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Gazzettino – Guasto e nuovo orario: treni in tilt

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17

dic

2013

INSODDISFATTI – Non si contano i commenti dei pendolari irritati per i ritardi sopportati nei trasporti locali per il nuovo orario cadenzato. Insoddisfatto anche l’assessore regionale Renato Chisso, che auspica che Trenitalia rimedi al più presto ai disservizi riscontrati nell’avvio dei nuovi orari.

TRASPORTI – E l’assessore Chisso boccia il debutto del servizio cadenzato: «Non soddisfacente»

Il lunedì nero delle ferrovie: forti ritardi sulla Venezia-Padova, la rabbia di migliaia di pendolari

IN ATTESA – Ieri mattina il display alla stazione di Mestre indicava i ritardi dei treni nel primo giorno di servizio con i nuovi orari cadenzati

LUNEDI NERO DEI TRASPORTI

IL DEBUTTO – Ieri l’entrata in vigore del tabellone “cadenzato”

L’ASSESSORE – Chisso: « Un battesimo non soddisfacente»

Va in tilt la linea Venezia-Padova, ritardi a catena. Una ventina di regionali coinvolti, pendolari infuriati

Treni, un guasto sui binari si abbatte sul nuovo orario

Lunedì nero per i treni regionali. Ieri mattina, un guasto sulla linea Venezia-Padova ha provocato un filotto di ritardi, con almeno 20 treni regionali coinvolti. E pensare che ieri era il giorno del gran debutto dell’orario cadenzato. Certo, la «rivoluzione» era già partita domenica, ma la prova del nove era chiaramente riservata agli orari di punta nei giorni feriali e, in particolare, al traffico pendolare. Come ammette l’assessore regionale Chisso, «il battesimo del sistema di trasporto ferroviario su ferro non è stato certo soddisfacente; anzi è andato male, a causa di malfunzionamenti nei servizi resi da Trenitalia e dei conseguenti contraccolpi a catena».

Aveva visto giusto chi si immaginava una giornata di passione per i pendolari, anche se il grande imputato del caos è stato, più che il nuovo orario, il guasto che ha bloccato il regionale Venezia-Verona all’altezza di Vigonza, con il treno che non riusciva a «pescare» energia (la locomotiva del treno non riusciva a prendere corrente col pantografo dalla linea elettrica). Dalle 6 alle 9 inoltrate, sulla tratta Venezia-Padova ci sono stati rallentamenti e cancellazioni (14 treni Regionali hanno registrato ritardi fra 20 e 60 minuti e 6 sono stati soppressi), che hanno avuto anche ripercussioni sul nodo di Mestre e quindi su buona parte dei treni in transito. Per tutta risposta, in stazione a Mestre ieri mattina erano un po’ tutti con lo sguardo in su: drappelli più o meno corposi di pendolari in attesa sotto i tabelloni luminosi, sfiduciati dall’ennesimo ritardo e da una «rivoluzione» partita sotto un brutto auspicio.

Guastato il gran debutto, nei prossimi giorni, salvo altri contrattempi tecnici, si potrà valutare con maggiore chiarezza l’impatto del nuovo orario sulle abitudini dei pendolari, che intanto però hanno già lanciato su twitter l’hashtag (discussione) #orariocadenzato, dove sono raccolti giudizi e opinioni di chi è in questi giorni alle prese con la «rivoluzione» dei treni regionali. I «cinquettii» sono per lo più negativi. «Oggi è iniziato il grande ritardo cadenzato», scrive Luigi Marin. «Treno soppresso. Disastro. Iniziamo bene», continua Federico Ceccon. «Primo giorno disastroso», incalza Gianni Sensolo, mentre Alberto Filippi si limita a commentare laconicamente «regionale veloce per Venezia in ritardo di 50 minuti si ferma anche nelle stazioni più piccole. Che bello». Proprio via twitter il senatore Udc Antonio De Poli ha annunciato un’interrogazione al ministro Lupi. «Ciò che temevamo purtroppo è accaduto: il caos dei treni, pendolari a terra o costretti in vagoni strapieni. È evidente che siamo di fronte a un esordio negativo del nuovo orario cadenzato. Chiederò al ministro – conclude De Poli – quali iniziative intenda intraprendere per risolvere una situazione che sta provocando notevoli disagi».

 

E a Vigonza una donna muore a bordo. Altri ritardi

È stata una giornata funesta quella di ieri per la linea ferroviaria tra Padova e Venezia. Due gravi contrattempi, accaduti sempre all’altezza della stazione di Vigonza, hanno causato rallentamenti e disagi proprio nelle ore di punta per il traffico pendolare, il primo di mattina, il secondo in serata.
Non bastava il guasto che in mattinata aveva colpito una motrice proprio all’altezza della stazione di Vigonza e che aveva mandato in tilt la linea, rovinando il battesimo feriale del nuovo orario cadenzato. In serata si è aggiunta anche la morte di una donna anziana all’interno del regionale Vicenza-Venezia, fatto che ha causato nuovi e pesanti rallentamenti, con treni in ritardo quasi di un’ora.
La vittima si chiamava Maria Latini, aveva 77 anni e viveva ad Ascoli Piceno. Era in viaggio verso Venezia per passare le vacanze natalizie con il figlio, ma il suo cuore ha smesso di battere. Il personale del treno avrebbe avvisato i sanitari del Suem che una donna si era sentita male a bordo e per questo il convoglio è stato fatto fermare. Il treno – come riferisce Trenitalia – è stato quindi raggiunto dai sanitari in ambulanza. I soccorritori però non hanno potuto che constatare il decesso della donna.

(m.dor.)

 

SALZANO – Proteste contro il nuovo orario cadenzato

Treni, pendolari furiosi

«Studenti e lavoratori di Salzano non possono accettare il nuovo orario cadenzato dei treni. I pendolari sono sul piede di guerra, le loro proteste hanno portato solo ad un autobus sostitutivo che non accontenta nessuno». L’assessore alla Mobilità del Comune di Salzano, Lucio Zamengo, boccia la riorganizzazione degli orari proposta da Regione e Trenitalia. Il nuovo orario cadenzato è in vigore da domenica, giovedì alle 18 in sala consiliare a Salzano si terrà un’assemblea pubblica sul tema.

«Se si considera la sola tratta Salzano-Venezia – scrive Zamengo – molti treni non fermeranno più alla stazione di Salzano, passando da 19 a 16 treni giornalieri, con l’aggiunta di altri treni che però arrivano solo fino a Mestre. Per quanto riguarda il ritorno Venezia-Salzano, di 21 treni ne rimarranno solo 15 con fermata a Salzano, a meno di prendere un diretto da Venezia a Noale e poi prendere un altro treno per rientrare a Salzano».

(g.pip.)

 

LA VOCE DEL COMITATO – Pesanti rallentamenti nel Veneto orientale

«I passeggeri sono andati a piedi»

Orario rallentato, più che cadenzato. A segnalare i disagi dovuti ai ritardi nella tratta Portogruaro – Venezia è il Comitato dei pendolari del Veneto Orientale che ha in programma un volantinaggio per venerdì 20 dalle 6 alle 11 nell’area esterna alla stazione di San Donà. Ieri si è registrato un ritardo di 21 minuti del regionale 11112 delle 7.56, partito in realtà alle 8.15 da Portogruaro.

Altra segnalazione riguarda l’affollamento del treno delle 7.42 proveniente da Trieste, anche ieri risultato «con gente in piedi» a San Donà. Ancora ritardo di 20 minuti del treno delle 8.07 partito da San Donà alle 8.27. «Quelli che seguono sono tutti in ritardo – scrivono i pendolari – forse dovevano chiamarlo orario rallentato». E in serata il regionale 11151 da Mestre a Portogruaro delle 19.25 è stato addirittura cancellato.

Nicola Nucera di Legambiente spiega che «i ritardi si sono accumulati a catena. Ho preso il treno che arriva a Portogruaro alle 16.55, in ritardo di 10 minuti, ripartito poi per Venezia alle 17.06, mantenendo lo stesso ritardo di 10 minuti. È quanto accaduto anche per il regionale per Venezia delle 8.56, ripartito per Portogruaro alle 9.11, con un ritardo di circa 15 minuti. Con l’orario di prima le partenze erano al 12. minuto di ogni ora, l’arrivo a Portogruaro era previsto al 48. minuto, ora invece l’arrivo è al 55. minuto e la ripartenza al 6. minuto dell’ora dopo. In pratica ora il treno sosta solo 11 minuti, contro i 24 di prima, di conseguenza non riesce ad ammortizzare l’eventuale ritardo che si ripercuote sulla corsa successiva». Chiarita anche l’assenza del bus sostitutivo delle 00.21 da Venezia. Una pendolare spiega di aver chiesto spiegazioni all’assistenza clienti della stazione di Venezia. «C’è stato un fraintendimento con l’azienda che gestisce gli autobus. Comunque l’autobus stasera c’è».

Davide De Bortoli

 

LO SCIOPERO ACTV

Fermo il 33% dei bus e il 20% dei vaporetti

MESTRE – Uno sciopero in tono minore quello che ieri ha coinvolto il trasporto pubblico a Venezia e in terraferma. Indetto da Cgil, Cisl, Uil, Ugl Trasporti e Faisa Cisal, non ha provocato molti disagi e in città si è potuto viaggiare senza troppe difficoltà. Secondo i sindacati, l’adesione allo sciopero sarebbe stata del 50% per il settore automobilistico e del 40% in navigazione (tenuto conto dei servizi minimi). Per Actv, invece, negli autobus l’adesione si è fermata a 32,9% e nella navigazione al 20%, con cadenze più lunghe nella linea 2 e per il Giracittà, con mancata partenza per due corse delle Ferry boat. Anche lo sciopero del tram si è fermato al 20%, mentre a Chioggia nessuno avrebbe aderito alla protesta sindacale.

 

NUOVI ORARI – Montebelluna, Conegliano, Vittorio Veneto e Oderzo: in tanti sono rimasti a terra

Caos treni: «Come carri bestiame»

Corse in ritardo o soppresse, coincidenze saltate e corriere stracolme: lunedì nero per i pendolari

lunedì nero sulle rotaie

LA POLEMICA «Scuola e lavoro: mai puntuali»

INCUBO SU GOMMA – Assalto alle corriere: niente fermate intermedie

I RITARDI – Mezz’ora e perfino un’ora in diverse tratte provinciali

Da Conegliano a Belluno senza grandi intoppi ma il gelo fa brutti scherzi

I tagli dei treni hanno creato molti disagi tra i pendolari. Innanzitutto, i convogli rimasti dopo la soppressione di alcune corse sono stati presi d’assalto con viaggiatori costretti a condividere addirittura il vano portabici, se non la toilette. E chi riusciva a salire era già fortunato. Perchè nelle stazioni della Marca in molti sono rimasti a terra. Così com’è successo a Oderzo dove tanti si sono rivolti alla corriera ma anche quest’ultima, strapiena, non ha caricato altri viaggiatori fino a Treviso. Che dire, poi, dei ritardi? Un po’ tutte le tratte ne hanno accumulati, nell’ordine della mezz’ora, rendendo praticamente impossibile “afferrare” le coincidenze. Un caso a sè il Venezia-Udine che è giunto a Conegliano con un’ora di ritardo.

 

IL PARADOSSO – Molti pendolari ora chiedono il ripristino delle vecchie corse

VITTORIO VENETO – (la) Sorpresa: è partito senza grossi intoppi l’orario cadenzato sulla linea Conegliano-Vittorio-Belluno, una delle più problematiche vista l’assenza di elettrificazione e i lunghi segmenti a binario unico. Domenica, primo giorno festivo, non si sono registrati problemi. Ieri grande puntualità per i treni dalla montagna, perlomeno quelli che sono partiti: 4 convogli infatti hanno avuto problemi legati alla captazione della corrente a causa di gelo. Le batterie scariche hanno reso indisponibili altri due treni e nel conto vanno aggiunti sistemi antincendio non funzionanti. Ritardi inferiori al quarto d’ora, invece, hanno interessato parte di quelli per Belluno.

 

Treni e orario cadenzato: è il caos

Corse soppresse, coincidenze saltate e carrozze stipate come carri bestiame: pendolari in rivolta

LE POCHE carrozze sono state prese d’assalto dai pendolari che si sono trovati stipati come sardine perfino nel vano portabici e nella toilette.

