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Il giorno dopo la mancata approvazione del Pati e la conseguente richiesta di nomina del Commissario ad Acta, le opposizioni replicano alla maggioranza. Il capogruppo Alberto Polo di “Per Dolo Cuore della Riviera” non usa giri di parole. “La maggioranza non ha più i numeri: ne prenda atto!”. Ed aggiunge. «Il consiglio comunale di Dolo è ingessato per colpa di una maggioranza che non è più tale». Polo spiega le sue affermazioni. «Il terzo rinvio del consiglio dedicato all’approvazione del Pati dimostra che il progetto politico e amministrativo del sindaco Gottardo è miseramente fallito». Polo insiste… «Il problema è di natura politica: non ci sono consiglieri, che non abbiano interessi diretti dal nuovo Piano di Assetto del Territorio, disposti a metterci la faccia per votare quel documento. Non è bastato provare a dividere i singoli punti per ovviare alla legge che impedisce di votare chi trae beneficio dal PATI, non sono bastati gli ordini di scuderia, le pressioni, le commissioni alle quali non sono stati ammessi tutti i consiglieri che ne hanno diritto». Il portavoce dell’opposizione conclude. «L’esperienza Gottardo è finita, vittima di un generale conflitto d’interessi della sua stessa maggioranza». Da parte sua la Lega Nord rappresentata da Mario Vescovi e Giovanni Fattoretto, quest’ultimo ha distribuito durante il consiglio una copia dell’atto testamentario con cui Antonio Guolo destinò i fondi per l’ospedale di Dolo, ha aggiunto: “I consiglieri comunali hanno rilevato una grave violazione di legge dell’intero strumento urbanistico proposto per l’approvazione. A noi sembra che l’amministrazione ignori esistere un documento che ha determinato l’assetto del centro urbano dolese, il testamento di Antonio Guolo. Da tale disposizione si rileva il vincolo di inalienabilità dell’ospedale per volontà del benefattore Antonio Guolo. Prevedere nel PATI che l’originario insediamento dell’Ospedale conosciuto come Villa Massari e pertinenze possano essere alienate a privati, significa ignorare questo vincolo di inalienabilità che sta in piedi e opera contro ogni previsione superficiale.”

 

DOLO «Il consiglio comunale di Dolo è ingessato per colpa di una maggioranza che non è più tale. Il terzo rinvio del consiglio dedicato all’adozione del Pati dimostra, ancora una volta, comeil progetto politico e amministrativo del centrodestra e del sindaco Gottardo sia crollato dall’interno». Alberto Polo, capogruppo de “Dolo, Cuore della Riviera” commenta così l’esito del Consiglio di giovedì in cui il sindaco è stata costretta a rinviare ancora l’adozione del Pati (piano assetto territoriale intercomunale). Durissimo anche Mario Vescovi (Lega Nord), che chiede le dimissioni del sindaco. «In quattro anni di mandato non è riuscita a realizzare nessuna nuova opera né tantomeno di progettarne. In compenso ha aumentato tasse e tributi locali in contrasto con quanto aveva promesso in campagna elettorale. Per la sua incapacità di amministrare e condividere con i gruppi consiliari le scelte politiche che intende adottare, le chiedo di essere responsabile e di dimettersi». Dalla maggioranza fanno notare che alcuni consiglieri non hanno potuto partecipare al voto per presunte incompatibilità. «Il problema è di natura politica », obietta Polo, «la maggioranza non ha più i numeri: ne prenda atto». Il sindaco di Dolo ha deciso di chiedere la nomina di un commissario “ad acta” che adotti il Pati. Per Giorgio Gei (Ponte del Dolo) la questione, però, non è così semplice. «È l’ennesimo errore politico. La legge parla chiaro e il caso dolese è un caso politico e non tecnico. Un Pati condiviso con le minoranze ha i numeri per essere approvato, è la precaria maggioranza che non ha i numeri per imporre le sue scelte».

Giacomo Piran

 

Gazzettino – Project bond per il Passante di Mestre.

