nessuno ha pensato alla ventina di persone rimaste a terra a Venezia». Molto duro il commento dei comitati altinati e del Veneto Orientale.

«Dire che sia vergognoso è ormai ripetitivo, come è ripetitivo ricordare gli unici responsabili di una situazione simile: l’assessore Chisso e il presidente Zaia», attaccano i comitati, «non si tratta di lotte partitiche. Chi ne rimette sono pendolari e viaggiatori, che hanno rischiato ancora una volta di non vedere soluzioni praticabili per il rientro a casa, che pagano e si trovano a dover attendere 55 minuti l’arrivo di un bus micro per farli stare in piedi lo stesso oppure che sono rimasti a Venezia appiedati».

I pendolari sottolineano che per una città turistica come Venezia è più che normale avere almeno un centinaio di viaggiatori in partenza sabato notte.

Giovanni Monforte

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Gazzettino – Venezia. Il caos del treno che non c’e’

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31

mar

2014

Ancora problemi sulla Venezia-Portogruaro: bus strapieno, pendolari a terra di notte

PROTESTE – Furiosi i comitati: «La situazione è vergognosa Regione assente»

SAN DONA’ – Ancora un disservizio con le corse sostitutive del treno delle 0.20 da Venezia

I bus non bastano: pendolari a piedi

Autobus insufficienti e venti pendolari a piedi anche sabato notte. Tornano a protestare i Comitati dei Pendolari del Veneto Orientale e di Quarto d’Altino per un nuovo disservizio di Trenitalia. Entrambi i Comitati chiedono a gran voce il ripristino del treno delle 00.20, poiché gli autobus sostitutivi non riescono a contenere tutti i pendolari e criticano l’indifferenza con cui la Regione Veneto ha accolto queste richieste.

L’ennesima difficoltà per l’utenza si è verificata sabato notte. Tutti occupati i 50 posti del bus in partenza da piazzale Roma alle 00.20 per Portogruaro. «Il bus parte con alcuni utenti in corridoio – riferiscono i pendolari- lascia a terra una ventina di persone. A Mestre alle 00.35 c’è diversa gente che aspetta di salire e l’autista richiede un rinforzo. All’1.30 arriva un pulmino da 20 posti, diverse persone viaggiano in piedi. I due automezzi partono un’ora dopo l’orario previsto ma nessuno pensa alla ventina di persone rimaste a terra a Venezia».

Per i Comitati dei Pendolari si tratta di una situazione «vergognosa, ormai è ripetitivo ricordare che gli unici responsabili sono il Presidente della regione Luca Zaia e l’assessore alla Mobilità Renato Chisso, muto, cieco e assente. Prima dell’entrata in vigore dell’orario cadenzato, amministratori locali e Comitati avevano fatto presente il necessario ripristino del treno. Siamo stati presi per venditori di fumo, mentre i fatti confermano che non parlavamo di aria fritta. Nonostante dica di rappresentare il popolo veneto Zaia si è dimostrato disinteressato e non curante dei problemi, lasciando tutto in mano a Chisso che non sa far fronte alla situazione e non ci riceve, precludendo un confronto costruttivo».

Secondo i pendolari nel corso della bella stagione questi disagi si ripeteranno. «È il fallimento. Chisso e Zaia prendetevi le responsabilità di quanto accade, siete pagati con i soldi nostri. E risparmiate il fiato per dire che «state lavorando». Bastava lasciare il treno che ingiustamente avete tolto. Abbiamo ampiamente dimostrato che il suo ripristino è improrogabile».

Davide De Bortoli

 

Nuova Venezia – San Dona’. Tav, Legambiente attacca Chisso.

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30

mar

2014

Lazzaro: «Bocciatura tracciato litoraneo sconfitta per l’assessore»

La bocciatura del tracciato litoraneo della Tav? «Una giusta e pesante sconfitta per la giunta regionale veneta e l’assessore Chisso».