Le proteste sono state numerose

INIZIO – settimana difficile per i pendolari che hanno dovuto fare i conti con il taglio di corse e l’affollameto delle carrozze In molti sono arrivati tardi a scuola

MONTEBELLUNA – Un treno al posto di due. Ed è il disastro. Mentre fino al 14 dicembre da Montebelluna verso Padova partiva un treno alle 6.42 e un altro alle 7.24, strapieni e con 4-5 carrozze ciascuno, il nuovo orario li ha sostituiti con un unico treno alle 7.11, lasciando poi un inspiegabile buco di 2 ore. Risultato? «Sulla tratta -spiega Romina Zamprogno- abbiamo viaggiato stipati nel vano portabici, se non nella toilette, come bestie in 4 carrozze e senza nessun’altra possibilità: con l’imbarazzo del capotreno anch’egli stipato tra i pendolari». Con rischi anche per la sicurezza: «Non c’era alcun margine di prestare soccorso agli utenti in caso di emergenza». E in molti sono rimasti a terra, già a Montebelluna. «Abbiamo viaggiato stipati come sardine in un treno cortissimo che dovrebbe coprire l’affluenza di persone che prima avevano a disposizione due treni -sbotta Arianna Pizzolato- È una vergogna. E poi si sono accumulati ritardi su ritardi».

ODERZO – A Oderzo i pendolari se l’aspettavano. Treni in ritardo, orari che non consentono di prendere le coincidenze. Chi ieri mattina è partito con il treno delle 7.28 è arrivato a Treviso alle 7.55, troppo tardi sia per entrare in classe che per andare al lavoro. Non è andata meglio a chi andava verso Portogruaro. Il treno delle 8.01 da Oderzo è arrivato a Portogruaro con 10’ di ritardo, facendo così perdere la coincidenza delle 8.37 per Trieste; il treno successivo era alle 10.47. E dato che è stata cancellata la corsa delle 7, molti hanno preso il pullman. Risultato: corriera stracolma. Il mezzo ha raccolto viaggiatori fino a Oderzo. Poi non ce ne stavano più, perciò ha proseguito senza fermarsi fino a Treviso.

VITTORIO VENETO – Sulla linea Sacile-Conegliano-Venezia non sono mancati i disagi nel primo giorno di orario cadenzato feriale. Ritardi e cancellazioni sono però problemi con i quali i pendolari sono abituati a convivere. A provocare i maggiori disagi sono state le peripezie del regionale 2805, arrivato a Conegliano alle 6.55 anziché alle 6.04 e limitato a Mestre, che ha costretto chi era diretto in laguna a salire su un altro convoglio. Soppresso da Conegliano a Treviso anche il 2737 del mattino, arrivato a Venezia 24 minuti dopo il previsto. Nell’altro senso di marcia non ha circolato il regionale 2734, interamente cancellato. Un’ora di ritardo per il Venezia-Udine-Trieste, partito da Mestre e arrivato a Conegliano alle 9.21 anziché alle 8.21.

MOGLIANO – Clima teso tra i pendolari di Mogliano (circa 2mila al giorno tra studenti e operai) per l’entrata in vigore dell’orario cadenzato dei treni. C’e un “buco” di quasi due ore (dalle 8.54 alle 10.45) nelle corse da Mogliano a Mestre che non va giù agli utenti del servizio ferroviario.
Sull’argomento il gruppo consiliare di “Mogliano Democratica” ha presentato un’interpellenza al sindaco Giovanni Azzolini per sapere quali provvedimenti intende prendere l’amministrazione per non penalizzare ulteriormente il trasporto ferroviario.

(hanno collaborato Laura Bon, Annalisa Fregonese, Luca Anzanello e Nello Duprè)

 

Treni pendolari nuovi orari vecchi disagi

GIORNO INFAUSTO L’avvio dell’orario cadenzato dei treni regionali ha creato molti problemi ai pendolari, complici anche alcuni guasti sulle linee

Esordio nel caos per il servizio cadenzato. Veneto, pesanti disagi con ritardi e soppressione di convogli. Proteste anche in Friuli

70 SULLA CARTA LE CORSE IN PIÙ

14 CONVOGLI IN RITARDO

15-20 MINUTI DI ATTESA DELLA COINCIDENZA

LE PROTESTE – L’assessore invita a segnalare i disagi via e-mail o per telefono

Treni: orario nuovo, disastri vecchi

La promessa era quella di rivedersi ad orario applicato, per aggiustare il tiro. L’assessore ai Trasporti del Veneto Renato Chisso era stato chiaro con i pendolari, con tanto di e-mail dove depositare le contestazioni. Ieri, primo giorno lavorativo di applicazione del nuovo orario cadenzato non è andato tutto liscio come l’olio, complice anche lo sciopero del personale che ha ingigantito ulteriormente i disagi. Ed ad ammetterlo è lo stesso assessore che parla di un battesimo insoddisfacente. Le 170 corse in più sulla carta, i bus notturni, non hanno evidentemente funzionato come avrebbe dovuto essere. E se la domenica era già stata di passione, ieri c’è stato il bis. Le proteste hanno riguardato più o meno tutte le tratte. Furiosi i pendolari della Venezia-Salzano e ritorno, che hanno perso 3 treni (da 19 a 16), anche se di fatto sono stati aggiunti convogli che però di fermano a Mestre. Criticità che pesa più nelle ore di punta: «Al mattino per arrivare a Venezia prima delle 8, ci sarà solo un treno, più un altro con cambio a Mestre, spiegano i pendolari». E ci si è messa pure l’energia elettrica a creare disagio. La circolazione ferroviaria tra Padova e Venezia dove 14 treni regionali hanno registrato ritardi tra i 20 e i 60 minuti e 6 sono stati cancellati proprio nell’ora di punta.

Malumori anche a Este dove il convoglio delle 7 del mattino, quello che raccoglie i pendolari, si è presentato con due sole carrozze: gente stipata e persone che a Terme Euganee non sono riuscite a salire, più o meno quello che è accaduto per il Montebelluna-Padova. L’elenco dei ritardi è ancora più drammatico e non fa sconti a nessuno, neppure i treni a lunga percorrenza: 71 minuti per il Vicenza-Venezia, 83 per il Venezia-Verona. Il Venezia-Vicenza ha sommato più di un’ora di ritardo, mentre i collegamenti con il rodigino sono stati rallentati di almeno tre quarti d’ora. Disagi anche in Friuli Venezia Giulia. Due ritardi, uno di 13 minuti sul treno del mattino Tarvisio-Udine-Trieste e uno di 20 minuti sul treno delle 7.50 Udine-Trieste. Poi il disagio per chi ha dovuto fare i conti con le fermate soppresse di Mossa e Capriva e per i lavoratori della Danieli di Buttrio che da Pordenone e Sacile devono ora sobbarcarsi venti minuti in più di viaggio. Un altro tragitto della disperazione è quello da Belluno a Venezia. Tralasciando il fatto che il treno arriva in laguna alle 8.30, troppo tardi per chi lavora o studia, c’è il gravissimo problema del sovraffollamento, delle attese in stazione e dei ritardi. Molti pendolari per non arrivare tardi a destinazione hanno preso il treno prima. E in questo caso si fanno i conti con una levataccia (4,48 per chi andava a Padova). A Conegliano infatti la linea “s’interrompe” e si deve attendere la coincidenza da Udine: dura restare 15-20 minuti al freddo sul binario! Ed è il disastro. Ancora peggio a Montebelluna in direzione Padova, mentre prima c’erano partiva un treno alle 6,42 e un altro alle 7,24, che viaggiavano sempre strapieni, il nuovo orario li ha sostituiti con un treno unico alle 7,11. Poi c’è un buco di due ore. Morale della favola, tutti in carrozza stipati come sardine, pure nel vano portabiciclette. A Oderzo chi non è riuscito a salire sul treno ci ha provato con la corriera, ma inutilmente.
In serata altri disagi, questa volta l’orario cadenzato non c’entra. La morte di una donna a bordo di un treno all’altezza di Vigonza (Padova) ha provocato nuovi rallentamenti, dopo il guasto ad un convoglio ferroviario della mattina, sulla linea Padova-Venezia, di fatto andando a “colpire” più nodi ferroviari.
E che le cose non funzionino lo dice anche la Ue. É infatti l’Italia il Paese col più alto tasso di insoddisfazione per puntualità ed affidabilità dei treni. Secondo i dati, l’Italia è al primi posto nella graduatoria degli insoddisfatti col 44%; seguita da Germania (42%), Polonia (40%) e Francia (39%). Le percentuali europee in positivo più alte si registrano in Irlanda, Lettonia, Austria e Gran Bretagna (sopra il 73%). Non è una bella fotografia.

 

LE REAZIONI – Per il consigliere Pettenò (FSV) un pessimo esordio. Interrogazione del senatore De Poli (Udc)

«Problemi enormi, ora intervenga il ministr

La protesta arriva fino a Roma. Per il consigliere regionale della Federazione Sinistra Veneta, Pietrangelo Pettenò, il nuovo orario ferroviario più che cadenzato è disastrato. «Già da settimane – ricorda Pettenò – giungono richieste di modifica del nuovo orario che, su alcune linee, prevede delle soppressioni che danneggiano lavoratori e studenti e, ciò nonostante, la Regione assieme a Trenitalia non ha fatto quasi nulla per venire incontro alle richieste di cambiamento. Delle due l’una: – ribadisce – o l’orario cadenzato è una bufala, o gran parte del materiale rotabile è da buttare». I consiglieri del Pd Pigozzo e Ruzzante lanciano la patata bollente a Chisso, chiedono vada a riferire in Consiglio. Il senatore Antonio De Poli (Udc) si è rivolto al Ministro dei Trasporti con una interrogazione. «Sono molti i disagi che si stanno registrando in queste ore: il treno Bassano-Padova strapieno con molti pendolari costretti a rimanere a terra – sottolinea – A Vigonza un guasto tecnico ha bloccato il treno Padova-Venezia e provocato ritardi che hanno fatto saltare le coincidenze. A causa del problema 14 treni regionali hanno registrato ritardi fra 20 e 60 minuti e 6 convogli sono stati cancellati. A Campodarsego, secondo quanto mi hanno riferito alcuni cittadini, dei due treni su 4 cancellati dal nuovo orario, soltanto uno ha funzionato mentre l’altro è stato soppresso. E’ evidente che siamo di fronte a un esordio fallimentare del nuovo orario cadenzato”.

 

L’ASSESSORE CHISSO «É andato tutto male, mi auguro che chi gestisce garantisca il servizio»

Chisso non minimizza, anzi, rincara la dose. Del resto in tempo non sospetto aveva già messo le mani avanti fornendo un numero verde e una e-mail alla quale affidare i possibili disagi provocati dal nuovo orario cadenzato. E mai profezia fu più azzeccata, parlare di soli disagi è infatti minimizzare, difficile spiegarlo a tutti quei pendolari che si sono trovati alle 7 del mattino con -2 gradi ad attendere i convogli per decine di minuti, o restare addirittura a piedi. «É andato tutto male, a causa di malfunzionamenti nei servizi resi da Trenitalia e dei conseguenti contraccolpi a catena. – sottolinea l’assessore – Io però credo in quello che il suo amministratore delegato ha definito il migliore standard di servizio a livello europeo e, nell’invitare tutti gli utenti a segnalare criticità e a inviarci suggerimenti, attendo che chi svolge il servizio lo assicuri, così come è stato assieme stabilito che debba funzionare».
A creare disagi, laddove non si si è messo il nuovo orario ci hanno pensato la cattiva captazione di corrente da parte di almeno quattro convogli a causa del gelo, batterie scariche che hanno reso indisponibili altri due treni, sistemi antincendio non funzionanti anch’essi a causa del gelo, e così via, hanno causato ritardi a catena per troppi convogli. «Certo, siamo tutti di fronte ad un sistema nuovo, ma al momento non possiamo valutarlo nella sua funzionalità proprio a causa di queste disfunzioni, che potevano e sarebbero capitate anche con il vecchio sistema – ha detto Chisso – mi auguro però che non si ripetano. A chi continua a speculare dico solo che far funzionare i treni non è una scelta politica, di destra o di sinistra, ma un dovere di tutti, Trenitalia in testa, che dobbiamo continuare a tenere sotto pressione».
E per cercare di far fronte ai disagi l’assessore torna a suggerire a coloro che utilizzano il treno di spedire osservazioni, segnalazioni e proposte all’indirizzo nuovorariocadenzato@venetotreni.it, oppure di utilizzare il numero verde gratuito 800042822, in orario d’ufficio.

 

Nuova Venezia – Treni cadenzati, subito disagi

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16

dic

2013

Via al nuovo orario. Oggi prova del fuoco e sciopero

Orario cadenzato, ecco i primi disagi

Ieri debutto soft ma già qualche problema. Meno corse nei festivi e il sindaco di Quarto d’Altino è costretta a usare l’auto

Oggi è il giorno della verità per il nuovo orario ferroviario cadenzato del Veneto, che ieri ha debuttato sui binari della nostra regione. Con il ritorno al lavoro dei pendolari, infatti, anche il nuovo sistema, voluto dalla Regione, andrà pienamente a regime, con le 800 corse previste al giorno contro le 600 quotidiane del vecchio orario. Anche se Trenitalia e Regione invitano ad attendere almeno due settimane prime di stilare un bilancio, è chiaro che tutti gli occhi sono puntati su oggi, per capire l’impatto del nuovo sistema sulla vita delle migliaia di pendolari.