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20

giu

2014

INFRASTRUTTURE – La Cav, che gestisce l’opera, prima in Italia lancia l’operazione per raccogliere 700-900 milioni entro settembre

Il Passante a caccia di quasi un miliardo per ripagare i debiti e allungare la sua concessione. La società che gestisce i 32 chilometri da Dolo a Quarto d’Altino fortemente voluti da Giancarlo Galan per superare il “muro” della Tangenziale di Mestre godono di buona redditività e altrettanta solvibilità, tanto che sta studiando – prima in Italia – il lancio di un project bond della durata di 15 anni. «Contiamo di raccogliere sul mercato finanziario tra i 700 milioni e i 900 milioni – spiega Tiziano Bembo, presidente di Cav, la società al 50% Anas e al 50% Regione Veneto che gestisce il Passante di Mestre, 132,4 milioni di valore della produzione nel 2013 (114 milioni gli incassi dai pedaggi), 9,8 milioni di utile – cinque banche (Imi, Unicrdit, Rbs, Bnp Paribas, Societe Generale) cureranno l’operazione a un costo molto vantaggioso (0,25%). Per fine agosto Moody’s e Fitch dovrebbero aver fissato il nostro rating e poi il bond potrebbe essere piazzato sul mercato per settembre». Gli uomini di Cav confidano sull’investimento sicuro e pensano di strappare un 4% o anche meno: «Il Passante è già stato realizzato, questi fondi ci serviranno a ripagare l’Anas che ha anticipato a suo tempo i 1,216 miliardi per finanziare l’opera e il finanziamento di 423 milioni erogato nel 2013 dalla Cassa Depositi e Prestiti». Bei dovrebbe garantire il 20% del bond.
L’altra grande partita è l’allungamento della concessione la cui scadenza era prevista per il 2032: «Vogliamo arrivare al 2050 e questo per poter finanziare altre opere nel Veneto», dice Bembo.

(m.cr.)

 

Gazzettino – Pati, arriva il commissario

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20

giu

2014

DOLO – L’opposizione ha abbandonato l’aula sostenendo ragioni di “incompatibilità”

Sospeso per la terza volta il Consiglio, il sindaco si arrende e scrive al Difensore civico

IL SINDACO «Questa non è opposizione costruttiva» Maddalena Gottardo: «Tutte queste incompatibilità c’erano anche 4 anni fa quando sono stati approvati Prg e cementificazione?»

SCINTILLE – Il consiglio comunale di Dolo, ieri sospeso dopo il venir meno del numero legale

Per la terza volta il Consiglio Comunale non riesce a discutere ed approvare il Piano di Assetto del Territorio Intercomunale (Pati) dei Comuni di Dolo e Fiesso d’Artico e, perciò, oggi il sindaco Maddalena Gottardo invierà formale richiesta al Difensore Civico di nominare un Commissario ad Acta che avrà il compito di esaminare gli atti e di approvare il documento entro 60 giorni.
L’opposizione ha reso impraticabile la votazione con l’uscita ad uno ad uno dei propri consiglieri. Motivazione: l’incompatibilità prevista dall’articolo 78 del testo unico del regolamento degli Enti Locali e la conseguente impossibilità di prendere parte a discussione e votazione da parte di chi abbia interessi diretti o per parentela sino al quarto grado. Ai consiglieri di opposizione si sono aggiunti anche alcuni colleghi della maggioranza, facendo così venire meno il numero legale.
Il sindaco Maddalena Gottardo ha criticato il comportamento dell’opposizione: «Abbandonando l’aula ha dimostrato di non essere in grado di fare opposizione costruttiva, ma ci ha fatto anche sorgere dei dubbi. Dichiarando che l’ha fatto per motivi d’incompatibilità, ci si chiede se quattro anni fa, quando sono state approvate la cementificazione e il Prg, queste incompatibilità vi fosse già. Ad ogni modo ora tutto passa al Commissario che farà un esame tecnico e procederà finalmente all’approvazione». In realtà la situazione non è sgradita alla maggioranza, con qualche consigliere a dichiarare: «Siamo entrati senza secondi fini» e il capogruppo Paolo Menegazzo ha aggiunto: «Il nostro atteggiamento dimostra che siamo uniti e compatti».
L’opposizione ha criticato l’impianto del Pati e la mancanza di un confronto sui punti cardine. Alberto Polo e Giorgio Gei hanno evidenziato: «I dati contenuti sono ipotetici e illusori e prevedono una crescita della popolazione sino a 20.000 abitanti entro il 2025, cosa assolutamente impensabile, e uno sviluppo edificatorio e un aumento della cementificazione che andrebbe a diminuire gli spazi agricoli. La maggioranza non ha voluto coinvolgerci e farci partecipi di una collaborazione che poteva servire a migliorare l’impianto del Pati chiedendoci di uscire in caso d’incompatibilità e per tale motivo ha determinato l’inevitabile nostra decisione».