Parole di Legambiente che, commentando la decisione del ministro Lupi di accantonare definitivamente il percorso basso, parla di un’importante vittoria contro il rischio di devastazione del territorio.

«Oggi, dopo una lunga battaglia, possiamo finalmente mettere una pietra sopra lo scellerato progetto disegnato da Regione e Rete Ferroviaria Italiana che, è bene ricordarlo, fino a pochi giorni fa era sostenuto con particolare veemenza dall’assessore Chisso come dal presidente Zaia», commenta Gigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto, «siamo sempre più preoccupati da questa dicotomica giunta regionale, che dice il contrario di quello che fa fino a quando non viene sbugiardata. Ma in ogni caso siamo ben felici che si siano finalmente resi conto che quel progetto avrebbe portato la devastazione di uno dei pochi tratti di territorio veneto ancora non coperti da infrastrutture pesanti».

Per Legambiente resta fondamentale il tema del consenso e del confronto, mancato totalmente nella vicenda del tracciato basso.

«Se dopo questa pesante sconfitta», conclude Lazzaro, «la Regione non avesse ancora capito che l’avvio di un percorso di progettazione di un nuovo tracciato deve vedere coinvolta la società civile, cogliamo l’occasione per ricordare che, al contrario di quanto è stato dichiarato dal ministro Lupi, non esiste alcun consenso del territorio su di un nuovo progetto, peraltro ancora inesistente».

(g.mon.)

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QUARTO D’ALTINO – In programma per domani, lunedì 31, nella sede mestrina di Veneto Strade, un nuovo incontro sull’orario cadenzato. L’assessore regionale Renato Chisso ha risposto alla richiesta della sindaca di Quarto d’Altino Silvia Conte, in accordo con gli amministratori di Marcon, Venezia e San Donà di Piave, fissando per lunedì un nuovo incontro per definire gli aggiustamenti all’orario cadenzato del servizio ferroviario regionale. Dopo gli ultimi incontri a cui hanno partecipato i sindaci, la Regione e Rfi, il nuovo orario cadenzato, partito lo scorso dicembre, aveva subito delle modifiche.

I sindaci però ora vogliono conoscere i dati e le analisi dei flussi pendolari precedenti e posteriori all’introduzione dell’orario cadenzato e avviare degli studi di fattibilità volti ad analizzare la sostenibilità e le opportunità legate all’introduzione di una linea suburbana sulla tratta Venezia-Portogruaro.

(m.fus.)

 

 

Denuncia dell’Osservatorio sulla legalità nella ricerca su ambiente e corruzione

Belloni: «Le procedure d’urgenza portano alle scelte più costose e devastanti»

C’è un modello veneto che non è solo quello delle piccole imprese e dell’export: riguarda gli appalti e ha a che vedere con «l’apparato amministrativo e burocratico con concentrazioni di potere davvero anomale».

Un contesto nel quale «il caso più eclatante è stato senza dubbio quello della potentissima segreteria regionale alle infrastrutture, il cui soggetto di vertice per anni ha, contestualmente, ricoperto la carica di amministratore delegato di Veneto Strade» per non dire dei ruoli nelle commissioni di Valutazione ambientale (Via) e Valutazione ambientale strategica (Vas) e gli incarichi come commissario straordinario, ad esempio al Passante di Mestre.

Il nome non si fa mai, ma è chiaro il riferimento a Silvano Vernizzi, il braccio destro dell’assessore alla Mobilità Renato Chisso. È questo uno dei passaggi più significativi – per ciò che riguarda il Veneto – del dossier “La corruzione divora l’ambiente”, il quarto quaderno dell’Osservatorio Ambiente e legalità di Venezia, nel quale si parla, oltre che della corruzione in senso stretto, anche di qui processi decisionali che – nelle amministrazioni pubbliche – si dimostrano poco trasparenti.

Il quaderno è stato presentato ieri dall’assessore all’Ambiente, Gianfranco Bettin, dal coordinatore dell’Osservatorio, Gianni Belloni, e dalla coordinatrice del comitato scientifico, Laura Fregolent. Il quadro che emerge dal quaderno è quello di un fenomeno in crescita, ma con caratteristiche differenti rispetto al passato.