Ieri l’esordio è avvenuto secondo copione. Debutto soft sul fronte ritardi, con qualche problema segnalato al mattino per un paio di treni sulla Verona-Venezia (circa mezz’ora di ritardo per il Regionale 20859) e per un convoglio sulla Trieste-Udine-Venezia. Ma nel complesso non sono state segnalate particolari criticità.

Secondo copione, però, hanno trovato anche conferma tutti i motivi di protesta che hanno animato in queste settimane i pendolari, in particolare i turnisti. A iniziare dal problema del numero ridotto di corse nei giorni festivi e negli orari mattutini e serali. A farne le spese è stata anche il primo cittadino di Quarto d’Altino, Silvia Conte, proprio uno dei sindaci più attivi nella battaglia al fianco dei pendolari. Delegata all’assemblea nazionale del Partito Democratico, ieri mattina Conte ha preso di buon’ora la Frecciabianca in partenza da Mestre per Milano alle 7,02. Peccato che nei giorni festivi il primo treno da Quarto d’Altino consenta di arrivare a Mestre solo alle 7,08. Risultato: al sindaco è toccato prendere la macchina per arrivare a Mestre, con maggiori costi tra benzina e parcheggio. Proprio come aveva paventato nei giorni scorsi Legambiente Veneto Orientale. Come è accaduto al sindaco Conte, anche diversi pendolari turnisti hanno lamentato il fatto di dover raggiungere in auto il proprio posto di lavoro, con un inevitabile aumento dei costi dovuto al tragitto in auto, ma soprattutto all’abbonamento per i parcheggi in città. Contro il sindaco di Quarto, però, si schiera il consigliere provinciale della Lega Nord, Roberto Dal Cin, che rilancia le dichiarazioni dell’ingegner Domenico Menna, il super consulente della Regione che aveva bollato come irrealizzabili le proposte formulate dai sindaci per il miglioramento degli orari sulla Portogruaro-Venezia: «L’ingegner Menna dice che le proposte del sindaco Conte sono irrealizzabili. Come per altre situazioni ben note, Conte sta strumentalizzando anche i pendolari, usandoli solo per attaccare la Regione, non per risolvere il vero problema».

Tornando alle rimostranze dei pendolari, il vecchio orario è andato in archivio con la pacifica protesta di un gruppo di utenti che sabato sera si è radunato alla stazione di Venezia Santa Lucia per un ultimo viaggio sul Regionale delle 23,56 per Udine, da ieri anticipato alle 23,04 nonostante la raccolta di firme promessa dagli stessi pendolari.

Intanto, alcuni utenti lamentano alla stazione di Mestre la mancanza di un’adeguata segnaletica per indirizzare i viaggiatori verso il nuovo binario “Giardino”.

Da annotare, infine, due iniziative in cantiere per i prossimi giorni: il Comitato pendolari del Veneto Orientale sta organizzando un volantinaggio per venerdì mattina, mentre mercoledì alle 20,30 esponenti politici del Pd, pendolari e ambientalisti si sono dati appuntamento a Meolo per una prima assemblea pubblica di verifica.

Giovanni Monforte

 

Al gelo aspettando il bus sostitutivo

Una donna incinta fra i turnisti beffati: inutile attesa da mezzanotte alle due

Sono arrivati a piazzale Roma, all’altezza della fermata Sita, per prendere l’autobus sostitutivo che avrebbe dovuto riportarli nel Veneto Orientale. Ma del pullman, previsto in partenza a mezzanotte e 21 di domenica, non c’era traccia. Il primo giorno del nuovo orario cadenzato si è tramutato subito in una beffa per i turnisti. A denunciare l’accaduto è il Comitato Pendolari del Veneto Orientale, che ha raccolto sulla propria pagina Facebook le segnalazioni di numerosi utenti.

«Alle 0.10, insieme a molti altri pendolari, mi sono recato a prendere l’autobus sostitutivo del treno per tornare a San Donà», ha raccontato un pendolare, «eravamo in molti, tra cui una futura mamma incinta di sette mesi. Abbiamo aspettato fino alle 2 di notte, al freddo e senza nessuna possibilità di parlare con qualcuno delle Ferrovie. Dell’autobus neppure l’ombra e così siamo stati costretti a scomodare altre persone perché ci venissero a prendere per tornare a casa».

I pendolari peraltro segnalano che la fermata dell’autobus è male indicata. Alcuni utenti hanno comunicato già ieri il disservizio alla Regione, mentre altri si sono rivolti agli uffici dell’assistenza alla clientela. Ai pendolari è stato assicurato che l’autobus sarà attivo già da oggi.

(g.mon.)

 

LUNEDì DI SOFFERENZA

Sciopero del trasporto pubblico

Vaporetti e bus fermi (9-13), stop all’extraurbano Atvo (16,30-20,30)

Ancora una giornata di sofferenza per chi usa i mezzi pubblici per spostarsi: oggi c’è uno sciopero nazionale per il rinnovo del contratto, atteso ormai da 6 anni. Lo sciopero interesserà dalle 9 alle 13 il trasporto urbano e dalle 16.30 alle 20.30 l’ extraurbano. A proclamare la giornta di astensione dal lavoro sono stati i sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Fna-Ugl, Faisa-Cisl. Per quanto riguarda la situazione di Venezia, lo sciopero avrà modalità specifiche per ogni settore. Cominciamo dai vaporetti e dagli autobus Actv: il servizio di movimento automobilistico e di navigazione, i servizi di manutenzione turnisti e i servizi di biglietteria distaccati Vela saranno interessati dallo sciopero dalle 9 alle 13: i rimanenti lavoratori dei settori non turnisti, vale a dire personale amministrativo, impiegatizio, usiliario, servizi di manutenzione, distaccati delle biglietterie di Vela, saranno interessati dall’agitazione sindacale nelle prime quattro ore del loro turno di servizio. Per quanto riguarda Alilaguna, Linea spa, Nordest mobility, Jjtaca e Pmv il servizio di queste altre aziende di trasporto lagunare sarà interessato dallo sciopero dalle 9 alle 13 e negli impianti fissi nelle prime 4 ore del turno di lavoro. Chiudiamo con il trasporto extraurbano: il servizio di trasporto extraurbano dei pullman di Atvo, le biglietterie e i verificatori saranno interessati oggi dallo sciopero tra le 16.30 e le 20.30, mentre per gli addetti negli impianti fissi, leggi officine e impiegati, braccia incrociate nelle ultime quattro ore del turno di lavoro.

 

Treni cadenzati. Oggi all’alba la prova del nove

Avvio soft ieri, complice la giornata festiva

Le coincidenze costituiscono l’incognita maggiore. Primi problemi nel veneziano

Dopo tante polemiche, che si trascinano minimo da cinque mesi, ieri è entrato in vigore il nuovo orario annuale delle Ferrovie dello Stato e quello cadenzato dei treni regionali. Ieri, giorno festivo, non si sono registrati problemi, ma la prova del nove ci sarà solo oggi, in particolare nelle prime ore del mattino, quando prenderà il via anche il nuovo orario nei giorni feriali, molto più capillare rispetto a quello che resterà in vigore al sabato, alla domenica ed in tutti i giorni festivi. Da ricordare, da subito, alcuni orari fissi giornalieri, che riguardano i padovani che prendono il treno in stazione.

I regionali per Bologna partono (quasi ogni ora) al minuto 10; i locali veloci per Vicenza-Verona, senza fermate sia a Mestrino che a Grisignano e a Lerino, al minuto 38; quelli per Camposampiero, Castelfranco, Montebelluna, Feltre, Belluno al 29 e quelli per Mestre e Venezia Santa Lucia al 21. Verso Venezia, il primo treno locale per la città lagunare è alle 5.05; il primo per le Dolomiti alle 5.29; il primo per Monselice, Rovigo, Bologna alle 6.10 (con arrivo alle 7.43). Ancora, per Verona alle 6.38; per Treviso, via Castelfranco-Paese, alle 6.46 (l’arrivo è previsto alle 7.51), mentre il convoglio per Bassano del Grappa parte alle 6.16. Più o meno immutati gli orari mattutini delle Prime Frecce Argento per Firenze Santa Maria Novella-Roma Termini: la partenza è alle 5.53 con arrivo nella capitale alle 9.10 ed alle 6.42, con il treno non stop che arriva a Termini alle 9.35. In pratica si vola perché i cinquecento chilometri tra la città del Santo e quella del Papa vengono percorsi in meno di tre ore. La Prima Freccia Bianca, invece, per Milano/Torino resta alle 6.48 (l’arrivo previsto è alle 10.50). Il primo Italo, del Nuovo trasporto viaggiatori, parte alle 6.53 ed arriva a Roma Ostiense alle 10.25.

Leggendo attentamente il nuovo orario si nota, purtroppo un’altra sorpresa. Alla sera l’ultimo treno regionale parte da Venezia Santa Lucia alle 22.05 non solo la domenica, ma anche al sabato. Ed infine l’orario cadenzato resta un rebus per le coincidenze. «Come sono state programmati i trasbordi da un treno all’altro?» domanda Ilario Simonaggio, segretario regionale Filt «a questo punto non ci resta che aspettare di verificare quello che succederà oggi in tutte le stazioni del Veneto».

Felice Paduano

 

Quattro ore di sciopero per tram e bus

Dalle 8.30 alle 12.30 in Aps Holding e dalle 8.15 alle 12, in BusItalia, tram e bus con il contagocce a causa del nono sciopero nazionale, indetto da Cgil, Cisl ed Uil, per sollecitare il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, scaduto da sei anni. In città e nelle province di Padova e Rovigo lo sciopero assume anche un connotato prettamente territoriale perché, da mesi, è in atto la tenace protesta degli autoferrotranvieri per modificare il progetto di fusione tra Aps Holding ed ex Sita. In BusItalia la mobilitazione è appoggiata anche dal sindacato di base Adl/Cobas, i cui attivisti, guidati da Stefano Pieretti, terranno un presidio, dalle nove in poi, davanti ai cancelli degli uffici di via del Pescarotto. «Non è possibile che gli autisti dell’ex Sita, a parità di lavoro, ricevano uno stipendio con 250 euro in meno rispetto a quello dei colleghi dell’Aps» dice Pieretti.

(f.pad.)

 

E sui binari è già guerra al “cadenzato”

Notturni soppressi, caos per le corse sostitutive mai partite. E per protesta tutti sull’ultimo treno 

Non si placano le proteste dei pendolari trevigiani per l’introduzione dei nuovi orari cadenzati dei treni. Disservizi, ritardi e lunghe attese sembrano essere già cominciati. La denuncia arriva dal “Comitato pendolari del Veneto orientale” che lamenta il caos di ieri sera quando alcuni treni sono stati sostituiti da autobus che non sarebbero mai arrivati. Sabato una singolare protesta: un gruppo di viaggiatori ha preso in massa l’ultimo… ultimo treno da Venezia a Treviso, in partenza alle 23.56, ora cancellato. Si temono problemi anche per le giornate feriali, a partire da oggi, vero banco di prova del nuovo piano ferroviario. I primi a non credere nella bontà dei nuovi orari sono gli habitué.

«La verità è che si lasciano liberi i corridoi per i treni veloci, le varie “frecce”. Di fatto dalla stazione di Mogliano ci saranno meno treni per Venezia. Per la tratta Treviso-Venezia se prima c’era un buco di un’ora e quaranta adesso saremo sguarniti di un treno per ben due ore, dalle 9.34 alle 11.34. Una vergogna se si pensa che parliamo di una città strategica anche per l’economia della Marca, molti turisti infatti non dormono in laguna ma negli hotel dell’entroterra e di fatto si trovano a piedi», spiega Luigi Podda, docente all’università di Padova e pendolare da trent’anni. Non crede alle migliorie apportate dalla riorganizzazione di Trenitalia nemmeno Claudio Peris, portavoce dei pendolari del capoluogo: «È inaccettabile che Treviso non abbia un treno dopo le 23. Così si isolano le città impedendo qualsiasi attività culturale e turistica. Non si fa altro che danneggiare un territorio e la sua economia. Inutile parlare di metropolitana di superficie se poi ci si ritrova ad avere meno treni e più disservizi».

Valentina Calzavara

 

Corriere delle Alpi – Orario cadenzato, oggi le prime corse

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15

dic

2013

TRENI»LA RIVOLUZIONE

Battesimo per il nuovo sistema, spariscono i diretti da e per Venezia e a Conegliano la sosta sarà di almeno 20 minuti

BELLUNO – La “rivoluzione” ha inizio. È entrato in vigore oggi il tanto discusso (a Belluno più che altrove) riordino degli orari dei treni, meglio conosciuto come “Orario cadenzato”. Un riassetto drastico, che tra le novità più rilevanti ha portato alla pressochè totale soppressione dei “diretti” verso Venezia, con unico superstite quello in partenza alle 18.36 dal capoluogo regionale: insomma, è stato salvato il Venezia-Belluno, non il Belluno-Venezia. Praticamente “illesa”, invece, la tratta da e per Padova.