Lino Perini

 

DOLO «Dopo il secondo appello,mancando il quorum strutturale, dichiaro sciolta la seduta». Queste le parole del sindaco di Dolo, Maddalena Gottardo, che ieri ha rinviato per la terza volta consecutiva il consiglio comunale che doveva adottare il Pati (piano assetto territoriale intercomunale) di Dolo e Fiesso. L’assenza “strategica” dei dieci consiglieri di minoranza unita a quella di alcuni consiglieri di maggioranza, che non potevano partecipare al voto come previsto dall’articolo 78 del Testo Unico per presunte incompatibilità, hanno fatto mancare il numero legale rendendo impossibile il prosieguo dei lavori. Si apre ora la strada della richiesta al difensore civico regionale, il sindaco la farà stamattina, di nominare un commissario “ac acta” che adotti il Pati al posto del consiglio comunale. I lavori del “parlamentino” dolese erano iniziati con la lettura della normativa da parte del sindaco e con la decisione di votare per ambiti il Pati. Sono poi intervenuti Alberto Polo e Stefano Uva (Dolo Cuore della Riviera). «Ribadiamo che non siamo d’accordo con i metodi e i contenuti con cui è stato redatto il Pati. Per questo nonparteciperemo al voto». Il consigliere d’opposizione Giovanni Fattoretto (Lega Nord) ha analizzato la situazionedell’ospedale presentando il Legato Guolo, che nel suo testamento del 1852 donava dei terreni perché venisse fatto un ospedale a Dolo. «La conseguenzaè che l’ospedale diDolo è divenuto proprietario del terreno Guolo e di quanto ivi edificato con vincolo di inalienabilità. Prevedere nel Pati che l’insediamento dell’ospedale possa essere venduto a privati, significa ignorare questo vincolo». Critico anche Giorgio Gei (Ponte del Dolo). «Il vostro Pati conferma edificazioni che per noi sono aleatorie. La condivisione che voi dite è fittizia e proposta quando i giochi erano stati fatti». Usciti tutti i consiglieri di minoranza e tre consiglieri di maggioranza il numero legale è sceso a sette presenti con il sindaco che ha prima sospeso la seduta e mezzora dopo sciolto il consiglio comunale. Adesso la parte tecnica sarà presa in mano dal commissario ad acta che avrà 60 giorni per risolvere la questione.

Giacomo Piran

 