«Dopo Tangentopoli», ha spiegato Belloni, «il volto della corruzione è cambiato. Alle mazzette, alle bustarelle utilizzate per corrompere amministratori pubblici disponibili, si sono sostituiti metodi più sofisticati, più difficilmente individuabili e quindi meno perseguibili legalmente: diversi gradi di “opacità” dei processi decisionali che, anche in Veneto, apronole porte alla corruzione».

Come dimostra tra l’altro, tra le più recenti indagini, il caso Baita per il Mose. «Un segnale allarmante è, ad esempio», ha aggiunto Belloni, «l’utilizzo sempre più diffuso delle cosiddette procedure d’urgenza rispetto alle grandi opere, procedure che spesso hanno portato a scegliere le soluzioni più costose e più devastanti dal punto di vista ambientale ».

Il quaderno dell’osservatorio verrà presentato sabato alle 14.30 al municipio di Marghera.Eper chi lo volesse è consultabile online (www.osservatorioambientelegalitavenezia. it).

Francesco Furlan

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LE INFRASTRUTTURE »I TRENI E L’ALTA VELOCITÀ

Tav, il governo trova i soldi

Vertice a Roma con i presidenti di Veneto e Friuli e i top manager di Rfi

Pronti 220 milioni per collegare il Marco Polo di Tessera con la stazione di Mestre

È prevista la realizzazione di una bretella ferroviaria tra l’aeroporto di Tessera Marco Polo e la stazione fs di Mestre

Finanziamento assicurato dal ministro Lupi: 1,8 miliardi di euro alta velocità Verona- Trieste: 7,5 miliardi di euro di investimenti

cifre e dati

18 passaggi a livello da eliminare nel tratto veneziano

1,8 Sono i miliardi che il governo ha messo a disposizione per l’alta velocità-alta capacità, meglio conosciuta come Tav, sulla linea Venezia-Trieste

156 Sono i chilometri della linea ferroviaria Venezia-Trieste: i lavori del primo tratto Mestre-San Donà furono finanziati nel 1879 e i treni iniziarono a viaggiare sul tronco il 29 giugno 1885 e un anno dopo fu collegato anche Portogruaro.

220 Sono i milioni di euro previsti per la realizzazione della bretella ferroviaria tra l’aeroporto di Tessera Marco Polo e la stazione ferroviaria di Mestre

7,5 Sono i miliardi dell’alta velocità nel tratto Verona-Trieste: l’intervento più importante riguarda Vicenza. Il progetto non ha ancora chiarito se la nuova stazione Tav va costruita in città o in zona Fiera: e i lavori sono bloccati

VENEZIA – Dopo il Mose a Punta Sabbioni e a Chioggia, l’alta velocità dei treni Venezia-Trieste, con la bretella che collegherà l’aeroporto Marco Polo di Tessera con la stazione di Mestre. Governo e Rfi sono pronti a staccare un assegno da 1,8 miliardi di euro per far correre i treni a 200 km l’ora con il raddoppio della linea costruita a fine Ottocento, quando l’Italia era da poco diventata una nazione e i turisti vedevano Venezia in cartolina. Oggi, che in laguna arrivano venti milioni di persone l’anno, la velocità media dei treni non è di molto migliorata. Anzi. E il motivo sta nel ritardo dell’alta velocità: progettata negli anni Novanta, è stata realizzata solo in alcuni tratti, con il Veneto fanalino di coda, a vantaggio dell’asse Milano-Roma e Bologna- Roma. Solo il tratto Padova-Venezia è stato plasmato per la Tav. Tanto che gli industriali del Veneto avevano chiesto a Matteo Renzi massima attenzione alle infrastrutture del Nordest. La risposta è stata immediata: dopo aver visitato il cantiere del Mose a Chioggia, sabato scorso, ieri il ministro Maurizio Lupi ha convocato a Roma il governatore del Veneto Luca Zaia e quello del Friuli Debora Serracchiani per annunciare loro che il governo è pronto a staccare un assegno da 1,8 miliardi per l’alta velocità da Venezia a Trieste. Attorno al tavolo anche il commissario straordinario per la Tav Bortolo Mainardi e i vertici di Rfi, l’amministratore delegato Michele Elia e il direttore area Investimenti Maurizio Gentile.