A inaugurare la nuova era (con orari festivi), tuttavia, saranno due “rotture di carico”, visto che il nuovo sistema prevede la partenza alle 6.16 di due convogli: quello diretto a Venezia-Mestre e quello diretto a Padova. Il primo sbarcherà i suoi passeggeri a Conegliano alle 7.18, 22 minuti dopo la partenza per la laguna, dove la meta sarà raggiunta alle 8.32 (dopo 2 ore e 16 minuti), mentre il secondo “scalerà” a Conegliano sempre alle 7.18, ma ripartirà alle 7.55, per arrivare nella città di Sant’Antonio alle 9.01 (dopo 2 ore e 45 minuti).

Domenica scorsa, tabelle orarie alla mano, con il diretto si poteva partire da Belluno alle 6.02 e arrivare a Venezia-Mestre alle 7.52, con un tempo di percorrenza di un’ora e 50 minuti, ma è anche vero che partendo alle 5.22 (il primo treno disponibile domenica scorsa) si faceva ugualmente scalo e si impiegavano due ore e 51 minuti.

Per Padova, invece, domenica scorsa si impiegava da un’ora e 56 a 2 ore e 16 minuti (tutti diretti).

Orari feriali. Linea Belluno – Padova. Il primo treno parte alle 4.48 e l’ultimo alle 19.48. C’è una corsa ogni ora con partenza al minuto 48. Tempo di percorrenza 2.13 minuti.

Linea Padova – Belluno. Il primo treno parte alle 5.29 e l’ultimo alle 21.29. C’è una corsa ogni ora al minuto 29. Non ci sono le corse delle 8.29 e delle 10.29. Alla sera non ci sarà più la corsa delle 22.46.

Linea Belluno – Conegliano. Il primo treno parte alle 5.16 e l’ultimo alle 19.16: una corsa ogni ora al minuto 16, non ci sono le corse delle 9.16 e delle 11.16. Da Conegliano parte un treno ogni ora per Venezia, con una attesa per i bellunesi di 20-30 minuti.

Linea Conegliano – Belluno. Il primo treno parte alle 6.41 e l’ultimo alle 20.41: c’è una corsa ogni ora al minuto 41. Saltano le corse delle 10.41 e 11.41

Linea Belluno – Calalzo. Il primo treno parte alle 7.45 e l’ultimo alle 20.45. C’è una corsa ogni 45 minuti. Non ci sono le corse delle 10.45, 11.45 e 12.45.

Orari festivi. Linea Belluno – Padova. Il primo treno parte alle 7.48 e l’ultimo alle 18.48.

Linea Belluno – Conegliano. Il primo treno parte alle 6.16 e l’ultimo alle 19.16. Saltano quattro corse rispetto all’orario feriale.

I treni per Padova non fermeranno più nelle stazioni di San Giorgio delle Pertiche, Campodarsego e Vigodarzere. Il primo treno da Belluno a Padova è anticipato di 18 minuti rispetto a prima, ma a Padova non c’è nessuna coincidenza con Roma. I tempi di percorrenza media da Belluno a Roma, stando a quanto riferito nei giorni scorsi dai sindacati, passano da 5.19 ore a 6.22 ore.

Marco Ceci

 

I MINUETTI

Sono costati 3,5 milioni l’uno porteranno 350 passeggeri

BELLUNO – Si chiama Minuetto, ha una capacità di carico di 150 posti a sedere più 200 in piedi (350 passeggeri in tutto) e può raggiungere i 130 chilometri orari, anche se sulle linee bellunesi non supererà i 100, per ragioni di sicurezza imposte dalla struttura ferroviaria stessa. Non sono propriamente l’ultimo parto della tecnologia ferroviaria italiana (la produzione dei modelli in questione è iniziata nei primi anni 2000), ma i 4 nuovi treni che da oggi saranno in servizio sulla Belluno-Conegliano bastano e avanzano per garantire una svolta epocale del parco mezzi in dotazione al Bellunese.

«Ce ne saranno altri due di riserva, pronti all’evenienza», ha precisato l’ingegner Maria Giaconia, direttrice di Trenitalia per il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, «e il loro costo è di circa 3 milioni e mezzo di euro. Saranno dedicati in esclusiva a questa linea, sono mezzi moderni, con tecnologia all’avanguardia, rispondenti ai parametri europei, più comodi e con minori emissioni. Con l’entrata in vigore dell’orario cadenzato, poi, si risparmieranno ogni giorno 5 mila chilometri di Diesel in regione».

Ma i quattro Minuetti sono solo l’inizio di un percorso. Non solo di aggiornamento per il parco mezzi in dotazione al bellunese.

«Nei prossimi mesi saranno sostituiti gradualmente anche i mezzi sulla linea Belluno-Montebelluna-Padova e nel giro di 2-3 contiamo di ammodernare l’intera flotta regionale. Il sistema? Non è rigido, monitoreremo le criticità, si può sempre cambiare, ma su scala macro: il sistema è calibrato anche su snodi come quello di Milano, bisogna tener conto delle esigenze di tutti».

Relativamente alla velocità d’esercizio, invece, Giaconia precisa: «La velocità media dei treni in Veneto è di 58 chilometri orari, sulla Belluno-Conegliano è di 55: sono mezzi ottimali per sfruttare al meglio le potenzialità e le caratteristiche della rete ferroviaria esistente, ovvero della media distanza».

(ma.ce.)

 

Bond: «Ora va calibrata la gomma»

Il consigliere regionale chiede che i due sistemi di trasporto siano subito integrati 

BELLUNO «L’arrivo di questi treni nel Bellunese è il frutto di un lungo lavoro. Non sono treni nuovi, sia chiaro, ma sono di ultima generazione, in perfette condizioni e garantiranno un salto nel futuro rispetto al parco mezzi precedente. Ma la partita non finisce qui». È stato chiaro il consigliere regionale Dario Bond, ieri presente al battesimo dei 4 neoacquisti delle ferrovie bellunesi in rappresentanza della Regione, che ha ricordato anche come «l’orario cadenzato dovrà essere monitorato in ogni sua fase, anche per questo ho attivato una casella di posta elettronica (treni@dariobond.it) per avere un dialogo serrato con i pendolari. Le segnalazioni saranno raccolte in maniera organica in un dossier periodico che consegnerò all’assessore Chisso e alle strutture regionali». Ma cosa manca oggi? La seconda fase, appunto, che secondo Bond «deve promuovere un coordinamento puntuale e funzionale tra autobus e treno. È basilare l’integrazione gomma-rotaia e quindi l’integrazione con i servizi della Dolomitibus. Per questo vanno rivisti gli orari: treno e autobus non dovranno sovrapporsi. Continuerò a vigilare sulle tratte bellunesi e dell’Alto Veneto. Da anni mi occupo di treni e so quali sono i disagi quotidiani, dai treni-carri bestiame ai ritardi. Sono convinto comunque che ogni miglioramento passi attraverso il dialogo e il confronto con i tecnici e le strutture regionali, al di là del facile allarmismo. L’ammodernamento dei mezzi è un primo passo concreto verso una valorizzazione della nostra ferrovia».

(ma.ce.)

 

AGGUERRITA Carola Arena ieri in stazione ferroviaria a sostegno dei pendolari moglianesi

TRENI NEL CAOS – La candidata del Pd ieri in stazione per un appello

LA CRITICA – Ridurre le corse graverà ancora su studenti e lavoratori

Pendolari senza pace: «E la metropolitana?»

ROULETTE RUSSA Così la Arena definisce il disagio dei pendolari alle prese con ritardi e soppressioni dei treni senza prevviso

MOGLIANO – Viaggiatori mobilitati, Arena chiede alla Regione di rivedere le nuove corse

Sfmr in ritardo, pronta una raccolta firme

I pendolari della stazione ferroviaria di Mogliano sono sul piede di guerra per l’annunciata riorganizzazione delle corse della tratta Udine-Venezia che dovrebbe scattare il 15 dicembre prossimo con la soppressione di alcuni treni. In difesa del servizio pubblico di trasporto ha preso posizione Carola Arena, candidato sindaco per il centrosinistra di Mogliano, la quale ha lanciato un appello all’assessore regionale alla mobilità Renato Chisso.

«I pendolari hanno già subito abbastanza. Il piano della Regione andrà a compromettere ulteriormente una situazione già tragica per studenti e lavoratori che, tutti i giorni sono costretti a prendere il treno. Ridurre ulteriormente le corse, in nome di una non meglio precisata riorganizzazione del servizio, significa mettere tutti i pendolari nella condizione di scegliere il trasporto privato, creando intasamenti sulla rete stradale, maggiori costi e un aumento dei livelli dell’inquinamento dell’aria».

Tagliare alcune corse contrasta con il progetto della Metropolitana leggera di superficie che prevedeva il passaggio di un treno ogni quarto d’ora sulla tratta Treviso-Venezia. La Metropolitana, che fa discutere ormai da 15 anni, prevede anche un mega parcheggio scambiatore alla stazione di Mogliano, oltre alla realizzazione della nuova fermata tra Marocco e La Favorita di Mestre. Interventi che per il momento restano un sogno per i circa 2 mila pendolari che ogni giorno partono e arrivano alla stazione di via Toti Dal Monte.

«I moglianesi -aggiunge Arena- non possono ogni mattina trovarsi a fare i conti con una roulette russa determinata dalla fortuna o meno di salire su convogli stracarichi, spesso sporchi e freddi. Assessore Chisso: riveda quel piano e restituisca ai lavoratori e agli studenti di Mogliano la certezza di un trasporto pubblico che sia realmente un servizio dignitoso, sicuro e efficiente».

Intanto si annuncia una raccolta firme per chiedere una data certa sul decollo della Metropolitana leggera di superficie.

Nello Duprè

 

QUARTO D’ALTINO – Contro l’orario cadenzato

I pendolari chiedono aiuto anche al direttore dell’Ulss

Chiedono aiuto anche al direttore generale dell’Ulss 12, Giuseppe Dal Ben, i pendolari che protestano per il nuovo “orario cadenzato” dei treni regionali che entrerà in vigore domenica prossima. Ieri il comitato dei pendolari di Quarto d’Altino & San Donà ha scritto al dg dell’azienda sanitaria veneziana perché organizzi un tavolo di confronto con Regione e Trenitalia.

«Il problema interessa molti dipendenti dell’Ulss, in particolare turnisti, che usano i treni per raggiungere i posti di lavoro – spiega il responsabile del comitato, Luciano Ferro – con questo nuovo orari spariscono i treni usati dai lavoratori il sabato e la domenica. E sarà più difficile organizzarsi anche per i turni serali».

La settimana scorsa, incontrando comitati e sindaci, lo stesso assessore regionale alla mobilità, Renato Chisso, aveva riconosciuto la necessità di correggere alcuni errori e sistemare dei problemi aperti, come quello appunto delle corse tagliate nei giorni festivi. Una prima correzione del nuovo orario doveva essere ultima per ieri. E l’occasione per riparlarne ci sarà oggi, alle 13, alla stazione Santa Lucia, alla presentazione dei nuovi treni Flirt prodotti dal costruttore svizzero Stadler, in collaborazione con Ansaldo – Breda, acquistati dalla Regione proprio per incrementare il servizio di trasporto ferroviario locale a orario cadenzato. Presente, con Chisso, anche la responsabile della direzione regionale di Trenitalia, Maria Giaconìa.

 

In treno sulla linea peggiore d’Italia

La Padova-Calalzo in cima alla triste classifica stilata da Legambiente

La Padova-Calalzo come la Circumvesuviana o la Potenza-Salerno: secondo la classifica di Legambiente, la trafficatissima linea, utilizzata dai pendolari che, dalla Pedemontana, sono diretti all’Università di Padova, ma non solo, primeggia nella classifica delle dieci peggiori tratte italiane.

I sovraffollamenti nei vagoni più volte denunciati dai pendolari, i treni cancellati all’ultimo momento, la sporcizia segnalata in varie occasioni proiettano la tratta che attraversa anche la stazione di Montebelluna nel poco invidiabile Olimpo dei peggiori. Come evidenziano i dati di Legambiente la Padova-Calalzo fa acqua da tutte le parti.

«Gli utenti lamentano un peggioramento della qualità del servizio -riassume il report ambientalista- con ritardi e soppressioni a sorpresa e senza alternative sostitutive su gomma. La linea è di 155 chilometri che vengono percorsi a circa 50 chilometri l’ora, ed è un esempio del disinteresse della Regione nei confronti dei pendolari».