DOLO «Ci troviamo per l’ennesima volta a constatare il preoccupante silenzio che è sceso sul mantenimento del Giudice di pace di Dolo». A lanciare l’allarme è la Camera degli Avvocati della Riviera e del Miranese che esprime preoccupazione sul futuro dell’ufficio rivierasco. Entro il 28 giugno i sindaci dovranno comunicare al ministero se in grado di sostenere con proprie risorse i costi dell’ufficio; in caso contrario ci sarà l’accorpamento con Venezia. Il problema è il vincolo alle spese del personale fissato dal Patto di Stabilità. «Un mese fa i sindaci avevano espresso la volontà di cercare una soluzione al problema della copertura dei costi e della spesa del personale» ricordano gli avvocati «Non è stata avanzata nessuna iniziativa degna di rilievo e non è tale la richiesta di proroga del termine presentata al Presidente del Tribunale di Venezia considerato che, come quest’ultimo ha risposto, vi è una normativa di riferimento e un regolamento del Ministero». Intanto il tempo stringe. «Chiediamo vengano rispettati i cittadini», proseguono gli avvocati «e che l’accesso alla giustizia di prossimità sia concreto, effettivo e reale». Giampietro Menin, presidente della Conferenza dei sindaci, ricorda che i primi cittadini hanno inviato una richiesta al Presidente del Tribunale di Venezia e posto un quesito alla Corte dei Conti sulla fattibilità dell’impegno degli enti locali al cofinanziamento del personale per il Giudice di pace. «Siamo in attesa della risposta da parte della Corte dei Conti» dice «I comuni se c’è la possibilità troveranno tutte le soluzioni per mantenere l’ufficio. Diversamente non possiamo andare contro la legge».

Giacomo Piran

 

Gazzettino – Mira. Distretto sanitario rimandato a luglio.

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19

giu

2014

MIRA – Dubbi sulla proposta di Maniero di trasferire tutto a Oriago

La conferenza dei sindaci dell’Ulss 13 chiede approfondimenti

MIRA – Il progetto di trasferimento del distretto sanitario di Mira ad Oriago rinviato a metà luglio. Questo ha deciso ieri la Conferenza dei sindaci dell’Asl 13 riunita a Mira. I 17 sindaci dei comuni di Riviera e Miranese hanno discusso a lungo il progetto di trasferimento del distretto illustrato dal sindaco di Mira Alvise Maniero chiedendo approfondimenti e chiarimenti. Le strutture, oggi ospitate nell’inadeguata villa Lenzi, verrebbero trasferite nella lottizzazione di Piazza Mercato a Oriago, nell’area data in convenzione al Comune di Mira dal gruppo Ormenese per la nuova caserma dei carabinieri di Oriago che lo Stato ha invece chiuso a settembre, un edificio di mille metriquadrati disposti su due piani. Il pagamento della costruzione avverrebbe con una permuta con l’ex poliambulatorio di Oriago, che l’Asl 13 ha messo in alienazione. Diversi i dubbi emersi durante il dibattito, soprattutto per i tempi burocratici che costringerebbero a concordare con la Regione una nuova convenzione. «Prima si navigava nel buio sul nuovo distretto sanitario senza i soldi del fondo di rotazione della Regione e in un area osteggiata dagli stessi residenti – ha sottolineato il presidente della Conferenza dei sindaci Fabio Livieri – oggi almeno abbiamo una proposta e un progetto di massima che però va approfondito. Ci incontreremo a luglio con l’impegno di decidere». Nessun intervento dal sindaco di Dolo Maddalena Gottardo che invece propone di trasferire il distretto di Mira nell’ex tribunale di Dolo. Il Pd di Mira all’inizio dell’assemblea ha invece consegnato oltre 1500 firme a difesa del distretto sanitario a Mira. Le firme, raccolte nelle scorse settimane, sono state consegnate ieri pomeriggio dal segretario del Pd Albino Pesce e dal capogruppo Francesco Sacco nelle mani di Livieri e in copia al dg Gino Gumirato.

Luisa Giantin

 

Arino. Le analisi effettuate dai tecnici dell’Agenzia regionale escludono pericoli