«L’alta velocità tra Venezia e Trieste va avanti. Abbiamo deciso di abbandonare il vecchio progetto del 2010 che si spostava sulla fascia litoranea e di elaborare un nuovo tracciato », afferma il ministro Lupi. «Sul nuovo tragitto c’è già il consenso del territorio per il tratto veneto e presto arriveranno le osservazioni dal Friuli Venezia Giulia. Rfi prenderà in considerazione le osservazioni e le verificherà in modo da poter avviare in tempi rapidi lo studio di fattibilità e il conseguente progetto da sottoporre al ministero dell’Ambiente per la Valutazione di impatto ambientale. Parallelamente alla progettazione della Tav, Rfi sta lavorando per velocizzare la linea esistente con interventi di ammodernamento tecnologico che permetteranno velocità fino a 200 km l’ora».

Per passare dalle parole ai fatti, si dovrà intervenire su alcuni nodi critici: la linea dei Bivi a Mestre, Bivio San Polo, passaggi a livello, nodo di Udine. L’investimento per queste opere è di un miliardo e 800 milioni di euro, soldi che non rientrano nel patto di stabilità ma dal piano finanziario di Rfi. La novità più importante, sottolinea il ministro Lupi, riguarda il collegamento ferroviario con l’aeroporto di Venezia. Se ne parla dal 1990 e il Sfmr di Net Engineering lo aveva messo al centro della metropolitana di superficie, una sfida tutta da vincere. In realtà, chi arriva in aereo al Marco Polo deve confidare sui bus Actv per raggiungere la stazione di Mestre e poi Venezia. «Con un investimento di 220 milioni riusciremo a garantire ai milioni di turisti di Venezia gli stessi servizi di Fiumicino e Malpensa e delle grandi città europee», spiega Luca Zaia. Il patto di ferro tra Lupi e il governatore veneto è di antica data: Zaia ministro dell’Agricoltura nel governo Berlusconi ha allacciato ottime relazioni istituzionali con l’allora vicepresidente della Camera dei deputati. Basta per superare il gap di infrastrutture? I soldi ci sono, ma il vero direttore d’orchestra si chiama Mauro Moretti.

Albino Salmaso

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Soddisfatti i sindaci di Quarto d’Altino e Roncade

Conte e Rubinato: bene l’abbandono del tracciato litoraneo

I cantieri: diciotto passaggi al livello da eliminare, restano gli imbuti dei «Bivi» a Mestre e a Monfalcone

MESTRE – Gli interventi per migliorare alcuni nodi critici, come la «Linea dei Bivi» (la tratta che permette di saltare la stazione di Mestre) e il bivio San Polo a Monfalcone. Ma anche l’eliminazione dei 18 passaggi a livello. Ecco gli interventi per potenziare la linea Venezia-Trieste esistente, in attesa che decolli il progetto della Tav in affiancamento ai binari attuali: l’obiettivo è far viaggiare i treni a 200 chilometri all’ora. Era stato già il commissario Mainardi, nel 2012, ad anticipare la linea d’azione. Per quanto riguarda i passaggi a livello, molti sono già stati eliminati con la metropolitana di superficie (Sfmr) e per altri i lavori sono in corso. Ne restano ancora attivi 18 tra Veneto Orientale e Friuli, tra cui due tra Meolo e Quarto d’Altino, uno a San Donà, tre a Ceggia, quindi uno nei pressi della stazione di San Stino, a Loncon e a Summaga, prima di giungere a Portogruaro. Per quanto riguarda i «colli di bottiglia», uno degli interventi più importanti riguarda lo sdoppiamento e lo scavalco del delicato nodo del Bivio San Polo a Monfalcone. Per la «Linea dei Bivi» a Mestre ( parzialmente riattivata), già il Piano regionale dei trasporti ne ipotizzava la completa riapertura, con la riattivazione anche del segmento più a est, così da consentire un itinerario alternativo per i treni merci. Rfi dovrà progettare pure il collegamento ferroviario con l’aeroporto Marco Polo. Sarà ripresa in considerazione la vecchia proposta di tracciato che correva in affiancamento alla bretella autostradale? Per quanto riguarda il Friuli, è previsto lo sdoppiamento e lo scavalco del bivio San Polo a Monfalcone, mentre l’intervento sulla Udine-Cervignano e quello, già finanziato, sul nodo di Udine, andrà a integrarsi con la modernizzazione dell’asse Adriatico- Baltico con il potenziamento tecnologico e strutturale della linea Pontebbana».