     E la Regione invece di reperire le risorse per mantenere e migliorare il servizio ha deciso di tagliare. La situazione della Padova-Calalzo è affiancata a quella della Venezia-Milano, dove «sono scomparsi i treni interregionali e i pendolari saranno costretti a cambiare treno a Verona, perdendo tempo, o a prendere le Frecce, con prezzi ben più cari».

Per quanto riguarda Montebelluna, secondo “Il risveglio di una generazione”, coordinamento dei pendolari, «sia sulla tratta Padova-Belluno che sulla Montebelluna-Treviso rispetto alle indicazioni di quest’estate qualcosa è stato migliorato: in particolare sulla Treviso-Montebelluna con treni di rinforzo nella fascia mattutina e serale».

Sulla Padova-Belluno resta però un problema esplosivo. «La mattina -continuano i pendolari- nella fascia più calda, fra le 7 e le 9, c’è un solo treno per i pendolari, quello delle 7.11. Stiamo spingendo per un treno di rinforzo alle 7.30 o l’anticipazione di uno dei successivi». Stiamo cercando di insistere anche con contatti diretti con la Regione».

E il comitato di pendolari della Venezia-Belluno-Calalzo precisa: «È strumentale e fuorviante quanto affermato dall’assessore regionale riguardo ai processi partecipativi che avrebbero coinvolto le associazioni dei pendolari; restano assolutamente irrisolte le questioni sostanziali che riguardano il nuovo orario per gli utenti di questa linea, prime fra tutte il forte allungamento dei tempi di percorrenza, la mancanza di treni diretti da e per Venezia e l’arrivo in orario».

 

Legambiente: la tratta al quarto posto tra le peggiori d’Italia. Oggi 22 nuovi convogli

PENDOLARI – In rivolta contro il nuovo orario Trenitalia. E ora la “bocciatura” da parte di Legambiente

Treni, Padova-Calalzo maglia nera

Sembra quasi un tiro al bersaglio, il sistema ferroviario veneto si trova a fare lo slalom tra le contestazioni. Dove non arrivano i Comitati dei pendolari (ce ne sono oltre una decina) ci pensano i giovani di “Trenitardo” che con puntigliosa precisione indicano nero su bianco ogni minuto di sforamento degli orari. E a chiudere il cerchio arriva anche “Legambiente” che nella “top ten” delle linee ferroviarie più disastrate d’Italia ha dedicato un corposo capitolo anche a quelle venete, per la precisione la linea che collega Calalzo con Padova, passando per Belluno considerata la quarta peggiore d’Italia dopo la drammatica Circumvesuviana, Roma-Nettuno e le 13 linee ferroviarie tagliate a Torino. Veneto che in questo “elenco dolente” è presente accanto a Campania, Piemonte e Lazio, ma che è virtuoso in tema di aumenti del prezzo dei biglietti. Quella di Calalzo è comunque una linea “bollente”. Qualche giorno fa una decina di sindaci era salita su un vagone a Feltre per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi della linea.
Intanto la Regione Veneto, prima ancora che il nuovo orario cadenzato venga varato (il 15 dicembre), comincia già a mettere mano alle correzioni tenendo conto delle richieste degli utenti. Nel dossier Legambiente gli utenti della tratta lunga 155 chilometri lamentano un peggioramento della qualità del servizio, con ritardi e soppressioni a sorpresa, passeggeri lasciati a terra senza informazioni e comunicazioni ma soprattutto senza alternative sostitutive su gomma. E l’indice viene puntato anche contro la soppressione di 8 treni giornalieri tra Venezia e Milano. Sono stati cancellati i treni “interregionali” che permettevano a una grande e variegata utenza di muoversi lungo le numerose città che sono intorno alla linea. – denuncia Legambiente – Motivo del taglio? La Regione Veneto che in questi anni non ha mai investito sui collegamenti pendolari dovendo tagliare da qualche parte ha preferito farlo sui treni che divideva con la Lombardia. «La conseguenza per i poveri pendolari è che sono costretti a un cambio obbligato a Verona, con un aumento incredibile del tempo di percorrenza. – precisa Legambiente – In particolare la cancellazione del convoglio in partenza da Milano alle ore 7,25 e che ferma a Brescia, Verona, Vicenza, Padova e arriva a Venezia alle 10,56 risulta essere uno dei più frequentati dagli studenti universitari che da fine anno rischiano di non avere un’alternativa valida su una delle principali direttrici nazionali». Me se da una parte il dossier inchioda la rete, dall’altra le “diplomazie” stanno lavorando per cercare di tappare le falle. Come assicura l’assessore Renato Chisso con Trenitalia e con Rete ferroviaria italiana sono aperti tutti i canali di dialogo per risolvere sia il problema della tratta Milano-Venezia, sia quelle più locali. Oggi a Venezia verranno presentati da Chisso, assieme alla responsabile della direzione regionale di Trenitalia Maria Giaconìa, i nuovi treni “Flirt” prodotti dal costruttore svizzero Stadler, in collaborazione con Ansaldo – Breda, acquistati dalla Regione per incrementare il servizio di trasporto ferroviario locale a orario cadenzato che partirà il 15 dicembre. Si tratta di 22 convogli, composti da 4-6 vagoni l’uno, per un costo complessivo che supera i 200 milioni di euro. Treni che verranno posizionati nelle tratte più congestionate e che andranno ad integrare i nove treni Vivalto di Trenitalia.

Daniela Boresi

 

FERROVIE – LA CLASSIFICA DI LEGAMBIENTE

BELLUNO – Peggioramento della qualità del servizio, ritardi e soppressioni a sorpresa, passeggeri lasciati a terra senza informazioni e senza alternative sostitutive su gomma.

Sono solo alcune delle premesse che hanno permesso alla linea ferroviaria Padova-Calalzo di ottenere la poco lusinghiera quarta posizione nella classifica delle 10 linee ferroviare peggiori d’Italia per i pendolari formulata da Legambiente nell’ambito della sua campagna Pendolaria, dedicata alla mobilità sostenibile e ai diritti di chi ogni giorno si sposta in treno.

Peggio che in provincia va solo alla Circumvesuviana, una delle linee più frequentata in Campania, che Legambiente definisce «una autentica vergogna italiana», sulla Nettuno-Roma e in Piemonte, con il taglio di 13 linee.

«I comitati dei pendolari denunciano da tempo la disastrosa situazione di una linea ferroviaria di 155 km di lunghezza, che ogni giorno raccoglie un largo bacino di utenza, fra studenti e lavoratori pendolari», sottolineano da Legambiente, «e si sono spesi per proporre miglioramenti immediati come il ripristino del raddoppio del binario nella stazione di Pederobba per favorire l’incrocio dei treni e quindi una velocizzazione della percorrenza, attualmente ferma intorno ai 50 km/h».

Ma il problema, come purtroppo sa chi è costretto a usare il treno per andare al lavoro, a scuola o all’università, non va meglio sulla tratta tra Belluno e Venezia.

E l’ultima novità in negativo, allargando la visuale, riguarda la soppressione di 8 treni giornalieri tra Venezia e Milano nel nuovo orario che entrerà in funzione il 15 dicembre.

«Per quei tre milioni di cittadini che ogni giorno prendono il treno per andare a lavorare la situazione diventa ogni giorno più difficile», mette in risalto il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini. Eppure di quella che è una vera e propria emergenza nazionale, la politica non sembra intenzionata a occuparsi. Negli ultimi anni il servizio in larga parte delle Regioni è andato peggiorando per la riduzione delle risorse e l’incertezza sul futuro, per cui i treni sono sempre più affollati, spesso in ritardo e con le solite vecchie carrozze. Per chi si muove in treno ogni giorno la situazione è spesso disperata».

E le situazioni peggiori si vivono in Piemonte, Campania, Lazio e, appunto, Veneto. Secondo il rapporto di Legambiente, inoltre, la media degli aumenti tariffari nella nostra Regione dal 2011 a oggi è stata del 15%, a fronte di un taglio dei servizi pari al 3,35%.

Altri valori che fanno finire le linee ferroviari regionali nella lista nera. Al quinto posto dopo la Padova-Calalzo si collocano l’Arquata Scrivia-Genova Brignole, seguita dalla Mantova-Cremona-Milano, Siracusa-Ragusa-Gela, Campobasso-Isernia-Roma, Bologna-Porretta Terme e la Potenza-Salerno.

Martina Reolon

 

IL PD PROTESTA

Così l’orario cadenzato penalizza i treni feltrini

FELTRE – Dei tre diretti con Venezia, due saranno cancellati e l’unico che resta avrà un tempo di percorrenza più lungo di un quarto d’ora. Chi vorrà tornare in treno verso Feltre poi, sarà costretto a farlo via Castelfranco perché sparirà l’alternativa (più corta) via Treviso- Montebelluna, con il risultato che gli utenti dovranno comprare un biglietto da 100 chilometri a 6.40 euro invece di un chilometrico da 90 pagandone 6.05.

Il nuovo orario cosiddetto cadenzato in vigore da domenica solleva la protesta del Pd, che presenterà al prossimo consiglio comunale un ordine del giorno riferito ai treni Feltre-Venezia e Venezia-Feltre con cui si chiede di reintegrare i diretti e di incrementare le corse di ritorno via Treviso-Montebelluna. Nel weekend è previsto anche un gazebo per la raccolta firme.

«Ci siamo domandati cosa comporti per i feltrini l’introduzione del nuovo piano di trasporto ferroviario e se per Padova non cambia sostanzialmente nulla, anzi c’è una sorta di ottimizzazione, nella tratta con Venezia i disagi ci saranno», attacca il consigliere Alessandro Del Bianco, che ha firmato il documento insieme al capogruppo Marcello Malacarne e all’altro consigliere Ivan Dalla Marta.

«Ci sono tre punti che il cadenzato va a sconvolgere. Il primo è la corsa diretta verso Venezia delle 7.31 del mattino che non verrà più effettuata. Era l’unica in andata da Feltre senza cambi intermedi che dava la certezza di arrivare. Magari senza sapere bene a che ora, ma almeno si arrivava. Al suo posto un treno con cambio a Treviso (12 minuti di coincidenza)», sbotta.

«Per quanto riguarda il ritorno da Venezia a Feltre, c’è l’eliminazione del diretto delle 7.44 e l’altro delle 18.41, pur effettuando lo stesso percorso, parte cinque minuti prima e arriva dieci minuti dopo».

Ma non finisce qui. «Per chi vuole tornare da Venezia a Feltre succede qualcosa di clamoroso», tuona ancora Del Bianco. «La direttrice più corta via Treviso-Montebelluna (dieci corse giornaliere) viene cancellata, lasciando solo quella per Castelfranco, che è più lunga e si paga 35 centesimi in più a biglietto a fronte di tempi di percorrenza che non migliorano, anzi la media del viaggio per Treviso-Montebelluna è 117 minuti contro i 118 passando da Castelfranco. Oppure c’è il giro per Padova da 120 chilometri spendendo 7.50 euro». E «il problema si ripercuote anche sugli abbonamenti, che sono chilometrici e bisognerà farli da 100 chilometri e non più da 90», rimarca il consigliere Ivan Dalla Marta. «Le corse dirette poi sono importanti non solo per gli universitari e i lavoratori, ma anche per le scolaresche che vanno in gita e gli anziani».

(sco)

 

Mattino di Padova – Caos orari treni, Chisso concede un bus

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8

dic

2013

LA RABBIA DEI PENDOLARI » PRIME MODIFICHE

La Regione viene incontro ai viaggiatori dell’Alta Padovana, ma quelli della Bassa sulla linea “Mantova” restano penalizzati 

SIMONAGGIO della FILT – Cgil L’assessore regionale ha accolto solo una parte delle richieste presentate dagli utenti. Ma gli aggiustamenti migliorano la situazione

MONSELICE – Le proteste dei pendolari per i “buchi neri” sui treni regionali, creati dal nuovo orario cadenzato che entrerà in vigore il 15 dicembre, hanno già raggiunto un primo importante risultato. Ieri mattina l’assessore regionale ai Trasporti Renato Chisso ha presentato le prime modifiche concrete rispetto all’orario già pubblicato sul sito di TrenItalia e ancora prima su quello delle Ferrovie Tedesche (Deutsche Bahn) che, da sempre, resta l’orario di riferimento internazionale per le ferrovie di ogni Paese dell’Unione Europea.

I primi cambiamenti riguardano le linee da Venezia per Portogruaro, da Belluno per Conegliano, da Padova per Verona e anche la Camposampiero – Belluno. La notizia più attesa da decine di pendolari, in particolare da gruppi di residenti che abitano nell’Alta o nella zona di Castelfranco, è l’istituzione di un bus sostitutivo (che un giorno potrebbe diventare un treno vero e proprio, ndr) che partirà alle 22.40 da Padova Centrale. La corriera fermerà in tutte le stazioni. Ossia anche a Vigodarzere, Campodarsego, San Giorgio delle Pertiche e, naturalmente, anche a Camposampiero. Non proseguirà, però, come oggi succede con il treno delle 22.46, per Montebelluna, Feltre, Belluno, ma farà capolinea a Castelfranco, dove arriverà alle 23,47. Non è una soluzione ideale, ma è sempre meglio di niente visto che nel nuovo orario l’ultimo treno partirà alle 21,29.