Gli operai che lavorano nel settore danneggiato saranno spostati in altre aree

DOLO – Le analisi sui terreni, sull’acqua e sull’aria fatte dai tecnici dell’Arpav dopo l’incendio alla PolPlastic di Arino danno risultati incoraggianti. L’incendio ha coinvolto il reparto verniciatura dei manufatti in materiale plastico prodotti dalla ditta. Per spegnerlo sono state necessarie tre squadre di pompieri. Per dipanare ogni dubbio sulla pericolosità dei fumi immessi nell’ambiente sono state fatte delle analisi dai tecnici dell’Arpav. «Viste le condizioni meteorologiche, con provenienza del vento da nord-nord-est e la vicinanza (circa 200 metri) della zona residenziale» spiegano i tecnici dell’Arpav «sono stati effettuati, sottovento rispetto al capannone interessato dall’incendio, campionamenti di aria con canister, e delle misure istantanee di Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), in particolare nell’area dell’abitazione (civico 130 b) più vicina alla zona dell’evento». I risultati sono incoraggianti e fanno tirare un sospiro di sollievo al sindaco di Dolo Maria Maddalena Gottardo che li attendeva. «Le concentrazioni» spiegano i tecnici «hanno valori di poco superiori ai valori di picco che si possono rilevare in presenza di elevato traffico diesel, mentre le analisi non hanno evidenziato presenza di composti aromatici tipici dei prodotti di combustione, ma concentrazioni in tracce dei solventi utilizzati nelle operazioni di verniciatura». Con un secondo sopralluogo, eseguito in ieri tarda mattinata, si è chiuso l’intervento dell’Arpav. Sulle cause dell’incendio nell’azienda i militari dell’Arma e i pompieri intervenuti per fare i rilievi non hanno dubbi: si è trattato di incidente causato dal surriscaldamento di una ventola. Temporaneamente gli operai che lavoravano nel settore danneggiato dall’incendio saranno spostati in altre aree dello stabilimento.

Alessandro Abbadir

 

DOLO – Una petizione popolare per difendere l’ospedale di Dolo e l’Asl 13. È l’iniziativa promossa dal Comitato Bruno Marcato, dal Ponte del Dolo e dal comitato Opzione Zero assieme a decine di gruppi del territorio. Il primo gazebo per la raccolta firme si terrà domenica a Dolo nella rampa del “Cristo”. La petizione presenta sei richieste. Le prime chiedono il blocco dell’atto aziendale in attuazione delle schede ospedaliere e che queste siano completate dalle schede territoriali, oltre a confermare la classificazione dei presidi di Dolo e Mirano come ospedali di rete in due poli con servizi per acuti, emergenza, urgenza, chirurgiche e internistiche. Inoltre garantire lo stanziamento dei 22,5 milioni di euro già approvati dalla Finanziaria regionale 2010 e destinati al vecchio monoblocco di Dolo e di 1,5 milioni per il nuovo distretto sanitario di Mira, avviare i lavori di adeguamento del Pronto soccorso di Dolo. Intanto oggi alle 14.30 a Mira si svolge la Conferenza dei sindaci dell’Asl 13.

(g.pir.)

 

Nuova Venezia – Rogo alla PolPlastic, nube sopra Arino

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18

giu

2014

L’allarme scattato alle 5 del mattino, pompieri al lavoro per ore. Danni ingenti: potrebbero sfiorare il milione di euro