Intanto arrivano le prime reazioni positive. «Apprendiamo con sollievo che le richieste di noi sindaci di abbandonare il tracciato litoraneo sono state finalmente accolte e che Governo e Regione si sono orientati sull’ipotesi di ammodernamento della linea esistente. I nostri consigli comunali lo chiedevano dal 2011. Meglio tardi che mai», commentano Silvia Conte e Simonetta Rubinato, sindaci di Quarto d’Altino e Roncade, «confidiamo che ci venga fornita la documentazione in merito al progetto per capirne meglio costi-benefici, anche per chiarire se esso servirà per lo spostamento delle merci o delle persone».

Giovanni Monforte

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Il Pd: Corte dei Conti indaghi su sprechi 8 anni di TavIl consigliere regionale Bruno Pigozzo dopo l’annuncio del finanziamento statale di 1,8 mln per il nuovo tracciato: «Paghiamo conto salato per altalena ultimo 8 anni»

VENEZIA. L’annuncio del finanziamento da parte del governo di 1,8 miliardi per la realizzazione della tratta Tav Venezia-Trieste e l’accantonamento dell’ipotesi di tracciato balneare fanno insorgere gli esponenti del Pd.

«Speriamo che davvero il tracciato balneare sia formalmente archiviato, anche se attendiamo di vedere prima l’atto ufficiale – commenta Bruno Pigozzo, consigliere Pd e vicepresidente della commissione infrastrutture del Consiglio veneto – Resta tuttavia il salatissimo conto economico provocato dalle posizioni altalenanti delle Giunte regionali venete degli ultimi 8 anni: 1 milione di euro per ogni anno di questa delirante incertezza. Soldi che potevano più utilmente venire impiegati per le innumerevoli emergenze sociali che interessano la nostra regione, e sui quali chiediamo la verifica della Corte dei Conti».

Pigozzo e il Pd veneto contestano al presidente Luca Zaia e all’assessore Renato Chisso l’alternarsi dei diversi tracciati progettuali: prima, nel 2006, la Giunta veneta aveva deliberato il tracciato balneare, ricostruisce Pigozzo; poi a ottobre 2013, dopo l’insistenza pressante del territorio, del PD e del Consiglio regionale – fa notare Pigozzo – Zaia e Chisso hanno cambiato idea adottando una nuova delibera. «Tutto ciò – calcola il Pd – ha comportato una spesa di progettazione con soldi provenienti dall’Europa (3 milioni) e di fonte statale (5 milioni), di cui 3 anticipati dalla Regione stessa».

«Il Partito Democratico nel maggio 2011 – ricorda il vicepresidente della commissione Infrastrutture – aveva commissionato uno studio che dimostrava l’insensatezza di questo percorso dal punto di vista ambientale ed economico, e indicava chiaramente l’alternativa lungo il corridoio tra l’autostrada A4 e la linea ferroviaria esistente, oltre alla bretella di collegamento all’aeroporto. E anche gli enti locali hanno cercato con documenti formali di far comprendere alla Giunta la razionalità del percorso in affiancamento al corridoio autostradale esistente. Neppure il lavoro svolto dal Commissario straordinario, che dimostrava l’esistenza di alternative efficaci, nè la mozione approvata dal Consiglio regionale nel giugno 2012, nè la mia successiva interrogazione – conclude Pigozzo – hanno trovato ascolto. Solo ora Zaia e Chisso sembrano essersi ricreduti».