Novità anche per i pendolari che da Padova sono diretti in Lombardia. I regionali, che partono da Venezia Santa Lucia alle 16.12 e alle 19.05 (che quindi passano anche per la città del Santo), non faranno capolinea, come tutti gli altri a Verona Porta Nuova, ma proseguiranno per Brescia, dove arriveranno, rispettivamente, alle 18,34 e alle 22,09. Non ci saranno più, invece, i quattro regionali veloci per Milano.

Intanto prosegue, su Internet, l’indagine sulle cancellazioni e sui ritardi curata dai ragazzi del sito www.trenitardo.org. Sinora hanno accertato che, in tutto, i ritardi segnalati dai pendolari, alle 17.15 di ieri, assommavano a 26 giorni, 7 ore e 26 minuti.

Per quanto riguarda le segnalazioni degli utenti che si spostano in treno nel territorio padovano, è stato verificato che la maglia nera spetta alla linea Mantova – Legnago – Este – Monselice -Terme Euganee – Padova, dove un treno su quattro viaggia sempre in ritardo. Ed i ritardi coinvolgono anche singoli casi significativi. Ieri un utente ha comunicato che è stato cancellato il regionale delle 12.49 da Padova per Belluno, mentre Michele Costola fa sapere che, quasi ogni giorno, i locali tra Padova e Verona viaggiano con una media di 15 minuti di ritardo. Un altro ha segnalato di avere preso il regionale Padova – Venezia delle 7.50, ma a Mestre ha perso la coincidenza perché il treno ha viaggiato con 12 minuti di ritardo. Domani, intanto, nella stazione di Padova si terrà il secondo desk informativo sul nuovo orario, mentre gli utenti, per segnalare inconvenienti, possono chiamare l’ 800 042 822. «L’assessore Chisso, finalmente, ha accettato una prima parte delle proposte dei pendolari» dice Ilario Simonaggio, segretario Filt-Cgil «I primi aggiustamenti sono positivi».

Felice Paduano

 

LINEA ADRIA – VENEZIA

Raccolta di firme per un convoglio

È quello che passa da Piove alle 7.03, cancellato dal 15 dicembre

PIOVE DI SACCO – Sta suscitando preoccupazione il nuovo orario cadenzato che dal 15 dicembre sarà applicato anche alla linea ferroviaria Adria-Venezia gestita da Sistemi Territoriali. Preoccupa i pendolari la soppressione del treno che passava per Piove di Sacco alle 7.03, quello in assoluto più utilizzato da lavoratori e studenti. La corsa è stata posticipata alle 7.22, quella precedente parte alle 6.47. Per il mantenimento del treno delle 7.03 è stata avviata anche una raccolta di firme tra i pendolari e la stessa amministrazione di Piove di Sacco aveva ribadito in occasione degli incontri con l’assessore regionale Renato Chisso la necessità di implementare il servizio negli orari di punta. Tra l’altro proprio il treno delle 7.22 rimarrà uno dei pochi di Sistemi Territoriali a fermarsi a Mestre, costringendo i pendolari a cambiare treno, con inevitabili disagi e ritardi, per raggiungere Venezia.

Da circa un mese su tutta la linea si registrano frequenti ritardi e, diversamente da quanto fa con Trenitalia, la Regione non multa Sistemi Territoriali (società al 100% controllata dalla stessa Regione) per risarcire gli utenti. Tra l’altro anche l’Actv ha tagliato numerose corse, rendendo più difficile una sinergia di trasporto pubblico misto gomma-rotaia.

(e.l.)

 

Il pd di este fa la voce grossa

Panfilo stigmatizza i disservizi e invita i sindaci a protestare 

ESTE – Ritardi dai 35 ai 200 minuti. Giovedì, al primo ghiaccio di stagione, la linea Padova-Bologna è andata letteralmente in tilt e tra i pendolari costretti all’ennesima giornata di disagi c’era anche Francesco Panfilo, capogruppo del Pd in consiglio comunale a Este. Panfilo da oltre un mese raccoglie e segnala tutti i ritardi dei treni: il consigliere mostra per esempio quelli del 28 novembre (30 minuti di ritardo per i tre treni in partenza dalle 7 a Este), del 13 novembre (20 minuti di ritardo medio per gli stessi convogli), del 7 novembre (un picco di 39 minuti di ritardo nella medesima fascia oraria).

Commenta Panfilo: «Ho chiesto al sindaco di Este un intervento: so che sta cercando di contattare l’assessore veneto Renato Chisso, anche se con grosse difficoltà. Quello che mi sorprende è il silenzio degli altri sindaci della Bassa: anche i loro cittadini sono danneggiati da questi disservizi. C’è stata una levata di scudi per il pedaggio sul nuovo tratto della statale Carceri-Legnago ma sui treni non dicono una parola: è incomprensibile. Tutti i sindaci devono fare blocco, a prescindere dal loro colore politico, per dare peso e difendere il nostro territorio dal meschino trattamento che riceve da chi comanda in Provincia e in Regione».

(n.c.)

 

Chiamata a raccolta anche nell’Alto Trevigiano per la manifestazione di domani a Belluno: inviata una lettera a Venezia con le proposte di modifica degli orari

MONTEBELLUNA – In difesa del trasporto ferroviario. Domani i sindaci bellunesi e dell’Alto Trevigiano, consiglieri regionali e deputati, insieme agli utenti e alle associazioni pro treno, sono invitati alla protesta di Legambiente in difesa del treno. Una manifestazione che partirà in treno dalla stazione di Feltre alle 14.25 (corsa per Calalzo), per concludersi alle 15.30 in municipio a Belluno (il capoluogo è stato eletto capofila della nuova mobilitazione), dove si terrà la riunione dei cosiddetti “sindaci che non vogliono perdere il treno”.

Nel frattempo, agli amministratori di entrambe le province è stata inviata una proposta da inoltrare urgentemente all’assessore regionale alla mobilità Renato Chisso, contenente le seguenti richieste (scadenza per le osservazioni lunedì 9 dicembre):

ripristino di almeno due coppie dirette Calalzo-Venezia;

mantenimento della corsa 11100 Belluno (6.02) – Venezia – Mestre (7.52), «fondamentale per permettere ai pendolari di arrivare in tempo per lavorare a Venezia»;

possibilità di caricare le bici sul treno su tutti i treni;

istituzione di corse delle corriere per le vallate, in coincidenza con arrivi e partenze dalle stazioni principali;

presentazione di un piano di sostituzione-manutenzione del parco macchine; istituzione di due corse serali: Belluno (20.16) per Conegliano (21.18) e Conegliano (21.41) per Belluno (22.42); un terzo treno in fascia pendolari alla mattina (6.58) da Belluno a Padova per sopperire al sovraffollamento;

anticipare l’arrivo a Padova alle 7.50, accorciando i tempi di percorrenza almeno per questo treno;

aggiungere la corsa delle 16.29 da Padova a Belluno;

migliorare la connessione a Castelfranco per Vicenza-Verona.

Viene richiesto inoltre un periodico report con i seguenti punti: grado di utilizzo del trasporto ferroviario;dati sui servizi e i disservizi.

«Chi domani non potesse prendere il treno a Feltre o nelle altre stazioni sulla tratta», scrivono gli organizzatori della protesta, «è invitato ad attendere in stazione a Belluno l’arrivo del treno alle 15.13, un invito quest’ultimo rivolto soprattutto ai Comuni dell’alta provincia bellunese e della della zona del Vittoriese».

«Il gruppo di associazioni e movimenti di pendolari e appassionati competenti è riuscito a dialogare con Trenitalia e con la Regione per migliorare la prima proposta fino a ottenere risultati che devono essere apprezzati», sottolineano, «Possiamo dire che si è migliorato un orario che sarebbe stato devastante per tutto il trasporto pubblico del Bellunese e per l’Alto Trevigiano. Non si è però ancora invertita la tendenza al degrado».

Ezio Franceschini

 

Nuova Venezia – “Treni, orari da cambiare”

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4

dic

2013

TRENI»LA PROTESTA 

Corteo di protesta a Venezia. Chisso: soluzione in una settimana

«Corse ferroviarie inadeguate la Regione ignora i pendolari»

Un centinaio di manifestanti ha attraversato Venezia per chiedere la modifica degli orari

Sindaci e viaggiatori in coro: mancano convogli nella fascia tra le 11 e le 13 e durante la notte

VENEZIA – La protesta dei pendolari esplode in Regione, l’assessore Renato Chisso riceve sindaci e lavoratori nel suo ufficio di palazzo Balbi. Nel pomeriggio l’ora X per i rappresentanti delle tratte ferroviarie che verranno modificate dall’orario cadenzato dei treni, che entrerà in vigore a metà dicembre e che in più punti non soddisfa le esigenze di chi tutti i giorni deve recarsi a Mestre e Venezia per lavoro e tornare dalla città lagunare nei diversi comuni della provincia, senza perdere giornate intere. L’appuntamento era alla stazione di Santa Lucia alle 14.

I pendolari, un centinaio, sono arrivati armati di croci, striscioni, cartelloni, fischietti, megafoni e vuvuzelas, urlando: «L’assessore Chisso si dimetta». Assieme al comitato di Quarto d’Altino, il comitato dei pendolari del Veneto Orientale, ma anche pendolari della tratta Venezia-Trento, della linea che passa per Castelfranco e Bassano, pendolari di Mogliano (linea Udine-Venezia) con 200 firme.

In testa al corteo Luciano Ferro e Gianni Foffano di Quarto d’Altino, il comitato del Veneto Orientale, Marco Fuga (pendolari di Mogliano), Elisa Costa (pendolari di Spinea) davanti a loro con la fascia tricolore, i sindaci e i rappresentanti di sette comuni: Silvia Lasfanti, Cinzia Fedrigo e Daniele Terzariol per San Donà, Silvia Conte (Quarto d’Altino), il sindaco di Salzano Alessandro Quaresimin, Silvano Checchin (Spinea), l’assessore di Portogruaro, Ivo Simonella, il vicesindaco di San Stino di Livenza, Mauro Marchiori, il vicesindaco di Mirano, Annamaria Tomaello, l’assessore di Marcon, Enrico De Marco. In Regione, si è aggiunto anche l’assessore veneziano Ugo Bergamo. Hanno marciato fino a palazzo Balbi per chiedere modifiche di orari, fermate nelle proprie stazioni, per denunciare il buco nella fascia mattutina tra le 11 e le 13 e la mancanza di treni notturni. Ma anche per contestare un percorso che non li ha visti, a loro dire, coinvolti nella partita e un orario definitivo (non ancora cristallizzato ma passibile di modifiche last-minute) che non hanno compreso a fondo.

Tra i manifestanti rappresentanti di Filcams e Filt Cgil. «Regione Veneto, siamo studi della vostra dittatura», recitano gli striscioni «l’orario cadenzato andava concordato con i pendolari».

All’assessore Chisso, è stata consegnata una lettera, firmata da 13 sindaci: oltre a Quarto, San Donà, Portogruaro, San Stino, Meolo, Spinea, Salzano, Ceggia, Marcon, anche quelle di Roncade, Casale, Castelfranco e San Martino Buonalbergo.

Nel documento, materialmente illustrato a Chisso dal sindaco altinate Silvia Conte, si contesta l’orario cadenzato per una questione di «merito» (non accontenta tutti, lascia scoperte delle fasce orarie, non tiene conto dei turnisti) e di metodo (perché da luglio le amministrazioni non sono state più ascoltate e la proposta di progetto presentata dai comuni della tratta Portogruaro-Venezia non è stata presa in considerazione).

Per i sindaci ha parlato Conte: «C’è stato un incontro in estate, a fine luglio, ma poi non abbiamo più ricevuto risposte e le nostre richieste non sono state considerate, si aumentano il numero dei treni, ma il servizio diminuisce, attendiamo da quindici anni l’entrata i funzione del sistema ferroviario metropolitano regionale e quando arriva lascia dei buchi». Chisso ha preso nota di tutte le rimostranze, una ad una, spiegando che molte criticità sollevate sono già state sistemate. Entro il 9 dicembre saranno risolti alcuni “errori” di Trenitalia, poi ci sarà la sperimentazione. I sindaci della protesta hanno chiesto un altro incontro.