DOLO – Incendio alla PolPlastic spa ieri mattina in via Cazzaghetto ad Arino di Dolo al civico 127. Il surriscaldamento di un impianto ha mandato in fiamme un intero comparto dello stabilimento che si occupa di stampaggio e verniciatura di materie plastiche. Danni per quasi un milione di euro. Paura per una grande nube nera che si è alzata sopra il centro della frazione di Dolo e a Cazzago di Pianiga. Sulla tossicità dei fumi di combustione stanno indagando i tecnici dell’Arpav. Ad accorgersi verso le 5 di quello che stava succedendo sono stati gli operai che hanno visto divampare le fiamme da una cabina di lavorazione in pochissimo tempo. Su una vasta area del capannone il materiale è andato completamente a fuoco. Un gran fumo nero ed acre si è levato e gli operai, dopo aver fatto dei primi tentativi di contenere le fiamme, hanno chiamato in aiuto i pompieri. Vista la pericolosità dei materiali prodotti a causa della loro forte infiammabilità, sono state inviate dai vigili del fuoco tre squadre in soccorso, due dalla caserma di Mestre e un’altra da Mira. Sul posto con i vigili del fuoco sono arrivati anche i carabinieri dalla vicina Tenenza di Dolo. Allarmati i cittadini infatti hanno chiamato a ripetizione, a causa del forte odore acre che si respirava, sia i militari dell’Arma sia i vigili del fuoco. Immediatamente è stato avvertito anche il sindaco di Dolo, Maddalena Gottardo, che verso le 7 si è recata sul posto per capire se ci fossero problemi per la popolazione a causa dell’inalazione dei fumi. I pompieri hanno cercato di evitare che l’incendio si propagasse ad altre zone dell’azienda e per questo temporaneamente, per consentire le operazioni di spegnimento in tempi rapidi, sono stati evacuati i circa 70 operai che in quel momento si trovavano in zona. Grazie all’azione dei pompieri che hanno lavorato in team con idrovore e schiume, la propagazione dell’incendio è stato scongiurata. Le fiamme sono rimaste nell’area dell’ impianto che è stata circoscritta in circa 1.600 metri quadri. Per fortuna l’incendio non si è esteso anche al resto del capannone, dove erano collocati i depositi delle vernici. Alle 7 del mattino la situazione è apparsa sotto controllo, anche se i pompieri hanno lavorato ancora per diverse ore perlustrando tutto il capannone con termocamere per scongiurare il pericolo di focolai ancora accesi sotto il materiale da smassare dopo il rogo, per scongiurare la possibilità di altre fiamme. Sulla natura accidentale del rogo pompieri e carabinieri non hanno dubbi: la scintilla che lo ha innescato è partita all’interno di una cabina di lavorazione, a causa di una ventola che si sarebbe surriscaldata troppo. Il rogo si è quindi allargato danneggiando i sofisticati robot e alcune pompe per la distribuzione della vernice e anche lesionando le murature dell’edificio. Nella sede della PolPlastic di Arino lavorano a pieno 120 dipendenti. Quelli che lavoravano nel settore danneggiato saranno temporaneamente spostati in altri settori.

Alessandro Abbadir

 

«L’aria era irrespirabile, avevamo paura»

Residenti preoccupati. Ma i sindaci di Dolo e Pianiga rassicurano: i primi rilievi sono tranquillizzanti

DOLO «Abbiamo fatto subito fare i controlli dall’Arpav per capire se l’incendio ha sprigionato sostanze inquinanti o diossine. Grazie anche al gran vento che spirva ieri mattina, però, il fumonella maggior parte dei casi si è disperso in un’area più vasta, limitando fortemente un pericolo del genere». A dirlo è il sindaco di Dolo Maria Maddalena Gottardo dopo che ieri mattina insieme all’assessore all’Ambiente e alla Protezione civile Alessandro Ovizach è arrivata sul posto per capire se ci fossero rischi chimici per la popolazione. «Ci siamo dovuti chiudere in casa» spiegano alcuni residenti in via Cazzaghetto ad Arino «l’aria era praticamente irrespirabile. Era un forte odore acre, di materiale plastico. Abbiamo avuto davvero paura». La colonna di fumo nero si è innalzata per decine di metri nel cielo ed è stata vista a chilometri di distanza sia ad Arino che a Cazzago. Il sindaco di Dolo comunque tranquillizza i residenti. «Appena ho saputo dell’incendio » spiega Maria Maddalena Gottardo «sono arrivata sul posto e sono stata contenta di vedere che già alle 7 la situazione era sotto controllo. Ho chiesto ai tecnici dell’Arpav di fornirci i risultati delle analisi fatte sui terreni sull’aria e sull’acqua in tempi rapidi». A dare una mano ai pompieri sono arrivati anche alcuni volontari della Protezione civile e i vigili urbani. Nel frattempo anche il comune di Pianiga ha il suo territorio a due passi dalla Polplastic ha ordinato dei controlli. «I controlli sono stati fatti», spiega il sindaco di Pianiga Massimo Calzavara, «sia ad Arino che a Cazzago. Non abbiamo avuto segnalazioni sulla necessità di assumere provvedimenti. Siamo sicuri che alla fine le analisi certificheranno che pericoli per la popolazione non se ne sono mai corsi ». (a.ab.)

 

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