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Gazzettino – Salzano. Treni. “Vogliamo i nuovi orari”

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26

mar

2014

SALZANO – I pendolari scrivono all’assessore regionale Chisso

«Basta polemiche, ora chiediamo i fatti». Dopo il botta e risposta dei giorni scorsi tra i sindaci di Salzano e Spinea e l’assessore regionale Renato Chisso, ora i pendolari salzanesi hanno deciso di prendere carta e penna e muoversi in prima persona. I referenti del comitato hanno dunque inviato direttamente una lettera proprio a Chisso nel tentativo di ottenere le modifiche agli orari ferroviari invocate da dicembre.

Nel documento spedito ieri i pendolari fanno riferimento ad un accordo che sarebbe stato trovato al termine di una riunione svolta due mesi fa: «Il 20 gennaio scorso è stato raggiunto un accordo per far scattare da aprile le modifiche orarie – si legge nella lettera -. Vogliamo dunque stemperare una polemica che potrebbe penalizzarci e compromettere quell’accordo».

I pendolari poi allargano il concetto: «Sappiamo che il nuovo orario cadenzato mira a migliorare il sistema ferroviario e sappiamo anche che in molte altre linee ferroviarie ha già portato significativi miglioramenti – scrive il comitato -. La nostra situazione, invece, purtroppo è sensibilmente peggiorata. Chiediamo dunque che da aprile possano entrare in vigore le modifiche richieste, in un sereno clima di collaborazione».

Rispetto alle sfuriate registrate nei mesi scorsi pure in altri Comuni, il comitato di Salzano ha scelto la via del dialogo: nessun tono forte, nessuna minaccia di mobilitazione, ma un costante contatto con i vertici Regionali e di Trenitalia. La questione interessa tutti i Comuni del Miranese attraversati dalla linea ferroviaria Bassano-Venezia (Noale, Salzano, Martellago e Spinea) ed è sentita soprattutto a Salzano e Spinea, perché qui i treni fanno meno fermate. La riorganizzazione proposta dai pendolari prevede soprattutto più corse tra le sette e le otto del mattino, i lavoratori chiedono un miglior servizio anche al sabato e nei periodi di vacanze scolastiche. «Non chiediamo nulla di proibitivo – spiegano -. Nessun aumento di convogli, solo alcune lievi ma preziose variazioni d’orario». Chisso ha assicurato che a breve si terrà un incontro sul tema.

 

QUARTO D’ALTINO

Orario cadenzato

QUARTO – «Ancora problemi con il nuovo orario cadenzato. Chisso convochi un altro incontro con sindaci e Rfi». La sindaca di Quarto d’Altino, Silvia Conte, in accordo e per conto anche dei sindaci di Marcon, Venezia e San Donà di Piave, ha sollecitato un incontro con l’assessore alla mobilità e alle infrastrutture della Regione Veneto, Renato Chisso, sul tema dell’orario cadenzato del trasporto ferroviario locale.

«Ciò che vogliamo – spiega – è conoscere le soluzioni adottate o intraprese dalla Regione Veneto per superare le criticità manifestate, conoscere i dati e le analisi dei flussi pendolari precedenti e posteriori all’introduzione dell’orario cadenzato, avviare congiuntamente degli studi di fattibilità volti ad analizzare la sostenibilità e le opportunità legate all’introduzione di una linea suburbana sulla tratta Venezia-Portogruaro. Abbiamo chiesto all’assessore Chisso di invitare al tavolo anche i vari soggetti interessati, in particolare i referenti RFI.»

 

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