Marta Artico

 

«Odissea tra soppressioni e ritardi»

Il racconto di un lavoratore che ogni giorno all’alba da Musile si reca in laguna

VENEZIA – Marco Natella è di Musile, ma prende il treno a San Donà di Piave. Ha quarant’anni e da ben 21 lavora all’ospedale civile di Venezia. Cammina dietro un cartello, dove a caratteri cubitali sta scritto R5800, che sarebbe il suo treno quello che deve prendere tutti i giorni, che è stato posticipato nel nuovo orario. Si tratta del convoglio con partenza alle 4.53, posticipato 5.17, ma che ieri l’assessore regionale, Renato Chisso, ha spiegato che è tornato al suo posto.

«Ogni giorno mi imbarco in un viaggio allucinante», racconta Natella, «intanto mi sveglio alle tre e mezza del mattino, per arrivare al lavoro alle sei, inoltre il mio treno subisce quindici, a volte si arriva a diciotto cancellazioni in un mese. Io al lavoro posso recuperare se arrivo in ritardo, la ditta esterna di pulizie da cui sono assunto me lo consente, ma conosco colleghi che non sono così fortunati. Inoltre, tra poco cambierà l’impresa, cosa vado a spiegare a chi subentrerà? Che contratto firmerò? Bisogna tenere conto che c’è chi parte da San Stino di Livenza e deve andare a lavorare a Punta Sabbioni. Senza contare che in estate fa caldo, ma in inverno, basta un po’ di ghiaccio perché i treni si fermino».

Prosegue: «Il fatto, è che uno non può alzarsi alle tre del mattino e andare a vedere se il suo treno è stato soppresso o meno, se deve prendere l’auto o se c’è il pullman sostitutivo. Una volta l’autobus si è rotto due giorni su due di seguito, ci hanno smontato a piedi un chilometro prima dei Venezia, in mezzo al ponte, e Trenitalia ha pure detto che erano cento metri. Capita anche che ci mettano dei pullman in cui gli autisti non conoscono la strada e dobbiamo persino fare da navigatori, una cosa fai-da-te».

«Voglio ricordare», precisa, «che il bus sostitutivo è arrivato dopo le proteste, non per spontanea volontà».

Ripeto: «Io d’ora in poi, se spostano il treno di quel quarto d’ora-venti minuti in avanti, inizierò alle sei e mezza anziché alle sei, la mia vita cambierà perché comunque ho due figli, ma c’è chi non può permetterselo e sarà costretto, per non arrivare tardi, a prendere la sua auto e non usufruire più del treno. Loro dicono che siamo pochi a prendere il treno del mattino, ma siamo pochi perché la gente si demoralizza, perché è un lento stillicidio, altrimenti saremmo molti di più.

(m.a.)

 

La rabbia dei sindaci «È troppo tardi per fare modifiche»

I primi cittadini della provincia di Venezia sono molto critici «La Regione ha perso quattro mesi per trovare una soluzione»

VENEZIA – Sindaci e pendolari, ieri pomeriggio, sono partiti dalla stazione di Santa Lucia ciascuno con precise richieste e problemi da segnalare, nella speranza che trovino una soluzione.

«La nostra difficoltà», spiega Alessandro Quaresimin sindaco di Salzano, «è che oltre al treno non possiamo contare su altri mezzi, nel senso che non abbiamo un’azienda del trasporto pubblico locale, dunque non c’è alternativa per noi. Gli studenti ed i lavoratori, non hanno le stesse possibilità di prima di andare a Venezia piuttosto che raggiungere Castelfranco. Nel nostro caso abbiamo perso non tanto treni che ci sono, ma fermate».

Quaresimin le soluzioni le avrebbe, le ha sottoposte con vigore all’assessore regionale ieri, bisogna capire se sono percorribili senza modificare l’equilibrio complessivo e spostare l’ago della bilancia.

«Due anni fa», commenta il sindaco di Spinea, Silvano Checchin, «abbiamo chiesto di potenziare la nostra fermata, che potrebbe diventare la porta di Venezia, ma attendiamo ancora risposta». «

Le carrozze sono inconsistenti e al mattino si sta pigiati come sardine», interviene il vicesindaco di Mirano Annamaria Tomaello, «soprattutto nessuno si sogni di togliere la stazione di Ballò per spostarla in corrispondenza di Veneto City».

«Bisogna ragionare sugli utenti potenziali», chiarisce l’assessore portogruarese Ivo Simonella, «altrimenti la gente il treno, se non ha servizi comodi ed efficenti, non lo prende».

«C’è gente che con le modifiche agli orari», spiegano i consiglieri sandonatesi Silvia Lasfanti e Cinzia Fedrigo, «rischia il licenziamento».

«A Marcon», aggiunge l’assessore locale ai Trasporti, Enrico De Marco, «non abbiamo nemmeno il servizio sostitutivo in alcuni casi, peggio di così non poteva andare».

«È veramente allucinante che questioni così importanti», registra il sindaco altinate Silvia Conte, che ha tenuto testa all’assessore regionale, Renato Chisso, a nome di tutti i sindaci, «problematiche già segnalate da pendolari e sindaci, non siano state affrontate in tempo. Mi fa piacere che l’assessore garantisca il suo impegno, ma siamo al 4 di dicembre e le cose che abbiamo detto non sono diverse da quelle spiegate il 31 luglio: si cercherà di tamponare, ma i disagi saranno notevoli. Spero Chisso abbia capito, con la mobilitazione di sindaci e pendolari, che è necessario ragionare in maniera più seria e concreta sul tema del trasporto regionale, i nodi prima o poi vengono al pettine: una Regione che non ha mai investito sul trasporto pubblico, oggi si trova a fare i conti con la realtà, ossia che non si investe neanche lo 0,5 per cento del proprio bilancio. Non chiediamo la luna, chiediamo quello che nelle grandi città d’Italia esiste da anni».

Marta Artico

 

Chisso: criticità eliminate nel giro di una settimana

L’assessore alla mobilità incontra gli amministratori e promette una soluzione «Trenitalia ha fatto dei piccoli errori». Nuove corse sulla Venezia-Trieste

VENEZIA «Avevamo già sistemato molte questioni e criticità sollevate dagli utenti relativamente al prossimo orario ferroviario cadenzato: entro il 9 dicembre vedremo di sistemare gli inconvenienti che restano». L’assessore regionale alla mobilità Renato Chisso, nel pomeriggio, non si è sottratto al confronto. Al contrario. Nel suo ufficio ai piani alti di palazzo Balbi, ha ricevuto tutti i sindaci e i rappresentanti dei pendolari. Orari alla mano, quelli che non aveva se li è fatti stampare, ha passato in rassegna linea per linea, tratta per tratta, ascoltando le lamentale dei rappresentanti degli utenti della linea e facendo capire, che alcune cose possono essere sistemate, altre invece dipendono da Ferrovie Italiane, come la questione dello stop per manutenzione dalle 11 alle 13 ed altre ancora non possono essere aggiustate pena l’andare contro altri comuni di altre province, visto che gli orari sono tutti collegati.

«Il sabato e la domenica c’è un problema, è vero, ma l’orario cadenzato è fatto per i lavoratori pendolari, che dal lunedì al venerdì, anzi fino al sabato alle 13, prendono il treno. Stiamo però lavorando ad una soluzione. Mediante il servizio di collegamento sostitutivo e cercando di capire effettivamente in quanti prendono questi treni».

Prosegue: «In ogni caso, ci sarà tempo anche dopo l’entrata in vigore del sistema per fare ulteriori verifiche, valutare le problematiche e procedere agli aggiustamenti. L’orario cadenzato serve per rispondere ad una situazione critica, non modificabile rattoppi e pezze dell’esistente».

Chisso ha spiegato che il primo treno del mattino lungo la Venezia-Trieste, il 5800, è tornato con il suo orario originale, che si sta lavorando per ripristinare il treno che da Venezia partiva alle 23.12, anticipato alle 22.41, che quello delle 00.21 è stato coperto con il servizio sostitutivo, in attesa di capire quanti lo usano. Ha precisato che l’orario attuale di Trenitalia presenta alcuni errori, non causati dalla Regione, che saranno corretti entro il 9 dicembre. L’assessore ha preso nota anche delle richieste del Miranese. Nello specifico cercherà di fare qualche cosa, senza penalizzare altre tratte, per risolvere la situazione degli studenti posta dal sindaco di Salzano e dai rappresentanti del comitato pendolari: i ragazzi delle scuole, rebus sic stantibus, arriverebbero a Venezia o troppo presto o in ritardo. Buone notizie anche per il treno che parte da Sacile e ferma a Mogliano alle 5.18, che sarà reintrodotto con servizio sostitutivo, poi definitivo. «Ci sono sciacalli che hanno messo in giro voci sbagliate per allarmare la popolazione, c’è chi ha seminato il panico e tanta brava gente che ha invece segnalato i problemi. Continuate a mandarci le vostre proteste, cercheremo di aggiustare il più possibile». Chiosa: «Laddove abbiamo verificato che c’erano dei buchi siamo già intervenuti, in altri casi stiamo studiando le soluzioni, in altri ancora dobbiamo trovare la quadra evitando di accontentare qualcuno penalizzando altri. Rimaniamo in ascolto delle criticità per dare risposte a chi usa il treno ogni giorno».

Marta Artico

 

REGIONALI LENTI E VELOCI

Dal 15 dicembre in vigore il nuovo orario cadenzato

PADOVA – Più i giorni si avvicinano all’entrata in vigore del nuovo orario annuale di TrenItalia, ossia al 15 dicembre e più per i viaggiatori, pendolari compresi, si avvicina il tempo di prendere confidenza con il cosiddetto orario cadenzato. A cominciare dalla tratta Venezia-Padova: i nuovi regionali veloci, istituiti per la prima volta sulla linea per Verona Porta Nuova, con fermate solo a Mestre, Padova, Vicenza, San Bonifacio e Porta Vescovo, partono da Santa Lucia sempre ai minuti 12. In pratica alle 7.12; 8.12; 11.12; 12.12 sino alle 21.12. Sino a Padova il tempo di percorrenza è di soli 26 minuti e si devono sborsare 3,55 euro (la Freccia Argento costa 16 euro).

Diverso il cadenzamento dei treni cosiddetti lenti sulla medesima linea. Da Venezia Santa Lucia si parte sempre ai minuti 35. Ossia alle 6.35; 7.35; 8.35 ed ultimo alle 22.35.

Da Padova per Vicenza, invece, i regionali veloci partono ai minuti 40. Ossia alle 7.40; 8.40; 11.40. Ultimo alle 21.40,anche se quello “lento” parte alle 23.26 ed arriva alle 23.52. Tempo: 17 minuti e si pagano 3,55 euro.

Venezia-San Donà di Piave- Portogruaro: i lenti partono alle 6.11, 7.11, sino alle 22.11. Dopo mezzanotte ci sarà un bus che partirà alle 0.20 ed arriverà, dopo un lungo giro a fianco dei vigneti e dei campi di mais dell’Alto Veneto, alle 2.26. Ossia oltre due ore per percorrere ottanta chilometri.

I regionali veloci sempre per Portogruaro partiranno alle 6.42; 7.41; 9.41, etc, sino alle 22.41.

Padova-Castelfranco- Montebelluna: 5.29; 6.29; 7.29 sino a 21.29.

Venezia-Castelfranco: i lenti alle 6.26; 7.26; 8.26; sino alle 20.26. I veloci alle 6.56; 7.56; sino alle 20.56. Tempo di percorrenza per i lenti un’ora, mentre per i regionali veloci 48 minuti. (Legnago)

Este – Monselice( Padova ): 7.13; 8.13; 10.13; 13.13 sino a 21.13. Tempo: nove minuti.

Treviso-Mestre: ai minuti 36 per i treni che fermano in tutte le stazioni. Ossia a 5.36; 6.36: 7.36; 8.36. Ai minuti 56 per quelli veloci. In pratica alle 6.56: 7.56; 8.56.Ultimo treno utile per Mestre alle 23.25( arrivo 23.46).

Chioggia-Rovigo: 5.35; 6.35; 7.35 sino a 19.35. Tempo: un’ora.

Portogruaro- Treviso: 6.31; 7.31; 9.31. Ultimo 19.31. Tempo: 59 minuti.

Belluno-Conegliano: ai minuti 16. Ossia 5.16; 6.16; 7.16; 8.16 sino a 19.16: Tempo di percorrenza: 1.02.

Treviso- Castelfranco- Cittadella- Vicenza: 5.39; 6.39; 7.39. Ultimo 20.39. Tempo: un’ora e 7 minuti .

Felice Paduano

 

Un altro incontro tra Natale e Capodanno

Sull’onda della richiesta di un maggior coinvolgimento da parte della Regione delle amministrazioni locali, è stato chiesto un incontro con l’assessore ai Trasporti, Renato Chisso, e i portatori di interesse, che verrà stabilito in una data utile tra Natale e Capodanno, visto che tutti i presenti si sono detti disponibili durante le feste, compreso Chisso. L’incontro sarà dunque fissato e comunicato al sindaco di Quarto d’Altino, Silvia Conte, che poi penserà ad avvertire gli altri sindaci delle diverse tratte.

 

Nuova Venezia – Nuovi orari dei treni, tagli per i pendolari

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30

nov

2013

dal 15 dicembre si cambia

Trenitalia ufficializza le novità dei regionali, Simonaggio (Cgil) all’attacco: «È stato colpito chi va a lavorare presto al mattino»

Mancano appena due settimane all’entrata in vigore del nuovo orario annuale di Trenitalia, che, per la prima volta nella storia dei treni regionali delle Ferrovie dello Stato nel Veneto, sarà di tipo cadenzato. Ossia i locali, su una determinata linea, partiranno ed arriveranno sempre alla stessa ora ed agli stessi minuti. A fronte di questa novità, c’è subbuglio tra i pendolari preoccupati per alcuni tagli alle linee regionali. La Cgil si è fatta interprete ieri di questo disagio e il segretario regionale Ilario Simonaggio ha avuto parole molto dure:

«Non ci sono i treni del mattino presto e i nuovi Stadler, fabbricati in Svizzera, sono più capienti perché hanno posti in piedi».

Il sindacato registra la protesta di che si è visto eliminare quattro regionali veloci per Brescia e Milano. E su Venezia: «Come è possibile che a Venezia, da Padova, non si possa arrivare dopo le 22.30?»

Già da oggi è possibile consultare il nuovo orario, che parte domenica 15 dicembre, sul sito di Trenitalia ed anche su quello delle Ferrovie Tedesche (Deutsche Bahn). Anzi c’è di più. Per quanto riguarda i treni a lunga percorrenza, non è previsto nessun cambiamento. Né per le Frecce Argento Venezia-Padova- Bologna-Firenze-Roma ( oltre 15 coppie al giorno più 5 Italo)a/r e né per le Frecce Bianche Venezia-Padova-Vicenza-Verona-Brescia-Milano/ Torino, dove c’è un Eurostar ogni mezz’ora.

L’unica, ma attesa, novità sulle lunghe distanze è, dopo quattro anni, il ritorno dell’Eurocity, gestito dalle Ferrovie Austriache, anche di giorno, sulla linea Venezia Santa Lucia (15.59)- Treviso ( 16.30)- Udine – Tarvisio-Klagenfurth – Wien Meidling.

Neanche questa volta partirà la SFMR, ossia il metrò sulla tratta Padova-Venezia, sebbene quasi tutte le opere del progetto, partito 25 anni fa, siano state ultimate con una spesa di oltre cento milioni.

«A questo punto o l’assessore Renato Chisso spiega nei particolari le cause dei ritardi in questa, lunghissima, telenovela ferma ad un binario morto oppure si deve dimettere subito.» osserva Nino Pipitone, consigliere d’Idv.

Due, essenzialmente, invece, le novità sulle linee regionali. Per la prima volta nascono tredici coppie di treni regionali veloci sulla linea Venezia-Padova- Vicenza-Verona, con fermate anche a San Bonifacio e Verona Porta Vescovo e, sempre per la prima volta, tredici coppie di regionali collegheranno Treviso direttamente con Padova, via Castelfranco, Camposampiero, senza dovere, per forza, andare prima a Mestre e salire su un altro treno per la città del Santo.

Applausi per la nuova linea diretta Treviso-Padova, ma non per l’istituzione dei nuovi regionali veloci Venezia-Padova-Verona perché, dal 15 dicembre, non ci saranno più i quattro regionali veloci che oggi collegano la laguna con Milano. Chi non vuole spendere un sacco di soldi per salire sulle Frecce Bianche dovrà scendere a Verona Porta Nuova e prendere la coincidenza con gli altri regionali veloci che collegano la città di Giulietta e Romeo con Milano, via Brescia, Rovato e Treviglio.

Pochi cambiamenti sulla linea delle Dolomiti che parte da Padova, via Montebelluna e Feltre. Anche qui l’orario sarà cadenzato. Il primo da Belluno partirà alle 4.48 e l’ultimo alle 19.48. Saranno regionali velocizzati a metà perché, arrivati a Camposampiero, non fermeranno più sino a Padova nelle stazioni di San Giorgio delle Pertiche, Campodarsego e Vigodarzere, dove, però, fermeranno i nuovi locali provenienti dalla Marca.

Brutte notizie, infine, per i viaggiatori, che, alla sera, si servono, in genere, degli ultimi treni in partenza da Santa Lucia per Padova, Treviso-Castelfranco –Bassano e San Donà-Portogruaro. Linea per Padova: ultimo regionale alle 22.35. Per Mogliano-Preganziol-Treviso alle 23.04 (oggi ultimo 23.56) ; per Bassano alle 21.08( oggi 21.28 e 22.38) e per Portogruaro alle 22.41 (oggi 00.21 e 00.36).

Felice Paduano

 

«Penalizzata la tratta Venezia-Trieste»

Cresce la protesta dei sindaci. Conte (Quarto d’Altino) critica la Regione. Martedì corteo a Venezia

«Riteniamo necessario manifestare il nostro dissenso sia per il metodo seguito dalla Regione che per il merito. La Regione non ha coinvolto né l’utenza né i rappresentanti delle istituzioni locali».

È il testo di una lettera, spedita dal sindaco di Quarto d’Altino, Silvia Conte, a tutti i sindaci della tratta Venezia-Trieste, ma non solo a loro. Tra i destinatari ci sono i comuni di Venezia, Portogruaro, Casale, Ceggia, Fossalta di Piave, Fossalta di Portogruaro, Marcon, Meolo, Roncade, San Donà di Piave, San Stino di Livenza.

L’invito è quello a partecipare alla manifestazione in programma martedì a Venezia, con partenza dalla stazione di Santa Lucia e marcia verso il consiglio regionale, alla quale parteciperanno i pendolari, infuriati contro il nuovo orario cadenzato che entrerà in vigore da metà dicembre. Una lettera motivata dai gap del nuovo orario, che per alcuni Comuni rappresenterà un grosso problema.

Si legge: «Non sono stati coinvolti i portatori di interessi diffusi, né le aziende di trasporto pubblico locale nel percorso di elaborazione, né la Regione ha recepito le istanze da noi rappresentate nelle sedi istituzionali, né ha attivato un adeguato piano di comunicazione».

Precisa Conte: «Il risultato è che dopo anni di attesa per un nuovo servizio ferroviario metropolitano quello che entrerà in vigore dal 15 dicembre prossimo è fortemente penalizzante per i pendolari e per le attività economiche, riducendo di fatto la fascia oraria dal servizio».

La protesta di martedì dunque monta. «La penalizzazione è certa», commenta il sindaco di Marcon, Andrea Follini «mancano dei treni della sera e del mattino, c’è poco da fare. Penso anche ai tanti lavoratori che si recano negli alberghi a lavorare, magari anche ci arrivano, ma poi come tornano?»

Tra i problemi evidenziati, c’è quello relativo ai treni del mattino, è stato confermato il primo convoglio, in partenza da Portogruaro alle 4.38, ma è stato posticipato rispetto all’orario precedente, creando dei disagi ai lavoratori che devono prendere servizio presto, ad esempio all’ospedale civile di Venezia o nelle vetrerie di Murano e che dunque devono cambiare più mezzo. Rimane il buco delle due ore in mezzo alla mattinata c’è poi la partita del buco della sera, tra le 20 e le 22, segnalato dal comitato altinate.

Il cadenzamento, insomma, secondo i sindaci, non è effettivo in tutta la giornata. In tanti sindaci, in queste ore, oltre all’adesione formale alla manifestazione, hanno annunciato che parteciperanno lunedì mattina, alla protesta di Legambiente, «Pendolaria».

Cittadini, utenti, ambientalisti, rappresentanti istituzionali monteranno sul treno regionale 11034, che partirà da Portogruaro alle 7.53 per raggiungere Mestre, dove si terrà una conferenza stampa, per chiedere l’istituzione e l’operatività di un tavolo sulla mobilità.

Giovedì sera, nel frattempo, in concomitanza con l’uscita del nuovo orario, si è svolto a Quarto d’Altino l’incontro pubblico congiunto con i comuni di Marcon, Quarto e Casale, dove sono emersi i tanti disagi sottolineati dai cittadini e dagli amministratori.

(m.a.)

 

Ultimo treno da Venezia alle 23.04: un’ora prima

Previsto anche l’orario cadenzato: partenze e arrivi sempre agli stessi minuti

Per la prima volta nella storia dei treni regionali delle Ferrovie dello Stato nel Veneto, l’orario sarà «cadenzato», ossia scandito da intervalli regolari e ripetuti di ora in ora. Si parte il 15 dicembre. L’orario è già consultabile nel sito di Trenitalia e Deutsche Bahn. E dal 2 al 13 dicembre ogni giorno dalle 15 alle 19 saranno organizzati dei desk informativi in tutte le stazioni principali del Veneto e nella Marca a Treviso e Castelfranco. Gli ultimi regionali da Venezia? Una delle novità sostanziali, per Treviso, è che sulla linea Mogliano-Preganziol-Treviso l’ultimo treno parte alle 23.04 da Venezia (oggi l’ultimo è alle 23.56). Ben cinquanta minuti di anticipo.

Lunga percorrenza. Nessun cambiamento, e nemmeno per le Frecce Argento Venezia-Roma o le Frecce Bianche Venezia-Milano/Torino. L’unica attesa novità sarà il ritorno dopo 4 anni dell’Eurocity, gestito dalle Ferrovie Austriache, anche di giorno, sulla linea Venezia Santa Lucia (15.59)- Treviso (16.30)-Udine–Tarvisio-Vienna.

Metrò ancora fermo. Neanche questa volta partirà la SMFR, ossia il metrò sulla tratta Padova-Venezia, sebbene quasi tutte le opere del progetto, partito 25 anni fa, siano state ultimate con una spesa di oltre cento milioni.

«O l’assessore Renato Chisso spiega le cause del ritardo clamoroso oppure si deve dimettere subito» attacca Nino Pipitone, consigliere d’IDV.

I nuovi regionali. Due, essenzialmente, invece, le novità sulle linee regionali. Per la prima volta nascono tredici coppie di treni regionali veloci sulla linea Venezia-Padova- Vicenza-Verona, con fermate anche a San Bonifacio e Verona P. Vescovo e, sempre per la prima volta, 13 coppie di regionali collegheranno Treviso direttamente con Padova. PD-BL. Pochi cambiamenti sulla linea delle Dolomiti che parte da Padova, via Montebelluna e Feltre. L’orario sarà cadenzato. Il primo da Belluno partirà alle 4.48 e l’ultimo alle 19.48.

Felice Paduano

 

Appello dall’Opitergino: «Tv-Portogruaro penalizzata»

«L’assessore Chisso faccia un ultimo sforzo: con i ritorni delle 13.30 e 15.30 e la chiusura corse da Treviso alle 21.30 », questo l’appello del sindaco di Ponte di Piave Roberto Zanchetta dopo che l’assessore Chisso ha confermato che il treno delle 7.30 non sarà soppresso.

«Quando ho deciso di convocare la conferenza sullo spinoso tema del maltrattamento della tratta ferroviaria Treviso-Portogruaro a dispetto del suo crescente utilizzo da parte dei tanti pendolari, ero convinto che il nostro ruolo di sindaci avrebbe fatto da cassa di risonanza, e così è stato, perché il messaggio è arrivato forte a chi di dovere. Non tutti i risultati, evidentemente, sono stati subito centrati, ma il più importante sicuramente sì: il ripristino del treno mattutino delle 7.34 utile comunque per arrivare a Treviso in tempo per l’inizio delle attività scolastiche e lavorative. Ad esso si aggiungano i ritorni dal capoluogo delle 13.30 e 15.30 e la chiusura corse da Treviso alle 21.30. A tutti i pendolari raccolti nel movimento spontaneo va il mio personale grazie per una battaglia vinta assieme; ringraziamento evidentemente esteso anche ai sindaci che hanno subito aderito all’appello dell’intero territorio».

Anche il sindaco di Oderzo Pietro Dalla Libera è soddisfatto del risultato ottenuto anche con la mozione approvata in consiglio comunale:

«L’assessore Regionale Chisso ha ufficialmente confermato la corsa delle 7.30 per Treviso. Al pomeriggio partenza da Treviso alle 13.30 e 15.30: manca la corsa delle 14.20. Siamo moderatamente soddisfatti ma continuiamo a batterci per la corsa delle 14.20 da Treviso. All’incontro insieme a me c’erano anche l’assessore De Luca e il consigliere Montagner a significare che l’amministrazione è a fianco di studenti e lavoratori pendolari nella loro giusta battaglia», conclude il sindaco di Oderzo. Nei giorni scorsi i pendolari della tratta Treviso-Portogruaro avevano recapitato in Regione una petizione con oltre 800 firme per chiedere si essere ascoltati.

(gi.pi.)

 

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